Fanfic su attori > Orlando Bloom
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Autore: BlackPearl    24/02/2009    13 recensioni
[...] Durante il tragitto mi impongo di restare calma; keep calm, relax and breathe, non sarà niente di che, una stretta di mano e via. Forza.
< E' nervosa, Pen? Non muoia, quando lo incontrerà, mi raccomando.>
< Mh.>
< Suvvia, non è niente di che. Si tratterà di stargli premuta addosso, sussurrando parole al suo orecchio, seguendolo ovunque per..>
< Jon, la prego. E' già abbastanza difficile così.> [...]

Perchè essere l'interprete di Orlando Bloom non capita tutti i giorni.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Curriculum Vitae
Capitolo due





Ovviamente le calze dovevano sfilarsi cinque minuti prima dell'appuntamento. Bene. Cominciamo bene.
Le cambio al volo - avevo previsto qualche inconveniente e ne avevo già pronte un paio di riserva - e metto la camicetta, dopo aver controllato nuovamente il trucco. La lascio aperta di qualche bottone, e mi guardo allo specchio. L'unica cosa bella del seno piatto (o quasi) è il poter permettersi scollature vertiginose senza risultare volgari.

Ok. Dovrei essere pronta.
Cinque meno cinque.
Oddio, il panico.
E se non gli piaccio? Se non gli vado bene? Se sono troppo alta? O troppo bassa.. oddio.
Non ho nemmeno il tempo di farmi una camomilla, accidenti.
Cazzo. Il citofono.

