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Autore: Angel TR    20/10/2015    9 recensioni
Il primo appuntamento di Jim e Vaniglia.
Un appuntamento pieno di ...emozioni.
«Sei bellissima stasera.»
«Sei bellissima stasera? Perché, normalmente faccio schifo?!» s'infuriò Rabbia.

{JimxVaniglia}
[Quinta classificata e vincitrice del Premio speciale "Gioia" al contest InsideOut indetto da idkrugens]
[ Partecipante al contest "This is Silly - non prendiamoci sul serio!", indetto da Chappy_ sul Forum di EFP. ]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Burium, Vaniglia Periwinkle
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Partecipante al contest "This is Silly - non prendiamoci sul serio!", indetto da Chappy_ sul Forum di EFP. Partecipa al contest Inside Out indetto da idkrugens su Efp'

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Nick: Angel Texas Ranger
Fandom: Fairy oak
Rating: Verde
Genere: Fluff, Slice of Life
Personaggio: Vaniglia Periwinkle
Coppia: JimxVaniglia
Lunghezza: 3500 circa
Avvertimento: Future!fic
Note:Crossover
Introduzione: Il primo appuntamento di Vaniglia e Jim. Un appuntamento pieno di...emozioni.
Jim agganciò gli occhi morbidi ai suoi. :-Sei bellissima, stasera.-
:-Sei bellissima stasera? Perché, normalmente faccio schifo?!- s'infuriò Rabbia

Numero storie: 1 (one-shot)
Pillola: blu


Rendez-vous,,


Il primo appuntamento nel mese di Dicembre dev'essere favoloso!
Vaniglia cercava di convincersi, ripetendosi questa frase nella mente talmente tante di quelle volte che Rabbia s'infiammò.

«Ragazza! Mi stai sfracellando i nervi!»
Tristezza gli scoccò un'occhiata a metà tra il curioso (del tipo, esploderà?) e l'incredulo (ma da dove la piglia tutta questa voglia?) da dietro le lenti rotonde.
Poi riportò il mento sul palmo della mano. «Dicembre... freddo... neve... pioggia... sarà un disastro.» sbuffò.
La sua tranquillità durò molto poco: Gioia si catapultò su di lei e la scosse un paio di volte, un larghissimo sorriso sul viso. «Pensa positivo!» allungò le vocali. Peeensaaa pooosiiitiiivooo. «Guarda quant'è felice Vaniglina!» e indicò lo schermo davanti a loro.

Vaniglia stava decidendo tra due vestiti davanti allo specchio.
Prima avvicinava uno al viso, poi l'altro. Il giallo sole le stava molto bene, risaltava i suoi occhi verdi, eppure...Vaniglia storse il nasino a patata. No, troppo da giorno, troppo estate, troppo da bambina.
E Vaniglia non era più una bambina: aveva venti anni ormai.
Afferrò di scatto la spazzola da uno dei cassetti della toiletta e iniziò a passarla tra i folti e lunghi capelli rossi, disperata dalla vertigine del ciuffo che proprio non ne voleva sapere di appianarsi.
Quando fu soddisfatta del risultato, si fermò. Con la coda dell'occhio riuscì a scorgere l'orario sul grosso orologio a forma di fiore.
Le 19.30.
Vaniglia si portò una mano candida al cuore: un'ora! Aveva solo un'ora per decidere cos'indossare, come e se truccarsi -a Jim sarebbe piaciuto?
Lentamente, lasciò cadere il braccio lungo il fianco e...

«Non ce la faremo mai!» urlò Paura, tirandosi le guance con le mani.
«Un disastro... un disastro...» si lamentò Tristezza in un sussurro, trascinandosi.
Con il sottofondo dei loro lamenti, Rabbia sbatté la testa sul tavolo blu. «Non li sopporto! Non li sopporto!» disse, a denti stretti. Dentro la camicia bianca, sudava. Cos'avevano da strillare tanto?
Sentendosi degli occhi addosso, si girò. Disgusto distolse lo sguardo, storcendo il naso. «Questa ragazza ha gusto zero.» affermò, sprezzante. Si scostò una ciocca di capelli dalla fronte aggrottata e armeggiò con il Pannello di controllo.

