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Autore: imperfectjosie    24/02/2009    26 recensioni
E' iniziato tutto come un gioco e non riesco a capire come sia potuto succedere; non avrei mai dovuto innamorarmi di te, non era previsto.
"E' sesso, Sardina. Non montarti la testa."
La tua voce mi rimbomba in testa e il ricordo di come risposi alla tua affermazione si fa largo fra i miei pensieri
"Stai tranquillo, Bifolco. Con te non c'è pericolo!"

|Rudi/Alice|
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cudicini, Rodolfo Cesaroni
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: I Cesaroni
Pairing: Rudi/Alice
Rating: Arancione
Warning: Qualche scena di sesso abbastanza esplicita.
Note: Allora, inizio con il dire che Rudi è parecchio OOC (parecchio tanto, direi quasi in maniera imbarazzante ahahahah) Per il resto, tutto nella norma! Forse dovrei aggiungere un ipotetico OOC anche per Alice, che di certo non è così arrendevole, anzi... magari in una situazione del genere riuscirebbe a gestire meglio le emozioni.
Coooomunque, divertitevi e buona lettura ^^
PS: Nota - speciale - dell'autrice:
Aggiornamento a Luglio 2014 - Questa storia ha qualche anno, nonostante tutto però continua a ricevere recensioni e ad essere aggiunta ai preferiti dai lettori. Che dire? Mi imbarazza un po', non ci sono troppo abituata... sì certo, quasi tutte le storie che ho scritto nei vari altri fandom possiedono recensioni e sono smistate tra preferite/ricordate/seguite, però questa in particolare mi è rimasta impressa. 24 recensioni per una OS sono tantissime! Mi rendete feeelice ç_ç *me bimba commossa*. In ogni caso, grazie ancora c: Ai nuovi membri che si avventureranno nella lettura di questa fanfiction auguro buon divertimento e ricordatevi: Non si scrive per acquisire notorietà o per il semplice gusto di venire recensiti, lo si fa per passione.
Così, anni addietro, questa debole One Shot prendeva forma tra le due e le quattro del mattino... in silenzio, senza pretese! Eppure è diventata tra le più popolari del fandom qui su EFP.
E per questo vi ringrazio!
Grazie grazie grazie!
Josie.

 

Odi et amo.


Mezzanotte. E io non riesco a dormire.
Ma tu sai il perchè, non è vero Alice?
Una lacrima sfugge al mio controllo, finendo sulle coperte di questo letto, troppo freddo per la stagione che avvolge Roma. Mi porto le gambe al petto, rannicchiandomi su me stessa. 9 mesi fa non immaginavo che tutto questo avrebbe fatto così male; ho accettato quella stupida scommessa, senza pensare alle conseguenze... e l'ho persa. Ho perso tutto, Rudi. Sei riuscito a strapparmi via ogni cosa, persino il cuore.
E' iniziato tutto come un gioco e non riesco a capire come sia potuto succedere; non avrei mai dovuto innamorarmi di te, non era previsto.
"E' sesso, Sardina. Non montarti la testa."
La tua voce mi rimbomba in testa e il ricordo di come risposi alla tua affermazione si fa largo fra i miei pensieri
"Stai tranquillo, Bifolco. Con te non c'è pericolo!"
Un sorriso triste mi incurva le labbra, mentre l'ennesima lacrima bagna il lenzuolo. 
E invece hai vinto, Rudi. Il pericolo eri tu e io ero talmente presa da me stessa, per dimostrarti che non mi tiravo indietro davanti a nulla, che scartai l'ipotesi di poter provare qualcosa per te. Stupida, Alice.
Il rumore di una porta che sbatte mi fa sobbalzare, sfrego gli occhi con forza, nel vano tentativo di nascondere le lacrime, poi, mi fiondo sotto alle coperte, fingendo di dormire placidamente. Forse, se ti rendi conto che sto dormendo, stanotte non farai nulla.
Sento i tuoi passi avvicinarsi, mentre il mio cuore accelera i battiti, quasi come se volesse uscirmi dal petto.
Fa male, ma al momento non me ne curo più di tanto. Voglio solo che lasci in fretta questa stanza, so perchè sei qui, ma stasera non sarò la tua puttana, Rudi.
"Cudicini, si può sapere che cazzo di fine hai fatto? Ed è inutile che fingi di dormire... so perfettamente che sei sveglia!"
Soffoco un'imprecazione, mentre a fatica stringo gli occhi per asciugare i residui di lacrime, poi lentamente mi volto, ritrovandomi a fissare due iridi nocciola, cupe di rabbia.
"Si può sapere che diavolo hai da urlare? Sveglierai gli altri."
"Non me ne frega un cazzo. Pertanto sto aspettando una risposta."
Scosto le coperte con stizza, poi mi sollevo, piantandomi decisa di fronte a lui; mi sovrasta di svariati centimetri, ma non mi faccio intimidire.
"Sono stanca, Rudi. Non ce la faccio più. Guardami: ho gli occhi in tasca, non dormo più, mangio a stento e sono diventata il fantasma di me stessa. Il tuo fottutissimo patto è rotto. Cercati qualcun'altra."
I suoi occhi si riducono in due fessure, mentre avanza di un passo, bloccandomi un braccio e spingendomi contro al muro della stanza. Avvicina le labbra al mio orecchio, provocandomi svariati brividi di piacere, che mi impongo di ignorare
"Te lo scordi. Il patto è stata un'idea di entrambi e non puoi decidere anche per me. Quindi rassegnati Alice: continuerai a scaldarmi il letto ancora per svariate lunghe notti."
Stringo le labbra, reprimendo le lacrime. Mi riesce abbastanza bene, ormai ci sono abituata, lo faccio da mesi. Ma lo sguardo perplesso di Rudi mi fa tremare leggermente. Una goccia salata è sfuggita al mio controllo, rigandomi la guancia e venendo prontamente asciugata dal suo pollice
"Perchè piangi? Non mi pare ti lamentassi sotto le coperte"
Reprimo la voglia di mandarlo al diavolo e volto la testa di scatto, fingendo una calma che al momento non possiedo
"Sei uno stronzo, Cesaroni. Puoi avermi, se è questo ciò che vuoi. Ma il patto è chiaro: non più di 4 volte a settimana. Ho bisogno di riposo."
Sul suo volto si fa strada un ghigno ironico, che non promette nulla di buono. Ho la sensazione che presto mi incazzerò ulteriormente
"Ed è qui che ti sbagli, Cudicini." solleva il braccio, posando la mano sui miei capelli e accarezzandoli lievemente "Ricordi? Siamo uno lo sfogo dell'altra. Quando avrò bisogno, tu ci sarai. Intesi?"
Il cuore batte violentemente contro la cassa toracica, mentre io ignoro il dolore e mi impongo di non tremare dalla rabbia. Sposto lo sguardo, fissandolo dritto negli occhi e rispondendo con un cenno deciso del capo.
"Perfetto. Domani a mezzanotte nella mia stanza. La casa sarà vuota perchè papà e Lucia saranno da Ezio. Mentre Eva e Marco, come già sai, andranno in centro e si fermeranno a dormire da Walter e Carlotta. Non amo aspettare, sii puntuale."
Detto questo mi lancia un'occhiata veloce, poi esce dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Ti odio Rudi.
E ti amo.
 
