*Angels Fall First*

 

Ancora una volta in ritardo. Ancora una volta fermamente deciso ad arrivare in ritardo.

Non sarebbe stato affatto un problema: una scusa c’era sempre.

Una mano sfiorò debolmente la piccola incisione posta sulla lapide: la ragione del suo ritardo, dei suoi continui ritardi.

 

Delle risate giungono al suo orecchio, ovattate, confuse da gridi di disapprovazione.

Litigi di ricordi lontani, ma non sbiaditi dal tempo.

Nonostante sia davvero molto tempo...                    

Tredici anni che non sono riusciti a rovinarne il ricordo, impotenti davanti alla fermezza di non dimenticare.

 

La fiammella della candela posta ai piedi della fredda lapide tremolò lievemente, ma non si spense.

 

E ancora fiotti di ricordi presero a scorrere furiosi, imponendosi, mescolandosi alla realtà.

Estraniandolo..

 

 

Il volto dell’amico storpiato dalle lacrime e dalla rabbia che con forza gli urla di andare a salvare Rin.

Urla che giungono mute alle sue orecchie, come cancellate.

 

Un forte pugno nel fianco che lo spinge via, lontano dalla frana.

 

 La Sua stretta insanguinata, che si fa sempre più debole.

 Diventa inconsistente.

 

 

Stanco si passò una mano in mezzo ai capelli argentati, scossi dalla brezza di febbraio, sottile e pungente.

Si massaggiò l’occhio sinistro, quel regalo dal gusto amaro, come ad alleviare un dolore.

Un dolore che non c’era, ma che percepiva ugualmente, nonostante non ce ne fossero i segni evidenti.

 

 

<< Posso.. posso diventare il tuo occhio se me lo permetti.. >>

La voce rotta e debole dell’amico riaffiorò dai ricordi, fino a quel momento rimasti muti.

Parole soppresse dal dolore, che aveva preferito rinchiudere le grida, le lacrime, le promesse.

 

 

Non era mai scomparso. Lo sapeva.

Era sempre stato accanto a lui. Con lui.

Ma questo non bastava a fargli comprendere il perché di tutto quello che era stato.

Che era dovuto essere.

Scritto avventatamente da un Destino crudele e malvagio, che noncurante aveva sciolto la loro stretta.

 

 

[…]Yesterday we shook hands
My friend
Today a moonbeam lightens my path
My guardian[…]

 

 

Si riscosse da quel flusso ininterrotto di pensieri.

Quel giorno sarebbe stato il primo incontro con i tre genin affidatigli dall’Accademia Ninja..

 

<< Chissà se.. >>

Debolmente i due campanelli, ancorati alla tuta da jonin, suonarono nell’aria.

 

<< No.. Non credo. Impossibile. >>

 

A lui stesso ci erano voluti tredici lunghi anni per capire.

Comprendere cosa gli aveva gridato Obito quella fredda notte di novembre.

Per loro non sarebbe stato diverso: erano dei ragazzi appena usciti dall’Accademia, attaccati a quello stupido concetto secondo cui la riuscita della missione viene prima di tutto.

Anche dei compagni stessi.

Degli amici stessi.

 

 

 

 

[417 parole]

 

 

Nota: Piccola Flash senza pretese. Nata dal nulla e con l’impellente bisogno di essere scritta.

Non mi sono mai sinceramente interessata troppo alla vicenda legata allo sharingan di Kakashi, protagonista indiscusso della fiction da come avrete capito, ma poi, tutt’un tratto, qualcosa è scattato nella mia testolina perversa e perciò eccone il risultato.

Solo una precisazione: il giorno di febbraio in cui “i tre genin” sostengono la prova l’ho posto simbolicamente il 10 febbraio, giorno del compleanno di Obito.

La citazione (“Angels fall first”, Nightwish) è ovviamente senza alcun scopo di lucro.

 

Aspetto i vostri pareri, che spero numerosi! Quindi recensite per favore!!!

Un saluto^_-

 

Gaara92