Fanfic su artisti musicali > Hurts
Segui la storia  |       
Autore: FOXDIE    11/11/2015    0 recensioni
“Dovevo immaginarlo.” annuì assumendosi le proprie colpe e ammettendo così di non avere voce in capitolo; le dita della mano sinistra intanto tracciavano il contorno del bordo del suo bicchiere e per la successiva mezzora recitò un monologo riguardo il radicale cambiamento aveva subito dopo la nostra rottura e in seguito al recente trasferimento a Los Angeles — con l’aiuto di diversi drink che stimolarono la sua parlantina — mentre personalmente preferii continuare a bere piuttosto che intrattenere una conversazione con lui. Ad un certo punto, però, mi alzai e feci per andarmene ma Theo mi afferrò il polso costringendomi a voltarmi.
“Se non ti conoscessi direi che sei stata in silenzio per darmi la possibilità di spiegare come sono effettivamente andate le cose.” per colpa o per merito degli alcolici, a seconda dei punti di vista, non riuscii a dare la meritata importanza alla vena amara delle sue parole e per questo cominciai a fare storie affinché mi lasciasse andare verso e sulla pista da ballo.
“Non credi di aver parlato già troppo?”
“Non abbastanza da meritare la tua attenzione, a quanto pare. Dunque, se proprio vuoi ballare, dovrai farlo con me.”
Genere: Generale, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Uno dei miei /tanti/ desideri nascosti era quello di rientrare nella fascia di ragazze che al mattino ricevono la colazione a letto, servita su un vassoio d’argento e con tanto di rosa rigorosamente blu accanto al fazzoletto di seta, ma essendo a conoscenza delle abitudini del mio inquilino potevo soltanto continuare a fantasticare.
Fantasie a parte, però – nonostante avessi voglia di andare in letargo per il resto della mia vita – mi svegliai di buonora poiché avevo completamente dimenticato di disattivare la sveglia prima di andare a letto, ma non appena feci per alzarmi le braccia di James mi circondarono i fianchi e mi avvicinarono al suo petto costringendomi così a restare accanto a lui.

“Ho giurato che avresti riposato per otto ore. Sei crollata alle due e, se non ricordo male, la tua sveglia è sempre impostata per le sei: sono appena cinque ore di sonno.” la sua voce impastata di sonno non ammetteva repliche, per cui lasciai che mi stringesse a sé assicurandosi che non andassi da nessuna parte e sospirai, accettando – seppur per poco – la sua volontà.
“Tesoro bello, tuttalpiù resto qui per un’ora al massimo.” poggiai una mano sulla sua e mi sistemai meglio contro il suo petto.
“Perché dobbiamo sempre trovare compromessi?” continuò James tenendo le palpebre ben serrate.
“Perché dubito che qualcuno l’avra mai vinta con me.” scrollai le spalle e richiusi gli occhi.
“Ti odio.”
“Mi ami.”
“Non farmene una colpa.”
Sorrisi quindi e cercai di riconciliare il sonno per almeno un’oretta e con l’intento di accumulare abbastanza energia per affrontare il viaggio in auto e la notte a Las Vegas – dove temevo sarei svenuta se avessi continuato a fare storie e a non soddisfare il mio appetito.

Al mio risveglio, cinquantaquattro minuti dopo orologio alla mano, rammentai gli impegni che mi aspettavano dall’esatto momento in cui avrei poggiato i piedi scalzi sul pavimento fresco di quella che era camera di James; casa nostra comprendeva diverse stanze – indispensabili per il quieto vivere di una coppia di amici – a partire dal salotto spazioso e la cucina ben rifornita, fino ad arrivare alle due camere da letto che avremmo utilizzato a turno ed i due bagni, per finire con la camera insonorizzata dove James dava libero sfogo alla sua vena artistica ed il mio studio, dove mi dedicavo alla scrittura ed eventualmente alla programmazione di un qualche nuovo software che sarebbe potuto tornarmi utile.
Filai in bagno alle sette in punto, lanciai una rapida occhiata alla mia immagine riflessa nello specchio e poi indossai la mia tenuta da corsa, premurandomi di lasciare un bigliettino sul bancone della colazione giù in cucina, certa che sarebbe stata quella la prima tappa di James dopo la doccia rinvigorente: “Sono stata rapita ed il riscatto è di due milioni e mezzo di dollari. Hai tempo fino all’alba — o perlomeno fin quando non tornerò di mia spontanea volontà.
Ripiegai con cura il foglio in modo tale che si reggesse in piedi ed uscii dalla porta di casa facendo attenzione a non chiuderla troppo rumorosamente; alternai la corsa con qualche esercizio di poco conto per quaranta minuti, facendo avanti ed indietro tra il parco e Starbucks, che con l’odore di caffè fresco di macina mi tentava più di quanto lo facessero le panchine sparse un po’ ovunque. Ero sì stanca, però cominciare la giornata facendo attività fisica mi aiutava a tenermi in forma ed in più mi piaceva.

