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Autore: gemelli89    26/10/2015    0 recensioni
E' ambientata qualche anno dopo la partenza di Cuddy dal PPTH...ci saranno delle piccole sorprese che sconvolgeranno la vita dei protagonisti. Anticipo che è presente un personaggio nuovo che non è presente nella serie, così come saranno ancora presenti sia Wilson che Dominika. E' la mia prima fanfiction, spero di scrivere qualcosa di interessante e che vi piaccia, la storia è ancora in lavorazione e sinceramente non so come andrà a finire. Lo scopriremo insieme:)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~Sei dovuta tornare in ospedale, un incidente a catena ha reso necessario la presenza di più medici possibili, così tu e Wilson siete dovuti andare via da casa di Lisa per occuparvi dei feriti. Avevi anche dovuto operare, un intervento di routine, un paio d’ore, ma erano state le due ore più serene degli ultimi giorni. Avevi una vita nelle tue mani, la salute della donna stesa sul tuo tavolo operatorio, dipendeva da te e così avevi chiuso i pensieri riguardanti Matt fuori dalla tua mente, pronti a tornare appena avessi varcato la soglia della sala operatoria.
Ti era toccato anche fare il turno in ambulatorio per poter permettere ad alcuni colleghi di tornare a casa, almeno per un po’, ma virus intestinali, raffreddori e infezioni non ti permettevano di staccare la mente da quello che succedeva fuori dall’ospedale. Guardavi il cercapersone ogni cinque minuti ma nessuno ti aveva cercato. “Il signor Lampard”, vedi un ragazzo sui vent’anni farsi avanti e seguirti nella sala visite numero due, è vestito di nero, ha vari tatuaggi che compaiono dai vestiti e vari piercing sul volto, “Scommetto che si tratta di un infezione”, “Come fa a saperlo?”, ti chiede ingenuo, “Sono un bravo medico. Riconosco i sintomi solo guardando in faccia i pazienti”, lo prendi in giro. Alza la maglia, ha il capezzolo destro particolarmente rosso e leggermente gonfio per via di un piercing. Noti che ha tutto il torace pieno di tatuaggi. “Spero che si affidi ad una persona competente per questi tatuaggi. Sa che rischia un sacco di infezioni”, “Ho un sacco di amici che li fanno gratis”, ti risponde ridendo, “Allora siamo messi bene”, ti giri per prendere il blocco del ricettario, “Oltre a curare questa infezione sarà meglio fare qualche analisi per le varie infezioni che può aver contratto, così siamo sicuri. E si rivolga ad un tatuatore specializzato per i tatuaggi…”, ti interrompi di colpo. Tatuaggi. Ad un certo punto la tua mente sembra essere stata colta da un’improvvisa illuminazione. Come hai fatto a non pensarci prima? “Tutto bene dottoressa?”, ritorni in te, “Sì certo”, rispondi ma con la mente persa nelle tue elucubrazioni. Non riesci a credere a quello a cui stai pensando, ‘non può essere’, ti dici, ma un’altra voce insorge, quella più razionale, ‘perché no?’.
“Brenda, io devo sbrigare delle pratiche nell’ufficio della Cuddy. Non ci sono per nessuno”. Ti chiudi in ufficio e cominci a fare chiamate e a controllare documenti. Devi capire se la tua intuizione è giusta o è campata in aria.
Ne esci dopo più di due ore, sfrecciando fuori dall’ospedale, verso la tua macchina, quando il cellulare prende a squillare, rispondi, “Anna ma dove diavolo sei? Sono ore che ti cerco”, “Avevo spento il cellulare, dove sei?”, gli chiedi frettolosa mentre apri la macchina e ci butti dentro i vari documenti che ti sei portata insieme, “A casa della dottoressa Cuddy”, “Arrivo” rispondi con lo stesso tono impaziente, “Ho delle novità” e riattacchi senza dargli il tempo di chiederti altro.

Stai per bussare ma la porta si apre di colpo, Marina sta andando via, probabilmente è venuta a trovare Lisa, “Grazie” le dici mentre lei tiene la porta aperta per farti passare. Entri nel salotto, Wilson, Harry, House e la Cuddy sono tutti lì, con l’espressione di chi sta camminando sui carboni ardenti. “Finalmente!”, esclama Harry, infastidito dalla tua assenza e dal modo in cui hai interrotto la chiamata, “Quali sarebbero queste novità?”, “So chi ha rapito Matt”. Silenzio. Nessuno sembra aver assimilato appieno le tue parole, ma hai tutti gli occhi dei presenti puntati addosso. “L’avvocato Cole Turner” dici quando nessuno ti chiede niente, “Cosa?” esclama stupita la Cuddy, “Anna non puoi accusare qualcuno solo perché ti sta antipatico”, “Non lo farei mai”, rispondi guardando in tralice Wilson, la sua è un’insinuazione che non accetti, “Ho le prove. E credo sia anche l’assassino di quell’uomo che avete trovato morto vicino all’ospedale, Paul Morris” dici, rivolgendoti a Harry. Ancora silenzio. Ti aspettavi reazioni differenti, domande, dubbi, rabbia, urla, qualsiasi cosa, ma non il silenzio. “E’ assurdo. Secondo me sei impazzita. Ma lui non sa neanche che Matt è figlio di House” ti fa notare Lisa, “Quello avrebbe potuto dirglielo Dominika”. Silenzio. Ma cosa prende a tutti? Sai chi ha rapito Matt e tutti ti guardano come se fossi matta?
