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Autore: Scarl_Bloom 94    22/10/2015    8 recensioni
Seguito de "La Figlia della Foresta".
Sessant'anni dopo la Battaglia dei Cinque Eserciti, ritroviamo Bilbo nella Contea, a festeggiare il suo centoundicesimo compleanno, e insieme a lui Lòmithiel, trovata esattamente dallo Hobbit, sul sentiero verso casa,, anni orsono.
Nel frattempo Legolas sta ancora lottando contro il dolore per aver perso Lùthien, durante la battaglia. Un incontro voluto dal destino, mentre è in viaggio insieme ad Aragorn, darà una svolta alla sua esistenza, prima di allora destinata al dolore e alla rassegnazione.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Legolas, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A Light into Darkness'
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L’INCANTATRICE E IL VERDEFOGLIA
 

1-Alcune strade portano più ad un destino che a una destinazione.
(Jules Verne)
 

 
Il Principe di Reame Boscoso osservava la neve cadere soffice sul terreno, mentre lui e il suo più grande amico cavalcavano diretti per chissà quale altra avventura.  L’Elfo sorrise ricordando quando, da bambino, non faceva altro che chiedersi il perché di tutte le cose. E quel sorriso si intensificò non appena tornò alla sua memoria il giorno in cui suo padre si mise a spiegargli del perché le foglie cadessero dagli alberi.
« Perché stai sorridendo? » domandò il suo compagno di viaggio.
« Una volta, guardando le foglie cadere dagli alberi, chiesi a mio padre il perché quest’ultimi le abbandonassero facendole cadere a terra » gli spiegò brevemente « ero solo un bambino, e il  non avere una madre mi ha sempre fatto sentire un senso di abbandono, che credo non se ne andrà mai. »
« Da quant’è che non vedi tuo padre? » chiese ancora l’altro.
« Da … circa sessant’anni » rispose volgendo lo sguardo da un’altra parte.
« Per me, è tantissimo tempo, ma per te, suppongo sia soltanto un mero battito di ciglia. »
« E’ come se fosse stato ieri » proseguì l’Elfo « è  presto per poter dimenticare. Il dolore è ancora troppo vicino. »
Il Principe, un tempo dagli occhi gelidi come il ghiaccio, nel corso di quegli anni, aveva subito un cambiamento molto profondo.  Non era più tornato a casa dopo la battaglia dei cinque eserciti, e non aveva la ben che minima intenzione di farlo. Tornare lì, significava rivivere tutto quanto, e il suo obbiettivo era quello di dimenticare ogni cosa. Era destinato ad una vita eterna, ad un dolore eterno che mai si sarebbe placato o estinto. Continuava a vivere con la consapevolezza che la ferita che portava dentro di sé non si sarebbe mai rimarginata.
« Voi Elfi, siete delle creature affascinanti » commentò l’Uomo che era insieme a lui « ammiro il tuo coraggio, e la tua forza d’animo. Al tuo posto, probabilmente sarei caduto nell’Ombra. »
« Lei amava questa Terra » disse Legolas, per la prima volta riferendosi a colei che aveva perso in battaglia « mi ha insegnato che tutti facciamo parte di questo mondo, ed è giusto che ognuno faccia qualcosa, nel suo piccolo, nel cercare di migliorarlo. »
« Quando ti ho conosciuto, Legolas Verdefoglia, avevi gli occhi freddi e gelidi, più gelidi di questa neve » rammentò l’amico « al nostro secondo incontro, sessant’anni fa, al posto di tutto quel gelo, vi ho trovato tanta tristezza e rassegnazione » proseguì « confido nel giorno in cui la tua anima potrà finalmente trovare la pace, e in cui ti vedrò sorridere ancora. »
L’Elfo sospirò e alzò gli occhi al cielo, catturato dagli infiniti fiocchi di neve che, come le foglie in autunno, venivano abbandonati e fatti cadere « Aragorn, figlio di Arathorn, la mia anima non potrà mai trovare pace, su questa Terra. »
 
Non molto lontano da lì …
 
Una ragazza aveva appena riaperto gli occhi, dopo aver fatto un bellissimo sogno. Si era svegliata con un sorriso luminoso sulle labbra e, colta da un’improvvisa allegria, decise di alzarsi e uscì in gran fretta dalla sua camera.
« Zio Bilbo! » chiamò, ma nessuno rispose.
Avanzò dirigendosi verso lo studio dello zio quando, all’improvviso, qualcuno le balzò davanti facendola spaventare a morte.
« Frodo! » sbraitò « sei sempre il solito! »
Lo Hobbit rise di cuore « vedo che non impari mai, cara Lòmithiel. Come mai ti sei svegliata di buon umore? Di solito dobbiamo tirarti giù dal letto. »
« Devo parlare con zio Bilbo » lo informò « sai dov’è? »
Frodo fece di no col capo « quando mi sono svegliato non c’era. Sarà andato a sbrigare qualche faccenda con i nostri parenti. Perché hai così fretta di parlarci? »
Lei sorrise e, non riuscendo a tenerlo per sé, invitò il piccolo Hobbit a sedersi per rivelarglielo.
« Non capisco tutto questo mistero » borbottò lui « insomma, cosa può esserti successo durante la notte? »
« Ho sognato un Elfo » ammise Lòmithiel felice come non mai.
Frodo la osservò alquanto perplesso « tu e questa fissa per gli Elfi iniziate a spaventarmi seriamente. »
« Forse … perché non ne ho mai visto uno. E vorrei tanto poterli vedere » proseguì con occhi sognanti.
« Tutti vorremo vederne qualcuno, almeno una volta » aggiunse Frodo « ma tu, sorella cara, hai una vera ossessione. »
Lasciò perdere le parole dello Hobbit e continuò a fantasticare per conto proprio sospirando e guardando fuori dalla finestra. Solo in quel momento si rese conto che stava nevicando.
 