"Ali, devi reagire."
Le lacrime non smettono di rigarmi il viso mentre, rannicchiata sulle gambe di Jolanda, do sfogo a tutto il dolore represso
"Non ci riesco. E ti giuro che ci sto provando, ma non ho la forza per allontanarlo"
La mia amica sbarra gli occhi, mentre la consapevolezza che ha colpito me in questi mesi, si fa strada nella sua mente
"Dio Alice, non dirmi che..."
Abbasso lo sguardo in una muta risposta, mentre lei soffoca un singhiozzo. La fama di Rudi lo precede.
Non è un cattivo ragazzo, ma è bastardo a livelli esponenziali, egoista ed egocentrico e come se non bastasse ha una vita sessuale decisamente attiva.
Ma da un po' di tempo a questa parte, il suo passatempo sono proprio io.
"Ti giuro che non volevo, io non so come cazzo è successo, io... doveva essere solo sesso." concludo, mentre la mia voce inizia a spegnersi lentamente su l'ultima parola.
"Ali, è stata tua l'idea di questo patto?"
Sposto lo sguardo di lato, evitando accuratamente di guardarla negli occhi. Non è propriamente così, però...
"No. A dire il vero è stata una decisione che abbiamo preso in due. Rudi mi piaceva davvero; insomma, non ho più 15 anni, sono finiti i tempi dei giochini!"
Jolanda sospira rassegnata. Sa che in fondo ho ragione, dopotutto fu lei la prima ad impallarsi di Rudi, pagandone le conseguenze.
"Ali, ti voglio bene, ma Rudi Cesaroni è uno stronzo della peggior specie. Ci sono passata anch'io e ho perso tutto. Capisci cosa voglio dire?"
Eccome se la capisco. Lui non chiede, ottiene. Ha la facoltà di farti fare ciò che vuole, senza chiederti permessi o pareri, ti annulla interiormente e tu non trovi la forza di resistergli, un po' perchè non vuoi, un po' perchè tutto questo ti affascina. Poi, quando riesci a ragionare a mente lucida per qualche minuto, focalizzi ciò che ti accade intorno, e tenti di sfuggirgli in tutti i modi, ma ormai è troppo tardi. Questo è Rudi.
"Lo so. Davvero, sono consapevole che è una cazzata. Ma al momento non ci riesco, ho solo bisogno di tempo"
La mia amica sbuffa lievemente, mentre io mi passo una mano fra i capelli con fare nervoso
"Stai dicendo che andrai all'appuntamento?"
Annuisco piano e mi do mentalmente della stupida. Me ne pentirò.
 
"Entra, Sardina."
Abbasso lo sguardo, chiudendomi la porta alle spalle e avanzando verso il centro della stanza. E' buio pesto, ma la sagoma di Rudi riuscirei a riconoscerla fra mille. Steso con fare scocciato sul letto, mi fissa con attenzione; non riesco a vederlo, ma lo percepisco. Senza quasi accorgermene arrossisco di botto.
"Cosa fai lì impalata?"
Giusto, Alice. Cosa fai qui impalata? 
Deglutisco a vuoto, poi mi porto le mani alla camicetta, mentre lentamente faccio scivolare ogni bottone fuori dalla sua asola. Coraggio, Cudicini... puoi farcela. Fisso un punto impreciso davanti a me e non riesco a smettere di tremare. Assurdo. Ho passato 9 mesi a fare sesso con Lui, perchè mi sento così?
"Cosa stai facendo?"
Mi blocco all'istante, non riesco a decifrare il suo tono di voce. Adesso cosa ho fatto di sbagliato? Mi sto semplicemente spogliando, era ciò che voleva. Sono confusa. Sento la stoffa dei suoi pantaloni strusciare, mentre all'improvviso tutto mi è chiaro. Si alza dal letto, avvicinandosi lentamente. Non riesco a vederlo, ma sono sicura che si stia divertendo parecchio a vedermi in queste condizioni. Maledetto.
"Faccio io. Non vorrai negarmi il divertimento, vero?"
Mi faccio coraggio e inizio ad affrontarlo. Verbalmente parlando siamo sullo stesso piano. Lui stuzzica, io rispondo; questa è una cosa che mai cambierà.
"Fanculo Cesaroni, fai ciò che devi fare e sbrigati."
Ride divertito. Sa perfettamente che non mi faccio mettere i piedi in testa da lui. Avvicina le mani alla camicetta, sfiorandomi il seno. Arrossisco un po' e mi maledico da sola. E' l'unico che riesce a farmi questo effetto.
"Siamo impazienti, o sbaglio?"
Rabbia, forse più la voglia di chiudergli quella bocca impertinente e zittirlo una volta per tutte, lo spingo verso il letto, baciandolo avidamente. E' morboso il bisogno che ho di sentirlo dentro di me, di riuscire a percepire il calore del suo corpo sul mio. Malata è la voglia che ho di Lui.
Le sue labbra si aprono sulle mie, in un sorriso divertito che farebbe infuriare chiunque. Sono arrendevole sotto al suo tocco e questo lui lo sa.
Dignità me ne è rimasta poca, ma al momento non mi sfiora nemmeno l'idea di uscire da questa stanza. Mi lascio andare al piacere puro, mentre la luna, insolitamente rossa, funge da spettatrice ad un'altra notte di passione.
 
