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Autore: NinaTheGirlWithTheHat    14/11/2015    1 recensioni
Il loro è un gioco. Un gioco per vedere chi cederà prima, chi si arrenderà all’altro prima del tempo stabilito. Tutto qua.
Un uomo e una donna e un rapporto pericoloso per due cuori in guerra.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il loro è un gioco. Un gioco per vedere chi cederà prima, chi si arrenderà all’altro prima del tempo stabilito. Tutto qua.
Lei fa di tutto per spingerlo oltre al limite, per testare la sua pazienza e il suo controllo, provocandolo, dicendogli che deve lasciarsi andare per una buona volta.
Non si cura delle conseguenze delle sue azioni perché di lui non ha paura, anzi si fa beffe di lui, sorridendogli con irriverenza ed un’odiosa arroganza. Lui darebbe di tutto per poter cancellare quell’irritante sorrisetto dal suo viso.
Gli parla con voce bassa e vellutata, usando un tono vezzoso adatto per convincere un bambino reticente a fare ciò che non vuole fare. Ma lui non è un bambino, bensì un uomo adulto fatto e finito.
Si sente confuso ogni volta che si incontrano perché non riesce ad interpretare i gesti della giovane donna: non sa se lo vuole sedurre o semplicemente confonderlo. Si sente costantemente umiliato ogni volta che lei si rialza, dopo ogni singolo scontro, senza nessuna traccia, nessun graffio sulla pelle immacolata, ogni volta che lei lo guarda con un’espressione di vittoria dipinta sul bel viso, perché lei sa di essere la più forte tra i due anche se lui è il doppio della sua taglia e ha più muscoli di lei che sembra così fragile e delicata, quasi come una bambola di porcellana.

L’uomo non riesce più a sopportare tutto questo, eppure, nonostante tutto, lui non riesce più a sottrarsi al confronto con la sua nemica, non riesce a non pensare alle parole che scivolano tra di loro, ai muti silenzi pieni di sguardi e pregni di tensione, non riesce a negare che tutto questo lo strappa dalle noiose giornate, scandite da un’opprimente routine che dura ormai da anni; se chiude gli occhi gli sembra di sentire la sua voce sussurrargli all’orecchio, vede quelle iridi scure brillare di divertimento e tra le dita gli pare di stringere le ciocche scure avvolte di riflessi ramati, gli appare lei in movimento, mentre si sposta con passo leggero all’interno della cucina di casa sua a piedi nudi, o la vede stiracchiarsi come un gatto appena alzata dal letto, la osserva mentre la vede sprofondare nella stoffa morbida della poltrona di vimini mentre legge svogliatamente un libro o mentre corre nel buio del bosco, confondendosi tra i rami degli alberi in un turbinio di gonne svolazzanti.

Ha visto che tipo di vita conduce: quello dei reali, di chi fin dalla culla è stata cresciuta con ogni cura e riguardo, circondata da persone pronte a soddisfare ogni suo capriccio e richiesta.
Se la immagina circondata da cameriere quando scende per pranzare con le sorelle e i fratelli o mentre prende il tè all’ombra degli alberi del suo giardino, in compagnia delle dame e delle altre rampolle della bella società.
Il mondo in cui lei abita, un mondo fatto di lusso ed eleganza, cozza incredibilmente con la sua vera natura; non riesce a concepire come un essere dai tratti quasi onirici nasconda dentro di sé  una bestia assetata di sangue, capace di fare a pezzi i nemici senza alcuna pietà. Se lo ricorda bene il momento in cui l’ha vista affondare i canini nella tenera giugulare di un licantropo, imbrattandosi le vesti candide e preziose, conosce la forza micidiale della stretta di quelle dita che appaiono tanto sottili.

A volte lo guarda tanto intensamente, con quei pozzi di brace nera: teme che lo voglia divorare. Ciò che lui non sa è che dietro a quelle occhiate si nasconde un desiderio liquido e doloroso che le scalda il cuore: lo vuole, lo desidera; vuole tastare con il palmo della mano le porzioni di pelle ricoperte d’inchiostro e quelle lasciate libere dai tatuaggi, ambisce a quelle labbra rosse e piene come melograni, vuole ripercorrere con le dita il solco delle cicatrici, vorrebbe sentire quelle braccia forti stringerla nel picco della passione dove si perde ogni freno, ogni inibizione.

Lui non capisce e forse a lei va bene così, va bene continuare con questa farsa per evitare che lui la possa odiare ancora di più e che il suo cuore venga calpestato impietosamente; pretende che tutto vada bene, ma la fiamma del suo ardore è impossibile da domare: non c’è balsamo per le sue ferite.
Gli si presenta una notte, nel suo aspetto più desiderabile, ammantata di sensualità. Lo guarda e senza dire nulla lo bacia con disperazione e ferocia. Lui non reagisce, rimane impietrito da una reazione del genere; la pistola gli scivola di mano e cade inerme al suolo. Lei lo spinge contro di sé, lo stringe con le braccia cercando una reazione da parte sua. Si ferma di colpo e si stacca dalla sua bocca per guardarlo dritto negli occhi.
 
“Cosa significa tutto ciò?” le chiede calmo
“Non ti è chiaro ancora, cacciatore?”
“No” le risponde,guardandola
“Vuoi che te lo spieghi?” gli chiede un po’ scocciata
“Fallo” le sorride, divertito

Lei si riavvicina al suo viso, ma lui la precede, avvolgendola in un abbraccio, mentre cattura le sue labbra, sorridendo contro la sua bocca.
La adagia contro il materasso del suo letto, giocando con il tessuto serico del vestito che indossa, tirando la stoffa in su per toccare la pelle bollente della coscia ora scoperta, accarezzandola con il palmo ruvido della mano. Lei rabbrividisce di piacere, le dita tra i capelli di lui: ha gli occhi chiusi e sospira di sollievo, felice.

“Penso di capire” le sussurra nell’orecchio mentre le bacia il lobo.
“Era ora, cacciatore, era ora”.
 

 
   
 
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