Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Segui la storia  |       
Autore: Yutsu Tsuki    03/11/2015    5 recensioni
“Improvvisamente mi accorgo che non dovrebbe andare così. Io in questo momento dovrei seguire il consiglio di Rosalya; dovrei dichiarami a lui, non rispondere con lo stesso tono alle sue provocazioni! Ma con lui è inevitabile. Come puoi confidargli di essere innamorata, quando fa così l'arrogante?!”
 
“«Cosa sarebbe dovuto succedere?» sbuffo, sforzandomi di apparire indifferente.
Castiel non risponde. Continua a scrutarmi col suo sguardo di ghiaccio. Ma è ghiaccio bollente, perché riesce a sciogliermi come un gelato al sole.
Rimaniamo a fissarci per svariati secondi, senza dirci nulla. Ad un tratto comincio a sentire caldo per davvero.
Non riesco a capire: non si è mai comportato in questo modo. Che ha intenzione di fare?!”

- - - Attenzione, Spoiler episodio 27! - - -
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Priya
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie '~ Devil in Paradise'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


III




«Che avresti risolto con ciò?» Ancora in piedi, lo osservo con pietà. Seriamente, a volte mi sembra di avere a che fare con un bambino.
«Ti piaccio davvero?» mi domanda con aria stupita, portando le braccia dietro alla testa e stendendosi quanto più può sul sedile. Alzo gli occhi al cielo e sospiro.
«No», gli rispondo secca, per non dargli soddisfazione.
«Le tue lacrime dicono il contrario.»
Dopo avergli lanciato un’occhiataccia, mi risiedo. Tanto vale stare comodi, perché onestamente dubito che riuscirò a scendere alla prossima fermata.

Mi domando a che scopo mi stia sequestrando su un autobus. Dato che siamo nella stessa classe, ha tutto il tempo per assillarmi durante l’anno. Che vuole ottenere ora?
Magari si è gasato perché gli ho detto che mi piace. Anzi, dev’essere così.
Però mi torna in mente il suo commento su Priya: “Presumo non ti darà fastidio se iniziassi a frequentarla.” Ora, i casi sono due: o l’ha detto apposta per vedere come avrei reagito, o è davvero interessato a lei.
Ma qualunque sia la verità, mi viene da temere il peggio.

Ricordo ancora una volta le parole di Rosalya. Se è vero che Castiel fa il bastardo solo con le persone che gli piacciono, a questo punto avrebbe dovuto farlo anche con Priya.
Ma con lei non si comportava in quel modo. Quando le aveva parlato non c’era provocazione o malizia nella sua voce, ma un tono del tutto nomale! Quello che avrebbe usato verso un suo amico, o, perché no, la sua ragazza...
E considerando la reazione che ha avuto dopo aver ricevuto quel complimento - vedere Castiel che arrossisce è un’evento che capita una volta nella vita - è facile che sia sul serio interessato a lei.

Al solo pensiero mi si contorce lo stomaco.
Io per lui non sono altro che una stupida ragazzina da poter prendere in giro. Priya, invece, che è molto più matura, spigliata e interessante di me, lei sì che sarebbe la donna ideale per uno come Castiel.
Di colpo avverto un gelo improvviso invadermi per tutto il corpo ed il respiro accelerare. Guardo freneticamente fuori dalla finestra, ma la mia cara città ora accesa e piena di vita non aiuta. Dal riflesso scorgo ancora una volta il volto del mio compagno di classe che mi osserva sorridendo.
Sentirmi il suo sguardo addosso mi dà incredibilmente fastidio.
«La smetti di fissarmi?!» gli sbraito girandomi di scatto in preda al disagio. Lui ridacchia e torna a guardare davanti a sé.

«Verso dove stiamo andando?» se ne esce dopo qualche secondo, esaminando il paesaggio fuori dal finestrino. Con tutta probabilità si aspetta che io conosca il tragitto dell’autobus.
«Verso dove non dovrei essere in questo momento», lo rimbecco prontamente. Lo sento sghignazzare per la mia acuta risposta, e ciò mi fa per un attimo arrossire.