Un leggero raggio di sole filtra dalla tenda chiusa, svegliandomi.
Ci metto un po' per focalizzare la situazione; mi volto piano, incrociando un sguardo assonnato, vagamente divertito. 
Inarco un sopracciglio. Che cazzo c'è di così divertente?
"Beh?"
"Pensavo."
Ora è il mio turno, mi apro in uno dei miei sorrisetti ironici più irritanti.
"Perchè? Hai questa facoltà?"
Arriccia il naso con stizza, poi si alza, mentre io ho una voglia impellente di piazzargli un pugno sotto ai denti.
"Sei un maiale! Potresti almeno avere la decenza di coprirti!"
"Lo farei volentieri, se qualcuna mi dicesse dove ieri ha lanciato i miei boxer."
Chiudo la bocca di colpo, arrossendo e sentendomi una cogliona in piena regola, mentre la prima risata del mattino riempie la stanza
"Vaffanculo!"
"Dai, stavo solo scherzando, rilassati! Non mi pare ci sia nulla da nascondere fra noi. Piuttosto vestiti, che fra un po' casa Cesaroni si popola."
Conclude sghignazzando.
Mi salta un battito al solo pensiero che mamma, o peggio, Giulio, possano vederci in queste condizioni, quindi in fretta mi sollevo dal letto, andando alla ricerca dei vestiti che, una volta trovati, inizio ad indossare velocemente.
Appena pronti, ci dirigiamo verso la porta, diretti in cucina, con l'intenzione di apparecchiare il tavolo per la colazione. Sto per uscire dalla stanza, quando una voce mi blocca all'istante.
"Non una parola."
Mi volto a guardarlo, porta l'indice alle labbra, mentre io sento un "crack" conosciuto provenire dal petto.
"Come sempre."
Concludo poi, annuendo leggermente e uscendo dalla stanza, giusto in tempo per non fargli notare la prima goccia salata del mattino, scendermi lungo la guancia destra.
 
