Per riscaldare la rosa blu



La porta sbatté alle sue spalle.
La scala nera si perdeva nel buio
- o forse la scala, semplicemente, terminava nel vuoto.
La vernice sgocciolava in un vaso.
Almeno, credeva fosse vernice.
Una donna dai grandi occhi azzurri saltò fuori da un quadro.

Camminava nella neve a piedi nudi.
Faceva davvero freddo, lì.
Dove aveva dimenticato il cappotto?
Ad un tratto, vide qualcosa che sbucava dalla neve, più avanti...
... una rosa rossa.
Una giovane rosa rossa, ancora in boccio.
La colse. Non aveva spine.
Sapeva che la rosa non sarebbe voluta rimanere lì da sola.
... Non faceva più così freddo.

Anche lui aveva una rosa.
Era di un bel blu.
Miracolo, la chiamavano.
Miracolo impossibile, aggiungeva qualcuno.
Eppure, Garry era lì e teneva in mano la
sua
rosa
blu.
Se anche il mondo si fosse mai dimenticato di loro,
come un quadro dipinto e poi abbandonato,
quella rosa sarebbe rimasta in fiore.
Perché anche ad Ib piaceva quella strana, curiosa rosa blu.
Era sicuro che, se ci fosse stato bisogno, sarebbe stata disposta ad accoglierla
(accoglierlo)
e riscaldarla
(riscaldarlo)
fra i petali della sua rosa rossa.

Lui era un fifone, lo era sempre stato.
Ma
non aveva paura di venir dimenticato.
Non aveva paura di dover salutare.
Non aveva paura di affrontare quel mondo fabbricato.
Teneva la rosa rossa stretta al petto, questo sarebbe bastato.
Ora,
lì
dentro
faceva davvero caldo.

☆