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Autore: Made of Snow and Dreams    09/11/2015    1 recensioni
Dal testo:
'Dovunque guardasse, immense distese di prati e spighe di grano gli impedivano di capire dove fosse.
- Mi sono perso? -
Lasciandosi dietro la coperta e abbandonandola lì, per terra, decise di rischiare avvicinandosi alla zona abitata; aveva poche ore prima che qualcuno potesse scorgerlo.'
Genere: Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
- Questa storia fa parte della serie ''Sometime nightmares are reality... like now.''
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OH MAMMY, DEAR MAMMY...

 

 

 

 

 

Era stanco.
La notte lo teneva abbracciato troppo strettamente, il vento sembrava non volergli dare tregua, la terra pareva ghiaccio, e come se non bastasse si sentiva affamato e stanco; era da quella mattina che camminava senza sosta, nascondendosi tra i cespugli e gli alberi quando sentiva voci estranee o il ruggito di un motore.
Era da quella mattina che non diventava l'incubo di ogni persona per una ventina di minuti.
Ma presto sarebbe tornato ad esserlo.
La casa era grande, luminosa, a due piani; con i rampicanti che scendevano dalla grondaia fino a formare un'elegante cornice alle finestre e alla porta, a Simon sembrava una vera e propria reggia: chiunque abitasse lì doveva essere molto ricco.
'Non è giusto che io non abbia mai avuto una casa così! E se io non l'ho mai avuta... allora non l'avranno nemmeno loro.'
L'edera avvolgeva anche buona parte del cancello e della ringhiera come in una morsa d'acciaio, ma per fortuna era abbastanza robusta da permettere a Simon di arrampicarcisi sopra e saltare come un gatto sull'erba morbida del giardino interno;tuttavia l'altezza era considerevole per la sua piccola stazza, così quando atterrò dovette soffocare un gemito di dolore.
A vederla meglio, quella gigantesca casa così falsamente luminosa, era quasi inquietante.
Una maledetta illusione.
Così forzatamente chiara.
Un mondo incantato dove i mostri non potevano passare e dove solo i bambini potevano sognare cose felici, abbracciati ai loro peluche come fossero talismani, così magicamente protetti.
Fin troppo.

 

La porta era stata chiusa a chiave dall'interno, ma per Simon fu facile fare il giro della casa ed entrare dal retro.
La luce lunare, che entrava dalla porticina lasciata aperta, era l'unica cosa che gli permetteva di orientarsi in mezzo a tutti quei mobili e ai libri sparpagliati sui tappeti persiani dove, con suo grande dispiacere, non vi era nemmeno un giocattolo.
I suoi piedi nudi e già pieni di graffi non facevano rumore sul pavimento, permettendogli di ascoltare quegli strani suoni che parevano essere più parole mentre lui, inesorabile, saliva lentamente le scale.
La porta della camera da cui proveniva la voce era semiaperta: dentro, una ragazza stava parlando al cellulare in tono rabbioso e aggressivo, camminava nervosamente in tondo e biascicava frasi come: 'Mi hai tradito, bastardo!', piangeva senza preoccuparsi di asciugarsi le lacrime, ignara di chi ci fosse a fissarla nel buio, dietro di lei.
Ora!
Approfittando del fatto che lei era girata e gli dava le spalle, Simon gattonò velocissimo verso il letto e ci si infilò sotto.
E aspettò.
Passarono dieci minuti prima che quella schifosa chiudesse la chiamata, scaraventando il cellulare sul comodino, buttandosi sul letto e, furiosa, spegnesse la luce della lampada.
E ne passarono altrettanti prima che Simon si decidesse ad uscire fuori.

 

 

Il cigolio delle molle del letto e una risatina infantile proveniente da sotto il letto furono le uniche cose che svegliarono la ragazza e la facero strillare con tutte le sue forze, perché...

 

 

 

…. perché lì, sul suo letto, a fissarla sorridente con la bocca incrostata di sangue, c'era un bambino.
Il terrore la bloccava sul letto, costringendola a fissare quel viso bianchissimo e quegli occhi acquosi mentre Simon, ridendo lievemente, esponeva maggiormente i denti.

Lei doveva vedere.

Lei doveva sapere.

'Sai... qualche volta gli incubi sono realtà...'
Poggiò una mano gelida e violacea sul collo della sua vittima, laddove la giugulare pulsava più forte.
'… come ora.'

 

 

Dalla sua gola squarciata uscivano solo strilli sconnessi, mentre quel mostro continuava a ridurla a qualcos'altro. I suoi denti piccoli e affilati mordevano e strappavano brani di carne viva, dita curiose penetravano nei tessuti morbidi di quella pallida e morbida gola, ora ridotta a una poltiglia sanguinolenta, toccando con ammirazione le ossa, i tendini fragili e sfiorando la giugulare.
La strappò con la stessa facilità con cui, una volta, si divertiva a rompere gli elastici colorati per passare il tempo, tirandoli e ritirandoli più volte.
Lei non si muoveva più.
Leccandosi le labbra e cercando di ingoiare quanto più sangue poteva
Sete...
Simon scese dal letto, ansimando e piangendo insieme.
Corse fuori.