« Oh santo cielo! » esclamò facendo sussultare il povero Frodo.
« Che c’è? Cosa hai visto? » domandò quello, voltandosi verso la finestra.
« La neve! »
Frodo tornò a posare lo sguardo su Lòmithiel « dire che mi spaventi ormai è poco. »
« Andiamo? » gli propose « come quando eravamo piccoli, ricordi? »
Lo Hobbit ci pensò su « mm e va bene » acconsentì « ma non dobbiamo tardare. Sai che giorno è oggi, vero? »
Si mise a scuotere la testa, ignorando completamente l’importanza di quel giorno « no, che giorno è? »
Frodo sbuffò « il compleanno di Bilbo! »
Lei portò la mano davanti alla bocca, come mortificata « oh, santo cielo! Oggi è il grande giorno! Quel sogno mi ha fatto dimenticare ogni cosa. »
Frodo pensò che quella ragazza fosse incorreggibile « ti prometto che, affinché questa tua ossessione finisca una volta per tutte, ti ci porterò io un giorno dagli Elfi. »
« Davvero? » esclamò raggiante « faresti questo per me? »
Il giovane annuì ridendosela di gusto « se mi prometti che dopo smetterai di riempirmi la testa su di loro. »
Lòmithien lo strinse forte a sé, come per ringraziarlo. Il giovane Hobbit si ritrovò soffocato nel suo caloroso abbraccio.
Da tempo oramai, l’altezza e le dimensioni della ragazza, erano di gran lunga superiori a quelle di tutti gli altri Hobbit che abitavano nella Contea. Lòmithien non si pose mai la domanda del perché fosse diversa da loro, e soprattutto dai suoi familiari, poiché lei si vedeva perfettamente uguale a uno Hobbit.
Era stata trovata da Bilbo, sulla strada di ritorno verso casa, circa sessant’anni prima, ma il suo aspetto era quello di una giovane ragazza di diciassette anni. E agli abitanti della Contea non venne mai di chiedersi il perché Lòmithien avesse questo dono. Tutti sapevano che era stata trovata da Bilbo, e la consideravano un abitante di Hobbitville a tutti gli effetti.
 
Come promesso da Frodo, andarono a correre per le Terre e a tirarsi la neve addosso, come facevano da bambini. Dopo aver riso e scherzato, lei iniziò a guardarsi attorno estasiata dalla bellezza di quel paesaggio. Si mise a camminare, e quasi dimenticò del tutto il sogno che aveva fatto quella notte. Tuttavia andò a finire su un sentiero, e il caso volle che, proprio in quell’istante, due cavalieri passassero di lì, trainati dai propri cavalli.
Lòmithiel indietreggiò, spaventata dall’essersi trovata davanti all’improvviso i due passanti, e quasi perse l’equilibrio. Ma quando i suoi occhi andarono a posarsi su quelli blu di uno dei due cavalieri, allora, fu come se il mondo si fosse fermato in quell’istante, per lei.
Dal canto suo, l’Elfo provò la medesima emozione. Sbatté le palpebre incredulo. Tuttavia, quel momento venne interrotto dalle grida di qualcuno.
 
« Lòmithiel! Dobbiamo tornare! » era Frodo a chiamarla « Bilbo sarà tornato a quest’ora! »
Lei riprese coscienza e, nel frattempo, l’Elfo scese da cavallo « aspettate, vi prego. »
Lòmithien s’impaurì e, nonostante sentisse le proprie gambe incredibilmente pesanti, si mise a correre per raggiungere il piccolo Hobbit.
Legolas fece per inseguirla, ma qualcosa lo fermò. Chiuse gli occhi e pensò che fosse impazzito. « Non può essere lei » si disse « lei è morta. »
« Amico, tutto bene? » chiese Aragorn « quella ragazza … somigliava incredibilmente a … »
L’Elfo riaprì gli occhi. Allora, non era impazzito, se anche Aragorn aveva avuto la stessa impressione. Si sporse per vedere in che direzione fosse andata, ma ormai non vi era più traccia di lei.
 
« Si può sapere da chi ci stiamo nascondendo? » chiese Frodo non capendo le intenzioni di sua sorella.
« Shh, ci sentiranno » lo stizzì lei « non potrai credere a quello che sto per dirti. »
« E allora non me lo dire » disse lo Hobbit guardandola con aria interrogativa.
« Ho visto un Elfo » gli rivelò ancora tremante.
« Ah, davvero fantastico » pensò Frodo, prendendola in giro.
« Fino ad oggi, i racconti sulla loro bellezza mi avevano sempre affascinata » proseguì Lòmithien, non credendo alle sue parole « ma l’Elfo che ho appena visto … mi ha lasciata letteralmente senza fiato. »
Frodo scoppiò a ridere, mentre lei non faceva che pensare a quell’Elfo, e ai suoi occhi.
Non li avrebbe mai dimenticati.

 
 

 
 

*Spazio Autrice*
Salve a tutti!
Sì, non ci credo neanche io. Ho iniziato subito a scrivere la seconda parte :D
Aspetto le vostre considerazioni sulla storia!
Grazie a chi leggerà! ^-^
AL PROSSIMO CAPITOLO!
BACI
SCARL.

 

 
   
 
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