Gli occhi verdi allo specchio si ridussero a due fessure. «Vaniglia Periwinkle, ti ordino di scegliere un vestito.» sibilò.
Si sentì avvampare: insomma, Jim l'aveva conosciuta bambina, non poteva fare molta differenza vederla con un vestito o un altro.
Quando le lancette segnarono le otto in punto, Vaniglia sobbalzò: qualcuno aveva bussato alla porta di legno d'acero. Ebbe un tuffo al cuore.
Era in anticipo!
Strinse più forte il lucidalabbra che aveva in mano e poi lo posò.
Si ravviò i capelli prima di dirigersi ad aprire.
Lo splendido sorriso brillante di Jim Burium l'abbagliò. «Ciao, Babú.» la salutò lui, porgendole un mazzo di rose bianche e rosse.

Gioia iniziò a saltellare, premendo il pulsante giusto nel Pannello di controllo. «Oddio! Oddio! Un mazzo di rose! Lo sapete, ragazzi, che il rosso significa passione e il bianco innocenza? Non è un tesoro, questo ragazzo?»
Tristezza sbuffò. «Appassiranno.» sentenziò.
Gioia improvvisò un balletto di fronte a lei «Con un po' di acqua no!» le rispose.
Volteggiò fino a Disgusto, che si torturava una ciocca di capelli, e Rabbia, che stava gridando «Solo un mazzo? Un mazzo solo?! A'bello! Avresti dovuto riempirmi la casa di rose!»
Gioia gli mise una mano sulla spalla «Ehilà! Ci sono ragazzi che le rose non sanno nemmeno cosa sono. Su! Ottimismo!» mentre lo diceva, circondò la vita di Disgusto con un braccio. «Ti piacciono le rose, Disgy? Sono meravigliose, non è vero?» sospirò, guardando Jim che porgeva un bacio sulla guancia di Vaniglia.

La ragazza mise le rose in un vaso, sentendosi gli occhi del fidanzato addosso. Jim le offrì il braccio.
Vaniglia si sentiva stranamente calma: vederlo le aveva fatto bene. Si morse un labbro: le aveva fatto bene in tutti i sensi.
Jim indossava una camicia nera che si sposava alla perfezione con i suoi occhi liquidi e scuri. Le scoccò un'occhiata dolce e Vaniglia si sentì sciogliere.
A volte, lei poteva scorgere in lui quell'aria smarrita e spaesata che aveva la prima volta che vide Felì, la fata della ragazza, e gli altri abitanti della Valle.
Era questo che la incantava ogni volta.
Sembrava una persona che non avrebbe potuto far del male a nessuno. In più, adorava il fatto che Vaniglia fosse una strega e questo poteva solo essere un bene.
Lei non voleva rinunciare ai suoi poteri come aveva fatto la mamma... in fondo, erano parte di lei.
Fece scorrere gli occhi lungo il corpo armonioso del ragazzo, con il labbro ancora tra i denti, arrossendo mentre notava come il pantalone -né troppo sportivo né troppo elegante - seguiva le linee delle cosce forti.
Alzò gli occhi di scatto, imbarazzata, per verificare se lui si fosse accorto di come lei lo stesse guardando.
L'avrebbe presa per una pervertita?
Jim agganciò gli occhi morbidi ai suoi. «Sei bellissima, stasera.»
«Grazie! Anche tu non sei niente male.» scherzò lei, cercando di sembrare spavalda e a suo agio, mentre nello stomaco si agitavano mille farfalle.