Quando tornai a casa ritrovai James stravaccato sul divano con tanto di chitarra al suo fianco, dunque mi richiusi la porta alle spalle e gli lanciai la brioche al cioccolato che avevo comprato prima di far ritorno.

“Hon?” lo sentii parlare, dunque mi fermai sul secondo gradino per ascoltarlo.
“Mh?”
“Non mi piacciono i matrimoni ma potrei seriamente considerare l’idea per te.” fece scartando la sua colazione e osservando il contenuto del sacchetto chiaro.
Io, dall’altra parte, raggiunsi il bagno al piano superiore per fare una doccia ed uno shampoo, in modo tale da essere pronta per passare al supermercato e poi partire per Las Vegas.

Non impiegammo molto ad acquistare tutto quello che ci sarebbe servito per pranzare e cenare nei giorni a venire, dunque ebbi tempo a sufficienza per tornare a casa e cambiarmi d’abito e trucco — il tutto dopo aver preparato da mangiare ed aver ripulito con l’aiuto di James.
La comodità dei due bagni sembrò essere più palese che mai nel momento in cui il mio compagno di avventure dovette fare la seconda doccia della giornata ed io dovetti fare magie col trucco.
Per quell’occasione preferii tenere gli occhi parecchio naturali, con soltanto qualche sfumatura di marsala e oro, in modo tale da poter puntare tutto sulle labbra con un rossetto rosso/bordeaux parecchio vistoso e successivamente scolpire il viso per emulare alla meglio l’abitudine preferita delle Kardashian.
Indossai un abito non particolarmente corto né troppo lungo, ma premurandomi di richiamare il colore delle labbra e vagamente quello degli occhi, visti i piccoli dettagli dorati sparsi qua e là.
Avendo dedicato però al trucco più tempo del previsto, incaricai James di occuparsi del noleggio dell’auto — siccome non avevamo ancora avuto modo di acquistarne una a causa del recente trasloco — e quando finalmente potei reputarmi libera da ogni impegno, raggiunsi James e la BMW che aveva scelto.

“Poco bella.” esordii non appena squadrai meglio l’auto.
“A questo punto non so se tenere d’occhio te o la BMW, però.” scrollò le spalle ed aprì la portiera per accomodarsi e prepararsi alla partenza.
“Simpatico.” feci imitandolo.
“Mica scherzo.”
E, per l’ennesima volta, preferii non fare storie sui complimenti a mio dire non meritati per non dare inizio all’usuale dibattito che ne derivava.
Il tragitto in macchina non fu particolarmente stancante; James aveva un’ottima guida ed aveva tutta la mia fiducia, motivo per il quale mi concessi il lusso di distrarmi dieci minuti ogni ora per poter portare a termine il terzo capitolo di “Lux Æterna” — una storia che avevo ideato mesi fa e che avrei dovuto consegnare al Quotidiano entro Lunedì. Ma arrivati a Las Vegas non potei far a meno di riporre carta e penna nel cruscotto della BMW nuova di zecca ed osservare con stupore la miriade di luci e strutture che ci circondavano.

