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Autore: Virtual Deliverance    08/11/2015    0 recensioni
Marty McFly aveva passato trent'anni della sua vita ad aspettare il 21 ottobre 2015. Quando quel giorno arrivò, e il mondo era completamente diverso da ciò che aveva visto, Marty sprofondò nella pazzia.
Genere: Dark, Drammatico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Marty aveva insistito per incontrare Doc di persona, così Jennifer lo accompagnò al suo laboratorio.
Jennifer suonò il campanello. Pochi secondi dopo, la porta si aprì e Doc li invitò a entrare.

Il tempo aveva lasciato il segno su Emmett Brown. Il suo viso era diventato più smunto, il suo corpo era diventato più debole, e anche il suo modo di parlare non era così energico come era in passato.
Il suo laboratorio era, se possibile, ancora più disordinato del solito, con materiale scientifico e tecnico sparso dappertutto. Di fronte alla grande porta scorrevole c'era la Delorean convertita in macchina del tempo. Questa particolare versione non aveva il Mister Fusion installato, invece possedeva il tappo giallo del reattore al plutonio.

"Per favore, siediti" disse Doc. "Marty, al telefono mi sembravi sconvolto. Che cosa c'è che non va?"
Marty rimase in piedi. "C'è tutto che non va!" esclamò. "La realtà è sbagliata!"
Il viso di Doc fece un leggero scatto, come se si aspettasse qualcosa.

"Da quel giorno che mi hai portato nel futuro, ho atteso l'avvenire con speranza", continuò Marty. "Sapere cosa sarebbe successo in futuro mi aveva dato fiducia. Sapevo che io e Jennifer ci saremmo sposati. Sapevo che avremmo avuto due figli, Marlene e Marty Junior. Sapevo che sarei stato ancora in buona salute. Sapevo che i miei genitori sarebbero stati ancora vivi e vegeti, e sarebbero invecchiati con eleganza. Sapevo che avrei visto un mondo in cui l'energia è gratuita e pulita, dove tutti possono andare dappertutto da soli, con le loro macchine volanti. Sapevo che oggi i Cubs avrebbero sconfitto i Miami Gators, e avrebbero vinto la World Series! Ho anche piazzato delle scommesse su quel risultato, perché non è una cosa che si dimentica!"

Doc lo interruppe: "Marty, lo sai che nessuno dovrebbe sapere troppo sul proprio futuro..."

Marty continuò la sua filippica. "E non credere che abbia mai smesso di sperare! No! Ho sempre sperato! Per tutto questo tempo, ho preso le mie decisioni basandomi su quello scorcio di futuro che ho visto, nel tentativo di renderlo reale! Ho sposato Jennifer perché è quello che ho visto! Ho comprato quella casa a Hilldale perché è quello che ho visto!"

"Allora qual'è il problema?" chiese Doc.

"Niente di quello che ho visto si è verificato, ecco il problema!" esclamò Marty. "Tutta la mia speranza è stata vana! Ho contratto il morbo di Parkinson nel 1989! Avevo solo ventun anni, per l'amor di Dio, e ho perso la capacità di suonare la chitarra o andare sullo skateboard! Quando ho capito che non sarei mai stato un musicista perché i miei tremori potevano solo peggiorare, ho addirittura preso un dottorato di ricerca in fisica, perché volevo rendere reale quel futuro, ma l'unico lavoro che ho trovato è stato insegnare al liceo! E non è finita qui! Mio padre è morto di cancro nel 2002! Mia madre è morta di Alzheimer nel 2014! Non c'è stata alcuna rivoluzione energetica, niente Mister Fusion, dobbiamo ancora dipendere dagli idrocarburi! Dove sono i giubbotti autoregolanti, i volopattini, le macchine volanti? Perché io e Jennifer non abbiamo figli? Perché sono ancora malato? Che cosa è successo alla linea temporale?"

"Il futuro non è ancora stato scritto. Quello di nessuno." rispose Doc.

"No. Non rifilarmi quelle stronzate filosofiche, Doc! Sei un fisico, e lo sono anch'io, perché tu mi hai ispirato a diventarlo!" ruggì Marty, ora folle di rabbia. "Dammi una risposta da fisico! Dammi delle equazioni! Dimmi esattamente quando e come la linea temporale è stata deviata da ciò che abbiamo visto, a questo... questo... abominio dell'umanità!"

"Dovresti davvero cercare di guardare il lato positivo." insistette Doc.

"Quale lato positivo?" insistette Marty a sua volta. "Cosa dovrei dire? Oh, sono così felice per la morte dei miei genitori! Per l'inquinamento! Per la mia malattia! Per l'11 settembre! È questo che vuoi che dica?"

Doc si avvicinò a Marty e gli mise una mano sulla spalla. "Marty, tu sai che con te sono sempre stato onesto." disse. "Devi credermi quando dico che tutto è accaduto per un motivo."

La rabbia di Marty sembrò placarsi un po'. "Quale motivo?" chiese. Poi gli venne un pensiero terribile. "Oh no." disse. "E' colpa mia, non è vero? Quella sera, il 12 novembre del 1955, non ho davvero impedito a Biff di usare l'almanacco. Prima che glielo potessi prendere, deve aver copiato dei risultati e piazzato comunque delle scommesse. Non ho bloccato la linea temporale di Hell Valley, l'ho solo ritardata. Giusto?"

"No!" esclamò Doc. "Non pensarci nemmeno! Posso dire con assoluta certezza che non sei stato, in alcun modo, responsabile di come gli eventi si sono svolti in questa linea temporale."

"Come puoi dirlo?" chiese Marty.

"Perché il responsabile... sono io." rispose Doc.
  
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