Film > L'altra metà dell'amore
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Autore: Alhena_n    20/10/2015    1 recensioni
"Qualcosa si ruppe nel cuore di Paulie o forse qualcosa era finalmente caduto dall'equilibrio instabile nel quale era stato per anni e si frantumò sul fondo delle proprie budella, legandole un cappio al collo e tirandole un pugno nello stomaco."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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24 marzo 1985

Doveva nascere a momenti. Nessuno, nemmeno i dottori sapevano quanto mancasse al su primo vagito.
Mentre aspettava seduta composta nel corridoio del moderno ospedale non poteva evitare che la sua mente divagasse e mettesse in scena gli scenari più improbabili.
L'ansia le giocava brutti scherzi, a tal punto dal farle credere che il bambino sarebbe nato morto, che non avrebbe mai potuto stringerlo fra le sue braccia o peggio ancora che la madre ci avrebbe rimesso la vita.
A quel pensiero si alzò di scatto presa da una furia omicida nei confronti del fato avverso e da una speranza che questi non avrebbe osato rivoltarsi contro di lei di nuovo. D'istinto tirò un calcio ad un cestino della spazzatura lì vicino, il che non fece altro che attirare gli sguardi di un'allegra famigliola che aspettava anch'essa, ma con meno ansia, l'imminente nascita di un loro familiare.
Non riuscì a sbollire e in più ora la sua faccia era tinta di un rosso acceso per l'imbarazzo.
Con gesti veloci rimise l'oggetto del suo sfogo al proprio posto. Si alzò e lisciò le pieghe sui suoi jeans. Fu però un'azione inutile, quei pantaloni non venivano stirati da... sempre e un gesto talmente affrettato non li avrebbe resi migliori alla vista. Dopodichè si accinse alla porta della sala dove Tori in teoria era ancora in travaglio.
Bussò ma non ricevette alcuna risposta. Bussò di nuovo, ma nulla perciò decise di aprire. Abbassò lentamente la maniglia e con calma, contenendosi, spalancò la porta solo per non trovarvi nulla una volta fatto.

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-Cosa vuol dire che l'avete dimessa due ore fa?- Paulie urlava ad un'infermiera agitando le braccia per la disperazione. Lei era scomparsa, sotto i suoi occhi ed era con lui. Si erano fatte una promessa prima che entrasse nella maledetta sala parto: le aveva giurato che l'avrebbe lasciato e con lui la sua vita: i suoi genitori che osavano sputare sentenze su di lei senza provare a conoscerla, i suoi "amici" ipocriti dei quartieri alti.
-Ho aspettato fuori da quella porta per ore e non mi è passata davanti. Non ho visto il suo viso per tutte e sei le ore in cui ho sperato di poterlo fare.-
-Signora...- cercò di rispondere debolmente l'ostetrica ma venne furiosamente interrotta dalla donna di fronte a lei.
-Non provi a inventarsi delle inutili scuse. Ditemi dov'è? C'era un uomo con lei? Ora!-
-Non posso fornirle queste informazioni, lei non fa parte della famiglia della Signora Moller.-
Paulie si rigirò di scatto e fece scorrere le dita lunghe fra i capelli esasperata dalla situazione. Voleva...no: doveva vederla. Prima che qualcosa di sconveniente accadesse e le facessero il lavaggio del cervello.
-Vada a farsi fottere!- urlò un ultima volta contro la donna di fronte a lei. Non aveva nulla contro di lei, e in un'altra occasione l'avrebbe pure ringraziata per aver dato alla luce il figlio di Tori; ma non ora, non quando non era accanto a lei ma con quell'uomo spregevole.
-Signora, l'avverto sarò costretta a...- minacciò l'ostetrica al vuoto, Paulie era già corsa fuori dall'edificio sotto un cielo uggioso e in mezzo ad una folla di persone che si recavano a gran velocità dentro le proprie case per l'imminente pioggia.





8 novembre 1993
Eccola lì. Di fronte a lei, più vicina che mai.
La casa era identica a come se l'era immaginata: moderna e col tetto piano, di un allegro azzurro cielo e con delle grandi porte finestre in vetro che ricoprivano il lato sud dell'edificio, la parte che dava sull'Oceano Atlantico. Da fuori si potevano scorgere dei giochi sparsi sul pavimento.
Aveva impiegato anni per trovarla e ora che ce l'aveva lì davanti non riusciva a muovere un piede, era come pietrificata o per meglio dire attonita dalla visione che le si presentava. Era sul tetto a stendere le lenzuola e i sui capelli rosso fiamma ondeggiavano assieme alle onde smosse dallo stesso vento che le si insinuava fra la chioma. Poteva sentire il suo odore dolce da lì, era come se aleggiasse nell'aria e danzasse con la brezza marina leggera come la era la sua Tori.
 Ma quella donna non era lei, era spenta e triste lo vedeva dalla testa che le cadeva mollemente sulla spalla e dai movimenti stanchi delle sue braccia. Cosa le spezzò il cuore fu il suo sguardo distante e assente. Quella donna aveva le fattezze di Tori, il suo odore, ma non il suo spirito, la sua anima si era rifugiata altrove oppure era nascosta in qualche angolo recondito di quella mente solitaria. Come la sua dimora che si ergeva sola in mezzo alla sabbia dorata  lei sostava inerte fra i panni ondeggianti.
Guardava il mare e forse sperava di annegarvici.
Pochi minuti dopo sentì un auto entrare nel vialetto e corse a nascondersi fra i cespugli, nello stesso momento Tori si ridestava dai suoi sogni ad occhi aperti e correva al piano di sotto con la cesta vuota della biancheria.
Scese le scale velocemente e quando arrivò a toccare il parquet beige della cucina saltò al collo dell'uomo con i capelli neri e così somigliante al bambino di fianco a lui.
Si baciarono, non fu lungo, nè troppo spinto ma intenso. 
Qualcosa si ruppe nel cuore di Paulie o forse qualcosa era finalmente caduto dall'equilibrio instabile nel quale era stato per anni e si frantumò sul fondo delle proprie budella, legandole un cappio al collo e tirandole un pugno nello stomaco.
Non rimase oltre. Erano una famiglia felice all'apparenza. E per quanto sapesse che Tori non sarebbe mai stata felice come lo era stata con lei preferì andarsene e abbandonarla alla sua illusione di serenità, dentro la sua gabbia dorata della quale continuava a sperare di poter scappare.
Ma forse era meglio così, non voleva smuovere le acque e ritornare con lei sarebbe stato come gettarla in mezzo alla tempesta che per quanto burrascosa sarebbe finita.
Paulie uscì dal terreno dei Moller e si chiuse in macchina a versare lacrime amare senza però sapere che la sua altra metà si stava sforzando di trattenerle dopo averla rivista per la prima volta dopo sette anni.
  
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