Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Ryuzaki_    10/11/2015    1 recensioni
"Prendo in giro la gente, perché alla gente piace essere presa in giro."
Piena di odio e di rancore camminava per la foresta. Camminava per dimenticare. Camminava per sfuggire a quella terribile settimana che aveva dovuto subire. Camminava. Ma non sapeva di starsi avvicinando a un pericoloso e scaltro demone che aspettava solo qualche essere umano da ingannare e da costringere ad aiutarlo per la conquista del mondo.. o se non del mondo di quella piccola cittadina sperduta fra i monti.. si sarebbe accontentato.
Tra inganni, patti e creature sovrannaturali, Courtney cercherà di sciogliere un maledetto patto che le stravolgerà la vita, portandola fra universi paralleli e fra braccia ben poco desiderate.
--
Duncney
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney | Coppie: Duncan/Courtney
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

LET'S MAKE A DEAL


La foresta era spaventosa. C’erano certamente pochi giri di parole per dirlo, sarebbe stata inquietante per chiunque e forse era stata una pessima idea andarci a fare una passeggiata alle nove di sera.

Le ombre dei nodosi rami sembravano mani arcuate pronte ad afferrarla e trascinarla fra le scure foglie piene d' insetti che creavano le loro chiome. I tronchi poi, era così facile scontrarsi con essi e sentire il duro contatto del legno contro il proprio viso che lo graffiava e apriva minuscole crepe cosparse di rosso sulle sue guance.

Era buio. Non troppo da non poter camminare ma abbastanza da inciampare in letteralmente qualsiasi cosa, che spesso non voleva nemmeno capire con esattezza che cos’era.

Era stata una settimana veramente infernale ma forse, se non si fosse incamminata con fare impettito e orgoglioso nella foresta, avrebbe evitato un guaio che in confronto vendere la propria anima a satana sarebbe stata una passeggiata su un arcobaleno scintillante.

Ma era stata una settimana davvero da incubo e l’unica cosa che Courtney voleva veramente fare era cercare di dimenticare almeno per un attimo come tutto il castello di carte che era riuscita a costruire negli anni era crollato, per colpa di un'unica persona.

Non aveva neanche lontanamente pensato che sua cugina potesse essere un tale male per lei. Certo, aveva sempre nutrito un profondo odio per lei, anche se definirlo odio era abbastanza scorretto. Diciamo che usava questo termine solo perché dire “invidia” le sarebbe costato caro.

Una settimana ed ecco che era già riuscita a portarle via tutto: fama, amore, popolarità, amore. Come? Com’è possibile tutto ciò?

Neanche lei riusciva davvero a capirlo, fatto sta che ogni volta che sua cugina prendeva parte alla sua vita ecco che improvvisamente tutti perdevano, interessa per lei e si rivolgevano alla bellissima, biondissima, incantevole “Dakota”. Spesso si chiedeva se il problema erano i capelli. Lei era di un castano scuro. Che risultasse troppo indimidatorio e spento rispetto al biondo splendente della cugina? Che i suoi occhioni quasi neri sfigurassero vicino a quelli celesti di Dakota? Possibile che per quanto poco potesse trattenersi riuscisse sempre a portarle via tutto? Che provasse gusto? Su questo punto ne era convinta.

Dakota era una bambolina viziata con un’autostima fragile come i tacchi a spillo su cui camminava. Doveva pur distruggere qualcuno per alzarsi l’amor proprio, non trovate? E chi meglio della cugina di campagna che vedeva sempre di rado? Sicuramente nessuno.

 

Courtney camminava nervosamente. Non poteva più sopportare la presenza di quella ragazza e avrebbe preferito vedere il suo corpo lacerato e squartato da un lupo piuttosto che dover sottoporre la sua mente alle continue lodi che tutti i suoi famigliari continuavano a rifilare a Dakota che tornava a casa sempre più rimpinzata di un tacchino il giorno del ringraziamento. Per fino suo zio Chris, che di solito odiava i cittadini come Dakota, adorava la sua piccola nipotina. Era una situazione troppo pesante per lei.

Ogni volta che era certa di essere riuscita a mettere le cose a posto ecco che le comunicavano che sarebbe arrivata Dakota a rovinarle la vita per un mese. Peggio di così non le poteva andare, o almeno così la pensava in quel momento, ma era solo una questione di minuti prima di poter testare che effettivamente le sarebbe andata molto ma molto peggio di così.

Un ramo la colpì in pieno viso facendola sobbalzare e imprecare ferocemente. Possibile che anche la foresta che tanto amava si stavano rivoltando contro? Si passò con furia una mano fra i capelli, stringendo i denti e continuando a camminare aumentando il passo. Niente e nessuno le avrebbero impedito di arrivare alla radura, l’unico luogo che la faceva sentire lievemente in pace con il mondo. Sarà stato per la delicatezza del verde dell’erba che rendeva il suolo, un morbido tappeto, dai chiari e lucenti colori. Sarà stato per il maestoso salice piangente al suo centro, che si piegava con dolce tristezza su se stesso. Sarò stato per il semplice fatto che fosse così lontano di casa che la faceva sentire al sicuro dal mondo, isolata da tutto e da tutti.

