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Autore: shirley_poppy    30/10/2015    1 recensioni
WARINING! Setting: da 2x13 "Happy Endings", la descrizione può contenere SPOILER per chi non sia arrivato a questo punto della serie
Ember Page, sorella di Duncan Page, è una ragazza non comune e non solo perché sua sorella è signora di un clan guerriero. Quando Sebastian Monroe arriva a New Vegas per assoldare i mercenari di Duncan, il destino di Ember sembra legarsi inspiegabilmente a quello della compagnia che ben conosciamo. Forse sarà proprio l'inconsapevole Emeber a racchiudere in sé la svolta per sconfiggere il pericolo che minaccia l'umanità.
Presenza di scene violente di guerra e tematiche delicate.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlie Matheson, Miles Matheson, Nuovo personaggio, Rachel Matheson, Sebastian Monroe
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Cortocircuito

Vivevamo in un mondo fatto di elettricità. Vi facevamo affidamento per tutto. E poi la corrente andò via. Tutto smise di funzionare. Non eravamo pronti. La paura e la confusione portarono al panico. I fortunati riuscirono a uscire dalle città. Il governo collassò. Le Milizie ne presero il posto, controllando la distribuzione del cibo e accumulando armi. Non sappiamo ancora perché la corrente andò via. Ma speriamo che qualcuno arrivi ad illuminarci il cammino. 


 

Ho sempre avuto un pessimo rapporto con la tecnologia, dove per sempre intendo gli anni prima del Black Out. Ora mi rendo conto di tutte le cose utili e belle che si potevano fare con la tecnologia: si potevano salvare vite, fare fotografie, coltivare i campi, attingere l’acqua pulita, attraversare il mare, solcare il cielo, arrivare alla luna e ancora più in là, su pianeti lontani. L’universo infinito attendeva solo di essere colto, un frutto matura alla portata della nostra mano. Allora credevi che la tecnologia fosse ingiusta, non capivo perché dovesse valere tanto, perché si lottasse tanto per averla. Poi tutto cadde nel caos e l’umanità fu lasciata a dibattersi nel fango lottando per un pezzo di pane, ogni dignità dimenticata. E ora ricordo, tra le cose belle, il mio primo e unico amore per qualcosa di tecnologico.

Eravamo sempre stati una famiglia strana. Con il tempo, nel mondo che si apriva davanti a noi, scoprimmo che questo essere strani non era poi così male e che in fondo eravamo meno strani di tanti altri che incrociarono la nostra strada. Negli anni che precedettero il Black Out venivamo considerati “originali”, perché non avevamo la TV in casa. Un giorno, avrò avuto tre, forse quattro anni,  ero a casa di un’amichetta conosciuta al parco giochi, quando non so per quale ragione sua mamma fece partire alla TV un vecchio cartone animato. Era la storia della sirenetta. Conoscevo la storia, me l’avevano raccontata mamma e papà, ma non era bella come le storie che parlavano del Grande Spirito, della creazione del mondo e degli animali o come le avventure che il mio papà raccontava di ritorno dai suoi viaggi. Quella storia, per come la conoscevo, finiva male. Non c’era una grande creazione, nessuno Spirito proteggeva e governava il suo popolo, nessuna morte portava nuova vita. Eppure quel giorno me ne innamorai: mi innamorai del lieto fine, del fatto che tutti fossero salvi e felici, e mi innamorai soprattutto del mare, che mi era sconosciuto. Avevo forse la nozione dell’esistenza di una massa salata, ma non sapevo che quello fosse il mare. Volevo nuotare per magia come una sirena.

Tornai a casa e piansi battendo i piedi, rotolandomi, diventai rossa, persi la voce, ma non ottenni nessuna TV e nessuna sirenetta, e a dire il vero neppure la cena. Per mesi, ritornavo regolarmente sull’ argomento e regolarmente piangevo sconsolata, presa dalla petulante sensazione di ingiustizia tipica dei bambini che non possono capire perché i loro genitori non vogliano compiere la magia, trasformarli in draghi, sirene e maghi, regalargli il cielo, la luna e tutto il mare o almeno una TV su cui guardare compiersi le magie. Credo che tutte le mie amiche negli anni siano arrivate ad odiare quel cartone e mentre loro crescevano e si esaltavano con le fotocamere dei cellulari, modificando le foto con stelline, scritte colorate ed effetti sbrilluccicanti, io ancora rimanevo incantata dal relitto abbandonato e dalle piroette di Ariel in fondo al mare, nella sua grotta delle meraviglie.

Il giorno del mio quinto compleanno, papà, di ritorno da uno dei suoi viaggi, mi portò a iscrivermi a un corso di nuoto. C’era bisogno di un certificato medico per iscriversi e fu così che scoprimmo che il mio cuore aveva qualcosa che non andava. Non si erano mai accorti di nulla prima, quel giorno però ero talmente eccitata che il mio cuore cuore scombinò il macchinario con strani battiti troppo veloci, cadenzati in maniera sbagliata. Il dottore fece molti esami quel giorno e nei mesi successivi. Mio padre non ripartì. Non ci fu nessun corso di nuoto. Non capivo, ero spaventata. I medici non sapevano dare delle spiegazioni, perché dal punto di vista puramente fisico non avevo nulla, ma le macchine continuavano a dare risultati anomali. Mamma e papà non capivano, erano spaventati. Un giorno, durante un’estenuante seduta di esami, le macchine si spensero improvvisamente e si spense tutta l’ala dell’ospedale. Quanto tutto tornò a funzionare i miei valori erano quelli di una bambina perfettamente sana. Gli esami delle settimane successive confermarono il miracolo. Vidi mio padre piangere e sentii mia madre ringraziare il cielo che ci aveva regalato questa grazia.

Quell’estate vidi per la prima volta l’oceano e restammo in California per tutta la stagione. La mia famiglia visse una serenità che i miei stessi genitori pensavano di essersi lasciati per sempre alle spalle. Papà mi insegnò a nuotare e giunto l’autunno, ancora una volta, non ripartì. Credo gli sia costato rimanere, ma lo fece e per un po’ la magia dell’estate californiana rimase in noi. 



N.d.A

Ciao a tutti, questo capitolo super breve è un'introduzione, un assaggio dell'idea che ha cominciato a frullarmi per la testa. Come tanti, non sono riuscita a rassegnarmi al fatto che Revolution sia stata cancellata e il finale tracciato dai quattro comics che concludono la serie mi è sembrato vago e raffazzonato, per cui eccomi qui a dire la mia. Non è detto che debba questo progetto piacere o essere condiviso, ma mi piaceva il pensiero di poter rendere partecipi altri. La voce portante della storia sarà il nuovo personaggio con cui faremo conoscenza a breve. 
A presto e per il momento, enjoy!

Shir

   
 
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