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Autore: elsa_the_snow_queen_    30/10/2015    1 recensioni
"Appena ti ho vista, ho capito che tutte le distanze si possono annullare, oppure annullarsi da sé senza farlo sapere."
- Jack Frost
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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A centinaia di chilometri di distanza, non in un rifugio ma bensì in un sontuoso castello, c’era una ragazza che provava le stesse cose di Jack. A differenza del nostro Guardiano, che viveva e operava in segreto semplicemente per amore dei bambini, la ragazza era una regina e non c’era dunque nessuno che fosse più di lei sotto i riflettori. Dopo aver vissuto a lungo segregata nella sua stanza nel tentativo di nascondere i suoi poteri, Elsa li aveva finalmente liberati e finalmente aveva imparato a controllarli.  Una mattina, quella stessa mattina in cui Jack aveva ammesso di sentirsi solo, Elsa stava decorando la piazza principale della città con splendide sculture di ghiaccio. Sua sorella Anna la chiamò: – Elsie, hai finito? Manca poco! –.  – Un secondo, manca il tocco finale … – rispose Elsa mentre ghiacciava l’acqua delle due fontane. La giovane Elsa non indossava il solito abito da ricevimento, ma lo stupendo vestito azzurro dal lungo strascico che aveva creato insieme al suo Palazzo, su alla montagna del Nord, ed i suoi lunghi capelli quasi bianchi erano acconciati in una morbida treccia alla francese.  Elsa trasse un profondo respiro e poi sbatté il piede sinistro sul terreno: tutta la piazza divenne un’enorme e perfetta pista di pattinaggio. Infine, alzò le mani al cielo e un lampo di ghiaccio esplose nell’aria: era il segnale che il ricevimento poteva iniziare.
Kristoff arrivò correndo, in sella alla fidata renna Sven. – Elsa … dov’è Anna? Sarei voluto venire prima ma i troll hanno insistito più del solito … mi sono perso qualcosa? – ansimò il montanaro scendendo da Sven. Elsa stava per rispondere, ma sua sorella fu più svelta: saltò al collo di Kristoff e lo abbracciò. – Non ti sei perso nulla, ero io che stavo iniziando a sentirmi persa senza di te! – gli disse dolcemente. Poi i due si scambiarono un bacio, ed Elsa ridendo si allontanò. – Elsa! – la chiamò una voce familiare: era Olaf, il pupazzo di neve parlante che lei stessa aveva creato.  – Ciao, Olaf. Come va? È tutto a posto su alla montagna? – gli chiese Elsa sorridendo. La regina appariva serena, ma in realtà si stava mostrando felice per nascondere la tristezza che provava: non voleva che si scoprisse che stava iniziando a sentirsi sola, e per di più stava anche diventando noioso per lei non poter essere “simile” a qualcuno.  Si sentiva insomma diversa, incompresa, ma non voleva che nessuno, tanto meno Anna e Olaf, lo sapesse. – Sì, io sto benissimo Elsa - le rispose lui – Ma tu? Non hai una bella cera … –. Il pupazzo pose la sua mano, in realtà un rametto, su quella di Elsa. Lei la strinse per un attimo, poi la luce che era tornata nel suo sguardo scomparve. – Non preoccuparti per me, me la cavo – disse evasivamente Elsa – Ma visto che sei venuto per la festa, che ne dici di andare a divertirti un po’? –.  Olaf non se lo fece ripetere due volte, e trotterellò più avanti con tutta la velocità che gli consentivano i suoi piedi di neve.
Anna e il suo amato fidanzato camminavano fianco a fianco, abbracciati, ammirando le varie bancarelle adorne di festoni  che esponevano prodotti tipici e indumenti caldi. Tra queste figurava quella di Oaken, il proprietario dell’Emporio Querciola Vagabonda, che se ne stava dietro il bancone con la solita aria disponibile e allegra. – Oh, guarda chi si rivede! – gioì l’uomo notando Anna e Kristoff. Il montanaro fece per andarsene; non aveva buoni rapporti con Oaken, ma Anna lo trattenne e si avvicinò al corpulento mercante, sorridendogli. – Ah, tu e il maleducato ragazzo state insieme? È molto strano, ma io non vendo giudizi dopotutto … vi andrebbe qualcosa? – commentò Oaken congiungendo le mani. – Grazie, ma per il momento niente – si affrettò a dire Anna. – Neanche la sauna? – li invogliò lui indicando una minuscola cabina con dentro una famigliola. – No, neanche quella Oaken – borbottò Kristoff. Intendeva rifiutare con educazione, ma il risentimento era troppo nella sua voce, e Oaken se ne accorse. – Mi stai offendendo di nuovo, brutto …? – lo minacciò Oaken mostrando il pugno, ma Anna lo trascinò via.
– Cosa succedeva con il tizio dell’Emporio? – sopraggiunse Elsa, seguita da Olaf. – Niente di particolare – rispose Kristoff mantenendosi sul vago. – Oh, d’accordo – disse la regina, poco convinta. – Tesoro, credo che siano venuti a prenderti! – esclamò Anna. Una moltitudine di troll stava raggiungendo il quartetto, serpeggiando tra la gente come una fila di sassi viventi. – Vieni, è ora di cena Kristoff! – canterellò una troll piuttosto piazzata, con una ghirlanda di fiori attorno al collo tozzo – Coraggio! -. – In realtà, vorrei  … – iniziò Kristoff, ma non ebbe il tempo di finire: i troll si appallottolarono di nuovo come grossi ciottoli e se lo caricarono addosso, tornando indietro con movimenti perfettamente sincronizzati: un compatto serpente grigio pietra.  Un secondo dopo, la fila scura di sfere fece un brusco dietrofront, e la troll di prima gettò Kristoff tra le braccia della principessa gridando: – Avanti, baciala e salutala! -. Kristoff e Anna si baciarono, poi i troll si ripresero il ragazzo e, quasi con furia, sciamarono fuori da Arendelle, diretti verso le montagne. – Simpatici, eh? – ridacchiò Anna, ma Elsa non si unì a lei: tornò nel palazzo e si chiuse la porta alle spalle, sull’orlo delle lacrime. La regina spalancò la finestra e inspirò a fondo, con gli occhi chiusi, godendosi l’aria fresca della sera. Appena riaprì gli occhi, la prima cosa che vide fu la luna: era bianca e tonda come mai era stata prima, sembrava emanare un bagliore magico. E poi, subito dopo quel magnifico istante di serenità, uno strato di ghiaccio coprì il davanzale.
 
NOTE: Notate qualcosa di familiare nella penultima frase di questo capitolo? Be’, sì, lo ammetto, l’ho fatto apposta … ma sono una Jelsa, il che vuol dire che sono praticamente fissata con questi due! Ci ho messo tanto perché stavolta volevo allungare un po’ di più, ma mi ritengo soddisfatta del risultato. Conto di poter fare sempre meglio :3 Intanto voi recensite, anche le critiche sono, ovviamente, ben accettate … se espresse però con un linguaggio educato, perché c’è comunque tanto lavoro dietro questo testo  ;) 
   
 
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