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Autore: Flaxx    25/10/2015    0 recensioni
[storie originali]
Kalia è una ragazza di una delle cinque terre di Akoumar. Dopo che il padre morì, presumibile per una malattia sconosciuta, Kalia non si da pace, cercando di vivere viaggiando tra le terre con la sua nave, modificata, trovandosi ad affrontare modi per cui non è mai stata addestrata a scuola. Sola e poi in compagnia di una piccola ciurma di suoi alleati dovrà scoprire molto sul mondo di Akoumar, perchè è cambiato chi sta tramando nell'ombra, per garantirsi un futuro a discapito delle altre terre, in lotta e scambi tra di loro.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 2

Zekyr aveva un bel sistema per fare delle prove e esami, un po’ per comodità, mancante, che doveva mettere sotto pressione i candidati,  un po’ per la sicurezza, dopo vari considerati attacchi alla terra di Zekyr, con vittime che chissà come avevano subito quel fascino maligno di boicottare e dichiarare guerra interna, si era deciso che le prove sarebbero avvenute in un posto ideale, privo di possibilità e di gente non per bene, nell’entroterra più interno. Per arrivarci bastava poco, attraversando vari spazi sotterrani sotto le varie case, un piccolo tunnel lungo con poche bocche, giusto per l’aria, in modo che anche la guida più esperta e atletica avrebbe il fiato giusto per non soccombere. Il panorama esterno non era mai dei migliori, i piccoli cavi elettrici che combinavano le case sembravano piccole ragnatele, ci mancavano solo creature anche meccaniche con otto zampe a salutare, una visione per Kalia non troppo simpatica. Era tranquilla in quel ‘tour’, camminando come una piccola scolaretta, vestito stranamente pulito, senza macchie di olio e grasso di motore, neanche sul volto. Era la piccola atipica studentessa, gli altri, almeno una trentina, sembravano andare al patibolo, quasi quello che era davanti a loro, un omino dall’altezza gnomica, di 1,20m , una piccola barba in stile Merlino per un vestito che era una tunica raggrinzita piena segni, graffi e piccoli oggetti attaccati, con delle chiavi tintinnanti in mano li facesse camminare su un asse per buttarli nel vuoto o peggio ancora, mandarli in bocca ad un carnefice. Appena egli si fermò davanti ad una porta grossa pressapoco alta quanto lui, usò una di quelle chiavi, arrugginita anche dal tempo aprendo la porta cigolante.Dentro Il posto era umile, finestre di legno messe alla rinfusa, tavoloni di legno duro come non mai, bocce d’inchiostro e penne bianche, sul fondo una lavagna d’ardesia pura, bianca, con gessi colorati e fogli attaccati sopra con piccoli segni.
Il professore, quel guardiacancelli, prima di, gentilmente, iniziare a far tramere tutta la classe, dopo aver dato i vari posti, quasi sia una prassi da professore, indicò la piccola Kalia, sembrava fuori da quel mondo, i vari volti e vestiti erano scuri, quasi era proprio una sfilza di esecuzioni, infatti quelle persone tremavano al solo pensiero della prova, mentre lei era lì, giocherellando con il pennino, quasi innocente.
“Prima di iniziare a darvi i vostri fogli, non dovete temere il peggio, la prova standard è univoca per tutti, diamo il benvenuto alla più piccola di oggi e da tempo, di solito non accettiamo esaminanti della sua età, ma dato che è considerata la più giovane navigatrice, e conosco il padre per giunta, posso garantire che sarà una sorpresa: Kalia Zeronik.” Tutti si miero a guardarla, tanto che  la piccola dai capelli verdi divenne rossa per un attimo, quasi a volersi nascondere dentro il suo vestito, più elegante del solito, senza però riuscire. Gli sguardi erano tra divertiti e tesi, però un uomo, quello che prima aveva rivolto la parola a lei, aveva capito che era speciale, sembrava strano che accettassero navigatrici così acerbe.
Il professore dopo quelle parole passò con i fogli, girando di banco in banco, posando però dove passava, un registro, tutti dovevano firmare la presenza, nella posizione indicata. Kalia aveva una firma bellissima, leggera e leggibile, quasi incantevole, per essere abituata a scrivere con pennini duri non aveva calli alle ditine.  Alla fine di quella pratica, e per un vecchio signore dover girare per dare più di trenta fogli era una cosa non da poco, un piccolo segnale sonoro, che però non aveva effetti sul posto, non faceva tremare quelle vecchie fondamenta, il suo ideatore sarebbe stato un esperto in qualche modo.
Il test si divideva in due parti, una più difficile dell’altra: nella prima domande a risposta multipla, argomenti trattati tutti, dal motore a scoppio alla capienza delle overboat, le mitiche dalle caratteristiche molto particolari, molto pesanti, circa quattro tonnellate di puro metallo, e grosse come vascelli, il più piccolo avrebbe difficoltà di manovra a Zekyr, date le stradine tra muro a muro che si estendevano e si ritraevano.
Per Kalia quella parte era come uno scherzo, rispetto a molti, era la più veloce, il pennino toccava così tante volte la boccetta di inchiostro che pure il più veloce copiatore avrebbe difficoltà di vedere quelle risposte. Girato il foglio la seconda parte, un quiz vero e proprio sulle manovre, una delle poche cose che un navigatore doveva ben sapere, data l’importanza di ogni singola mossa della nave; la domanda più bella era quella riguardante la manovra Hanz Boyle Ferguson, inventata dal mitico ex corridore e commerciante firmato HBF, una delle poche a riuscire nell’impresa di evitare un enorme masso volante, effetto dell’Haktar, con riflessi da pilota da corsa, pochi erano i metri che la nave Jangar, leggendaria e in quel momento pezzo da museo, distanzava dal meteorite in collisione. Il pilota divenne così una leggenda, il più grande e forte corridore e commerciante di earonavi tanto che quando morì cinque anni dopo per una malattia ,dopo aver passato il confine tra le terre Burkani e Fortis, la nave fu messa in un museo e il suo punto di sbarco divenne un sacrario, un monumento ai più grandi navigatori della storia. Essa era una specie di malaria proveniente da un morso con una creatura selvaggia di quelle terre, Burkani e Fortis, cosa che fece allarmare un po’ perchè potevano esserci altre vittime, quegli animali divennero un serio pericolo e quella zona fu messa in abbandono forzato e non possibilità di sbocco. Kalia era una piccola fan di Hanz, perchè aveva sempre sognato di imitare quella mossa, sempre e ovunque, rischiare di morire per un viaggio.
Kalia finì in fretta quel test, tranquilla e serena sempre, alzandosi dal posto e andando di passo leggero e leggiadro verso la cattedra, poggiando i fogli del test sopra e andando al posto. Il professore aveva tutto il tempo possibile e si mise a leggere e controllare le risposte, con il suo mini sistema di correzione: la prima parte era perfetta, puntinate a perfezione, nessuna sbavatura e nessun errore, per giunta, tanto che gli tremava la mano.Anche la seconda era così, solo un piccolo errore, quasi era un peccato scrivere sopra, leggero, il segno. Appena tutti ebbero finito il professore usò ancora quel suo sistema sonoro, attirando l’attenzione  su di sè.
“Alunni, prima di  andare a vedere i vostri lavori, vi presenterò quello che si sicuro è una prova che vale l’esame in sè. Kalia, hai fatto un solo errore su una manovra, perchè è stato scritto male solo per un effetto... vieni pure avanti con il foglio di patente di aeronavi.”
La ragazza sembrò pronta come se fosse stato il giorno del suo sì. Vide soltanto il suo  maestro prendere il suo documento di viaggio con la mano sinistra, pagina dei timbri, nella destra un grosso e largo oggetto, che aveva, sulla scrivania, premere sulla carta. Kalia vide il segno e notò la firma. Aveva passato la prova.
“Ora signorina sei la più giovane mercante delle aeronavi. Mi aspetto grandi cose da te. Sapevo che tuo padre ti aveva istruita bene. Salutami il vecchio guardiano del porto quando tornerai a casa.”
Fu così un lieve inchino, un sorrisone stampato e una camminata lieve, piccola, ci credeva e alla fine aveva ragione.
Fuori, nei corridoi fece tante giravolte su sè stessa, tanto da sembrare una ragazzina di un cartone animato, per poi riprendersi.
“Un contegno, sei una navigatrice ora.”
 