Passano altri minuti di silenzio; poi, placata per buona parte l’inquietudine che mi aveva colto, decido di parlargli. «Si può sapere perché non mi hai lasciata scendere? Che vuoi da me?»
«Voglio solo che ammetti che ti piaccio», afferma quasi con noncuranza, allungando la testa per vedere meglio la strada oltre ai sedili.
«Ti ho già detto di sì e tu ti sei messo a ridere come un deficiente», sbotto decisa. Non mi preoccupo se l’insulto lo fa arrabbiare. Arrivati a questo punto, che mi odi pure.
Però lui sembra divertirsi ancora di più, e, come al solito, ridacchia di gusto. «Non pensavo facessi sul serio.»
Ha ragione. È talmente folle ciò che ho fatto, che anche io al suo posto non ci crederei. Come si può pensare di dichiararsi ad uno come Castiel e pretendere di concludere qualcosa?
È veramente imbarazzante. Soprattutto sapendo che lui non ricambia affatto.

«E invece ero seria», replico nel tentativo di valorizzare il coraggio che quel gesto aveva comportato.
«Quindi eri davvero gelosa mentre parlavo con Priya», afferma poi, inarcando la bocca in un sorriso soddisfatto.
Sento il fumo uscire dalle orecchie e subito penso ad una frase con cui ribattere. Ma mi rendo conto che non c’è modo di confutare quella tesi.
Mi è penoso ammetterlo, ma è tutto amaramente vero. Mai mi era capitato di provare una gelosia tanto grande.
Non potendo controbattere, opto per la strada del silenzio.

E me ne pento subito, perché lui ha pronta un’altra frecciata delle sue. Una delle più subdole, per giunta.
«Ti farà piacere sapere che ho fatto apposta ad essere socievole con lei solo per vederti sclerare.»

Respiro con calma. Non devo perdere la pazienza. Non devo prenderlo a pugni. Devo stare tranquilla.
Nonostante nel mio cervello il tasso di risentimento verso di lui sia salito oltre la soglia minima della sopportazione, trovo comunque lo spazio per un pensiero piccolo piccolo. Castiel sapeva già che fossi invaghita di lui! Per forza, altrimenti non si sarebbe comportato così con Priya!
Beh, diciamo che il mio sentimento era piuttosto prevedibile: credo che pure un idiota l’avrebbe capito. Infatti anche Rosalya ci era arrivata, quindi...

Mi volto a guardarlo con disprezzo. «Sei un infame, sappilo.»
Per tutta risposta lui si mette a ridere come è ormai suo solito fare.
«No, dico sul serio!», esplodo, «Tu non fai altro che prendermi costantemente in giro. Ogni sacrosanto giorno! Ti prendi gioco di me e non consideri minimamente i miei sentimenti. Forse non lo capisci, ma a me dà fastidio! Pensi di essere tanto spiritoso, ma credi che io mi diverta?»
«Dici così, ma in realtà sei contenta di farti punzecchiare. Ti conosco troppo bene», dice lentamente, continuando a sorridere.
«No, non mi conosci affatto!» gli urlo in faccia.
«Invece tu pensi di conoscere me?!» grida improvvisamente, girandosi di scatto nella mia direzione. Il suo tono è cambiato. Il suo solito ghigno è scomparso: ora c’è cattiveria nella sua voce.

«Credi che lo faccia perché mi piace essere spiritoso? Perché sono uno stronzo e basta?»
Vorrei rispondergli di sì, che lui è uno stronzo. Il più grande di tutti. Ma quelle sue parole mi trattengono dal farlo. Che significano? Vuol dire che c’è un altro motivo alla base delle sue molestie?
Aggrotto la fronte, confusa. Non capisco. Voglio sapere di più.
Lui sembra quasi accorgersi di aver detto troppo e distoglie lo sguardo da me. Ma io non mi arrendo. Voglio andare fino in fondo alla questione.

«E allora qual è la vera ragione del tuo trattarmi così?» domando con una calma forzata.
Non dice più niente. Si limita a fissare i vetri dell’autobus con espressione alterata.

«Ehi, rispondimi», insisto, strattonandolo per un braccio.
In quel momento arriviamo ad un’altra fermata. Il veicolo sospende la sua corsa e le porte si aprono. Lui si alza dal sedile, ma velocemente lo afferro per la giacca. «Non ignorarmi, Castiel!»
Con un movimento brusco si libera dalla mia presa e pronuncia, sconvolto: «Perché mi piaci anche tu, va bene? Era quello che volevi sentire, no? Ora sei soddisfatta?»

Uno strano ronzio si fa largo nelle mie orecchie. Poco più sotto temo che il cuore si sia fermato.
Che cosa ha detto!
Non può essere vero. Questo non è il mondo reale. No, non è concepibile una cosa simile.
Siamo in un universo parallelo. Un posto in cui i sogni si realizzano, in cui Castiel non è un bastardo e non lancia solo frecciatine.
Proprio per questo non può essere reale.

