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Autore: twilight98    29/10/2015    1 recensioni
Questa storia inizia in un giorno, non specificato, di 30 anni fa. La famiglia Fitzgerald si trasferisce in una piccola cittadina distante 20 km da New York. Tale famiglia, era composta da tre persone, tra cui: due bambini, dove il più piccolo, Kenny Fitzgerald, aveva solo 8 anni; mentre il più grande, Jeremy Fitzgerald, di 15 e infine, dal padre, Vincent Fitzgerald......
Genere: Avventura, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeremy, Fitzgerald, Nuovo, personaggio, Phone, Guy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Erano passati ormai 4 anni da quel giorno. Io e Jonathan abbiamo cercato Jeremy per tutto il vicinato, e dopo 48 ore dalla sua scomparsa, andai dalla polizia per denunciare la scomparsa. Cinque giorni dopo la polizia trovò un lembo della sua felpa sporco di sangue rappreso. Ricordo che rimasi a guardare quel pezzo di cotone sporco di sangue inorridito. Ero stato ad averlo fatto sanguinare?, stava bene o era in fin di vita?. Ebbi una risposta a queste domande, un giorno estivo di quattro anni fa. Trovando quel lembo, in mezzo alle campagne, la polizia iniziò a setacciare quel luogo da cima a fondo. Dopo due settimane, la polizia trovò in un capanno, disperso in mezzo alle campagne, una coperta impregnata di sangue rappreso, era il sangue di Jeremy; ma di Jeremy non c'era alcuna traccia. Secondo la polizia, un potenziale assassino deve aver trovato e ucciso Jeremy, l'ha nascosto in un capanno e dopo un certo periodo l'ha seppellito da qualche parte. Dopo è ritornato nel capanno e ha tentato di cancellare le prove bruciando il capanno, infatti il capanno durante la notte era stato bruciato da un misterioso individuo che non è mai stato identificato. Ora sono a casa mia, dove nonostante siano passati 4 anni, continuo a piangere la scomparsa dei miei bambini. Continuo a lavorare al Fazbear insieme a Jonathan, l'unico che mi è rimasto accanto dopo la scomparsa dei mei figli. So che sono passati ormai quattro anni, ma io sento che qualcosa è cambiato in me: cado molto spesso in depressione, mi arrabbio per un non nulla, e mi sento come se, da un momento all'altro a causa della mia rabbia ,potessi fare del male a qualcuno a cui voglio bene. Non è giusto, i miei bambini non meritavano di morire, perché la vita non se l'è presa con me; dopo tutto è tutta colpa mia, dovevo stare molto più attento a Jeremy e a Kenny, e invece io ho pensato solo e soltanto a me stesso. Piano piano mi alzo dalla poltrona, poso la bottiglia di birra sul tavolo e mi dirigo in bagno. Stanco e ubriaco mi appoggio al lavandino e mi guardo allo specchio: vedo un uomo con capelli neri, con occhi verdi e con una barba da cinque di pomeriggio e con molte più rughe sul viso, manco avessi 50 anni. Arrabbiato più che mai, chiudo la mano a pugno e rompo lo specchio. Posso sentire i cocci di vetro che si infilzano nella mia carne, ma non mi importa, l'unica cosa che mi importa è avere vendetta. Voglio vendetta su tutti gli altri genitori, voglio che provino esattamente quello che ho provato quando ho perso i miei bambini.
Senza pensarci due volte: prendo il mio cappotto viola e esco per andare a lavorare. Non appena arrivo, vedo Jonathan sul palco con il costume di Golden Freddy che sta intrattenendo i bambini. Io cogliendo l'occasione vado a mettermi il costume di Golden Bonnie e dopo mi dirigo in cucina per prendere un coltello molto grosso. Quando lo trovo, chiamo i bambini e gli dico che è ora di dividere la torta, dopotutto è una festa di compleanno. I bambini felici iniziano a seguirmi per avere una fetta di torta, ma non sanno quello che gli spetta. Li porto in una stanza da dove non può sentirci nessuno e chiudo la porta a chiave.
B1: << Bonnie perché ci hai portato qui? >>
V: << Scusatemi piccoli, non è una questione personale >>
Detto questo mi tolgo con molta cautela il costume di Spring Bonnie.
B2: << e tu chi sei? >>
B3: << mamma e papà non vogliono che parlo con gli sconosciuti >>
V: << i tuoi genitori hanno ragione >>
Tiro fuori dal mio giubbotto il coltello che ho preso in cucina e con sguardo neutro e senza pietà mi dirigo piano piano verso i bambini.
B5: << CHE COSA VUOI FARE?....AIUTO >>
Il quarto bambino tenta di scappare e di arrivare verso la porta. Con grande velocità lo fermo e lo colpisco al cuore uccidendolo all'istante. Gli altri iniziano a gridare e a piangere. Velocemente li uccido uno dopo l'altro, finché non ne rimane solo uno: è un bambino biondo e dagli occhi azzurri, sta piangendo disperato. So che sto sbagliando ma ormai è troppo tardi per tornare indietro.
B: << p-p-per favore h-ho paura, n-non voglio morire >> ( piangendo )
V: << mi dispiace tesoro, nemmeno io avrei mai immaginato di arrivare a questo punto >>
Impugno bene il coltello e gli taglio la gola. Dopo prendo i nuovi costumi di animatronics e uno dopo l'altro metto i bambini dentro ai costumi. Quando ho finito mi tolgo il giubbotto sporco di sangue e lo infilo nel mio zaino insieme al coltello e dopo corro fuori dal ristorante per ritornare a casa. Non so perché, ma nonostante sia andato tutto liscio, non mi sento tranquillo.
   
 
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