«Sei bellissima stasera? Perché, normalmente faccio schifo?!» s'infuriò Rabbia, alzandosi di scatto dalla sedia che si rovesciò «Non pensate che sia offensivo?» aggiunse, facendo vagare lo sguardo sulle altre quattro emozioni al tavolo per ottenere il loro consenso.
Disgusto si scansò ma annuì. «Bah. Che battuta superata, di cattivissimo gusto. Tsk.» sentenziò, agitando la mano come se stesse scacciando una mosca fastidiosa.
Al suo fianco, Paura si agitò e le strinse un braccino, il suo dito tremante a pochi centimetri dal tasto a lui dedicato. «E se non la trovasse abbastanza bella? E se, poi, la mattina che la vede senza trucco, si spaventa?»
Gioia si alzò per avvolgerlo in un abbraccio consolatorio «Calma, tesoro. È pazzo di lei, è pazzo di noi! Non lo capite, Disgy e Rabbia» rivolse un'occhiata alle due emozioni di fronte a lei «che Jim è totalmente impallato? Non è mica uscito spesso con delle ragazze! E soprattutto con delle streghe.»
L'emozione rossa inarcò un sopracciglio ma Gioia lo anticipò « Intendevo dire, Magica della Luce.» trillò. «Oh, guardate, guardate!» saltellò, gli occhi scintillanti.

Jim la condusse davanti al nuovo ristorante. Vaniglia ci era passata spesso davanti, senza entrare mai, chiedendosi se l'interno fosse promettente quanto l'esterno.
Aveva una facciata di mattoni e un'insegna in legno "Ristorante delle Fate". Tutt'attorno, correva un giardino recintato.
Vaniglia sorrise.
Forse cucinavano davvero delle fate, lì dentro. Le persone che uscivano avevano gli occhi brillanti e le guance rosse di chi ha mangiato proprio bene.
«Sembra fantastico!» disse Vaniglia.
«Lo è.» rise Jim «Almeno secondo me.» aggiunse.
«In che senso?» chiese lei.
«Beh» spiegò lui mentre apriva la porta per farla entrare, da gentiluomo. «Sono venuto prima di portartici per assicurarmi che fosse alla tua altezza.» rise, imbarazzato, passandosi una mano tra i folti capelli scuri.
Vaniglia batté le mani «Che gentile da parte tua.» Effettivamente era proprio nello stile di Jim.
«Speravo che lo pensassi! Flox mi ha preso in giro quando lo ha saputo.»
Un cameriere li accolse con un sorriso ed un gesto della mano «Benvenuti!» Vaniglia sorrise: era una stata sua impressione o aveva strizzato l'occhio a Jim?
«Grazie.» ricambiarono loro.
Vaniglia tornò a rivolgersi a Jim «Immagino quanto si sia divertita Flox!»
Flox era una delle migliori amiche di Vaniglia. Era una burlona, ogni cosa la entusiasmava fino alla punta dei capelli. Già se la vedeva a ridere come una pazza in faccia al povero Jim.
A volte lo sopraffaceva con tutta quella gioia, si rese conto Vaniglia con un pizzico di ironia.
«Hai avvisato tutta la Valle del nostro appuntamento?» lo stuzzicò.
«No, no! Solo Flox, tua sorella e Shirley perché ti conoscono molto bene. Ho ordinato i piatti che loro mi avevano consigliato.» disse lui, fermandosi.
Erano arrivati al tavolo prenotato.
Finalmente Vaniglia distolse l'attenzione da Jim per osservare l'ambiente. Le luci soffuse abbracciavano la tappezzeria verde chiaro e il mobilio di legno scuro, rendendo il tutto morbido ed elegante, accogliente come un bicchiere di cognac o una pizza con gli amici sul sofà di fronte al camino.
Sembrava il posto giusto per ...