~

< Pen, è splendida! Farà un'ottima figura> Jon mi stringe la mano investendomi con la solita puzza di sigaretta.
< Grazie.> Si, in effetti sto più o meno bene. Non me l'aspettavo. Credevo di somigliare a un tricheco in depressione, e invece pare di no.
Durante il tragitto mi impongo di restare calma; keep calm, relax and breathe, non sarà niente di che, una stretta di mano e via. Forza.
Devo pensare ad altro.
Altro.
Eddai, altro!
Ohhh! Ma dai! Io, la regina delle mille e una seghe mentali al minuto non riesce a staccare il cervello e pensare a una qualche scemenza di turno?
C'è gente che lo fa d'abitudine.
< E' nervosa, Pen? Non muoia, quando lo incontrerà, mi raccomando.>
< Mh.>
< Suvvia, non è niente di che. Si tratterà di stargli premuta addosso, sussurrando parole al suo orecchio, seguendolo ovunque per..>
< Jon, la prego. E' già abbastanza difficile così.>
Lui mi ignora deliberatamente. < ...dicevo, per tre settimane o quattro. Le faremo sapere. E diamoci del tu.>
Sbatto le palpebre più volte: tre o quattro settimane? Oh Signore. No, e chi..? Io no.
< Jon? Hai un tranquillante per cavalli per caso?>
Lui ride, la sua risata roca rimbomba nell'abitacolo, seguita subito da una serie di frasi mirate tipo training autogeno: ce la fai, andrà tutto bene, gli piacerai immediatamente, lavorerete splendidamente, eccetera eccetera.
Come se bastasse a calmarmi.
Come se il cuore non potesse uscirmi dal petto da un momento all'altro.
Tipo ora.
L'auto si è fermata, e l'autista è venuto ad aprirmi la portiera.
Ok, le gambe, Penny. Prima una e poi l'altra. Non è difficile.
Ne metto una giù, con un incredibile sforzo - credevo di aver perso completamente il controllo degli arti, e invece no! Ciò è davvero confortante - e dopo una manciata di secondi riesco a metter giù anche l'altra e darmi una spinta.
Bene.
Vedo la porta enorme del ristorante nel quale avverrà l'incontro e il mio martellante cuore perde un altro paio di battiti. Sento lo stomaco stretto in una morsa d'acciaio; era da tanto che non mi sentivo così impaurita, che cavolo succede? E' un essere umano, nè più nè meno di me, oh. Ha solo un viso d'angelo e due occhi profondi e capaci di incatenarti fino a farti mancare il respiro, ma sono dettagli. 
Breathe in, breathe out.
Un portiere grosso come un armadio ci apre la grande porta, e nel vetro vedo riflesso un viso quasi terrorizzato, il mio.
Sento il respiro di Jon tranquillo e regolare scompigliarmi appena i capelli, e decido di seguire il suo ritmo: inspirare lentamente e a fondo, ed espirare dopo tre secondi e mezzo.
Questo pare calmarmi un po', ma ogni tentativo è vano quando Jon richiama la mia attenzione schiarendosi la gola e mi indica con un cenno del capo un tavolo in fondo alla sala, dove sono seduti un uomo e una donna.
L'Uomo e una donna, precisamente.
I piedi mi si inchiodano a terra, e dopo circa tre passi Jon sembra accorgersi della mia mancata presenza.
Si volta e mi guarda esasperato, serrando le labbra. Quasi mi aspetto che mi faccia segno col dito puntato di raggiungerlo all'istante, come si fa coi cani. Ho la brutta sensazione che potrebbe farlo, perciò mi costringo ad avvicinarmi a lui. Lentamente.
< Senti, Pen..>
< No, d'accordo, hai ragione. Scusa. Sono un'idiota.> Prevengo ogni possibile ramanzina o, peggio ancora, allusione al mio licenziamento, e raddrizzo testa e spalle, mentre cerco di non pensare alle decolletè che mi stanno sfasciando i piedi. Come se fossero loro il mio problema, poi. 
Accelero il passo, e decido che forse è meglio che mi stampi un sorriso - pur terrorizzato che sia - in faccia, per fare una buona o quantomeno decente impressione.
La vedo dura.
Orlando alza lo sguardo e ci vede; la donna al suo fianco, che riconosco come Robin Baum, fa lo stesso.
Robin Baum. Baum. Che sia parente di Jon? Sì, in effetti si somigliano un po'.. chissà quale parentela li lega..
< Salve, Orlando! E' un piacere rivederti!> La voce profonda di Jon interrompe le mie congetture relative a lui e Robin, e mi fa realizzare giusto in tempo di essere a poco più di trenta centimetri da lui.
I due si scambiano qualche battuta veloce, alle quali non posso fare a meno di ridere anch'io. Vedere Orlando ridere è davvero una cosa spettacolare e contagiosa, e ben presto mi rendo conto che quella sottospecie di ghigno finto e tirato che avevo ha lasciato il posto a un vero sorriso, caldo e genuino.
Quando lo sguardo di Orlando incontra il mio, non desidero altro che sciogliermi in quegli occhi, ma devo essere responsabile e professionale, per cui prendo l'iniziativa e gli offro la mano. < Buongiorno, Mr Bloom, è un piacere conoscerla.>
Lui afferra la mia mano - che a contatto con la sua è gelida - e la stringe, ricambiando il saluto.
< Dammi pure del tu...> Lascia la frase in sospeso, evidentemente non sa ancora il mio nome.
< Penny. Cioè, Penelope.>
< Sono davvero lieto di conoscerti, Penelope.> Sento che sto per morire nel preciso istante in cui pronuncia il mio nome, con la mano che stringe ancora la mia - ah, che dolce tepore -, e gli occhi che osservano per bene la mia figura.
Oh, accidenti. Odio arrossire. Cosa penserà, adesso? Che sono peggio di una stupida ragazzina che arrossisce perfino per un semplice sguardo, anche se un po' audace.
Mi sto facendo più pippe mentali del solito, cavolo.
Orlando mi sorride ancora, così come Robin, e mi invita a sedermi.
< Allora, Orlando. Hai visto che bella interprete che ti ho portato?> Jon sorride malizioso, e mi da un colpetto sulla spalla.
Certo che ha visto, mi ha vista fin troppo bene, devo dire.
< Sì, è adorabile. Complimenti, Jon.>
< Sempre roba di ottima qualità, lo sai.> Ghigna lui.
Parlano come se fossi una bottiglia di vino o, peggio ancora, una dose di eroina. E che caspita.
< Speriamo che questa resista quanto deve, almeno> I due si fanno una risatina, mentre io li osservo terrorizzata.
E queste frasi equivoche? Da dove escono fuori? Ora non sembro più una bottiglia di vino. Peggio.
< Devi sapere, Pen, che le precedenti interpreti di Orlando si sono licenziate prima del tempo. Troppo irresistibile, questo giovanotto.>
< O troppo insopportabile..> Lo corregge Orlando, passandosi una mano tra i capelli disordinati.
Rido nervosa, e un po' preoccupata. < Ah, bene.> Mormoro, sbattendo le palpebre. < Spero di, ehm.. resistere. In tutti i sensi.>
Jon mi guarda di sottecchi e cincischia qualcosa tipo: < Vedremo se Orlando riuscirà a fare lo stesso>
Non ho capito molto perchè ero troppo occupata a cercare di non arrossire sotto lo sguardo indagatore di Blanchard.
Oh, no, pessima, pessima idea pensare al suo nome. Ora scoppio a ridergli in faccia. Tossisco, cercando di camuffare gli sbuffi che insistono prepotentemente per tramutarsi in una risata isterica.
Alle parole di Jon, comunque, Orlando alza un sopracciglio e un sorriso equivoco gli increspa le labbra.
*Ehm ehm, qualcuno mi spieghi cosa significa quel ghigno*
Tossisco di nuovo quando mi accorgo che il cuore non vuole saperne di riprendere a battere regolarmente, e riprovo a fare quella cosa col respiro, seguendo quello di Jon.
Funziona, okay.
< Bene, Pen. Allora, stammi a sentire. Quì c'è la tua agenda, con tutti gli appuntamenti in cui dovrai essere presente; il primo dovrebbe essere tra una settimana, o poco più. Vorrei proporre una cosa, a tutti e due. Credo che dovreste uscire insieme una volta o due: non può che farvi bene. Voglio dire, è evidente che le precedenti interpreti non avevano nessun tipo di legame con Orlando, quindi magari non conoscevano certe sue abitudini, non capivano certi bisogni, non erano proprio abituate ad averlo accanto, per cui posso anche capire la.. voglia irrefrenabile di saltargli addosso alla prima occasione di "intimità"> A queste parole sia lui che Orlando si scambiano uno sguardo amareggiato e allo stesso tempo imbarazzato. < Dicevo, quindi, che potrebbe essere una cosa positiva, il passare un po' di tempo insieme, sempre nei limiti, ovviamente. Potrebbe anche servire, Penny, a organizzarti mentalmente per le traduzioni, capire qual è il ritmo da seguire, la velocità con cui parlare eccetera... che ne dite?>
< Io sono d'accordo.> Dichiara Orlando, serio. Poi mi guarda, come per chiedere il mio parere.
Come potrei non acconsentire, scusate?
< Certo, d'accordo.> Annuisco, ancora un po' imbambolata. Che sarà successo, con le altre? Oddio, non voglio credere che gli siano davvero saltate addosso. Però, da quello che ha detto Jon... potrebbe essere.
Immagino me e Orlando a tre centimetri di distanza l'uno dall'altra, il suo profumo nelle narici, le labbra che gli sfiorano l'orecchio... ah! Basta.
Okay, forse ha ragione Jon. Devo abituarmi alla sua presenza.
< Allora, Penny. Quando usciamo?> Orlando comincia a proporre i giorni e a consultare il suo blackberry, suggerendomi posti dove andare e cose da fare.
Parliamo per circa sei minuti, poi Robin si alza e ricorda a Orlando che ha un appuntamento con un regista di cui non ho capito bene il nome.
< Beh, Orlando.. a presto.> Sorrido e arrossisco, al solito.
< Ti chiamo io allora, see you!> Mi stringe la mano e mi fa l'occhiolino.
Mi lascio cadere sulla sedia, e cerco di assorbire e inquadrare gli ultimi avvenimenti.
Guardo l'orologio: sono le sei.
Devo chiamare Veronica.

