Disclaimer: questa è solo una traduzione e nemmeno letterale, a me grammar Nazis!. La storia originale la trovate QUI.
Tutti i diritti su questa fanfiction appartengono a chi l’ha scritta, io ho solo voluto tradurla e condividerla con il popolo di efp.
Ogni modifica grammaticale è stata fatta esclusivamente per una maggiore scorrevolezza nella lettura ecc ecc.

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James stava sfogliando il quaderno che Lars gli aveva rifilato quando il cantante gli aveva chiesto se per caso avesse qualche nuovo testo. Si trattava di roba vecchia, cose del periodo in cui James era in riabilitazione e di prima che tornasse nella band.
Niente di nuovo da poter utilizzare.
Il cantante sospirò e girò ancora qualche pagina prima di accigliarsi alla vista di una in particolare.

 

Non tornerai.
Non tornerai.
Non tornerai.
Non tornerai.
Non tornerai.
Non tornerai.
Non tornerai.
Non tornerai.
Non tornerai.

So che non tornerai.

Per favore, torna.

Torna a casa.
Torna da me.

Ti prego, James.
Ti prego, torna.

Non tornerai, vero?

James trattenne un sospiro sentendosi come se avesse appena ricevuto un pugno nello stomaco. Un dolore acuto arpionava il suo petto al pensiero di Lars che scriveva quelle parole domandandosi se James sarebbe mai tornato.

Proprio in quel momento, Lars entrò nella stanza ridendo a qualcosa che Kirk gli aveva detto prima di chiudersi la porta dell’ufficio di James alle spalle. Stava ancora sorridendo quando scorse James. "Hey."

Il cantante non alzò la testa nemmeno per guardarlo. Non riusciva a staccare i propri occhi dal tratto così meticoloso e ordinato che Lars aveva usato.

"Va tutto bene?" chiese Lars avvicinandosi. Abbassò lo sguardo sulle gambe di James sospirando quando adocchiò la pagina che James stava fissando.
"Mi dispiace" disse James, dopo un istante di silenzio.
"Sei tornato, alla fine. Non devi scusarti" rispose tranquillamente Lars, togliendo il quaderno dalle mani dell’uomo.
James alzò lo sguardo e deglutì a fatica. "Tu pensavi che non sarei tornato."
"Tu pensavi che non saresti tornato. Ma non importa più adesso, sei tornato. Tornato dalla band. Tornato da me."
Lars strappò via la pagina e la fece a brandelli per poi buttare i pezzi nel bidone della spazzatura all’angolo.

James si tirò su e circondò il collo di Lars con le proprie mani attirandolo in un bacio disperato e bramato ardentemente, Lars si aggrappò alla maglietta del compagno attenuando l’impeto del bacio. James lo fece allora sedere sulle proprie gambe facendo scivolare le braccia attorno alla sua vita. Lars si ritirò leggermente poggiando la propria fronte con quella di James, poi gli carezzò i capelli. "Meglio?"
"E tu?" domandò nascondendo il proprio viso contro il collo del batterista.
"Sei tornato" rispose semplicemente Lars, tenendolo stretto.
"Sono tornato a casa da te" aggiunse il cantante, guardando Lars e baciandolo di nuovo.

Non era la perfezione, ma era un buon inizio.