Il pomeriggio l'ho passato con Eva al centro commerciale. Avere mia sorella intorno mi fa sentire decisamente meno sola, riesce a tirarmi su il morale, pur ignorando la mia "relazione" con nostro "fratello". Lei non sa e sembra che nemmeno si sia accorta delle occhiate cariche di malizia che Rudi mi lancia quando siamo a tavola, o del fatto che sempre più spesso lo trova appostato alla porta del bagno quando devo uscire dalla doccia.
Eppure sono convinta che se sospettasse qualcosa, a modo suo sarebbe felice di come potrebbero evolversi le cose. Ciò che Eva ignora è che Lui non è Marco.
Con Rudi è sempre troppo poco, qualsiasi cosa tu faccia, sesso incluso.
Non ci sono mezzi termini, ne scuse da inventare; non fraintendetemi, voglio bene a Marco, ma riesce a bersi anche le cazzate più ovvie.
Rudi proprio non è così. Con lui tutto questo non funziona.
Sospiro leggermente, ricordandomi che stanotte ho un altro appuntamento a cui non posso mancare. Mi volto verso Eva, che mi fissa con uno sguardo tra il preoccupato e il confuso.
"Sorellina, sei sicura di stare bene?"
"Ma certo, perchè?"
Una fitta allo stomaco mi costringe a frenare il passo, mi porto una mano sulla pancia, mentre sento chiaramente il senso di nausea invadermi.
No... non può essere, è per forza un caso.
Sta calma Alice, il test l'hai già fatto ed è risultato negativo. Riavvio i capelli con fare nervoso, imprecando sottovoce. Rudi.
Una lacrima scivola sul pavimento, mentre a fatica mi scuso con Eva, dirigendomi ai servizi più vicini.
Una volta entrata in bagno, mi chiudo la porta alle spalle, sospirando e avvicinandomi allo specchio del lavabo.
Le nausee vanno avanti da giorni ormai e io sto cercando di non pensarci. Non voglio pensarci, mi limito a rovesciare il pranzo nella toilette più vicina e dopo una veloce rinfrescata mi dirigo a passo indeciso verso la porta, aprendola e uscendo dal bagno.
"Alice! Tutto bene? Mi hai fatto prendere un colpo."
Abbozzo un leggero sorriso tirato, mi è difficile mentire a mia sorella, ma al momento inevitabile. Nessuno deve sapere, non voglio che si facciano un'idea sbagliata su di me, ma Rudi è... io non riesco a dirgli di no in alcun modo.
"Sto bene, davvero, deve essermi rimasto sullo stomaco qualcosa che ho mangiato."
Mi guarda scettica, sto per tirare un sospiro di sollievo, quando le sue parole mi bloccano all'istante.
"Non mentire con me, non devi. Ali, hai avuto rapporti di recente?"
Arrossisco furiosamente, poi rispondo ostentando sicurezza.
"Ma che diavolo dici? Che... cosa te lo fa credere?"
"Ti ho osservata di recente, poi ho trovato un test di gravidanza nel cestino della carta straccia. Era negativo, ma qualcosa non torna. Sono giorni che hai nausee continue e vomiti tutto ciò che mangi. Ali, a me puoi dirlo, cosa succede?"
Sospiro rassegnata, se mi sfogassi con Eva, forse starei meglio. Mia sorella è sempre stata un'ottima ascoltatrice... sa dare buoni consigli e non mi tradirebbe mai. Ho solo paura di risultare stupida e patetica ai suoi occhi.
"Rudi."
Inarca un sopracciglio, mentre il suo sguardo si fa più confuso.
"Rudi?"
Annuisco leggermente.
"Esatto."
"Scusa, ma non ti seguo."
Oh fantastico, adesso mi tocca spiegargli pure i particolari. Dannazione. Prendo un respiro profondo e inizio a parlare.
"Mi hai chiesto se ho avuto rapporti di recente. Ebbene, Rudi."
Spalanca gli occhi all'inverosimile, aprendo la bocca in una "O" di sorpresa. Se non fosse per la situazione in cui mi trovo, scoppierei a ridere come una cogliona.
"COSA?"
"Shhh, vuoi abbassare la voce?"
Perfetto, ci manca solo che Barilon Jr. sia nei paraggi, poi completiamo questa fantastica giornata alla grande. Si porta le dita alle tempie, massaggiandole con forza, pessimo segno.
"Alice, fammi capire, mi stai dicendo che sei andata a letto con nostro fratello?"
"Fratellastro. Comunque non è propriamente esatto."
Arriccia il naso, assumendo un tono di voce vagamente sarcastico.
"Meraviglioso! Che altro c'è? Roma rischia l'estinzione?"
Sbuffo contrariata. Ecco, ci manca solo l'ironia di mia sorella a condire il tutto.
"Vado a letto con Rudi da circa 9 mesi."
Spalanca gli occhi incredula.
"Preferivo l'estinzione!"
Sigillo le labbra, tentando a tutti i costi di non ridere, ma tempo pochi secondi e i miei buoni propositi di stare seria vanno dritti a farsi benedire! Scoppio a ridere di gusto, tenendomi la pancia con entrambe le mani.
"Si può sapere che cazzo c'è da ridere adesso?"
"Sei... sei buffissima." riesco ad articolare fra una risata e l'altra.
"Falla finita! E' una cosa seria."
Riesco a calmarmi dopo pochi minuti, poi alzo lo sguardo nella sua direzione, pronta a sorbirmi la ramanzina.
"Alice, ti rendi conto che è una follia?"
Scrollo le spalle con indifferenza.
"E' solo un patto."
"Mi stai dicendo che avete fatto un patto?"
"Esattamente. Siamo uno lo sfogo dell'altra."
"Ma voi siete completamente impazziti! Non è un gioco."
Sbuffo esasperata. Ma che palle! Adesso non si può nemmeno scopare in pace.
"Mi spieghi cosa c'è di tanto strano?"
"Tanto per cominciare è possibile che tu sia incinta, spero te ne renderai conto."
Sposto lo sguardo di lato. Certo che me ne rendo conto. Ho passato una settimana intera a pensarci, senza dormire. Questa cosa mi spaventa a morte, ma non riesco a fare a meno di Lui. Ho bisogno di sentirlo vicino.
"Ali, guardami; non ti sarai innamorata, spero."
Abbasso lo sguardo, evitando accuratamente di incrociare il suo, mentre il sospiro rassegnato di mia sorella mi giunge alle orecchie.
"Va bene, ho capito, alla fine non sono cazzi miei. Però, ehi sorellina..."
Alzo gli occhi, ritrovandomi a fissare un sorriso comprensivo, puramente sincero. Vi ho già detto quanto le voglio bene?
"Se hai bisogno, io sono qui!"
Le sorrido, abbracciandola di slancio, mentre lei ricambia divertita. Passa qualche minuto, poi ci alziamo dalla panchina dove eravamo sedute, tornando a girare per negozi.
Oggi, Rudi, non voglio più sentire parlare di te.
 
