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Autore: grety95    25/10/2015    1 recensioni
Una ragazza nobile, che potrebbe avere tutto nella vita, cerca rifugio proprio nella Brughiera: il luogo più ostile all'Uomo. Cosa l'ha spinta a tanto? E la Signora di ogni male crederà alla sua storia? Accetterà che un nuovo essere umano valichi i confini del regno incantato dopo il tradimento subito? Mentre gli anni passano e la piccola Aurora cresce al sicuro, una nuova anima cerca la libertà... ed un nuovo amore inizia a sbocciare.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fosco, Malefica, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Attorno al tavolo, quella sera, l'atmosfera non era delle più allegre. Nonostante la padrona di casa facesse di tutto per negarlo, infatti, Ann sentiva che i suoi ospiti erano arrabbiati con lei. Non poteva dargli torto, lo sapeva: erano una famiglia modesta e probabilmente non mangiavano carne da giorni. Forse, dopotutto, lasciar scappare quel grosso corvo non era stata la migliore delle idee per ripagare la loro ospitalità. Nonostante fosse schiacciata dai sensi di colpa, però, Ann sentiva di aver fatto la cosa giusta; la vista del povero volatile prossimo alla morte l'aveva straziata. “C'era molta agitazione oggi in città” La voce secca del marito della contadina distrasse la ragazza dai suoi pensieri. Era un uomo magro, dal viso scavato, e a Twingo non piaceva. Il vecchio segugio, normalmente affettuoso con tutti e perennemente alla ricerca di coccole, aveva infatti iniziato ad abbaiare furiosamente fin da quando l'uomo aveva fatto il suo ingresso in quella misera casupola, costringendo quindi la moglie a chiudere il cane nel fienile. “Ah, sì?” intervenne la donna “Cosa è successo?” Il contadino bevve l'ultimo sorso del poco vino che era stato portato in tavola apposta per lui “Nobili. Erano alla ricerca di qualcuno, una ragazza forse...” A quelle parole Ann trasalì, rovesciando la minestra rimasta nella ciotola semivuota “Chiedo scusa...” si affrettò a dire per non destare sospetti “mi sembrava di aver visto un ratto” Ann si accoccolò accanto a Twingo sulla paglia morbida e profumata. Non era un letto con cuscini di piume, ma alla ragazza sembrava un giaciglio comodissimo. Alcune travi spostate lasciavano entrare i luminosi raggi della luna e Ann si lasciò cullare da quella strana sensazione di oblio che lentamente si stava impossessando di lei… Ann sognava: il vento portava i nitriti concitati dei cavalli, spronati dai loro cavalieri a non rallentare la corsa, lo scalpiccio degli zoccoli sul sentiero polveroso, le grida degli uomini che sembravano aver raggiunto un qualche obiettivo. Poi tutto si fece buio e la ragazza si rivide bambina, davanti a quell'ennesimo cespuglio immerso nell'inquietante silenzio della notte. Ann sapeva cosa stava accadendo, sentiva, come il cervo avverte il fiato del segugio sul collo, che presto sarebbero apparsi quegli occhi, quelle zampe ruvide che graffiavano l'aria, mentre i corvi si libravano maldestramente in aria, spaventati dalle suppliche solitarie di una bimba urlate al vento della Brughiera. Infine arrivò anche il suono, ma non era il verso gracchiante dei corvi, sembrava più un mugolio, un lamento, un guaito seguito da un ringhio; quando alla fine giunse l'abbaio, finalmente Ann si svegliò. Twingo graffiava ansimando le assi che costituivano la porta. Ann ci mise pochi istanti a capire che qualcuno discuteva, là fuori, ancor meno per riconoscere, con suo enorme sgomento, la voce di suo padre prima e del marchese poi. “No!” La sua mente era in subbuglio, il suo corpo si muoveva da solo; in quel momento sembrava una volpe braccata che cerca disperatamente una via di fuga. Le sue mani trovarono il catenaccio della porta e lei iniziò a tirare con tutte le sue forze. Stava per aprirla, ma qualcuno all'esterno la richiuse con forza ed attraverso un pertugio si