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Autore: izetsukikun    14/11/2015    0 recensioni
Breve ff basata sulla coppia Shizaya.
"Il mostro di Ikebukuro spaventato ? Le gocce di sudore che percuotono il suo viso alla vista di un'orrenda immagine. Un incubo fresco e crudele si prospetta nella sua mente...Izaya."
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izaya Orihara, Shizuo Heiwajima | Coppie: Izaya/Shizuo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IKEBUKURO ORE 02:30

Il ragazzo dai capelli biondi si alzò di scatto nel letto. La fronte imperlata di sudore e ansia. Piccole goccioline si formavano su tutta la nuca per scendere lentamente delineando i suoi zigomi.
Era agitato, il suo respiro affannato e il cuore galoppava impazzito nel suo petto. Sembrava quasi volesse uscire, lacerare le carni e scappare da quel corpo e da quella mente malata.

Eppure ogni persona poteva benissimo dire “Shizuo non è sicuramente una persona che prova paura. Si vede che è un osso duro. Nulla lo farebbe mai tremare.”

E invece era li. L’Heiwajima stava tremando come una fogliolina scossa dal vento autunnale. La vista annebbiata e ancora quelle gocce copiose sulla sua pelle liscia. Nella sua mente continuavano a ripetersi le immagini del suo incubo. Un incubo fresco ma crudele. Agghiacciante.
Era solito fare molti incubi dato il suo stile di vita, le sigarette e la sua “pazienza”. Agitato costantemente e pronto ad agire in ogni istante viveva sul bordo di un precipizio. Stava impazzendo ? No, quello non ancora.
Si continuava a chiedere com’era possibile aver fatto un incubo del genere. Lui era li con lui, l’informatore.

“Erano in un vicolo cieco e la pioggia scendeva senza un minimo di contegno, bagnando le loro vesti e le loro anime sporche. Goccia dopo goccia si schiantava per accumularsi nell’asfalto dilaniato dal tempo. Usurato da quella vita frenetica, classica di Ikebukuro.
Il mostro di Ikebukuro se ne stava fermo in piedi, pietrificato. Le mani colpite da scosse orrende di tremiti, gli occhi sbarrati verso la strada lacerata e i piedi fissi come piombo nell’asfalto. Non riusciva a muoversi, nemmeno di un centimetro. Bastava un piccolo passo per raggiungere il corpo della sua amata nemesi. Niente da fare. Era fisso come un palo piantato a fondo nel terreno della paura. Un terreno per lui sconosciuto, ma con cui prima o poi avrebbe dovuto farci i conti.

E la sua nemesi ? Ferma li, come una foglia caduta dall’albero soggiogata dal crudele tempo autunnale. Assopita e secca, immobile a terra. L’Orihara si trovava al suolo, con lo sguardo verso il cielo buio e tempestoso. Le piccole gocce amare della sua vita stavano cadendo sulla sua candida pelle come per fargli rivivere i ricordi dolci, se mai ne avesse avuti, e dolorosi. Gli occhi castani erano socchiusi in un tremendo addio muto. Riusciva a scorgere ben poco da quelle due fessure ormai spente. La bocca secca e semiaperta sembrava volesse respirare l’ultimo rivolo di amore presente su quel pianeta osceno. Poi un bisbiglio.

-  Sh-shizuo…ch-an-

Il barista scosso da quella tremenda visione rimase ancora più pietrificato all’udire di quel dolce richiamo. Dolce perché proveniva dal suo unico vero amore, ma allo stesso tempo aspro perché sapeva che non sarebbe resistito ancora.
Si avvicinò al corpo ormai gelido e lacerato della sua nemesi.

-  Izaya non devi dire niente ti prego. Non…-
- Shi-zuo…ti odio.-
- Anche io ti odio pulce.-

Grosse e copiose lacrime calde solcarono le guancie infreddolite del barista per poi ricadere sul viso ormai spento dell’informatore. Izaya ora era solo un bellissimo ricordo.”

Fu così che si svegliò impaurito e ringraziò ogni cosa esistente per il fatto che fosse solo un incubo. Dopo aver ripreso la calma, se davvero ne era a conoscenza, si girò verso il lato destro del letto. Su quel cuscino la sua nemesi aveva dormito parecchie notti, aveva stuzzicato la pazienza fragile del barista e aveva amato. Certo se amare fosse rientrato nei sentimenti sconosciuti di Izaya.
Pensò subito a tutte le notti che avevano condiviso tra quelle coperte. Notti di amore e di violenza, notti di carezze e baci innocenti.
Riuscì a far tornare il suo respiro normale. Ora la sua mente aveva solo una cosa impressa dentro.
Lui gli mancava da morire e lo voleva li. Subito. 
  
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