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Autore: Stella Dark Star    27/10/2015    0 recensioni
[Le cronache di Narnia]
C’è odore di novità nell’aria! La guerra è finita, Peter si è stabilito definitivamente in America, Edmund e Vera sono prossimi al matrimonio ed hanno già una casa dove andare a vivere. Proprio la mattina del matrimonio riaffiorano vecchi problemi e se ne presentano di nuovi. Come faranno a sposarsi se Peter, il testimone, non si presenta al matrimonio? In loro soccorso arriva una nuova avventura nel mondo di Narnia, che coinvolgerà anche la dolce Lucy e, suo malgrado, il cugino Eustace. I ragazzi dovranno affrontare le loro più segrete paure e le loro debolezze a causa di un inaspettato ritorno di Jadis, la regina del ghiaccio. Anche se per Edmund e Vera è una gioia poter vivere ancora accanto all’amato figlio Caspian, che nel frattempo è cresciuto di altri dieci anni, si ritroveranno ad affrontare il passato e il futuro contemporaneamente e saranno costretti a prendere una difficile decisione.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 13
L’orologio tanto bramato
 
Caspian stava riprendendo fiato dopo il combattimento, quando alzò lo sguardo verso l’alto: “Vedo la luce del sole!”
Edmund, una volta ritornato sul ponte della nave, alzò lo sguardo a sua volta: “L’incantesimo sta svanendo. Il male è stato sconfitto per sempre.”
Raggiunse Caspian e gli diede la solita pacca sulla spalla: “Sono fiero di te, figliolo. Hai combattuto come un re.”
Caspian sorrise: “Sei tu il vero re, papà! Senza le tue capacità non avremmo mai vinto.”
“Io credo invece che dovremo ringraziare Eustace. E’ stato sicuramente lui  a portare la settima spada a Ramandu e unirla alle sue sei gemelle. La mia spada si è illuminata dell’incantesimo prodotto da quelle spade.”
“Va bene, vorrà dire che dopo ringrazierò anche il cugino. Ma ora ti prego, papà, assapora il tuo momento di gloria.”
Edmund lo guardò con sguardo interrogativo, ma Caspian, invece di dare spiegazioni, si rivolse all’equipaggio: “Uomini, elogiate il vostro sovrano.”
Con le braccia indicò lui e continuò: “Mio padre. Re Edmund il Giusto. Successore di Peter il Magnifico. Marito della Regina Vera. Legittimo sovrano di Narnia.”
Gli uomini si lanciarono delle occhiate di disorientamento, poi si lasciarono trasportare dall’entusiasmo della vittoria e cominciarono ad acclamare: “Viva re Edmund!”
Al centro dell’attenzione, Edmund si sentì realizzato e gli venne spontaneo alzare la propria spada argentea al cielo.
Io arrivai proprio nel bel mezzo delle acclamazioni e quando alzai lo sguardo sul ponte di comando, vidi Edmund carico di gioia. Lucy arrivò subito dopo di me e rimase lì a guardare, sorridente.
Io salii i gradini e m’inchinai col massimo rispetto: “I miei omaggi, altezza.”
Lui mi prese per mano e mi trascinò a sé per baciarmi.
Caspian e gli uomini applaudirono, mentre le ultime tracce della nebbia nera stavano scomparendo per lasciare posto al cielo azzurro e al mare blu.
Ad un tratto un richiamo ci fece voltare: “Ehi ragazzi, sono qui in acqua. Aiutatemi a salire.”
Corremmo verso il parapetto e vedemmo Eustace nuotare nell’acqua, nelle sue originarie sembianze. Edmund gli lanciò una corda e scherzò: “Cugino, sei tornato umano! Quasi mi stavi più simpatico quando eri un drago!”
Rispose ironico: “Ah ah, aspetta che salgo e ti faccio vedere io!”
Si arrampicò fino al parapetto, che io lo aiutai a scavalcare. Lui ed Edmund si guardarono seri per qualche istante, poi scoppiarono a ridere  e si abbracciarono.
“Eustace, sei stato grande. Hai unito le spade. Sei un eroe.”
“Dovevo riacquistare la mia dignità. Sono stato insopportabile per troppo tempo.”
“Puoi dirlo forte!”
Si sciolsero dall’abraccio, così io gli chiesi: “E’ stato grazie all’incantesimo delle spade che sei tornato umano?”
“No, in verità è stato Aslan. Ero moribondo su un banco di sabbia in mezzo al mare, quando lui è comparso e mi ha salvato. Ha spezzato la maledizione del drago e mi ha trasportato a Ramandu.”
