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Autore: Erina91    14/11/2015    6 recensioni
“cos'è quel sentimento che provo ogni volta che incrocio lo sguardo di Satoshi? Sento una gran tranquillità quando mi trovo tra le sue braccia e il tocco dolce di Satoshi mi sembra davvero piacevole. Perché provo certe sensazioni?”
Erina stava leggendo per l'ennesima volta il suo manga shoujo preferito che parlava della storia d'amore tra Satoshi e Sumiko. Tutte le volte che lo rileggeva si emozionava come una bambina e le brillava gli occhi nei momenti ricchi di sentimento. Per chi conosceva apparentemente Erina, l'avrebbe descritta come una sedicenne fredda e distaccata, dal temperamento critico e altezzoso, il cui scopo era quello di giudicare solo dal punto di vista esteriere poiché nata in una famiglia d'alta classe sociale. Ma Erina Nakiri era molto più complessa di quel che appariva e questo solamente la sua migliore amica Hisako Arato ne era a conoscenza. Erina era una persona abbastanza fragile dentro, sentimentale.. e celeva un passato che avrebbe voluto dimenticare. Pairing: Soma x Erina (Sorina)
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti!! è la prima volta che pubblico una fanfic su Food Wors, nella pagina dedicata al manga.
Di solito scrivevo su Naruto e forse qualcuno che legge le fanfic di Naruto mi conosce con il nome di Erina91, ma non è detto! XD
Ho lasciato in sospeso le mie fanfic di Naruto non per mancanza d'ispirazione o altro, ma perché ho perso proprio la voglia di scrivere su di esso: prima di tutto perché l'EFP di Naruto è pieno di fanfic e di scrittori di coppie che non amo e secondo perché ormai il manga è finito e anche le fanfic che scrivo sono meno seguite per entrambi i motivi. Per cui, appunto per questo, ho deciso di distaccarmi dal fandom di Naruto e scrivere su altro.
Per ora le fanfic su Naruto le lascerò incomplete purtroppo. Ho inziato a seguire Food Wars attraverso il manga e mi è subito piaciuto un sacco, quindi ho deciso di scrivere una fanfic sulla coppia che amo di questo manga, ovvero Erina & Souma (Sorina per chi li shippa come me! XD).
Spero che il mio progetto vi piaccia e non vi deluda. Sono ben accette, oltre i complimenti, anche le critiche_non offensive, però_ (perché mi aiutano a migliore e a farmi capire in cosa sbaglio). bene.. ecco a voi il primo cap! aspetto recensioni! fatemi sapere cosa ne pensate, se potete..



 
 
Welcome Erina Nakiri!



Cos'è questo sentimento che provo ogni volta che incrocio lo sguardo di Satoshi? Sento una gran tranquillità quando mi trovo tra le sue braccia e il tocco dolce di Satoshi mi sembra davvero piacevole. Perché provo certe sensazioni?”