~

< E così dovete uscire assieme per farti abituare alla sua presenza.>
< Già. Che grande stronzata. Come se potessi riuscirci, a ignorarlo. E non solo perchè è un attore eccetera eccetera, nè perchè è un figo irresistibile, ma proprio perchè è Orlando.>
< Infatti. Impossibile. Oh, Pen, però mentre parli fammi il piacere di camminare, anche. Dobbiamo muoverci, tra un po' devo rientrare e il tuo guardaroba continua a piangere!>
< Ti faccio presente, Very, che sono più carica di una bestia da soma. E avrò speso una cifra illeggibile, e ti ricordo che siamo da Harrods, non al mercatino, per cui..>
< Penelope Cabey. Orlando potrà pure andare in giro vestito come un clown del circo di Moira Orfei, ma tu sarai impeccabile accanto a lui, mi hai capito bene?>
Una cosa che ho sempre odiato di Veronica è la sua superficialità.
< E poi, coi vestiti che hai comprato, non potrà non cadere ai tuoi piedi e lasciar perdere quella sogliola impanata!> 
E anche la sua ossessione a voler far cadere gli uomini ai miei piedi. 
< Quand'è l'appuntamento hai detto?>
< Non lo so, ti ho detto che deve chiamarmi.>
< Ah, già. Non è che hai cambiato idea riguardo al suo numero?> Si volta verso di me facendomi gli occhi dolci.
< No, Veronica. Se lo vuoi glielo chiedi di persona.>
< Che tradotto per i comuni mortali sarebbe: mai. Umpf. Antipatica. Che razza di migliore amica.>
< Vieni con noi allora, quando usciamo.>
< Cosa? Dici sul serio?!> Mi scruta nel tentativo - inutile - di cogliere una qualche traccia di ironia nella mia voce e nel mio sorriso.
< Sì, dico sul serio. Non dico proprio tutta la serata, ma magari un'oretta e poi te ne vai> Sorrido a trentadue denti, sperando che non se la prenda.
< Ovvio che me ne vado, mica posso fare la candela> Ribatte, fintamente indignata.
Il mio sospiro di sollievo viene interrotto dalle note di Your Call dei Secondhand Serenade, provenienti dal mio cellulare. Perdo circa sei o sette battiti, ricordando che avevo abbinato questa suoneria al numero di Orlando.
Quando scorgo il display, infatti, a lampeggiare ininterrottamente è proprio il suo nome.
My gosh, se realizzo davvero cosa sta succedendo credo che potrei mettermi a piangere dalla gioia. Ma non è il caso, quindi meglio restare in questa sorta di trance.
Mi faccio coraggio e pigio il tasto verde.
< P-pronto?>
< Hey Penny, sono io, Orlando> Per quanto possibile, la sua voce, al telefono, è ancora più sexy.
< Ah, ciao, Orlando!> Che idiota che sono. Sa che ho il suo numero, che cacchio mi meraviglio a fare?
< Tutto bene?>
< Una meraviglia> Farfuglio arrossendo.
Ridacchia. < Senti, ti chiamo per confermare l'uscita di domani sera> Domani? Domani?! Il cuore si ferma per un istante, poi riprende a martellarmi nel petto.
< Ah, si> Sussurro, in un filo di voce. Spero abbia sentito.
Cerco di deglutire ma proprio non ci riesco.
< Se dopo mi scrivi l'indirizzo di casa tua ti passo a prendere io verso le sette, ti va bene?>
< Bene, si.> Non credo di riuscire a pronunciare una frase di senso compiuto di più di due parole.
< D'accordo.. allora a domani!>
< A domani>
Resto ad ascoltare il silenzio col cellulare ancora attaccato all'orecchio per una manciata di secondi, fino a quando Veronica decide di sommergermi di domande e sono costretta a rispondere per farla stare zitta.
< Quando? Come? Dove?>
< Domani alle otto. Mi passa a prendere lui. Non ricordo dove andiamo.>
Ho le mani talmente fredde e tremanti che scrivere l'sms è praticamente impossibile. Ci metto tre minuti - vergogna! - per scrivere l'indirizzo e un bye, e altri tre minuti per riprendermi dai crampi alle dita. Somatizzo troppo, dannazione.
Roba che quando lo vedo domani mi trova imbalsamata, altroché.
Mi risponde veloce con un grazie mille, a presto!
 , che, per quanto striminzito e assolutamente anonimo, mi fa sciogliere completamente.



