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Autore: Papuzz    04/11/2015    3 recensioni
Ragazzi, sono tornato e stasera vi porto una One-Shot con protagonisti Simon e Marceline della fortunatissima serie Adventure Time.
La One Shot si svolge più o meno 10 anni dopo gli avvenimenti dell'episodio "Simon & Marcy" e vediamo una Marceline adolescente ed un Simon che lentamente accetta il suo destino da futuro Ice King.
Spero che traete piacere a leggerla come ne ho tratto piacere io nello scriverla :)
-Slinky
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marceline, Simon Petrikov
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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"E' così vicino, manca pochissimo ormai. Non posso crederci, finalmente una preda viva. Deve essere mia!"
Pensava questo la cacciatrice mentre correva in preda alla frenesia del sangue attraverso
il fitto della boscaglia.
La preda, un esemplare di cervo maschio, uno degli ultimi della sua specie, cercava disperatamente un luogo in cui
potersi rifugiare.
Il suo istinto gli suggeriva di fuggire via da quella "cosa", troppo rapida per essere un lupo e troppo scaltra per
essere un mutante.
Ella teneva gli occhi fissi sulla preda, senza staccare mai lo sguardo. Tentò di prevedere il momento esatto in cui colpire,
quasi certa che in preda al panico l'animale avrebbe commesso un errore, balzò verso sinistra. Il cervo virò rapidamente
dalla parte opposta. 
Lo aveva mancato.
"MERDA!"  Esclamò in un impeto di rabbia.
Si rimise all'inseguimento, quasi sicura di averlo perso, ma nell'impeto della fuga, l'animale inciampò in una radice sporgente e si accasciò al terreno.
"SEI MIO ORA!"
Urlò in preda alla gioia, e come una furia balzò addosso al povero animale inerme, affondò i canini nel suo collo e cominciò a dissetarsi del suo fluido vitale.
Non era la prima volta che le capitava di venir presa dalla sete di sangue. Certo a volte riusciva a controllarsi, ma quando l'astinenza diventava insopportabile
si addentrava da sola nel fitto della boscaglia in cerca di qualche animale sopravvissuto da cacciare.
Sapeva che non doveva.
Sapeva che era sbagliato.
Sapeva che aveva promesso di non farlo.
Una figura dai capelli e dalla barba argentata comparve alle sue spalle, era affaticata e stanca, e aveva uno sguardo di chi aveva perso ormai la voglia di vivere.
"Marceline?! C-cosa stai facendo?"
La vampira si pietrificò sentendo quella voce. Come era possibile che fosse lui? Eppure era stata attenta a non lasciare tracce.
Si girò lentamente, con il sangue fresco che le colava dalla bocca:" S-Simon...io...io non..." Fece per avvicinarsi, ma il vecchio, spaventato, fece un passo indietro,
come intimorito da quella figura. Non poteva credere che fosse proprio la bambina affettuosa che aveva conosciuto dieci anni prima. L'aveva protetta, aveva cercato 
di starle vicino nei momenti di difficoltà, avevano riso e pianto insieme, avevano affrontato orde di mutanti ed ogni giorno, entrambi, avevano la consapevolezza
che forse quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbero visto l'uno lo sguardo dell'altra.
D'istinto il vecchio frugò nella sua giacca, ed estrasse un oggetto metallico dalla forma circolare. Se lo mise in testa, e quasi in preda alla follia inizio ad emettere
una risata maniacale che penetrava fin dentro l'anima. I suoi capelli e la sua barba crebbero a dismisura, ed iniziarono a contorcersi come se avessero volontà propria.
"SIMON, NON FARLO!" Urlò la vampira in preda al panico. Ma era troppo tardi, gli occhi del vecchio ormai brillavano di una innaturale luce azzurra, e lei sapeva
che ormai Simon non era più in sé.
"RICHIAMO IL POTERE DEL GHIACCIO E DELLA NEVE PER..." D'un tratto si bloccò tenendo gli occhi fissi sulla ragazza. 
Non poteva farlo. 
Non riusciva nemmeno a pensare di poter fare una cosa del genere a lei. Lei che negli ultimi dieci anni era stata come una figlia per lui.
Simon raccolse tutte le sue forze per resistere all'influsso maligno della Corona di Ghiaccio, e in un ultimo disperato tentativo, la gettò a terra lontano da lui.
Lentamente tornò in sé, si alzò in piedi e fissò la ragazza negli occhi.
Era spaventata, sapeva quello che sarebbe potuto accadere se la forza di volontà dell'uomo fosse venuta meno:
"M-Marcie...i-io...mi dispiace..."
Ma era troppo tardi. Il volto della ragazza era rigato dalle lacrime, e senza dire una parola corse via più veloce che poteva.
Simon, ancora stranito per l'accaduto, rimase da solo a scrutare l'orizzonte, quando all'improvviso, la corona si librò in aria. Il rubino incastonato nel centro esatto
brillò di una fortissima luce rosso sangue, ed emise delle parole che solo l'uomo poteva udire.
...
...
...

"Accetta il tuo destino,
Solo solitudine e disperazione,
Nulla sarà più come prima,
Accogli la mia follia, Simon."


...
...
...


 
   
 
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