E' passata una settimana dal mio giro con Eva, fortunatamente le nausee erano solo un falso allarme e tutto procede normalmente. O meglio, per quanto sia insolita la situazione, diciamo che è tutto regolare.
Ma c'è un problema. Sono giorni che evito Rudi, faccio di tutto per non averlo vicino e quando tenta di parlarmi, io me la do a gambe con qualche patetica scusa che, sicuramente, non si beve. Il fatto è che non ho intenzione di continuare così, ma non ho il coraggio di affrontarlo per ripetergli nuovamente che sono stufa.
Scappare, al momento, è la soluzione migliore, non riesco a trovare una via di fuga, mi sento in trappola e non so come uscirne. Ero addirittura arrivata alla conclusione di dirgli ciò che provo, mi sarebbe scoppiato a ridere in faccia, cestinando il mio cuore per l'ennesima volta, ma col tempo sarei riuscita a farmene una ragione. E invece no. So che non sarei in grado di ammettere i miei sentimenti. Mi ci sono voluti 5 mesi per rendermene conto da sola. Amare Rudi Cesaroni è da masochisti.
Lui, che è come un veleno.
Lui, del quale non riesci a liberarti.
Lui, che ti fa stare bene, per poi distruggere la tua volontà.
Lui, che è tutto, ma non è niente.
Suona cosi stupido, eppure fa male da quanto è reale. Sembra facile innamorarsi e sostanzialmente è così. Ma con Rudi, è tutta un'altra cosa.
E ora eccomi qui, seduta su questo letto ad osservare il giardino di casa, quasi come volesse mutare da un momento all'altro. Con l'iPod nelle orecchie e gli Huga Flame a riempirmi i pensieri, non faccio caso a ciò che mi circonda. Adesso sono nel mio mondo dal quale non voglio uscire. In casa dicono che sono cambiata; Marco qualche giorno fa ha ammesso di sentirmi distaccata, ma non è cosi. Ho solo bisogno di stare sola, certi momenti mi aiutano a mettere in ordine le idee, facendomi comprendere i miei errori, dai quali adesso voglio fuggire.
Ma forse è troppo tardi, non è cosi Alice?
Gli hai permesso di sfondare la parete del tuo cuore, ora riuscire a rimuoverlo da quel posto che tanto ti spaventa, risulta impossibile. 
Sospiro rassegnata, mentre le note di "3 Minuti" mi arrivano dritte allo stomaco, causandomi forti fitte e un senso di nausea, non attribuito alla cena di questa sera. Cazzo, se fa male.
La voglia di piangere è tanta. Mi impongo di non versare nemmeno una singola goccia salata; promessa fatta 3 giorni prima, davanti allo specchio, dopo uno dei troppi crolli psicologici avuti negli ultimi mesi.
Ultimamente mi capita spesso di stare male, ma non posso farci niente.
- Dovrò piangere sola dentro, affidando la mia guarigione nelle mani del tempo. -
Passano svariati minuti, durante i quali mi godo appieno la sensazione di pace e tranquillità che regna sovrana. Mi piace la notte.
Spengo l'iPod, sistemandolo nel cassetto del comodino, poi mi rimbocco le coperte, posando la testa sul cuscino bianco; regalo di mia mamma, dice che il bianco è il colore adatto a me. Non sa quanto si sbaglia.
Sto per cadere fra le braccia di Morfeo, quando la porta della stanza si spalanca, rivelando la figura vestita di un Rudi sudato e ansante. Mi alzo di scatto, mettendomi seduta.
"Che hai?"
Nessuna risposta, comincio a spaventarmi. Scosto le coperte e in fretta lo raggiungo; appena riesco a guardarlo in viso, un gemito strozzato mi muore in gola.
"Rudi."
Sollevo un braccio, in maniera del tutto meccanica, portandolo verso di lui, nel tentativo di accarezzarlo lievemente. Del tutto inutile. Sposta la testa di lato, sfuggendo alle mie attenzioni.
"Che è successo?"
"Niente che ti importi."
Al solito. Troppo orgoglioso per chiedere aiuto, non abbastanza per soffrire da solo.
"Dai, ti aiuto, dammi la mano!"
Volta la testa di scatto, puntando il suo sguardo nel mio. Mi fa paura.
"Sei sorda, Sardina?"
Raccolgo un pizzico di coraggio, misto a rabbia. Insomma, si presenta in queste condizioni nella mia stanza e poi pretende pure che io faccia finta di nulla? Chi cazzo si crede di essere?
"Sei stato tu ad entrare, nessuno ti ha invitato"
"Posso anche andarmene, non è un problema."
Sbuffo indispettita. E' mai possibile che debba essere così infantile ed immaturo?
"Non dire cazzate, fammi vedere."
Poso una mano sul suo viso, facendo attenzione a non sfiorare le parti contuse. Lo accarezzo piano, studiandone i lineamenti; è quasi ipnotico, ma non riesco a fermarmi, ad un tratto la sua voce ironica mi riporta alla realtà.
"Hai deciso di consumarmi, per caso?"
Arrossisco un po'.
"Che diamine è successo? Chi ti ha ridotto cosi?"
"Umberto."
Spalanco gli occhi. All'improvviso il ricordo del mio ex si fa vivido nella mia mente. Tuttavia ci sono parecchi punti che ancora mi sfuggono. Non sento Umberto da un anno ormai, per quale motivo avrebbe dovuto accanirsi contro mio fratello? La voce di Rudi spezza il filo logico dei miei pensieri.
"Lui sa."
"Cosa?"
"Hai capito benissimo, Alice. E' ha conoscenza del fatto che scopiamo da 9 mesi."
Abbasso lo sguardo al suono del termine che ha usato. Non ho mai preteso di essere la persona più importante della sua vita, ne tanto meno che provasse i miei stessi sentimenti quando ci rotoliamo fra le lenzuola del suo letto. Solo speravo di essere qualcosa in più di una "scopata". Illusa, Alice. Mi riprendo velocemente, mascherando al meglio l'ennesima pugnalata al cuore.
"E' impossibile. Come diavolo fa a sapere? Persino la nostra famiglia è all'oscuro di tutto."
"Non lo so, ma ho intenzione di scoprirlo."
A fatica riesce a sollevarsi, mentre la paura di poterlo vedere nuovamente ridotto in questo stato mi pervade.
"No Rudi, ti prego, lascia perdere."
"E perchè mai?"
"Non voglio, per favore. Se Umberto sa, allora metteremo fine al nostro patto. Ma stai fuori da questa storia."
Lo vedo avanzare di qualche passo, con aria minacciosa, mentre quasi senza accorgermene mi ritrovo ad indietreggiare, finendo con le spalle al muro.
"Mettiamo bene in chiaro alcune cose, Sardina: non me ne frega un cazzo di ciò che tu vuoi. Solo perchè mi scaldi il letto, non significa che tu possa dirmi cosa fare o come comportarmi. Preoccupati di farti trovare domani, all'una, sotto alle mie coperte, al resto penso io. Sono stato chiaro?"
Stringo le labbra con forza, serrando i pugni. Non voglio dargli la soddisfazione di fargli capire quanto in realtà mi faccia male sentirmi trattare alla stregua di una puttana. La sua puttana. Sostengo il suo sguardo, annuendo con decisione.
"Bene. Allora a domani."
Si volta, uscendo dalla stanza, mentre io mi lascio andare ad un pianto liberatorio, scivolando sul pavimento freddo.
La sua puttana. Nient'altro che questo.
 