«Appuntamento romantico!» squillò Gioia, intrecciando le mani. Si rivolse a Tristezza, sbattendo le ciglia «Non vedo l'ora di vedere i bagni!»
«Che hanno i bagni d'interessante?» chiese Tristezza a mezza voce, spingendo in su gli occhiali.
Gioia le afferrò il viso tra le mani «Ma, Tristy mia, il bagno è il luogo dove tutte le ragazze si rifocillano e si confidano tra di loro! Praticamente un must in un appuntamento. E poi voglio vedere se anche i bagni sono fighi come il ristorante.» confessò.
Una vocina in falsetto s'insinuò tra di loro «I bagni sono sporchi! Bleah!»
Gioia si voltò del tutto mentre Tristezza le rivolse appena un'occhiata. Disgusto era dietro di loro a braccia conserte.
«Vi sembra questo il modo di parlare ad un primo appuntamento? Mi sta girando lo stomaco!» aggiunse.
«Andiamo, Disgusto!» esclamò Gioia, avvicinandosi con un balzo. «Questa serata è nostra! Divertiamoci! Io e Tristy la smetteremo di parlare dei bagni, anche se so che a Babú interessano... comunque! Abbiamo una missione! Far in modo che quest'appuntamento finisca con il botto!»
Disgusto annuì, sbattendo le ciglia lunghe «E far in modo che Vaniglia entri il meno possibile in contatto con i bagni pubblici.»

La lista delle portate sembrava ricca.
. I manicaretti erano quelli della tradizione popolare con un tocco da fata.
Lo sguardo di Vaniglia cadde sulla scritta "BISTECCA AL SANGUE" e scosse la testa.

«Cosa vedono i miei occhi? Carne al sangue?! No no! Germi e batteri a go-go.» sentenziò Disgusto, spostando la levetta dei comandi in modo che Vaniglia passasse a leggere altro.

Ecco! Aveva trovato il piatto giusto. Ravioli con funghi e formaggio. Semplice e, soprattutto, buonissimo.
Diede un'occhiata ai vini, anche se non se ne intendeva molto: quella era una prerogativa di papà. Sbarrò gli occhi quando lesse il prezzo di una bottiglia. Non sapeva che stessero così tanto!
Optò per l'acqua naturale.
E il dessert? Mmh... Vaniglia sapeva esattamente cosa cercare...

«Non...ci sono...le...frittelle?!»
Gioia si schiaffò una mano sulla fronte. No! Vabbeh, dài, c'erano sicuramente altri dolci buonissimi. E poi si sapeva che le frittelle del signor Cicero erano insuperabili.
Ma Rabbia non ne voleva proprio sapere.
Si precipitò verso il Pannello di controllo e, spingendo in su le leve, gridò «No frittelle... no party

Vaniglia sentì il sangue affluire alle guance ed alla testa -aveva questa brutta abitudine di arrossire quando era arrabbiata.
Jim lo notò . «C'è qualcosa che non va?» si preoccupò.
Oh, sì. Dove sono le mie frittelle? Sono tradizionalissime! Qualcuno ha qualche problema con le frittelle?! , avrebbe voluto rispondergli Vaniglia. Ma si trattenne, con uno sforzo immane.
Doveva dimostrargli di essere cresciuta: fare i capricci per delle frittelle le sembrava fuori luogo.
«No, niente! Lo sbalzo termico, sai... basta togliersi la sciarpa.» lo tranquillizzò. Con un movimento fluido, si srotolò la sciarpa di lana senape dal collo.
Quando richiuse il menù e lo poggiò sul tavolo, intravide un cameriere e lo chiamò.
Agisci da donna.
«Mi scusi, è possibile avere delle frittelle come dessert?» chiese.
Il ragazzo annuí «Credo di sì, signorina. Volete ordinare?»
Appena il cameriere se ne andò, Vaniglia si sentì a disagio. Ora, di cosa avrebbero parlato fino all'arrivo dei piatti? Sicuramente no delle solite cose? Insomma!
«Piani per il Natale?»
La voce di Jim tagliò i suoi pensieri. «A dir il vero, no. Credo che passerò il Natale con mamma, papà, Vì... probabilmente ci saranno anche Grisam e i suoi.» rispose. «Tu?»
Jim si strinse nelle spalle. «Niente di certo.»
Nel frattempo, un cameriere servì le bevande. Vaniglia ne seguì il cerchio del tappo con l'indice «Potresti venire a stare da noi...» propose. «C'è posto per tutti.» alzò lo sguardo su di lui, in attesa.