Erina stava leggendo per l'ennesima volta il suo manga shoujo preferito che parlava della storia d'amore tra Satoshi e Sumiko. Tutte le volte che lo rileggeva si emozionava come una bambina e le brillava gli occhi nei momenti ricchi di sentimento. Per chi conosceva apparentemente Erina, l'avrebbe descritta come una sedicenne fredda e distaccata, dal temperamento critico e altezzoso, il cui scopo era quello di giudicare solo dal punto di vista esteriore poiché nata in una famiglia d'alta classe sociale. Erina Nakiri era molto più complessa di quel che appariva e questo solamente la sua migliore amica Hisako Arato ne era a conoscenza. Erina era una persona abbastanza fragile dentro, sentimentale.. e celava un passato che avrebbe voluto dimenticare. Alla Totsuki (la scuola d'Elite di cucina nella quale studiava), invece, veniva soprannominata “palato di dio” perché possedeva un senso del gusto assai spiccato, talmente tanto che riusciva a riconoscere gli ingredienti più nascosti in un piatto, anche quelli più sottili o minimamente aggiunti.
Grazie a questa capacità riusciva a creare dei piatti dal gusto eccelso, che raggiungevano la più ampia perfezione.
Era stata inserita già da quando aveva iniziato a studiare alla Tootsuki tra i migliori dieci chef della scuola e per tale motivo era riconosciuta e ammirata da tutti. Tale situazione, però, stava lentamente cambiando da quando era entrato alla Tootsuki, Soma Yukihira, un ragazzo della sua età che non aveva nessuna capacità speciale e neanche un talento innato per la cucina e oltretutto aveva fatto la sua piccola esperienza culinaria in un misero ristorante a gestione familiare.
Erina ancora non si spiegava come fosse riuscito ad entrare in una scuola d'Elité e quali capacità nascondesse; neanche aveva capito come suo nonno Senzaemon_direttore della Tootsuki_  gli aveva permesso di entrare nella rinomata scuola.
Ormai era diverso tempo che Yukihira si trovava alla Tootsuki e dormiva nel dormitorio Stella Polare.
Solo una volta Erina aveva assaggiato un suo piatto, da allora, ed era rimasta scioccata da come un semplice piatto, con ingredienti mediocri e di basso livello, potesse risultare così gustoso davanti al suo prestigioso gusto e da quel giorno non faceva altro che studiarlo, cercando di capire quale trucco usasse Yukihira per rendere tali piatti così deliziosi. Ovviamente, non aveva “osato” mandare a quel paese le sue convizioni e il suo orgoglio ammettendo sinceramente che il piatto era “delizioso”, anzi.. aveva detto l'opposto; e, dopo quella volta, aveva preferito non assaggiare più i suoi lavori culinari.
Tuttavia, Yukihira, in soli pochi mesi che era arrivato alla Tootsuki aveva intrapreso varie sfide contro i migliori studenti e cuochi della scuola, aveva partecipato a diversi tornei di cucina superando gran parte delle fasi.. e ancora lei non capiva come facesse e si tormentava cercando di scoprire un suo punto debole o che tipo di talento nascosto possedesse.
Ormai era innegabile che Erina Nakiri fosse incuriosita da lui, in qualche assurdo modo, e se n'era accorta anche dagli atteggiamenti che adottava in presenza di Yukihira: improvvisamente si faceva nervosa ed iniziava a balbettare, oppure pensava una cosa e ne diceva l'opposto. Insomma.. non riusciva ad essere completamente naturale con lui e anche la sua personalità fredda e distaccata si prendeva una pausa. La tensione che sentiva in sua presenza non l'avvertiva con nessun altro; anzi.. al contrario, se si trattava di qualcun altro, si comporteva esattamente com'era e non si faceva problemi a dire quello che pensava veramente, soprattutto se riguardava un giudizio per lei negativo.
Il suo pensiero critico era al massimo della sua prestazione, in quei momenti, mentre con lui risultava quasi falso.
Per tutti questi motivi si irritava pensando a quel ragazzo, e probabilmente era anche l'unico chef che temeva.
Erina, al contrario di gran parte degli studenti della Tootsuki, non aveva un compagno di stanza con il quale condividere le sue esperienze scolastiche e non aveva neppure tanti amici con cui confrontarsi sui vari aspetti dell'ambiente.
Era considerata dai suoi compagni come una persona irraggiungibile e spaventosa, che guardava tutti dall'alto in basso, e  attraversava i corridoi con superbia incontrando i passanti e guardandoli con sufficienza: questa era Erina Nakiri, almeno a primo impatto. Probabilmente molti avevano questa idea di lei perchè era la nipote del preside e certamente non si sforzava di mostrarsi magnanima e gentile davanti agli altri. Essendo la ricca nipote del preside possedeva una camera propria, molto arieggiata e ampia, arredata da mobilia ricercata e in stile perfettamente principesco: un letto a baldacchino matrimoniale, morbide lezuola merlate e trinate di puro e delicato cotone, cuscini di piume con cuciture dorate e tessuto color rosato. Comodini in mogano antico con i pomelli dorati e un largo tappeto peloso a riempire la stanza che raggiungeva l'enorme armadio dove teneva gli eleganti vestiti. Un'arcaica libreria ripiena di libri di cucina e di manga_letture completamente opposte_posta accanto alla scrivania che aveva come arredamento una vecchia penna biro costata un occhio della testa. Possiamo dire che tutto di Erina Nakiri sembrava creato per farla sentire una bellissima principessa. Ma ad Erina iniziava a non importare più perché qualcosa dentro di lei era profondamente cambiato e questa vita da solitaria iniziava a stufarla.
Quando diede un'occhiata alla sveglia sul comodino, notò che era mezzanotte passata e domani sarebbero cominciate le lezioni dell'ultima settimana prima delle vacanze estive, così decise di andare velocemente a letto chiudendo il manga che stava leggendo.