Arrivata nel dock dove l’aspettava Hans ,con la curiosità da padre, continuò a saltellare per quella piattaforma di metallo cadendo poi sul suo sedere.
“Sei passata noto... finalmente potrò varare la tua aeronave. Dimmi era difficile la prova?”
“Per nulla, solo dei quiz sui principi dei viaggi... che bello, finalmente posso viaggiare con la mia nave dei sogni.”
“Calma piccola navigatrice, prima dovrai cercare dei committenti e dovrai ricordarti  di compilare tutto. Sei anche la più giovane quindi non pensare di avere incarichi alti, devi fare la gavetta, però magari il primo lo voglio io. Io dovrei consegnare a Kahen un pacco, a questa destinazione.” Hans scrisse sul foglio di compilazione tutto quello che doveva. Kalia scrisse il resto, mettendo i suoi dati. Appena vide la grandezza di esso quasi si deluse, tanto non era grosso ma poteva stare nelle sue mani. “Mia piccola navigatrice il contenuto deve sempre rimanere segreto perchè riguarda una specie di ingranaggio per un inventore di Kahen, è un amico e mi ha chiesto di portare a lui quello che dovevo, però sai non posso più viaggiare, non perchè sia io, ma perchè oramai io sono il guardiano del porto di ovest e quindi non potrei mai muovermi. Tu puoi, e scoprirai una bella cosa quando viaggerai, ma prima, non c’è scritto ma è una cosa da fare, studia la mappa, perchè sei sola e viaggiare non è facile. Ti darò un consiglio gratuito da ex navigatore e padre, evita il tratto di ovset, da tempo, per i movimenti della terra, le correnti d’aria che passano da lì sono pericolose, hanno una forza che non potrebbe essere paragonata ad una leggera brezza. Prima di viaggiare però voglio farti un regalo.” Hans prese dal suo cassetto un paio di occhialoni, erano coperti da un panno, per evitare la polvere. “Erano i miei, ora sono i tuoi. Mentre preparo un po’ la tua nave vai a vestirti più sportiva, anche i tuoi soliti abiti da meccanica, poi metti i tuoi occhialoni, sono molto ergonomici e noterai avranno anche qualcosa in più, erano i miei e conosco il loro ‘talento’”
Kalia prese gli occhiali mettendoli in testa, sembravano adeguarsi alla sua testa e ai suoi capelli verdi.
“Papà però tieniti in contatto radio perchè appena sarà possibile ,e dovrò chiedere, dovrai ascoltarmi.”

 
   
 
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