Deglutisco, cercando di controllare il battito che nel giro di un millisecondo è salito a mille.
«Non mi freghi. Non ci credo», riesco solo a dire, poco convinta.
«E non crederci», ribatte lui con disprezzo, prima di voltarsi e scendere definitivamente dall’autobus.

Grazie all’ultimo misero barlume di ragione che mi è rimasto riesco ad uscire pure io, ignorando gli sguardi allucinati dei pochi passeggeri rimasti sul bus.
Mi guardo intorno, chiedendomi in che zona della città sia finita. Dalla modestia delle case sembra essere la periferia.
Dieci metri più avanti scorgo la figura di Castiel che avanza senza una meta. Dopo una piccola corsa lo raggiungo.

«Dove stai andando?» gli domando pacatamente, sforzandomi di guardarlo in faccia. Ma lui non risponde, anzi accelera il passo fino a precedermi.
Comincio veramente a spazientirmi per la sua testardaggine.
Dopo essere rimasta per qualche secondo a fissare la sua schiena, decido di farmi coraggio e di bloccarlo afferrandolo per un braccio. «Su, fermati», gli dico, ma lui è tutt’altro che intenzionato ad ascoltarmi e continua a procedere nonostante la mia stretta ferrea.

Provo quindi a prenderlo per entrambe le braccia e a tirare con tutta me stessa, ma l’operazione si rivela inutile. Com’è possibile che sia così forte?! Non solo non lo smuovo di un centimetro; vengo pure trascinata per diversi metri lungo la strada!
Agli occhi di un passante sembreremmo sicuramente io Babbo Natale e lui una renna.

Ad un certo punto, senza preavviso, Castiel arresta di colpo il passo, facendomi finire col muso dritto contro la sua giacca di pelle. Mentre mi massaggio il naso con irritazione, lui svolta a destra, imboccando una stradina che porta verso il lungomare.
Sì, siamo decisamente in periferia.

Dopo averlo seguito, rimango piacevolmente sorpresa alla vista dei grattacieli che da lontano si affacciano sull’oceano. Non ero abituata a vedere la città da questa prospettiva!
Scorgo il mio compagno di classe dirigersi verso una panchina poco distante dalla spiaggia e decido di sedermi accanto a lui.
A parte noi due non c’è praticamente nessuno in giro; sembra quasi la stessa atmosfera che c’è di notte.

Mi volto a guardare Castiel.
Sta fissando il mare davanti a sé; ma non con sguardo perso, come ci si aspetterebbe. La sua determinazione gli permette di rimanere coi piedi per terra anche in un momento imbarazzante come questo.
È per questa sua caratteristica che mi piace.

In ogni caso, dev’essere sicuramente scosso per ciò che mi ha detto. Immagino non sia stato facile per lui esternare i propri sentimenti. Così come non lo era stato per me.
Magari ha bisogno di restare solo.
Sì, forse è meglio che me ne vada. Dopotutto è terminata già da tempo la mia prigionia: standogli così addosso rischio di sembrare troppo pressante. Inoltre a casa i miei si staranno chiedendo che fine abbia fatto.

«Beh, io vado. Ci vediamo domani a scuola», pronuncio educatamente alzandomi dalla panchina.
«Aspetta, dove vuoi andare?», esclama con stupore, «Resta qui.»
Anche se il suo sembra più che altro un ordine, sento uno strano calore farsi largo in me. Mi guarda con due occhioni da cerbiatto: come potrei dirgli di no?!
Obbedisco e mi risiedo.

Castiel rimane ad osservarmi in un modo alquanto languido che non gli avevo mai visto prima. Inizio a provare la stessa sensazione di disagio che ho quando mi fissa, ma fortunatamente dopo qualche secondo sposta lo sguardo verso terra, chinandosi con i gomiti sulle ginocchia e mettendo la testa fra le mani.

Le parole di prima mi rimbombano nella mente.
Possibile che sul serio ricambi i miei sentimenti!? È qualcosa di talmente incredibile che fatico a rendermene veramente conto.
Per tutto questo tempo sono stata fermamente convinta che per lui non valessi più di una semplice compagna di scuola. A volte mi sentivo pure ridicola a sperare di avvicinarmi così tanto ad uno così.
Invece salta fuori che anche lui era interessato a me! Non faceva altro che infastidirmi, quando in realtà gli piacevo! Però bisogna ammetterlo: è stato davvero bravo a celare ciò che provava nei miei confronti.