Al Pannello di Controllo le cinque Emozioni trattenevano il fiato.
«Ha già rifiutato, si vede dal suo sguardo.» dichiarò Paura in un filo di voce, accasciandosi. Nella caduta, premette accidentalmente un tasto.
«No!» strillò Gioia, tendendo le mani come a voler fermare il tempo.

Vaniglia rabbrividì.
Le tremavano e le sudavano le mani.
Non aveva neppure il coraggio di guardarlo negli occhi, per cui si versò un bicchiere d'acqua, rischiando di far cadere la bottiglia. Ingollò in un secondo, grata della freschezza che le attenuava i bollori.
Il secondo dopo, si sentì diventare paonazza.
«Davvero? Mi sembra un'ottima idea.»
Vaniglia sapeva di essere diventata dello stesso colore dei suoi capelli.
Non poteva credere che Jim avesse accettato!
Non avevano mai trascorso un Natale insieme -così come non erano mai usciti insieme da soli- nonostante Jim fosse tornato da qualche anno.
Quindi... la cosa stava davvero diventando... ufficiale. Si stavano fidanzando sul serio.
Del tipo "Vengo a casa tua, così mi faccio una partita a carte con Cicero!".
Vaniglia sbatté le palpebre un paio di volte.
Era... non trovava le parole...

La manina di Gioia schiacciò il pulsante con decisione. Alzò lo sguardo per non perdersi la reazione di Babú «È favoloso! Ragazzi, abbraccio di gruppo! L'appuntamento va alla grande!»
Le cinque Emozioni si strinsero -tralasciando le diverse reazioni- tenendo gli occhi fissi sulla scena.
Quando le portate furono servite, Disgusto si sporse, le mani aggrappate al Pannello di controllo, gli occhi ridotti a due fessure, per smascherare qualsiasi odore sospetto.
Paura s'inizio a mangiucchiare le unghie «È buono, no?» chiese a nessuno in particolare. Tristezza cercò di rivolgergli un sorriso che si spense subito perché Vaniglia stava soffiando sui primi ravioli.
«Spero per voi che siano buoni, cuochi da strapazzo!» minacciò Rabbia.
Gioia intervenne subito per calmarlo «Su! Ho sentito ottime cose su questo ristorante!» Già era pronta a recepire la scarica emotiva di Babú non appena avesse ingoiato il primo boccone.
E la scarica arrivò.
Gioia schiacciò il tasto ancora una volta, estasiata. Stava andando tutto secondo i piani: il suo lavoro non era mai stato così entusiasmante. Beh... tranne quella volta che Pervinca era tornata... e anche quando Babú aveva volato per la prima volta... e...

«Sai, sto ricordando la prima volta che ho volato, dodici anni fa. Non so perché.» disse Babú, posando il cucchiaio sul tovagliolo.
Jim non sembrò a disagio, anzi: la guardava in modo dolce, l'accenno di un sorriso sulle labbra. «Io non ho mai volato: immagino sia meraviglioso. A otto anni, l'età che avevi tu quando hai volato, io facevo le costruzioni con i lego, al massimo.» disse, prima di bere un sorso d'acqua. «Da quando sono tornato, non c'è giorno che non mi stupisco delle vostre magie. Mi piacerebbe tanto che anche i miei figli sperimentassero queste emozioni... vederli compiere qualche incantesimo sarebbe, beh, spettacolare.»
L'aveva detto in modo così naturale, così spontaneo, che Vaniglia quasi quasi annuì; questo prima di strozzarsi, un altro po', con un raviolo.
Figli?. No, aspettate un secondo, aveva detto figli magici?!
Un miscuglio di emozioni si abbatté su di lei, come l'onda di un maremoto su delle palafitte.