E' tutta la mattina che me ne sto chiusa in stanza. Non sono scesa nemmeno per la colazione. Non voglio vedere nessuno, ho solo bisogno di sgombrare la mente.
Veleno che scorre nelle vene. E non c'è un antidoto.
Innamorarsi per poi cadere, cadere per non rialzarsi. Da piccola sognavo che il principe azzurro mi avrebbe salvata e condotta in un posto migliore, lontano dalla realtà. Ma, da piccola, era tutto più facile, il mio principe era tutto ciò che Rudi non sarà mai. Il mio principe mi proteggeva, amava vedermi sorridere.
Dov'è finita l'Alice Cudicini che sognava? Dove sono i tuoi sogni, Alice? Vuoi permettergli di portarti via quel poco che è rimasto di te? L'ultimo frammento di sogno rimasto.
No, non lo vuoi.
Mi alzo di scatto. Adesso so cosa devo fare. Voglio tornare a vivere, finalmente voglio essere libera. Tu non sei niente, Rudi, l'hai detto tu; una scopata. Ma io voglio di più, voglio qualcuno che mi stia accanto e che sappia rendermi felice. La mia esistenza non ruota intorno a te, non deve per forza essere cosi.
Scendo dal letto, dirigendomi in cucina. Da oggi, Alice Cudicini torna a vivere.
 
Mi piazzo davanti ai fornelli sghignazzando, mentre l'intera famiglia mi guarda come se fossi un alieno venuto da chissà quale strambo pianeta.
Marco ed Eva si scambiano un'occhiata confusa, mamma chiede spiegazioni a Giulio, il quale risponde con un'alzata di spalle molto "Cesaroni", mentre Mimmo si diverte a vedermi sorridere e Rudi mi studia attentamente. Il suo sguardo non abbandona la mia figura nemmeno per un istante. Finisco di cuocere le frittelle, poi dirigo il passo verso la tavola, sedendomi subito dopo.
Inforco il primo boccone, ma subito fermo la forchetta a mezz'aria, spostando lo sguardo da Eva a Marco e viceversa.
"Beh?"
"Ehm, tutto bene, Ali?"
Mi porto il pezzo di frittella in bocca, gustandolo lentamente.
"Benissimo direi, perchè?"
"Sembri euforica, è successo qualcosa?"
All'improvviso il ricordo del messaggio che Max mi aveva mandato qualche giorno fa mi balena nella mente. Ho trovato il diversivo.
Lui era un mio compagno alle medie, avevamo perso i contatti, ma grazie a Jolanda adesso ha il mio numero. Non scorderò mai la scenata che feci alla mia amica quando seppi ciò che aveva architettato alle mie spalle, ma adesso non posso fare a meno di ringraziarla!
"Oggi mi vedo con una persona."
Una forchetta sbatte sul pavimento, mentre gli sguardi della famiglia puntano su Rudi.
"Scusate, mi è scivolata"
Le mie labbra si curvano leggermente all'insù, mentre mi sforzo di mascherare il sorrisetto compiaciuto più irritante del mio repertorio.
"Allora?"
Sposto nuovamente l'attenzione su mia sorella, che sembra ignorare apertamente la reazione di Rudi.
"Beh ecco, ricordi Max?"
"Certo che sì! Era cosi carino!"
"Già"
Annuisco convinta, poi porto lo sguardo all'orologio, soffocando un'imprecazione; sono già in ritardo! 
Una volta in cucina gli avevo chiesto se potevamo vederci e nel giro di pochi secondi, il display del mio cellulare segnava già l'arrivo di un messaggio. Ovviamente aveva accettato.
Appuntamento alle 11 in piazzetta. Manca venti, se non mi sbrigo arriverò tardi.. come al solito! Agguanto una brioche al volo, poi mi alzo dalla sedia, addentandone un pezzetto.
"Scusate, ma sono in ritardo, salgo a lavarmi i denti, a stasera!"
"Divertiti, tesoro."
Do un bacio veloce a mamma e Giulio, mentre Eva mi fa un occhiolino eloquente, al quale rispondo con un sorriso.
Non è concepibile che io non riesca a trovare il mio spazzolino da denti, scherziamo? E' sempre stato qui.
"Cerchi questo?"
Mi alzo di scatto dallo spavento, portandomi una mano al cuore e soffocando un insulto poco carino. Rudi se ne sta sulla porta del bagno, sventolando l'oggetto in questione, con un'aria decisamente poco amichevole.
"Sì, grazie."
Cerco di afferrarlo, ma lui prontamente lo sposta di lato, ignorando le mie imprecazioni.
"Oggi non ho voglia di giocare. Se permetti ho da fare."
"Ma è appunto per questo che sono qui."
"Non so a cosa ti riferisci."
"Non farmi incazzare più del dovuto, non ti conviene."
Sbuffo rassegnata, levando le mani al cielo in segno di esasperazione.
"Si può sapere cosa vuoi, Rudi?"
Si stacca dalla parete, avanzando verso di me. Non mi sposto di un millimetro.
"Chi è Max?"
Abbozzo un sorriso divertito, tutto questo è assurdo. Noi scopiamo e basta, lui non deve interessarsi di ciò che faccio nel tempo libero.
"Non credo siano cazzi tuoi, quindi, se permetti..."
Con uno salto deciso, riesco ad afferrare lo spazzolino, poi ignorandolo apertamente mi piazzo davanti al lavandino, svitando il tappo del dentifricio. Non lo sento avvicinarsi, finchè non sollevo lo sguardo, notando il riflesso nello specchio. Se ne sta dietro di me e mi fissa con attenzione.
"Ti ripeto la domanda, chi è Max?"
"E io ti ripeto la risposta, Cesaroni: non sono cazzi tuoi. Adesso sparisci."
Fa aderire perfettamente i nostri corpi, mentre io soffoco un gemito di piacere. Maledetto. Avvicina la bocca al mio orecchio, provocandomi svariati brividi che mi impongo di ignorare.
"Cerca di prestare la massima attenzione a ciò che ti dico Sardina, perchè non lo ripeterò una seconda volta: tu sei mia."
Reprimo a fatica la voglia di piangere. Con che coraggio può dirmi una cosa del genere? Io non sono il suo giocattolo, non sono un oggetto da mettere in mostra e sopratutto non appartengo a lui. Mi volto di scatto, affrontandolo apertamente.
"Vaffanculo, Rudi. Io non sono tua, non lo sono mai stata e mai lo sarò. Tieniti pure il tuo fottuto patto e sparisci dalla mia vita."
Non gli lascio il tempo di ribattere; esco dal bagno, sbattendomi la porta alle spalle, agguanto la borsa e a passo spedito mi dirigo verso il vialetto.
Destinazione: piazzetta.
 