Ora che ci penso io e lui abbiamo reagito nello stesso modo di fronte alla dichiarazione dell’altro. Entrambi abbiamo pensato che stessimo scherzando.
Questo particolare mi fa sorridere: forse siamo più simili di quanto pensavo.

«Senti...», borbotta d’un tratto, girandosi nuovamente verso di me, «Scusami se ho sempre fatto il cretino. Non mi rendevo conto che a te desse fastidio. Pensavo ti facesse piacere, ecco.»
Non riesco a credere alle mie orecchie. Castiel che si scusa?!
Però sembra veramente sincero... dalla sua voce traspare tutto l’incredibile sforzo che ha dovuto compiere per dirlo. Mi fa una tenerezza!

In un certo senso mi sento lusingata: lui cercava solo di dimostrare il suo interesse verso di me, perché ci teneva. Se l’avessi saputo prima, di certo ora il nostro rapporto sarebbe diverso.
Mi chiedo che cosa succederà da adesso in poi.
Io desidero con tutto il cuore approfondire la nostra relazione, ma lui? Dopotutto mi ha semplicemente detto che gli piaccio. Non che è interessato a qualcosa di più serio.
Chissà quante altre ragazze gli piacciono. Potrei mai essere alla loro altezza?

«Scusami anche tu. Pure io ho esagerato», gli confido grattandomi la testa e sforzando un sorriso.
«Allora...» Dopo qualche secondo di silenzio si tira su e allunga una mano verso di me «...tregua?»
La osservo per un istante. Se la stringo tutto cambierà: il rapporto amore-odio che ho con Castiel non sarà più lo stesso. Saprò affrontare questa trasformazione?

Faccio un lungo respiro. «Tregua», rispondo afferrandola.
Il mio compagno di classe sembra contento, perché subito dopo tira la mia mano verso di lui, facendomi finire immancabilmente tra le sue braccia.

Rimango del tutto spiazzata da quell’imprevedibile mossa e in un attimo vengo travolta dal suo calore e dal suo profumo...
La sua mano stringe ancora la mia, mentre l’altra la sento scivolare e premere attorno alla mia schiena, costringendomi così ad aumentare il contatto fra i nostri corpi.
Prego il mio cuore di non cedere all’emozione e, con molto imbarazzo, ricambio il suo abbraccio.

Nonostante il mio volto abbia senza dubbio preso fuoco, riesco stranamente a rimanere lucida, e a comprendere, quindi, che quella che provo in questo momento è gioia pura.
Ma non tanto perché mi trovo stretta fra le braccia della persona che mi piace; quanto perché sento che in questo preciso istante qualcosa si è smosso.

Dopo tanto tempo di conoscenza è la prima volta che so con certezza quello che Castiel vuole. E non posso che esserne felice. Perché grazie al coraggio che ha richiesto la mia dichiarazione, ha capito chi sono realmente: ha finalmente smesso di trattarmi come una bambina.
E può stare certo che non si è sbagliato. Gli dimostrerò che, se lo voglio, posso essere addirittura migliore di Priya e di qualunque altra. Gli farò scoprire lati di me che non aveva mai visto.

Il tempo degli scherzi è finito, caro Castiel.
Il vero gioco comincia ora.







Hola ragazze :D
Eccoci quindi giunte alla fine.... Spero che abbiate apprezzato questa storia, e ringrazio come sempre quelle che hanno recensito e l’hanno inserita fra le preferite/ricordate/seguite ^_^
Nel complesso sono abbastanza soddisfatta di come è andata (anche se il finale non mi convince ancora del tutto :°D), e ora che la rileggo posso notare che Castiel è alquanto diverso da quello del gioco. Qui è certamente più scherzoso e burlone...Però secondo me è così che si comporterebbe con le persone a cui tiene. Ho voluto un po’ lasciare da parte il suo lato scontroso perché è quello che detesto in lui, e renderlo più giocherellone. Mi auguro che abbiate preferito questa visione diversa di Cass xD È diverso, sì, però mi piace quando l’autore dà un’interpretazione sua del personaggio e non lo copia pari pari dal gioco.

Detto questo, vi saluto, e vi ringrazio per l’ultima volta :)
Un bacio e alla prossima!


   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: Yutsu Tsuki