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Autore: _Sherazade_    02/11/2015    2 recensioni
“Alla più bella”
Prima di allora avevo tutto quello che una persona potesse desiderare, e soprattutto, l'amore di una persona meravigliosa... ma tutto svanì, scivolando via sospinto da un vento gelido.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Afrodite, Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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L'ombra di Ilio

Quella mela fu l'inizio di tutto. L'inizio della mia rovina.
Prima di allora avevo tutto quello che una persona potesse desiderare, e soprattutto, l'amore di una persona meravigliosa... ma tutto svanì, scivolando via sospinto da un vento gelido.
Dopo che mio padre, il re della gloriosa città di Sparta, decise che era giunto il momento per me di trovare marito, non mi sarei mai aspettata di vedere così tanti uomini al nostro cospetto. Tutti che volevano una cosa soltanto: la mia mano.
Non erano semplici uomini, ma bestie pronte ad ogni cosa pur di ottenermi.
Eppure, fra tanti uomini, uno riuscì a colpirmi, uno solo riuscì ad entrarmi nel cuore.
Menelao... un uomo così dolce, ma al contempo forte e deciso. Di fronte agli altri sembrava un uomo inavvicinabile, cattivo e a tratti crudele, ma io avevo visto qualcosa.
In quegli occhi scuri avevo intravisto una dolcezza che non ero stata in grado di scorgere in nessuno degli altri pretendenti.
Una sera come tante, mi ritrovai a passeggiare per i giardini del palazzo, e lo incontrai.
Non fu un caso. Avevo chiesto a una delle mie ancelle di seguirlo, e di farmi sapere quando fosse stato solo. Non avevo avuto grandi possibilità di poter conoscere bene nessuno degli uomini che avevano bussato alla nostra porta.
Io sentivo solo che volevo saperne di più. Sentivo che volevo conoscere quell'uomo che mi aveva colpita così tanto.
Mi avvicinai, e cominciammo a parlare. Non furono più solo gli occhi ad incantarmi, ma anche quei meravigliosi ricci neri, la mani grandi e le spalle larghe, la voce suadente e... un qualcosa che sentivo nel cuore.
Sapevo che quello era l'uomo che avrei voluto per sempre al mio fianco.
Parlammo fino all'alba e poi andammo insieme da mio padre per comunicargli la mia decisione.
Gli altri uomini non furono contenti, ma finirono col congratularsi con lui e con me.
Il ricco matrimonio organizzato da mio padre fu davvero sontuoso, e anche il popolo venne coinvolto nei festeggiamenti, tutti sembravano immensamente contenti.
L'unica cosa alla quale riuscivo a pensare, era il meraviglioso uomo col quale avrei passato il resto della mia vita.
Passarono degli anni felici, e io e il mio amato sposo non potevamo desiderare null'altro.


Gli Dei però amano giocare con le vite dei mortali.
Per colpa di Eris, Dea della Discordia, irata per non essere stata invitata a una festa, decise di fare quello che le riusciva meglio: creare disordini.
Lanciando una mela d'oro sul tavolo, con inciso sopra una semplice scritta, riuscì per sempre a rovinare la mia vita.

 
Alla più bella”