udì la voce canzonatoria del contadino “Non temere dolcezza, tra poco sarai libera, il tuo paparino è venuto a riprenderti! Ma non vogliamo proprio perdere la ricompensa e farti scappare; vero?” Ann si portò le mani tra i capelli: era finita. Tutta la sua determinazione, la fuga, non era servito a niente! “Cosa facciamo, Twingo?!” Come se l'avesse capita, il segugio fece due giri su se stesso, poi iniziò a scavare in un punto del fienile dove le assi, sporgendo da terra, avrebbero permesso la fuga di una persona minuta. “Sì, bravo!” commentò la ragazza prendendo coraggio ed iniziò a spingere con tutte le se forze contro il legno, per allargare il passaggio. Fuori si stavano concludendo le trattative tra suo padre ed il contadino: non c'era tempo e questo rese Ann ancora più determinata. Con un ultima spinta riuscì a spezzare il legno e, grazie allo scavo di Twingo, entrambi scivolarono fuori strisciando come bisce. Non appena fu in piedi, la ragazza iniziò a correre, sperando che nessuno l'avesse notata. Era ormai convinta di averla fatta franca, ma uno degli uomini di suo padre l'agguantò all'improvviso “No! Lasciatemi!” Ann scalciava e si dimenava, ma la stretta della guardia era troppo per lei. Guardò dietro di loro e vide il marchese avanzare con un ghigno sinistro sul viso, come a dire “Credevi di scappare? Te l'avevo detto che saresti stata comunque mia!” Lo seguiva suo padre, Baltasàr Broadway, col suo solito sguardo severo, che ora ostentava disprezzo e delusione per quella figlia che l'aveva tradito. Ann si sentì stringere il cuore in una morsa ed iniziò a supplicare “Mi dispiace tanto, padre! Non volevo deludervi, ma quell'uomo che voi avete scelto come mio marito è un mostro! Non gli importa nulla di me, vuole solo esibirmi come trofeo. Vi scongiuro! Non fatemi tornare da lui!” Insensibile alle parole della ragazza che era poco più che una bambina, il signor Broadway non rispose, diede anzi ordini al suo scagnozzo perché portasse la figlia al cospetto del designato genero, accennando al fatto che Ann dovesse implorarne il perdono e confidare che non annullasse il fidanzamento a causa della sua riprovevole condotta. Il destino della giovane sembrava segnato, quando improvvisamente un frullio d'ali ed un verso gracchiante si insinuarono tra lei e la guardia, distraendo l'uomo e permettendo quindi ad Ann di scappare, di nuovo. Senza pensarci la ragazza si fiondò verso la Brughiera, incurante dell'impatto che il suo corpo avrebbe avuto con le fitte spine dei rovi. Sentiva che la stavano seguendo, ma percepiva continuamente il gracchiare e lo sbattere le ali del corvo, che si accaniva sugli inseguitori facendole guadagnare terreno. Non rallentò finché non si trovò effettivamente la strada sbarrata dall'enorme roveto, senza pertugi che le offrissero una via di scampo. Con il cuore in gola si voltò e vide il contadino che con la sua forca procedeva spedito verso di lei. Chiuse gli occhi, preparandosi all'inevitabile, quando come per magia le spine alle sue spalle si diradarono, aprendole un passaggio. Incredula, Ann iniziò ad indietreggiare lentamente, con i rovi che si districavano a pochi centimetri da lei. Il contadino rimase come pietrificato da quella visione, poi però si riscosse e le si gettò addosso. L'avrebbe afferrata, Ann lo sapeva, ma una massa di pelo arruffato piombò sul contadino ringhiando e lo fece rovinare a terra. Ann, commossa da quel coraggioso atto d'amore, chiamò a se' il cane perché la seguisse tra le spine, ma Twingo non fece in tempo a guardarla scodinzolando che la forca calò su di lui trapassandogli il petto. Ann era scioccata, tutto era accaduto così in fretta. I suoi occhi si riempirono di lacrime e lei fece per gettarsi sul suo amico, ma il muro di rovi si richiuse all'improvviso, imprigionandola lontano da lui, lontano da tutti: sola, nella Brughiera.
   
 
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