Appena vi fu arrivata, si buttò sull’erba, incurante dei vestiti che si sarebbero macchiati di terra o degli insetti che si annidavano nella natura. Si mise a pancia in su, ammirando il cielo splendente di giugno. Il sole stava lentamente calando, ma lei non sembrava curarsene. Molto probabilmente nessuno si sarebbe accorto della sua assenza. Anche la sua sorella gemella Gwen con l’arrivo di Dakota perdeva la testa. Possibile che riuscisse a farsi amare anche da una dispotica gotica? Chiuse gli occhi, cercando di dimenticare le fiamme infernali che era stata costretta a subire, quando una voce la risvegliò dalla sua quiete.

-Court? Anche tu da queste parti?-

Due occhioni castani le si pararono davanti, assieme ad un dolce sorriso. Trent la guardava con affetto, seduto accanto a lei. Quand’era arrivato? Si chiese la ragazza senza farci in realtà troppo caso. Era così persa nei suoi pensieri, che non si sarebbe accorta neanche di un branco di mammut, al momento.

-Ma guarda chi si vede. Come te la passi?- le disse in tono abbastanza amichevole. Non aveva voglia di comunicare, ma trattare male l’unica persona per cui provava un minimo di rispetto non le sembrava il caso, non ora almeno.

-Non saprei. Sono così stanco, per una volta vorrei essere un po’ aiutato. È quasi finita la scuola e tutti si aspettano il massimo da me. Adesso devo anche impegnarmi a vincere un concorso di scienze. Scienze. Ma ti rendi conto? Come se fossi bravo in scienze.- -Trent, sei impeccabile in tutto, ti prego. Non lamentarti con me della tua media esorbitante.- -Beh, tu non sei da meno cara-. Courtney ridacchiò, pensando a come fossero due secchioni.

-Tu che ci fai qui?- le chiese gentilmente il ragazzo.

-Fuggo da Dakota. Non riesco a sopportare la sua immane capacità di rovinarmi la vita ogni volta che mi vede. Sai che cosa ha fatto questa volta? Sparso la voce che sono bulimica per avere un fisico come questo e che al suo diciottesimo compleanno invece di farle gli auguri le ho messo mezzo lassativo nella torta.., beh questa parte forse è anche vera ma..- I due scoppiarono nuovamente a ridere, felici di essere almeno un po’ riusciti a fuggire alle loro preoccupazioni. Forse non era stato un male incontrarlo, penso la castana. Ah, le ultime parole famose.

Se solo non fosse stato così buio, forse si sarebbe accorta delle minuscole scintille blu che popolavano i furbi occhi di Trent e forse, dico solo forse, sarebbe stata in grado di evitare una veloce discesa negli inferi.

-Sai che cosa mi diceva sempre mia nonna Court? Se vuoi cambiare qualcosa fallo. Se vuoi che la mamma ti compri le caramelle, fai i lavori di casa e se vuoi che tua cugina sia meno bionda, tagliale i capelli mentre dormi. Fatto sta che quando avevo un problema andavo sempre da lei e facevamo un patto. Mi diceva sempre “Ti aiuterò a fare i lavori di casa, se mi darai una caramella” o uno sciocco patto come questo, come se le avessi poi davvero chiesto qualcosa.-

Courtney sorrise, immaginando un piccolo Trent alle prese con il moccio per lavare i pavimenti. –Beh, forse non era male come cosa. Ci si sente abbastanza aiutati e qualcosa si raggiunge alla fine. Non trovi?- Trent annuì, con gli occhi rivolti al cielo ormai scuro. –Sai cosa ti dico?- disse Courtney con fare scherzoso –Ti aiuterò con il tuo progetto di scienze, se toglierai il biondume a mia cugina.- Trent rise, ma più che una risata sincera sembrò qualcosa di finto, spaventoso, una profonda risata di sollievo. –Sai cosa? Sarò ben felice di farlo. Abbiamo un patto quindi?- disse, tendendole la mano. –Abbiamo un patto!-

Ah, le ultime parole famose.




ANGOLO DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti! Ed eccomi di ritorno con una nuova Duncney che spero vi piacerà.
Per gli ambienti ho preso un po' spunto da Gravity Falls (serie bellissima).
Detto questo (se la conoscete) potete immaginarvi Duncan un po' come Bill, Dakota-Pacifical e Chris come Grunkle Stan.
Spero davvero che vi sia piaciuta e fatemi sapere che cosa ne pensate :D
A presto Ryuzaki

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Ryuzaki_