Così era scritto, e questo portò alla lite di tre Dee molto potenti.
Era, la regina degli Dei.
Afrodite, la Dea della Bellezza e dell'Amore.
Atena, Dea della Sapienza e dell'Arte della Guerra.
Ne nacque una disputa alla quale nemmeno Zeus volle prendere parte, e per uscirne illeso, prese un uomo a caso per fare da giudice.
Quell'uomo sarebbe diventato la mia condanna. Quell'uomo era Paride, figlio di Priamo, e principe della città di Ilio.
Il ragazzo era stato allontanato dalla sua città natale e fatto allevare da dei pastori. Un oracolo aveva annunciato che quel ragazzo avrebbe segnato per sempre la rovina della fortezza inespugnabile. Di certo non potevano immaginare che il tutto sarebbe partito da una disputa così stupida.
Le tre Dee scesero in terra e chiesero al giovane di scegliere chi fra loro era la più bella.
- Scegli me, mortale. - disse Era. - La mia bellezza non è certamente paragonabile a nessuna donna o divinità. Il mio è il fascino della donna matura, il fascino di una donna che ha vissuto, ma che ha ancora tanto da mostrare. Scegli me e ti donerò grandi ricchezze, ti donerò un potere che nessuna di queste due sciocche potrebbe mai offrirti! Tu diventerai padrone di tante terre, mi basterà un solo schiocco di dita e tu avrai tutto quanto, e subito. Non farti incantare, e scegli l'unica vera bellezza che oggi ti si è presentata. Scegli me!
- Mi fai ridere, mia cara. - disse Atena, sfoggiando uno dei suoi rari sorrisi. - Io son la donna più bella del mondo. Non sono solamente bella, ma possiedo un fascino che a voi manca: il fascino di una donna intelligente. Sono o non sono la Dea della Sapienza? - Le altre due Dee fecero per ribattere, ma Atena continuò. - La mia bellezza è superiore, anche tu, ragazzo, te ne renderai conto. Se sceglierai me otterrai molto di più delle semplici ricchezze o del potere che Era ti sta offrendo... grazie a me acquisirai conoscenze tali da poter battere chiunque, anche l'avversario più temibile. Non sottovalutare mai il potere dell'intelletto. Ti farai strada, e otterrai tu stesso le tue ricchezze. Scegli la vera bellezza.
Per ultima si fece avanti Afrodite, che volteggiò attorno a Paride con leggerezza sorridendo e ridendo per le parole delle altre due Dee.
- Quello che ti hanno loro detto è vero: entrambe possono darti potere e ricchezza, una te la regalerebbe facendoti diventare un uomo con un grande intelletto e arguzia, l'altra servendoti il tutto su un vassoio d'argento. Ma ciò che ti voglio offrire io è di gran lunga superiore. - Atena ed Era si guardarono di sottecchi. Cosa poteva offrirgli Afrodite di più interessante di quanto gli avevano offerto loro? - Io ti donerò l'amore della donna più bella del mondo.
Le due Dee risero di fronte a quelle parole.
- Tu credi davvero che quest'uomo sia così sciocco? - chiese Atena ridendo.
- Con tutto il potere che avrai, se sceglierai la vera Dea più bella, cioè me, qualunque donna cadrà ai tuoi piedi. - disse Era con convinzione. - Afrodite, sei proprio una sciocca.
Ma Afrodite sapeva come far leva sul cuore degli uomini. Si avvicinò ancora a lui e gli sussurrò all'orecchio: - Hai mai sentito parlare di Elena della città di Sparta?
- Sì, ma è sposata.
- Oh, ma questo non è un problema per me. Io chi sono?
- Afrodite, Dea dell'Amore e della Bellezza.
- Bravo, quindi capirai da solo che l'unica Dea degna di ricevere quella mela sono io: la Dea della Bellezza. Scegli me e ti darò l'amore di quella donna. Sarete molto felici insieme, e lei non ti tradirà mai, perché avrete per sempre la mia protezione. Se sceglierai quelle due invece... ti daranno qualcosa, ma poi svaniranno nel nulla, una volta ottenuto quanto voluto, loro non ci saranno più per te. Io invece sì.


Povero Paride!
Le parole sussurrate dalla Dea riuscirono ad arrivare al suo cuore, e il principe la scelse, condannando me alla rovina e al dolore.
Io stavo vivendo la mia vita come qualunque altro giorno. Ero fuori dal palazzo, a passeggiare nel bosco che ne costeggiava le mura, quando sentii una voce chiamarmi. La seguii, e poi fu buio.
Da allora io vivo qui, sospesa sopra la mia carne, la mia anima separata e il mio corpo reso un fantoccio che si muove, che respira, parla e sembra felice. Sembra provare emozioni, ma in realtà è un involucro vuoto, mosso solo per volere di Afrodite.
L'amore non è un qualcosa che si può ottenere con l'inganno... L'amore non si piega ai voleri di nessuno. L'amore è quanto di più prezioso abbiamo, e io me lo son vista portare via proprio da colei che invece lo dovrebbe proteggere.
Da un giorno all'altro ho visto tutti i miei sogni svanire, e l'uomo che amavo sentivo che si struggeva nel nostro palazzo. Riuscivo a sentirne il dolore, ma non potevo raggiungerlo.
Provai a liberarmi dall'incantesimo cui ero stata sottoposta, ma Afrodite era una Dea che ci teneva alla parola data, e aveva mantenuto la sua promessa. Vegliò su di noi fino alla fine.


Per giorni, per anni fui costretta a sopportarlo.
Lui era gentile, era premuroso, era un uomo attento... ma non era il marito che amavo.
Il mio corpo si muoveva, e io sembravo innamorata e devota a quel marito imposto da un fato crudele. Ma quella era solo la “Elena” creata dalla Dea, quella non ero io.
La notte, quando lui mi cercava, mi capitava di sentire quei viscidi e umidi baci accarezzarmi il collo, la lingua che dolcemente mi sfiorava le labbra per poi esplorare la mia bocca, e l'eccitazione che premeva per entrare in me...

Lo odiavo!

Eppure c'era una parte di me che provava pena per lui. Vittima degli Dei, condannato a vivere e ad amare un'ombra che non l'avrebbe mai amato davvero.
La Elena che lui amava non esisteva.