Caspian, che nel frattempo si era allontanato da noi, ci chiamò da sopra una scialuppa: “Credo che Aslan ci stia aspettando. Laggiù c’è l’entrata al suo regno celeste.”
 
All’orizzonte si vedeva chiaramente una striscia di sabbia bianca contornata da un’onda che stava magicamente sospesa.
Tutti e cinque a bordo della scialuppa, continuavamo a ridere, a scherzare, come se non fosse mai accaduto niente di male. Edmund e Caspian stavano remando con impegno, quando Eustace, dalla parte opposta, si alzò in piedi e scherzò: “Hop, hop! Tenete il ritmo! Forza lumaconi!”
Caspian usò il remo per schizzargli dell’acqua addosso, facendo scoppiare me e Lucy in una fragorosa risata.
Man mano che ci avvicinavamo alla spiaggia, l’acqua del mare diventava sempre più cristallina e addirittura, in prossimità della riva, c’era una distesa di candidi gigli che galleggiavano sul filo dell’acqua. Uno spettacolo bellissimo!
Uno alla volta scendemmo dalla scialuppa, ma la prima a correre verso Aslan fu Lucy.
“Mi sei mancato tanto. Non ho mai perso la speranza di vederti.”
Lui rispose con la sua voce profonda e buona: “Anche tu mi sei mancata, piccola.”
Caspian s’intromise avvicinandosi e facendo un inchino: “O grande Aslan, tu sai perché sono qui.”
“Sì, figliolo. Ho letto nel tuo cuore.”
“Ho affrontato il male per giungere qui al tuo cospetto e ho solo una preghiera. Fammi entrare nel tuo regno affinché io trovi ciò che sto cercando.”
“Io non ho obiezioni. Sei libero di varcare la soglia del mio regno. L’unica cosa che ti chiedo in cambio è di dire la verità ai tuoi genitori.”
Io ed Edmund, mano nella mano, attendemmo che ci parlasse.
Dovette deglutire prima di cominciare: “Non ho osato dirvelo prima. Vi ho mentito a fin di bene per tutto il viaggio.”
Edmund lo incitò severo: “Continua.”
“Per cominciare, sono stato io a chiamarvi, per questo vi trovate qui. Sono partito con l’intenzione di cercare le spade dei sette Lord, non i Lord in persona. Sapevo che la loro magia mi avrebbe condotto a questo regno. Ma c’è una nobile ragione per cui ho fatto ciò che ho fatto. Desideravo trovare l’Orologio Narniano, il magico orologio del tempo.”
“Quale orologio?”
Aslan ci spiegò: “E’ un orologio potente che si trova nel mio regno. Permette a chi lo possiede di tornare indietro nel tempo per poter cambiare il passato.”
Caspian concluse: “Io volevo tornare al giorno del vostro quinto anniversario, quando siete scomparsi. Per anni ho cercato di essere un buon re, sperando che potesse bastarmi. Invece ogni giorno che passava rimpiangevo ciò che avevo perduto. Io desidero con tutto il cuore impedire che voi ve ne andiate, così da crescere con voi al mio fianco.”
Io ed Edmund ci scambiammo uno sguardo commosso, poi io lo lasciai e mi avvicinai a Caspian. Lo acccarezzai sulla guancia: “Piccolo mio, hai fatto tutto questo per noi. Ti giuro che in un’altra situazione sarei felice di tornare indietro.”
I suoi occhi erano spaventati: “Cosa significa? Non vuoi? Non mi vuoi abbastanza bene?”
Le lacrime mi fecero luccicare gli occhi: “Abbastanza? Io ti amo più della mia vita! Fino a poco tempo fa avrei dato qualsiasi cosa per avere una seconda possibilità. Restare qui, vederti crescere. Ma questo succederà comunque, anche senza ricorrere alla magia.”
Parlò con voce spezzata: “Che intendi dire?”
Mi portai le mani al ventre: “In questo momento, tu stai crescendo dentro di me.”
Mi guardò sorpreso, ma prima che potesse parlare, Edmund tuonò: “Che cosa? Sei incinta? E per quanto tempo ancora pensavi di tenermelo nascosto?”
Mi giustificai: “Volevo dirtelo dopo la cerimonia! Poi ho cambiato idea e ho provato a dirtelo di fronte al quadro. Poi ancora ho ricambiato idea e ho preferito aspettare. Scusami!”
Lui era chiaramente perplesso: “Ecco perché eri così strana. La voglia di fragole, le nausee, il ventre arrotondato, il ghiro.”