“Hai parlato di prove. Quali prove hai?”, ti chiede Harry, “Hai indagato per conto tuo?”, “No, è successo tutto per caso. Guardando il video hai notato che il rapitore ha un tatuaggio all’interno del polso?”, “Sì, un quadrifoglio. Abbiamo cercato tra i pregiudicati ma nessuno ha quel tatuaggio”, ti spiega il tuo ragazzo, “So per certo che Turner ha quel tatuaggio sul polso destro. Ho beccato Turner che cercava di entrare di soppiatto in una sala visite, la sera che rimasi in ospedale per cercare di smaltire le cartelle cliniche, aveva un taglio profondo sul braccio, provocato sicuramente da un’arma da taglio e ho visto il tatuaggio. Mi ha detto che si trattava di una rapina e lì per lì non ci ho fatto caso ma poi ho controllato, e la data corrisponde con quella del ritrovamento del cadavere a pochi metri dall’ospedale”, “Mi sembra un po’ poco per accusare qualcuno di omicidio”, ti interrompe Harry, “C’è dell’altro. Paul Morris è uno dei titolari dello studio in cui Turner ha lavorato prima di venire in America. Ho sempre avuto l’impressione di averlo già visto, così ho preso informazioni. Sul suo curriculum è saltato fuori che aveva lavorato per Morris-Carter. Vi ricordate? Ve l’avevo detto quando stavamo discutendo su una differenziale, Turner ti aveva consigliato di non far operare un paziente, mentre, ovviamente, House voleva operare ed io avevo accennato al fatto che avesse lavorato per cinque anni nello studio Morris-Carter”, non aspetti neanche un cenno di assenso, avevi fretta di far capire che avevi ragione, “Io avevo parlato qualche giorno prima con la sua segretaria, ma Morris non poteva rispondermi, e le avevo chiesto informazioni riguardo Turner. La segretaria non sapeva dirmi niente perché era lì da appena un anno ma mi disse che mi avrebbe richiamato”, adesso tutti pendevano dalle tue labbra, “Mi sono ricordata che Brenda, il pomeriggio del presunto omicidio, mi aveva inviato una e-mail nella quale mi informava che un certo avvocato Morris chiedeva un appuntamento urgente e che mi avrebbe richiamato. Ovviamente non l’ha fatto”, nel frattempo peschi dal mucchio di carte la copia dell’e-mail che Brenda ti aveva inviato con tanto di data in evidenza, “Non ho mai capito che il Morris che mi aveva chiesto l’appuntamento, fosse quello dello studio legale che avevo chiamato per avere informazioni su Turner, almeno fino ad oggi”, ti fermi un attimo per prendere fiato, hai il cuore che batte all’impazzata per l’adrenalina che hai in circolo, “E’ proprio lui l’uomo che abbiamo trovato morto. Abbiamo notificato la sua morte ai familiari appena siamo riusciti a identificato”, precisa Harry. Sembra turbato ma sinceramente interessato, anche a lui sembrano assurde queste coincidenze. “Ho anche richiamato lo studio legale e l’avvocato Carter, il socio di Morris, mi ha confermato che non avevano mai sentito parlare di questo Turner”. Silenzio. Un silenzio carico di incredulità. “Hai detto che era stato ferito?”, “Sì”, rispondi a Harry, “Abbiamo trovato del sangue sulla scena del crimine ma non abbiamo trovato riscontri al riguardo”, adesso sembra crederti molto di più. “E hai scoperto tutto questo in un pomeriggio?”, ti chiede ammirato Wilson, “A dire il vero ho scoperto altro”, l’ennesimo silenzio ti porta a continuare, “Ha preso informazioni su di te Lisa, e su Matt in particolare. Sapeva che scuola frequentava quando eravate in America, me l’ha accennato quando hai avuto quel problema con Matt a scuola, e ha preso informazioni anche su Dominika. Durante la cena che abbiamo fatto qui da te, sapeva che Dominika veniva da Kiev, e a domanda diretta ha risposto che ne era a conoscenza perché era sul fascicolo di House, vi ricordate?”, osservasti Wilson e Lisa fare un cenno di assenso con la testa, “Sul fascicolo è presente solo il luogo di nascita di Dominika, non quello in cui viveva prima di venire in America. Ho anche chiamato l’immigrazione e l’avvocato