 

 

 

 

 

'Hai fatto un buon lavoro, Simon. Bravo.'
'Ma dove vado ora? Sono solo, ho fame e freddo, e non ho nemmeno un amico!'
'Oh, ma li avrai, li avrai... molto presto.' continuò la voce.
La figura in lontananza non si muoveva ma continuava a parlare. E, anche se Simon non riusciva a vederlo, si sentiva ugualmente studiato, quasi schiacciato da quello sguardo opprimente.
'E come? Chi mai vorrà essere mio amico se sarò così?' piagnucolò lui.
Portò le mani sulla faccia e se le sentì calde e pulite.
Sane.
Il sangue non c'era più!
'Così... come?' continuò la voce, stavolta con un tono più alto.
'Gli altri dicono che non sono normale e che non lo sono mai stato, e che sono un mostro!'
'Un mostro...'
L'ombra si avvicinò, simile a una macchia scura in quel tunnel senza fine.
'UN MOSTRO...'
Simon urlò.
'… COME ME?'
Simon strillò.
La figura ora era davanti a lui ed era lui stesso: i capelli bianchi erano sporchi e scarmigliati, gli occhi grigi erano cerchiati da occhiaie nere e la bocca gli ricordava quella di un animale ringhiante. Non era possibile che fosse lui!
E non era possibile che quel cadavere animato a cui quella cosa dava la mano fosse sua madre.
Così simile all'originale, con la gola grondante di rosso, rantolante e in procinto di sorridere.
Simon indietreggiò.
'Siamo entrambi dei mostri perché siamo Simon e io sono Simon, e tu sei me. Guarda la mamma com'è felice adesso! Come puoi dire che Simon è un mostro quando Simon fa solo del bene? Io sono il tuo incubo e gli incubi dicono solo la verità, quindi io sono la realtà: facendola conoscere anche ala mamma, ora lei è libera perché ha visto la verità, che siamo noi e quindi io.
Anche gli altri devono conoscere la realtà, Simon. Devono capire che noi non siamo una volgare illusione della loro schifosa testolina: ecco perché sei diventato l'incubo di quella schifosa bambina grande! Ora anche lei ha capito. Visto? Hai capito anche tu?'
'Sì...' mormorò Simon.
Si accasciò a terra e fissò quelle due grottesche figure, sperando che se ne andassero. Con suo profondo orrore, vide quella che un tempo era stata la sua mamma lasciare la mano dell'altro Simon e avvicinarsi a lui, facendo ondeggiare la camicia da notte, un tempo bianca e pura.
L'altro Simon, invece, ora dava l'altra mano alla ragazza che lui che aveva ucciso prima, un cadavere respirante e vivo e fin troppo simile alla sua bella mamma, che continuava ad avvicinarsi a lui, inesorabile, reggendosi su quelle gambe tremolanti.
Odiò la figura della ragazza per la sua insopportabile somiglianza con la sua mamma, ma non ebbe il tempo di aggredirla per distruggere ulteriormente ciò che restava del suo corpo.
La cosa che un tempo era stata la sua mamma lo sfiorò.
Quella mano grigia e viscida come un serpente lo toccò, lo carezzò graffiando leggermente le sue guance pallide con le unghie marce in una materna carezza, mentre l'altra mano scivolava languida sul suo collo.
Simon chiuse gli occhi, lasciando che la sua mamma lo accarezzasse senza volerlo neanche guardare, lei che faceva dondolare la testa scricchiolando le ossa del collo maciullate, lei che continuava a sorridergli beatamente.
La abbracciò.

Ma sentì solo freddo.

 

 

 

Si svegliò con le prime luci dell'alba che avevano iniziato a illuminare i prati, le case bianche e i letti disfatti.
Scostò la coperta in flanella che era riuscito a prendere prima che uscisse dalla casa della sua vittima, scalciando violentemente e rabbrividendo per il freddo della prima mattinata; dovunque guardasse, immense distese di prati e spighe di grano gli impedivano di capire dove fosse.
'Mi sono perso?'
Lasciandosi dietro la coperta e abbandonandola lì, per terra, decise di rischiare avvicinandosi alla zona abitata; aveva poche ore prima che qualcuno potesse scorgerlo.
Si mise a correre, ignorando le fitte che sentiva ai piedi che, ora, sanguinavano apertamente.

 

 

 

 

 

Robert Johnson, semplice pendolare straniero, fu ritrovato a circa cento metri dalla sua macchina, una Plymouth Gran Fury del 1975. I poliziotti che sopraggiunsero per primi sul luogo dell'evento rimasero orripilati nel ritrovare il cadavere quasi completamente primo del collo, sbranato probabilmente da un cane randagio mai trovato nei dintorni. La macchina, senza tracce né di aggressione esterna né di sangue all'interno dell'abitacolo, era parcheggiata vicino al confine del paese.
Il caso fu riaperto due giorni dopo essere stato archiviato, quando i genitori di Michela Bryans trovarono la loro figlia in stato iniziale di decomposizione, e la polizia, chiamata da un'anziana signora indispettita per un 'odore rivoltante provenire dalla casa di fronte', il cadavere di Laury Wagner.
Le ricerche per Simon Wagner, il bambino che era recentemente scomparso, diventarono sempre più accanite, ma senza risultato.
La popolazione venne messa in allarme dalla quasi sicura esistenza di un serial killer che si aggirava per forza nei pressi della città, che uccideva le sue vittime senza l'uso dei comuni oggetti contundenti.
Si ipotizzò un caso di cannibalismo.

 

Simon aveva oltrepassato il confine.

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera a tutti e ci rivediamo con il seguito di 'Sometime nightmares are reality... like now.'
Proprio così: ho pensato di creare una serie incentrata sul mio personaggio, così per delinearne il carattere e ogni suo aspetto, quindi... ecco la seconda parte! *-*
Spero vi sia piaciuta e, se potete, lasciate una recensione per dirmi cosa ne pensate!

Made of Snow and Dreams.

  
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