Il pomeriggio è passato in fretta, ma devo dire di essermi divertita abbastanza. Max è un ragazzo fantastico; dolce, premuroso, simpatico, gentile e sempre disponibile. L'esatto opposto di Rudi.
Con lui riesco a parlare di qualsiasi cosa, senza dovermi mai sentire a disagio. Seduti su una panchina del parco, abbiamo parlato del periodo scolastico. In terza media sembrava tutto più facile, ma alla fine anche noi siamo cresciuti.
Ha insistito per accompagnarmi fino al cancelletto di casa, dove ci siamo salutati con un bacio a stampo, in segno di amicizia.
A cena, questa sera, non volava una mosca. Giulio era incazzato per colpa di Ezio, che ne doveva aver combinata un'altra delle sue, Eva e Marco mangiavano fuori, mentre Rudi continuava a fissarmi, senza dar segno di voler smettere.
Io invece mi ero alzata dalla tavola, scusandomi per il mio scarso appetito e dirigendomi a passi spediti verso la stanza da letto. Avevo bisogno di stare sola.
 
Ed eccomi qui. Mezzanotte e mezza, non ho sonno, vorrei solo riuscire a capire perchè!
Ho passato una bella giornata con Max, ma nella mia mente c'è sempre e solo Lui. Dannazione. Passo velocemente una mano sulla fronte, imponendomi una calma che al momento non possiedo, se continuo così finirò per impazzire. Un rumore mi fa sobbalzare, la porta della stanza è aperta, ma non vedo nessuno sull'uscio. Forse è stato il vento; controvoglia mi alzo avvicinandomi all'entrata e una volta chiusa, faccio per tornare sui miei passi, ma non riesco nemmeno a muovermi, che un braccio mi si para davanti, sbarrandomi la strada. Il mio cuore accelera un battito mentre comincio a sudare freddo. No, non stasera.
"Ti sei divertita con il tuo amichetto?"
Gli lancio un'occhiata veloce, poi mi sposto di lato, continuando la mia avanzata verso il letto e lasciandolo al centro della stanza, da solo.
"Ho sonno, stasera non sono in vena."
"Non me ne frega un cazzo, Cudicini."
Si avvicina lentamente, fino a raggiungermi, spogliandosi e infilandosi sotto alle coperte. Mi sposto immediatamente, come se bruciasse.
"Sei impazzito per caso? Vattene subito! Se ci dovessero trovare cosi, siamo nella merda fino al collo."
Sposto lo sguardo fino ad incrociare i suoi occhi. Tutto questo non sembra importargli. A lui non interessa se dovessero scoprirci, in effetti a lui non interessa nulla, nemmeno la piega che ha preso la nostra situazione. Inizia a baciarmi il collo, mentre io provo a spostarmi ulteriormente, per evitare di cascarci ancora e sempre di più, fino a perdere completamente la ragione. E' l'effetto che mi fa, è ciò che voglio impedire.
"No, Rudi."
Il suo braccio si sposta velocemente, risalendo piano sui miei fianchi e io mi sento morire.
"Rudi, ho detto no!"
"Fermami."
Reprimo le lacrime al solo pensiero che è effettivamente l'ultima cosa che vorrei fare. Perchè gli permetto di trattarmi così? Perchè lo ami, Alice. A fatica zittisco la mia coscienza, provando in tutti i modi di sfuggire alle sue attenzioni. Se continua così è finita.
"Ci sto provando! Cazzo, Rudi, piantala!"
Sghignazza divertito e spostandosi velocemente, si porta sopra di me, facendo leva con le gambe e intrappolandomi sotto al suo corpo. Arrossisco leggermente.
"Alice, guardami."
Sposto lo sguardo di lato stizzita.
"Non me lo sogno neanche!"
Lo sento abbassarsi per sussurrarmi all'orecchio, mentre il mio cuore inizia a battere furiosamente contro la cassa toracica.
"Fai l'amore con me, stanotte?"
Sbarro gli occhi incredula, voltandomi a fissarlo.
"C-come?"
"Ho bisogno di te."
Una lacrima solitaria mi riga la guancia. Ma cosa sta dicendo? E' impazzito? Questo non è il Rudi che conosco. No, Alice, non va bene, ti stai facendo abbindolare.
"Falla finita, Cesaroni. Non è affatto divertente. Puoi tornare a dormire, perchè stasera non ho affatto voglia di soddisfare i tuoi bassi istinti."
Stringe la presa sul lenzuolo, fissandomi con decisione.
"Il tuo corpo dice il contrario."
"Se mi stuzzichi reagisco, non sono fatta di legno!"
"Comunque ero serio, prima."
Lo guardo attentamente, sembra strano, ma non c'è traccia di menzogna nei suoi occhi.