Lucy e Eustace chiesero all’unisono: “Il ghiro?”
Caspian specificò: “Volevi dire, la sonnolenza.”
“Sì, quella.” A passo lento venne verso di me e mi cinse i fianchi con le braccia: “Diventerò padre! Sto per sposarmi e diventerò padre!”
Assaggiò le mie labbra nello stesso modo in cui avrebbe assaggiato una fragola, poi si voltò verso Caspian: “Figliolo, non sai quanto sono felice di averti rivisto ancora una volta. Ho visto l’uomo che sei diventato, ho visto l’ottimo re che c’è in te. Ho pianto molte lacrime l’ultima volta che ti ho lasciato, ma ora che so di poter recuperare, non me la sento di tornare indietro nel tempo. E’ vero, potremmo stare insieme fino alla fine dei nostri giorni, ma questo significherebbe negare la tua esistenza da dove proveniamo. Tu nascerai ancora e noi ti cresceremo.”
Io conclusi: “Hai trentun’anni, devi guardare avanti. Ti ho visto con Liliandil. Lei è il tuo futuro. Sarà un’eccellente regina e una buona moglie. Avrete dei figli, così darai a loro tutto l’amore che purtroppo noi non abbiamo potuto darti.”
“Ma voi mi avete dato tutto l’amore possibile! Siete dei genitori stupendi! Avrei tanto voluto crescere con voi al mio fianco.”
Ci abbracciamo tutti e tre, piangendo commossi.
 
Aslan s’intromise a malincuore: “Perdonatemi per quanto sto per dirvi. E’ giunto per voi il momento di andare.”
Caspian si voltò: “Sono ancora in tempo per essere un buon re?”
“Tu lo sei sempre stato. Ora devi solo imparare ad essere felice con ciò che hai. E ti assicuro che hai tanto, Caspian. Ora, grazie a te, ogni terra di questo mondo è sotto la bandiera del regno di Narnia.”
Edmund fece un cenno affermativo col capo: “Noi saremo felici solo sapendo che anche tu lo sei.”
Caspian si portò una mano sugli occhi, singhiozzando.
Lo abbracciai ancora: “Saremo sempre con te. Ti vogliamo tanto bene.”
Ad interrompere quel momento commovente ci pensò Edmund, quando sollevò un quesito: “Lucy, tu sei una guaritrice. Come hai fatto a non accorgerti che Vera è incinta?”
Lei rispose un po’ altezzosa: “Io lo sapevo. Solo non ho detto niente. Forse non ve lo ricordate, ma sono stata io a seguire la sua prima gravidanza. Già con la voglia di fragole mi sono insospettita, poi quando è arrivata la nausea l’ho capito.”
“E non mi hai detto niente! Briccona!”
“Spettava a lei darti la buona notizia!”
Aslan intervenne di nuovo: “Re Edmund, regina Vera, damigella Lucy, vi mando tutto il mio affetto. Ma ora devo proprio ricordarvi che il vostro tempo qui è scaduto.”
Lucy si rattristò: “Non verremo più qui, vero?”
“Mai rinunciare alla speranza. Tornerete se Narnia avrà ancora bisogno di voi o se voi avrete bisogno di Narnia.”
Lucy lo strinse forte: “Ti voglio bene Aslan. Non ti scorderò mai.”
Caspian coinvolse Edmund e me in un ultimo abbraccio: “Abbiate cura di me, quando nascerò.”
Rispondemmo insieme: “Certo che sì!”
Quando si sciolse da noi, andò ad abbracciare Eustace: “Cugino, sono felice di averti conosciuto.”
“Anch’io Caspian.” Lo guardò negli occhi: “Sei davvero figlio loro. Soprattutto quando ti intestardisci riconosco mio cugino Edmund!”
Tutti  lasciammo una risata leggera.
Dietro di noi, in mezzo all’onda sospesa, si creò un varco. Aslan ci invitò: “Il vostro passaggio è pronto. Abbiate fiducia, un giorno tornerete tutti. Anche Peter.”
Mentre ci incamminavamo verso il varco, io ed Edmund continuavamo a voltarci per memorizzare i lineamenti di Caspian, pur sapendo che lo avremo rivisto presto nel nostro mondo.
Credevo che sarei scoppiata  a piangere disperata, come la volta precedente, man mano che il varco si richiudeva al nostro passaggio, invece scoprii in me un’incredibile forza.
L’ultimo spiraglio su Narnia e sul viso di Caspian si chiuse con un luccichio.
  
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