Turner, in quanto legale dell’ospedale in cui lavorava il coniuge della signora Dominika, ha potuto chiedere tutto quello che voleva”. Silenzio. “Ma perché Turner avrebbe rapito Matt?” ti chiede Wilson sorpreso e titubante al tempo stesso, “Per suo figlio, il motivo mi sembra chiaro”, “Se suo figlio fosse stato nostro paziente ce lo saremmo ricordati” ti fa notare, “Forse ha cambiato aspetto. Di sicuro ha cambiato nome perché nessun Cole Turner ha mai avuto a che fare con l’ospedale. Ho già controllato”. Noti lo sguardo ammirato e stupefatto di Harry, “Il problema è che sono solo indizi. Non posso arrestarlo, anche perché se si sente braccato potrebbe fare qualche stupidaggine”, “Quindi dobbiamo aspettare senza fare niente?”, House era stato in silenzio, immobile per tutto il tempo, “Mi sembra che sia chiaro che Turner abbia rapito Matt. Arrestatelo e costringetelo a dirvi dov’è mio figlio, altrimenti ci penserò io”. È la prima volta che vedi House sconvolto, ma la durezza del suo sguardo ti fa capire che non sta scherzando. “Non reagisca impulsivamente dottor House, potrebbe far precipitare la situazione”.

 

“Baker”, ti senti chiamare mentre ti avvii verso la tua macchina, “Dobbiamo fare qualcosa, non permetterò che quell’avvocato da strapazzo faccia del male a mio figlio”, non l’hai mai visto con quello sguardo, determinato e furioso allo stesso tempo, neanche quando cerca di far passare le sue intuizioni per prove mediche, riuscendo puntualmente a salvare la vita dei suoi pazienti. “Hai sentito Harry, non possiamo prenderlo e costringerlo a parlare”, “E da quando ti fai condizionare da quello che ti dicono gli altri?”, ti sta sfidando e provocando, sa che non ami l’autorità, come lui, e spera che, provocandoti, tu ceda e faccia qualche mossa azzardata. “House, quell’uomo non ha niente da perdere, potrebbe fare qualche pazzia se si sente braccato. Potrebbe uccidersi e lasciare Matt senza acqua e cibo per giorni, solo per il gusto di vendicarsi. Non riusciremo mai a trovarlo in tempo se Turner non parla”, cerchi di farlo ragionare, “Lo so”, ti dice, la voce un po’ più sommessa ma la determinazione nel suo sguardo non sembra vacillare, “Ma stavo pensando, hai controllato tutti i miei casi e non c’è niente giusto?”, “No” rispondi, “E se, invece, si trattasse di un caso che non ho accettato? D’altronde perché prendersela con Cuddy? Se il figlio fosse morto per la mia incapacità se la sarebbe presa solo con me?”. Il ragionamento di House non fa una piega, e ti dai della cretina per non averci pensato prima. “Andiamo”, gli dici salendo in macchina, “Ci sbrigheremo prima se siamo in due a controllare i documenti”.
Avevate controllato una caterva di cartelle cliniche, ovviamente non vi eravate limitati al controllo dei nominativi, Cole Turner poteva essere un nome fittizio, “Ma quanti casi hai rifiutato?”, eravate lì da ore e le cartelle da controllare sembravano aumentare invece che diminuire. Ti faceva male la schiena e il collo, per non parlare del mal di testa. Avevate scartato i casi recenti, Cole Turner poteva aver cambiato nome ma difficilmente avrebbe potuto cambiare aspetto in poco tempo, e i casi in cui i pazienti erano persone adulte o anziani, ma i documenti da controllare erano comunque tanti. “Come di certo sai, non mi occupo di casi banali, ma questo non impedisce alla gente di pensare di essere più speciale degli altri, anche se hanno dei semplici reumatismi”. Ti senti un po’ rincuorata nel sentire quelle parole, House sembra aver recuperato un po’ del suo egocentrismo.
Il suo cellulare suona, “Cuddy”, noti un lampo nel suo viso, “Arrivo subito” e riattacca. “Dominika si è risvegliata e vogliono che vada anch’io. La mia presenza potrebbe invogliarla a collaborare”, ti spiega, “Vai, ci penso io qui”, lo vedi allontanarsi in fretta e furia, “Fammi sapere se ci sono novità” gli urli dietro.

  
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