"Perchè mi fai questo? Cosa vuoi da me Rudi? Non ti sei preso già abbastanza? Non ho più nulla da darti. Vattene, per favore."
"Non ho intenzione di lasciare questa stanza, finchè non farai l'amore con me"
Lacrime salate cadono sul cuscino, mentre la rabbia cresce e io non voglio placarla. Questa volta no, non voglio fingere. Sono arrabbiata, delusa, stanca, innamorata.
Mi sono sempre chiesta se fosse possibile amare e odiare contemporaneamente la stessa persona. Ma ora non ho alcun dubbio, lo sto provando sulla mia pelle e fa dannatamente male.
"E' questo ciò che vuoi? D'accordo."
Con la forza della disperazione mi avvento sulle sue labbra, succhiandole avidamente, senza quasi lasciargli nemmeno il tempo di respirare. Le mie mani vagano sul suo corpo, alla ricerca dei boxer che, una volta trovati, lascio cadere velocemente sul pavimento. Sto per dedicarmi alla sua erezione, quando due mani mi bloccano all'istante.
"Alice, no."
Sollevo lo sguardo, aggrottando le sopracciglia confusa.
"Soffri di doppia personalità per caso? Sei stato tu a dirmi di..."
Le sue labbra si aprono in un leggero sorriso. Disarmante, ecco l'aggettivo giusto. E' disarmante il modo in cui riesce a farmi sentire il vederlo sorridere in quel modo. Mi sento così stupida. Prigioniera di un sentimento che non riesco ad ignorare.
"Hai già dimenticato le mie parole? Ho detto amore."
Vuole davvero fare l'amore con me, non stava affatto scherzando. Il cuore batte all'impazzata e una goccia d'acqua salata mi solca la guancia, venendo prontamente asciugata dal suo pollice.
"Rudi, cosa è cambiato? Perchè vuoi...? Io non sono sicura di riuscire a farlo."
"Non dire cazzate, Cudicini. Sappiamo entrambi quali sono le sue potenzialità."
Gli lancio un'occhiataccia, mentre lui scoppia a ridere divertito.
"Fanculizzati."
"Avanti, stavo solo scherzando. Solo per questa notte, ti chiedo di amarmi Alice, per favore."
Strattono la sua presa. Sono agitata, non riesco a calmarmi. Perchè? Perchè adesso fa così? Non riesco a gestirla questa situazione, mi spaventa. Quando mi tratta come se fossi la sua puttana, mi lacera l'anima, ma sono consapevole del fatto che determinate cose non potranno mai cambiare. E ormai ci sono abituata, ma ora?
"Perchè io?"
"Non capisco a cosa ti..."
"Invece hai capito benissimo, Rudi. Perchè lo stai chiedendo a me?! C'è una fila di ragazze che sarebbero disposte a soddisfarti. Io sono nella lista, lo sai. Sono la tua valvola di sfogo, e mantengo fede al patto. Ti soddisfo ogni qual volta me lo chiedi, senza dire "A". Ma non questo, non puoi chiedermelo, non posso."
Amarlo stanotte, significherebbe ammettere quanto in realtà io non abbia mai smesso di farlo.
Il veleno è entrato in circolo e io non posso liberarmene.
"Non ti sto chiedendo di essere la mia puttana. Te lo giuro, stanotte sarà diverso, per favore."
"Vuoi davvero fare l'amore con me, Rudi?"
Annuisce convinto.
"Fidati di me."
Piano inizia a spogliarmi, facendo vagare le mani sul mio corpo. Rabbrividisco a contatto con la sua pelle, ma non appena si avvicina per baciarmi il collo, sospiro di piacere e presto tutte le paranoie spariscono dalla mia mente.
Non c'è spazio per le parole, mi lascio guidare verso il materasso, posando delicatamente la testa sul cuscino. Per la prima volta mi guarda negli occhi, entrando in me lentamente, quasi avesse paura di farmi male. Un leggero rossore alle gote lo fa sorridere e allungare una mano sulla mia fronte, per spostarmi una ciocca di capelli.
"Sei bellissima, lo sai?"
La sua voce roca e annebbiata dal piacere, mi fa sollevare lo sguardo, per incrociare due iridi nocciola, scure di passione. Siamo una cosa sola, assecondo i suoi movimenti senza vergogna, mentre gemiti di piacere invadono la stanza. Ci siamo solo noi adesso, chiusi a chiave nel nostro mondo che nessuno riesce a raggiungere.
"Ti amo."
Il cuore batte talmente forte da farmi male. Ci sarà tempo domani per le parole, mentre un pensiero si fa largo nella mia mente; sei il mio veleno, Rudi.


 
END.
  
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