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Autore: lionelscot    05/11/2015    0 recensioni
Presente accanto a loro sul palco del concerto che segna la fine della più nota Symphonic Metal band finnica, un uomo che sta vivendo il sogno di quando era ragazzo di poter partecipare ad un loro tour, ripercorre mentalmente le tappe che in dieci anni lo hanno portato a rialzarsi e realizzare questo sogno, iniziato come un sinfonico incubo...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Luglio 2015, Spagna.
 
“Crestfallen soul
Rest for this night
Love is here
Right here under my wings…”

 
         Il ritornello sonoro che stava accompagnando il lungo deporre del Sole verso il suo ricovero notturno. White Night Fantasy. L’aveva scoperta solo qualche settimana addietro e ancora si domandava come avesse potuto lui lasciarsela scappare ai tempi. Non era la solita canzone, c’era qualcosa di unico, diverso rispetto alle altre canzoni dei Nightwish del medesimo periodo. Persino la voce di Tarja non sembrava la sua. Forse era per questo che lo conciliasse bene nelle sue serate di scrittura.
         “I told you once my promise: I always would come back to you…” era quanto recitavano le parole scritte su uno dei numerosi fogli d’appunti di uno dei quaderni di quell’altana eletta a camera, nella quale si rifugiava a fine turno quando la sola compagnia che voleva era composta da musica e stelle. “The Sun wearing light, but his shadows are hidden in deep…” recitava un altro verso scritto poche sere prima, parlando di sé e di come le persona più solari in realtà siano le più sole e piene di ombre, tanto grandi da sembrare impossibili da essere sopportate. Ognuno di noi ha le sue ferite, le sue paure, le sue cicatrici, ma un Sole non può permettersi di esternarle e allora le comprime, relegandole in una prigione profonda da cui essere non dovrebbero mai uscire, come quell’assente presenza che ancora tornava a trovarlo ogni qual volta toccava la felicità in quelle cose che erano non solo sue ma loro…
         Per fortuna il lavoro e i testi lo aiutavano a non sprofondare e anzi, li spingevano a risalire e puntare in alto. Osservò le prime stelle sfumare leggermente nel cielo ancora luminoso delle 21 spagnole un istante ancora, prima di armarsi dei suoi vestiti e scendere dai ragazzi e affrontare un live in terra iberica.
 
Ore 21:35, ingresso del locale
 
         Ancora si domandava come fosse stato possibile che TUTTI i ragazzi delle band fossero stati così puntuali al punto da essere arrivati all’ingresso del locale in orario ottimale per accedere e sbirciare le band che avrebbero suonato in quella serata e notare la presenza di un gruppo italiano. Altra cosa che lasciò l’olandese sorpresa era il fatto che nessuno avesse prestato attenzione ad un’armata di scandinavi e si fosse reso conto che altro non fosse che l’unione di tre band diverse. Insomma, la serata da persone normali sembrava andare alla grande e vedere Marco in camicia a floreale sobbarcarsi in spalla i gemelli e tenere sotto braccio la moglie come una normalissima coppia di turisti fu la cigliegina sulla torta.
 
Ore 21:50, camerini
 
         Leo osservò i suoi compagni di avventura che si preparavano ognuno a modo suo a quella serata. C’era chi se la rideva, chi si beveva una birra e chi controllava gli strumenti. Lui con le cuffiette nelle orecchie a ripassare i pezzi per la serata. Si sarebbero esibiti su un palco a parte, dato che erano ben quattro le band a suonare quella sera e loro la sola metal. Gli altri erano una tribute band a Bon Jovi, una di punk rocker alla GreenDay e un gruppo folk rock Iberico. Per la serata aveva scelto una cosa mista: I Want My Tears Back, Sleeping sun, Be Prepared come cover e Phoenix Dust, Who I Am e Ygdrasill, anche se quest’ultimo non lo convinceva, per gli inediti. Nel pieno del suo ripasso mentale, fu dato il segnale che mancavano 5 minuti all’esibizione. Ringraziato il messaggero, i ragazzi si strinsero e ridendosela allegramente, fecero il loro saluto e si avviarono. La loro “White Night Fantasy” Stava per cominciare.
 
Ore 22:00, palco esterno numero 3
 
         « Señoras y señores, he aquí el Six of Woods ! » fu l’annuncio che catturò l’attenzione della folla e fece voltare anche l’Olandese, incuriosita anche da un paio di ragazze che sembravano essere le groupies ufficiali. Li osservò salire sul palco uno ad uno, tutti sotto i 25 anni. Per ultimo, salì un ragazzo alto e dai capelli mogano tenuti in un caschetto simil Beatles vestito con pantaloni e giacca in jeans corredati dagli stivaletti e da una maglietta giallo ambra che lo rendeva visibile anche nella penombra.

         « Señoras y señores, gracias por estar aquí. Somos los "Six of Woods" y esperamos que disfrute del espectáculo. LET’S METAL ! » urlò al microfono il ragazzo, prima di buttarsi indietro e attendere l’inizio del pezzo musicale. Alle prime note, l’intera compagnia con cui era giunta non poté fare altro di voltarsi e ascoltare come le note uscissero dagli strumenti mentre le parole uscivano dalla gola di un frontman che sicuramente aveva ancora molto da migliorare dal punto di vista canoro, ma non da quello dell’energia che buttava addosso alla folla che dopo essersi scaldata con quel pezzo, rimase stupita dalla stessa gola, uscì un suono diverso, lirico, baritonale per la canzone del Sole Dormiente.

         « Ragazzi, questo ce l’ha con noi ! affermò ironico Jukka »

         « Papà hai visto ? Sa cantando le vostre canzoni ! » dissero i gemelli, rafforzando la loro frase con gli indici puntati

Tuomas restò in silenzio ad ascoltare, oltre che osservare.

         «Il gran compositore è rimasto senza parole ? » lo punzecchiò Floor con un colpetto al fianco

         « Lo trovo terribile. » sentenziò lui, forse riferendosi più all’acustica che al pezzo.

         « Ma che dici ? Se la sta cavando alla grande ! »

         « Un baritono che canta un pezzo da soprano ? Floor, si sta spingendo al suicidio canoro. Spero abbia altro o potrebbe non reggere. »

Floor fece spallucce e tornò a gustarsi il resto dell’esibizione dei loro pezzi, inconsapevole come i suoi compagni che il meglio doveva ancora venire…
   
 
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