Il Quartier Generale era in subbuglio.
Paura era svenuto («Figli! Devono uscire da me! Poi crescono! E se muoiono?)
A Disgusto il processo per far figli proprio non andava giù. Inoltre, chi avrebbe cambiato i pannolini?! Lei no!
Tristezza si tirava i capelli «Niente più vita sociale! La mia vita sociale!» e piangeva
Rabbia urlava, indicando lo schermo, dove Vaniglia stava rumorosamente tossendo «Ma vuoi ucciderla?!»
A Gioia toccava calmare tutti ma iniziò a dare "ordini" di buon grado, splendente come una stella. «Calma, calma! Prendiamo ogni informazione con le pinze. Comunque non vedo il motivo di tanto caos! Jim è un ragazzo responsabile. Qualcuno faccia rinvenire Paura; Tristy, non piangere; Rabbia... mi incendi il Pannello di controllo. No!» Gioia tese una mano verso l'emozione verde piegata in due «non vomi... come non detto.»

Nel frattempo, i primi erano stati portati via, sostituiti dai dessert. Babù si gettò sulle frittelle decorate con lo zucchero, sperando che la calmassero.
Jim continuava a mangiare come se niente fosse. Le aveva versato un bicchiere d'acqua per calmare l'eccesso di tosse, dato una pacca sulla schiena, e tenuta d'occhio con il suo sguardo liquido e scuro che la ipnotizzava.
Forse non voleva dire quello che lei pensava che lui volesse dire.
Cioè.
«Vuoi.. figli.» riprese il discorso Vaniglia, cercando di darsi un tono e deglutendo.
«Certo. Tu no?» rispose lui, calmissimo.
«Sì, sì.» fece lei frettolosamente, la voce quasi in falsetto.
«Bene.» concluse Jim, sorridendo.
Vaniglia si agitò sulla sedia. «Vado un attimo in bagno...» annunciò in un filo di voce.
Jim la seguì con gli occhi mentre si alzava. «Tutto bene?» sembrava dispiaciuto.
Vaniglia non voleva assolutamente deluderlo: si era preparato così tanto per quel momento! Aveva studiato ogni dettaglio, aveva addirittura provato i piatti per lei.
E lei come lo ricambiava? Agitandosi per un nonnulla.
«Certo!» esclamò.
Si diresse verso il bagno. Vi erano altre ragazze intente ad incipriarsi il naso e ripassarsi il rossetto. Vaniglia si passò un po' di acqua sul viso.
Si sentiva sopraffatta e ce l'aveva con se stessa per quel comportamento sciocco.
Due ragazze parlottavano in un angolo del bagno. «...e da lunedì non si è fatto più sentire.» stava dicendo una di loro, una brunetta piuttosto infervorata. «Giuro che, se sta con un'altra, lo trasformo in una biscia!»
Jim non l'aveva mai dimenticata e mai abbandonata nonostante i problemi e nonostante la sua indecisione. Lui non aveva mai esitato, aveva sempre saputo cosa voleva fare, i suoi sentimenti a guidarlo come il faro di Aberdur.
Vaniglia cercò di ritrovare la calma che aveva provato appena i suoi occhi avevano incontrato quelli di Jim.
Era sembrato tutto così giusto.
E allora perché si sentiva così in subbuglio?
Improvvisamente desiderò che Pervinca fosse con lei. Sua sorella era quella tosta, quella che l'avrebbe cacciata fuori dal bagno, quella che le avrebbe dato una bella scossa.
Finalmente uscì.
Vide Jim illuminarsi appena la scorse, una figura dai capelli rossi che si muoveva tra i tavoli.
Gli sorrise.
«Vuoi qualcos'altro?» le chiese lui. Lei scosse la testa di rimando. «Bene!» si alzò e l'aiutò ad infilarsi il cappotto. Ovviamente aveva già pagato il conto, capì Vaniglia.