“Credevo vi foste persi!” squittì Elizabeth non appena raggiungemmo l’entrata del locale scelto per quella sera e subito dopo ci strinse entrambi in uno scomodo abbraccio.
“Per un attimo l’ho creduto anch’io, ma poi Pid ha messo da parte il suo lavoro ed ho capito che non potevamo che essere giunti a destinazione.”
“Siamo qui, El. Tieni a freno l’entusiasmo.” intervenni lanciando un’occhiata ai miei due accompagnatori: El in abito blu e James con indosso una tenuta insolitamente elegante “Dovreste partecipare ad America’s Next Top Model.”
“ Purtroppo non credo accettino uomini nel programma, Pid.” Elizabeth fece un cenno verso James e mi avvicinai a lui, in modo tale da poter poggiare un braccio sulla sua spalla.
“Non ci saranno problemi con lui.” addolcii l’ironia della mia risposta posando subito dopo un bacio sulla guancia di colui che era spesso oggetto delle nostre conversazioni più divertenti, guadagnandomi così un’occhiata da parte dell’interessato.
“Simpatiche.” James fece una smorfia e si tradì mostrando un sorrisetto intenerito a causa del mio gesto, quindi si fece da parte ed indicò l’entrata del Marquee — un rinomato Nightclub & Dayclub del luogo “Andiamo?”

Se l’esterno del Marquee mi lasciò di stucco, l’interno mi tolse il fiato per qualche secondo; la struttura era immensa e le luci soffuse rosse — e gialle in determinati spazi, come ad esempio il lato bar e casinò — proiettavano ombre a destra e a manca con l’aiuto di diversi faretti incastonati nel soffitto e sembravano richiamare un po’ quello che era il mio outfit e trucco, quindi sorrisi impercettibilmente quando notai quel particolare.
“Allora Pid, un parere a caldo?” cominciò Elizabeth una volta superato il controllo del bodyguard appostato all’entrata e l’infinita sfilza di persone concentrate nei pressi dei primi divani in pelle della sala principale.
Prima di poter esprimere il mio parere, comunque, diedi una seconda e più attenta occhiata in giro.
Una delle prime cose che saltavano all’occhio erano la serie di lampadari che decoravano il soffitto e le due rampe di scale bianche che portavano al lato superiore del locale.
“Perlomeno l’hotel è qui accanto e non c’è bisogno di cercarne altri.” minimizzai il mio stupore cancellando ogni traccia di apprezzamento dal tono della mia voce e scrollai le spalle.
“Cosa ti aspettavi, El? È pur sempre Pid, non è mai troppo entusiasta se non si tratta di pizza o videogiochi.” mi giustificò James.
Di lì a poco la conversazione terminò e cominciammo ad amalgamarci con la folla, un po’ perché James aveva cominciato a bere ed un po’ perché Elizabeth mi trascinò sulla pista da ballo, dunque l’assecondai fin quando non riuscì a trovarsi un ballerino decisamente più in gamba di me.
Abbandonai dunque la calca di persone per raggiungere il bancone del bar, dove James beveva una birra dopo l’altra come se da quelle dipendesse la sua vita.


“Hai mai pensato di bere qualcosa di diverso, JJ?” mi accomodai sullo sgabello libero alla sua sinistra e mi voltai completamente verso di lui, in modo tale da poter poggiare un braccio sul vetro nero e lucido che caratterizzava l’area alcolici.
“In verità sì, è un’idea che mi ha sfiorato diverse volte ma ho l’imbarazzo della scelta.” ammise con un’alzata di spalle ed indicando poi le numerose bottiglie alle spalle del barista.
“Potresti chiedere consiglio a chi se ne intende.” Suggerii spostando lo sguardo sul ragazzo biondo che dall’altro lato del bancone si dava da fare per servire tutti i clienti bisognosi di alcol.
Di sottecchi notai un terzo ragazzo prendere posto sullo sgabbello accanto al mio e sporgersi verso di noi.
“Gin.” una voce calda anticipò quella di James e immobilizzò entrambi per un attimo “Aspetta… James, Pidge?” stavolta ci voltammo con incredibile sincronia per identificare la fonte da cui proveniva quella voce ed uno dei due trovò persino le parole necessarie a mettere insieme una frase di senso compiuto, ma non prima che il terzo incomodo potesse ordinare per noi.



Idk, mi sentivo in dovere di darvi perlomeno il primo capitolo
prima di aspettarmi recensioni o cose del genere.
E niente, spero vi interessi?? Sì, immagino di sì.
Datemi modo di capire se siete interessati a sapere il 
continuo, così evito di pubblicare una storia con l'unico
scopo di farla marcire su un sito.
Bye!
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Hurts / Vai alla pagina dell'autore: FOXDIE