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Autore: Nemainn    11/11/2015    6 recensioni
Meritavano, gli umani, quel mondo che stavano distruggendo?
Meritavano quel cielo negato a chi tra loro l'aveva bramato e a cui era stato sottratto?
Stavano uccidendo loro stessi e ciò che li circondava in un'apoteosi di cieco egoismo, inconsapevoli dei loro stessi atti, desiderosi di innalzarsi senza più vedere le conseguenze dei loro gesti, e loro ne erano il risultato.

Hanno creato degli Dei, ma erano solo bambini.
Hanno avuto paura.
Hanno cercato di ucciderli, e questa è la loro storia.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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-Prologo-

 

 

«Questi pezzi non valgono un cazzo, ragazzino.» L'occhio modificato brillò di una luce rossa, mentre analizzava i circuiti neurali che erano stati messi sul banco del negozio.
Lì, nella periferia di Lakhnau, era comune quel commercio non troppo lecito di parti di ricambio e nessuno se ne interessava. Il negoziante, un uomo pieno di innesti e modifiche che sembravano dei fai da te non troppo riusciti, sbatté i pezzi con aria schifata. «Sono corrosi, inutili pezzi di metallo che non potrei usare neanche per sbaglio.»
«Non è vero!» il ragazzino dinoccolato incrociò le braccia al petto magro, fissandolo «Sai benissimo che le uscite neurali sono intatte, è solo la cavetteria che è consumata!»
Riprendendo in mano alcuni dei pezzi sul tavolo, e rigirandoseli tra le mani in parte meccaniche, il negoziante sbuffò. «'Fanculo, Shiva, solo la metà sono buoni, piantala di fare questi giochetti. Posso darti giusto 20 rupie e perché sono generoso.»
Il ragazzino alzò gli occhi al soffitto, guardando quell'insieme di tubi attraverso cui si notava a malapena l'intonaco sporco di nero. Sospirò e annuì, mettendosi nella tasca dei pantaloni troppo grandi per lui quelle vecchie monete. Uscì dalla porta tenuta assieme da fil di ferro e assi inchiodate, finendo sulla strada polverosa che conservava ancora, qua e là, tracce dell'antica pavimentazione. La tecnologia c'era ancora, certo, e sua nonna ogni tanto gli raccontava cose che gli sembravano incredibili visto che già da quella generazione alla sua tante altre conoscenze erano state dimenticate: oggetti che non potevano più essere riparati, macchinari che venivano messi assieme e mantenuti a tentativi, senza essere capiti.
«Shiva?» la ragazza magra quanto lui che gli venne incontro aveva gli occhi speranzosi. I primi segni dell'infezione si vedevano sulla pelle leggermente dorata: macchie di colore scuro, malate, e lui sapeva quanto lei che sarebbe morta in un paio d'anni nella migliore delle ipotesi... qualunque cosa potessero fare, quello era il suo destino. Perché il morbo del sole malato, come veniva chiamato, modificava qualcosa, nel corpo, e uccideva trasformando la pelle in una specie di pietra che si sgretolava. La gente diventava polvere, tutto lì. Granelli che si disperdevano nel vento.
Lui le sorrise strizzandole l'occhio e allontanando quei pensieri. «Si mangia, Candra!» La prese a braccetto, più alto di lei anche se era più giovane di quasi tre anni, iniziando a camminare verso il mercato. Lì, in città, c'era la grossa cupola che li sovrastava a proteggerli dai raggi venefici del sole, anche se larghi pezzi della copertura erano scomparsi. Nessuno, ormai, sapeva riparare quei macchinari; troppe cose erano state scordate, troppe tecnologie perdute, inoltre sembrava che a nessuno interessasse davvero recuperarle.
Lui e la sorella si guadagnavano da vivere cercando nelle zone tra le città, selvagge terre di nessuno, pezzi dell'antica tecnologia e rivendendola alla metropoli più vicina. Da quando la loro nonna era morta, pochi anni prima, erano rimasti soli a badare l'uno all'altro e Candra aveva iniziato a mostrare i primi segni della malattia da qualche mese.
Si avvicinarono a un ambulante che vendeva forme di pane chapati con qualcosa che spacciava per carne, piena di curry. Comprarono una porzione a testa e si sedettero sui gradini di un alto palazzo che assomigliava a un dente cariato, spezzato, che puntava con le sue travi d'acciaio scoperte al cielo. Candra mangiò lentamente, l'aria intenta a pensieri che Shiva non riusciva a immaginare.