La guerra non si fece attendere, e migliaia di vite vennero stroncate anche a causa mia. Io che ero una vittima, finii poi per essere vista come la colpevole di tutto.
Alcuni uomini tentarono di rapirmi per riportarmi dal mio amato marito, ma le fedeli guardie del re capirono quanto stava accadendo e mi salvarono.
Mi salvarono da quello che io volevo con tutto il cuore: tornare dall'uomo che non avevo mai smesso di amare.
Arrivò anche il giorno in cui Paride morì, il mio fantoccio pianse, e io provai pietà per lui... ma l'unica cosa che volevo era quella di poter tornare a casa mia.
Il destino però mi volle ancora una volta vittima delle decisioni altrui, e venni data in sposa a Deìfobo, fratello di Paride.
Non ci fu la stessa gentilezza, ma tanto, quella non ero più io... quello era solo un fantoccio.
L'incantesimo che mi era stato lanciato si era fatto più debole, ma se il mio spirito fosse rientrato nel mio corpo, avrei patito ancora più sofferenze, così attesi.
Aspetta il momento che tanto avevo atteso, il momento a lungo sperato.


Un giorno i greci se ne andarono, e venne ritrovato un enorme cavallo di legno alle porte della città. Un dono per gli Dei, credettero loro, ma io sapevo, io sentivo che c'era qualcosa di strano.
Cassandra, era una profetessa, ma nessuno riusciva a crederle. Io però avevo già visto molte delle sue predizioni avverarsi, e per quello sapevo che quella notte si sarebbe consumata un'atroce carneficina.
Quando il mio terzo marito si addormentò, il mio spirito si riunì al mio corpo e vagai per la città, fino a che non vidi il prode Ulisse. Dal suo sguardo capii l'odio... lui non sapeva. Nessuno poteva sapere. Scappai così verso le stanze, conscia che lui mi avrebbe seguita, e così fu.
L'eroe uccise quell'uomo e poi si rivolse a me.
- Tu lo sai che per colpa tua tante persone sono morte?
- Sì.
- Sai quanta sofferenza le tue azioni hanno causato non solo a quegli uomini e alle loro famiglie, ma anche a tuo marito?
- Lo so. - gli risposi abbassando il capo. Era inutile che gli spiegassi quanto avevo sofferto, o di come io stessa fossi stata usata da altri... non avrebbe capito.
Presi il pugnale che era nascosto sotto le mie vesti e me lo puntai al cuore.
- Io non ho mai smesso di amarlo.
E con quelle ultime parole mi tolsi la vita, con l'unico desiderio di poterlo di nuovo incontrare alla fine del suo cammino.
Ancora una volta, ancora insieme.


 
L'angolo di Shera ^_^

Pensavate di esservi liberati di me, vero?
Nonostante Lux Averni meriti di continuare e di essere seguita (a breve comincerò a lavorare - era anche ora - e di tempo per scrivere ne avrò di meno, quindi devo mettermi sotto a completare almeno altri 2 capitoli prima che cominci lo stage), sentivo di dover scrivere questa storia.
Da quando ho cominciato a delineare il personaggio di Afrodite, e da quando ho ripreso in mano i miti, avrei voluto parlare di questo personaggio.
Non nego che in passato l'ho mal giudicata, e per questo ho voluto scrivere di lei e del grave tormento a cui è stata condannata.
Non credo che la sua vita fosse così infelice prima di essere "regalata" a Paride, del resto, il mito vuole che sia stata lei a sceglierlo come suo marito.

Spero di aver reso giustizia con questo breve OS, e di non aver reso il tutto troppo "tecnico", di aver reso "sentito" il dolore e il tormento provato da questa giovane donna, usata da divinità e mortali.
Io odio Paride, soprattutto dopo aver visto Troy (adoro Bloom come attore, ma Paride l'avrei preso a sberle), tuttavia, ho pensato che con Elena fosse davvero dolce, quindi ho voluto renderlo più orsacchiotto dolce, di quanto probabilmente non fosse.

Spero che la mia storia vi sia piaciuta, ringrazio, come sempre, il mio ragazzo per i preziosi consigli, l'aiuto, e il tempo speso per aiutarmi a trovare un titolo... sono il mio cruccio xD.

A presto, probabilmente con il prossimo capitolo di Lux Averni.
Un abbraccio e un grazie a tutti voi che mi seguite, che commentate e che mi sopportate. Sono davvero molto contenta di vedere che alcune delle mie storie sono state apprezzate, e mi fa sempre piacere leggere le vostre impressioni. Quindi... grazie.
Baci
Shera ♥
  
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