~°~°~

Grazie mille per la stupenda accoglienza *-*
Grazie a coloro che hanno già la storia nei preferiti, a coloro che hanno letto e hanno gradito (e anche a chi ha letto e stava per vomitare) e alle sei stelle che hanno recensito:

La mogliah: Quanto mi conosci bene XD Sicura che ti piace davvero? Sicura sicura? Uhm.. fingerò di crederci. Ah, visto che tu sai già tutto (o quasi) non spoilerare, eh! Mi raccomando, shhhh. T'amo moglie <3
Kiki: Penny ha le palle, sisì. Cioè, non fraintendetemi. E' femmina, eh. Huahauah XD Grazie per i complimenti tesoro, spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Baci!
LadyElizabeth: Che piacere trovare una tua recensione *__* Sì, davvero, che fortuna sfacciata. Sono invidiosa del mio stesso personaggio, è normale? xD Eh sì, la battuta su Miranda (non me ne voglia il criceto) ci voleva. Porella però. Come sono diabolica, l'ho fatta proprio bastarda in questa fic. Poi vedrete, huahauahau. T'è piaciuta l'entrata in scena del Capitano? (Si, beh, niente di che. Ho fatto di meglio xD) Un abbraccio forte forte, e grazie ancora della recensione!
Princesseelisil: La recensione mi ha commossa un po' (sì, di solito sono sempre molto patetica, non farci caso). E' bello sapere che questo primo capitolo ti è piaciuto così tanto da stravolgere le tue abitudini.. grazie, davvero. Spero che anche il secondo non ti abbia deluso! Un abbraccio, Sara.
Stellysisley: Ma infatti, alla faccia delle professoresse di italiano e degli ingegneri aerospaziali! Lei ha studiato lingue e ora è l'interprete di Orlando. *segue una linguaccia soddisfatta* XD Grazie anche a te, spero continuerai a seguirmi! 
Chiù: ç__ç Io mi commuovo sempre quando mi recensisci, è possibile? Che onore *-* Sono davvero contentissima che ti piaccia, davvero davvero. E beh, Pen non è espressamente ispirata a Cee, anche perchè Cee è molto peggio xD (love you wife (L)), ma si può dire che le assomiglia, sì. E' il tipo di donna che mi ispira (non pensate male ù_ù) e che, forse, vorrei essere io. E comunque Cee sarà presente in carne ed ossa nella fic, dopo. E anche tu, mia caVa. (Ops, non dovevo dirlo. Fava.) *fa finta di niente e si ritira fischiettando* Ti voglio bene Chiù! Un bacione enorme!

Bon, mi congedo.
Vi adoro, sappiatelo.
A presto,
Sarè.
   
 
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