«Senti, ti ricordi cosa diceva la nonna?»
Shiva fissò la sorella, senza capire. «Diceva tante cose, nello specifico...?»
«Oggi è Raksha Bandhana.»
Quello, per Shiva, spiegava tutto. La nonna aveva raccontato loro del rituale che si teneva nella prima luna piena del mese di sravana*, quando l'estate era al suo culmine e lì, ai piedi dei monti, l'aria si faceva dolce.
Candra prese dalla tasca un cordoncino che sembrava fatto di seta rossa, spessa, intrecciato a dei fili di rame e gli prese il polso, l'aria seria sul viso dai lineamenti delicati e i gesti misurati e solenni. I grandi occhi neri di lei erano lucidi e i capelli tenuti corti erano spettinati e di un tonalità così cupa da essere simile alla volta notturna. «Che le divinità ti proteggano da ogni male, per tutta la vita. Che tengano lontani da te gli spiriti maligni e ogni malattia. Che il mio amore sia sempre con te, fratellino.»
Gli occhi di entrambi si riempirono di lacrime e Shiva deglutì, completando quel rituale mentre la sorella gli legava al polso il bracciale. Era stato fatto per durare, ed entrambi sapevano il perché. Non riuscì a trattenere le lacrime, sedici anni erano troppo pochi per poterlo davvero fare. «Con questo rakhi mi impegno a proteggerti sempre, Candra.» Quella era la dimostrazione d'amore più grande che una sorella poteva dedicare a un fratello, un gesto antico, millenario, che era un grandissimo onore ricevere. «Ti starò accanto per sempre... te lo giuro!»
Con un sorriso venato sia di gioia che di tristezza Candra abbracciò il fratello. Per sempre era forse un anno, due se era molto fortunata, per loro. Il fato era così strano... la sua vita aveva un limite così palpabile e preciso che aveva deciso che in quel Raksha Bandhana, l'ultimo che probabilmente avrebbe festeggiato, avrebbe dato a Shiva quel piccolo tesoro.
Asciugò gli occhi del fratello, lei aveva quasi diciannove anni, eppure non si sentiva giovane, ma infinitamente vecchia, stanca e addolorata. Cos'avrebbe fatto Shiva da solo? Quand'era che il futuro era passato dall'essere una promessa a una minaccia? Come avrebbe potuto avere un avvenire, lasciato solo in un mondo che non li voleva e in cui essere orfani, in cui vivere, era quasi un delitto?
Fuori dalle città coperte dalle cupole, da quegli agglomerati di luci e tecnologie fatiscenti e dimenticate, c'erano zone selvagge e pericolose, luoghi dove gli sbandati e senza casta si univano formando bande. Assassini, ladri, banditi della peggior specie, e lei non voleva che suo fratello facesse quella fine. Lavoravano per avere un futuro, per la promessa di una vita decente, ma poi era arrivata la malattia e la speranza si era spenta nel cuore di Shiva. Sentiva che si sarebbe lasciato andare senza di lei, che era il suo faro. La nonna glielo diceva sempre: Candra, il nome della luna, che con il suo perlaceo bagliore anche nella notte più scura dava speranze e luce, si era rivelato profetico. Lei era quello per Shiva, la ricerca di un futuro che valesse la pena essere vissuto, per cui si poteva e voleva lottare.
Alzò gli occhi, intravedendo oltre i pezzi della cupola, il profilo lontano dei monti Ladakh, trattenendo le lacrime.



 



Lakhnau: è la capitale dello stato indiano del Uttar Pradesh.

*Valuta del anno 3100

*sravana: circa agosto

Il Raksha Bandhana è una festività che si celebra nella luna piena del mese di sravana (agosto-settembre) che è il secondo mese della stagione delle piogge.
"Raksa-Bandhana (legame di protezione), il giorno in cui i brahmani rinnovano il proprio cordoncino sacro e le ragazze di qualunque ceto legano un filo al polso dei propri fratelli di sangue o adottivi, affinché la divinità li protegga da ogni male per tutta la vita; nel medesimo tempo, colui che riceve il filo (in hindi, rakhi) assume l'impegno a proteggere la sorella nei momenti difficili."

Grazie a tutti quelli che hanno letto la storia, se vi piace fatemelo sapere, fa bene alla mia autostima!
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