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Autore: Some kind of sociopath    27/10/2015    0 recensioni
[Le Iene]
[Le Iene]"Eddie Cabot ancora non lo sapeva, ma quello stesso giorno avrebbe visto Vic Vega a terra dietro la porta del garage, con la camicia imbrattata di sangue e il petto crivellato dai proiettili."
[Lieve (spero) Eddie il Bello/Mr. Blonde.]
Genere: Angst, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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La mattina del colpo grosso Eddie e Joe Cabot avevano fermato le macchine e i loro sei uomini proprio lì, davanti alla gioielleria.
White stava battendo forte la mano aperta sulla schiena dell'ultimo arrivato, Orange, con un fare paterno che a Eddie strappò un sorriso. Mr Pink era sceso dietro di loro, i pugni sui fianchi, gli occhi fuori dalle orbite e la bocca storta in una smorfia. Quello si guardava sempre in giro come se il mondo non fosse altro che una colossale, ciclopica montagna di merda, e lui fosse lì apposta per darci una brutta occhiata, sputarci sopra e poi filarsela con la coda tra quelle sue gambette da gallina. 
Anche Blue e Brown avevano abbandonato la macchina, tutti radunati come scolarette davanti alla vecchia Chevy di Joe.   
L'unico rimasto lì era Vic. Sempre Vic. «Ehi, cazzone.» Gli diede una strizzata al braccio, calda e rassicurante, di quelle che gli facevano credere di riavere lì sua madre. 
Eddie spostò gli occhi in quelli azzurri e scintillanti di Mr Blonde e pensò che in fondo faceva bene a dargli del cazzone: se ne stava a guardarlo con un sorriso da coglione a tendergli l'angolo della bocca, come un ragazzino delle medie con l'uccello in tiro per la supplente. Non sapeva che fosse, se l'ebbrezza per il colpo o semplicemente il fatto di avere Vic di nuovo libero, di nuovo fuori, ma era passato un bel pezzo dall'ultima cazzo di volta in cui si era sentito così sicuro. 
Sarebbe andato tutto bene. Lo sapeva. «Non mi auguri buona fortuna?» gli fece Vic. Aveva ancora la cannuccia del frullato in bocca, faceva un casino pazzesco mentre tirava su gli ultimi residui di quella schifezza. 
Latte, gelato alla panna e scaglie di cioccolato.
"Oh, cazzo, adesso ci dobbiamo pure fermare?" Mr Brown si era lamentato quando Eddie aveva accostato al primo drive thru lungo la strada per la gioielleria. Capirai, ci fosse una volta che quello non si lamentava. "Mi sembri un fottuto poppante. Cazzo, mio nipote c'ha cinque anni e non fa tutte le storie di merda che fai tu." Però Eddie si era fermato lo stesso e aveva lasciato che Vic ordinasse il suo stramaledetto frullato. Aveva persino pagato lui.
Tutto perché c'erano poche cose al mondo che lo calmassero più di puntare la coda dell'occhio su Vic Vega che succhiava un frullato, e una di queste era stare di fronte a Vic Vega che succhiava un frullato, perché poteva vederci quelle sopracciglia aggrottate e la stessa faccia da stronzo che aveva quand'erano ragazzi. Quel figlio di puttana era intoccabile, non c'era una cazzo di cosa che lo facesse scomporre. «E da quando a te serve la fortuna?» lo punzecchiò. 
«Non hai mica torto» gli fece Vic. Fissava il bicchiere di carta del frullato con la stessa religiosa ammirazione con cui i ricchi bastardi come suo padre fissavano lo scotch invecchiato diciotto anni. «L'ultima volta che me l'hai detto mi hanno sbattuto dentro, ora che ci penso.»
Mr Blonde gli fece uno dei suoi sorrisi da squalo, si calò gli occhiali da sole sulla faccia – a coprire quegli occhi così brillanti e crudeli, cazzo, accesi come diamanti – e lasciò cadere il bicchiere vuoto sul sedile del passeggero, cannuccia compresa. «Ci vediamo.» Eddie il Bello lo guardò girare intorno alla macchina e tirar fuori la pistola da quella merdosa fondina ascellare con una gran smorfia scettica in faccia, un sopracciglio aggrottato e gli occhi azzurri che cercavano quelli di Vic sotto le lenti scure. Ma chi cazzo si credeva di essere, zerozerosette?
«Ehi, Vic Sorriso.»
La verità è che Eddie ci provava sempre a scimmiottare suo papà, un braccio mezzo fuori dal finestrino e gli occhi sgranati di chi spaccia gli ordini come consigli amichevoli.
Con Vic quei trucchetti non funzionavano – cazzo, si conoscevano da una vita. Però era divertente lo stesso. «Guarda che io ci conto.»
Blonde sbuffò; continuava a tener su quella faccia da giocatore di poker che certe volte dava i brividi pure a lui, fino al buco del culo. «Gangster dei miei coglioni.»  
Avevano riso entrambi, e un attimo dopo Eddie aveva avviato il motore della Cadillac ed era sparito lungo la strada. 
Eddie Cabot ancora non lo sapeva, ma quello stesso giorno avrebbe visto Vic Vega a terra dietro la porta del garage, con la camicia imbrattata di sangue e il petto crivellato dai proiettili.
Tutto il resto – lo sbirro sfigurato e senza un orecchio ancora legato alla sedia, il laghetto di benzina sul pavimento e Orange mezzo sbudellato in un angolo – tutto il resto aveva perso importanza, soltanto merda che affogava nel sangue del suo migliore amico. Eddie il Bello se ne stava lì, stroncato da un tuffo al cuore che pareva un colpo di doppietta, un vuoto in mezzo al petto e dentro la pancia (stronzate da ragazzina che non aveva mai provato prima) e il dolore che succhiava via tutto tranne Blonde.
Ora di Vic gli restava soltanto quel cazzo di bicchiere. Il cazzo di bicchiere e nient'altro.

 
Note dell'autrice:
Quentin, grazie (per tutto)
e scusa (per questo).
Giuro che io c'ho provato a non shipparli. Davvero. Ci ho provato.


 
  
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