«Che carino!» squillò Gioia. «Ha pagato lui! Questo sì che è un gentiluomo, di quelli che non si trovano in giro. Ora, siete tutti più sereni?» si volse a guardare i suoi quattro compagni: Rabbia con le braccia conserte, Tristezza con gli angoli della bocca piegati all'ingiù, Disgusto con il naso arricciato e Paura con la tremarella.
«Allora?» insisté Gioia, soddisfatta del loro lavoro. «Siamo stati bravissimi! Manca tanto così» e avvicinò l'indice al pollice «per finire in bellezza! Chi vuole vedere il bacio della buonanotte?» e alzò di scatto la mano, come una studentessa provetta, un largo sorriso sulle labbra, gli occhioni spalancati che scattavano da un'emozione all'altra.
«Solo se si è lavato i denti.» alza la mano Disgusto.
«Insomma, che domande!» fece Rabbia, distogliendo lo sguardo.
«Ma mica scambia qualche malattia?» intervenne Paura, mangiucchiandosi le unghie.
«Oh... io lo voglio vedere.» annunciò Tristezza, trascinandosi le parole.
Gioia batté le mani. «Questo è lo spirito giusto, Tristy! Bravissima! Missione "Bacio della Buonanotte"... a noi due. Volevo dire, a noi sei.» si girò verso il Pannello di controllo, un'espressione decisa sul viso.

«È stato davvero delizioso, Jim. Hai buon gusto.» disse Vaniglia, mentre procedevano verso casa.
«Grazie, Babù. Mi hai tolto un peso dal cuore!» rispose lui, ridendo. Il buio della sera sembrò illuminarsi a quel suono.
Gli stivali affondavano nella neve, producendo un gradevole suono.
Gli alberi spogli mostravano il cielo in tutto il suo splendore, le mille stelle che rischiaravano i sentieri di ciottoli e ghiaia.
Il vento soffiava gelido, offrendo il pretesto perfetto per stringersi l'un all'altra.
In fondo, anche l'Inverno aveva il suo fascino.
E, quando Jim si fermò a pochi passi da Quercia -da lontano poteva sentire lo sciabordio delle onde del mare che s'infrangevano sugli scogli- e la guardò con quei suoi occhi morbidi e scuri, Vaniglia seppe benissimo cosa fare; lo sapeva da quasi dieci anni. E finalmente il momento era arrivato.

Al Quartier Generale era festa.
Persino Tristezza ora sorrideva -beh, tentava- ai suoi compagni e Paura aveva smesso di tremare (gli tremavano solo le punta delle dita, ma su, era perdonabile).
In più Disgusto aveva promosso l'alito di Jim e Rabbia aveva approvato il modo in cui stava baciando Vaniglia. «Tiene le mani al suo posto, il ragazzo. E fa bene.»
«Missione compiuta, ragazzi!» annunciò Gioia, volteggiando intorno ai compagni. «Siamo o non siamo una squadra perfetta?! "I Fantastici 5", li chiamavano!» continuava a blaterare.
Sentiva il retrogusto delle bollicine di allegria sotto la lingua.
Con un sospiro romantico, lasciò che la sua mano trovasse il tasto giusto.
Il tasto della Gioia.


Angolo Autrice
Il mio primo crossover!*---* ahahhaha...ho scelto l'appuntamento perché in linea con l'idea che volevo dare di Vaniglia: cresciuta, sí, ma resta pur sempre la stessa. E Jim? Non lo trovate adorabile?*-*
P.s. Purtroppo non ho ancora visto il film InsideOut per cui mi sono basata sull'idea che mi ero fatta delle emozioni e del rapporto emozioni-persona, in più sulle clip che hl visto su youtube.
Spero sia inerente, il racconto!
Spero vi sia piaciuto,
Besos, Angel

  
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