 
****


Tagliuzzava rapidamente e agilmente il sedano e le carote per inserirle con destrezza, a piccoli cubetti, all'interno della pentola che stava bollendo. Soma Yukihira aveva appena iniziato le lezioni mattutine di cucina con la sua classe, aiutato dalla sua partner Megumi. -Megumi.. passami la cipolla tritata che la devo inserire immediamente!- esclamò emozionato.
La tranquilla ragazza sussultò quando si sentì chiamare da lui e gli sorrise.
-certo! Ecco a te..- disse timidamente, passandogli un piatto con la cipolla accuratamente tritata.
Soma ricambiò il sorriso di Megumi e riprese a cucinare.
Attraverso i suoi occhi determinati e concentrati si poteva comprendere quanto amasse cucinare e come mai il suo talento emergesse così tanto. Concentrato com'era non si accorse dello sguardo ammirato di Megumi mentre lo osservava cucinare. Soma, ottuso com'era sotto quell'aspetto, non si era minimamente accorto che la ragazza aveva una bella cotta per lui o comunque che lo ammirava tantissimo. Dopo poco tempo il piatto preparato dal ragazzo fu pronto.
-ecco a voi lo spezzatino di carne di manzo a base d'erba cipollina!- esultò a missione conclusa.
Un profumino delizioso e invitante proveniva dal piatto appena creato.
Le decorazioni non erano così marcate e apparentemente il piatto non aveva chissà che bella presenza, sembrava un comune piatto fatto in casa, eppure pareva stuzzicare il gusto di tutti come una potente ed inevitabile calamita.
Questo era il sottile ma spaventoso potenziale di Souma Yukihira: donare sapore, gusto, originalità, bella apparenza seppur semplice, eleganza e chi più ne ha ne metta.. ad un comune piatto casalingo.
Quando i compagni e l'insegnante assaggiarono la pietanza, qualcosa in loro esplose in un sapore amalgamato perfettamente e nelle giuste misure, tanto che un'immagine di una bella famiglia a gustarsi un piatto attorno ad un tipico tavolo giapponese colse la mente di tutti e una serie di “delizioso”, “incredibile”, “buonissimo” partirono dalle loro bocche. Alla parola delizioso Soma distolse lo sguardo dai suoi “giudici” e ricordò la nipote del preside, Erina Nakiri, quando assaggiò il suo primo piatto appena entrato alla Tostuki. Erina era l'unica che non gli aveva mai fatto una parola d'apprezzamento verso i suoi piatti. Lei era diversa dagli altri, aveva un palato sublime, possedeva un modo più spiccato di assaggiare i piatti. Una maniera che gli avrebbe permesso di migliore ancora. Però, Erina, era anche intoccabile e incomprensibile. Si erano parlati sì o no un paio di volte in seguito alla prima volta che l'aveva incontrata e aveva assaggiato il suo piatto, ma il loro modo di parlarsi non era normale: discutevano, si confrontavano, si lanciavano sguardi di sfida, si trasmettono occhiate di intensa e minuziosa analisi. Soma poteva dire di essere molto incuriosito dalla complessità di quella ragazza; era una delle poche persone che non riusciva proprio a comprendere. Questo non per la sua incapacità, ma perché Nakiri non dava modo di farsi conoscere e preferiva piuttosto mantenere un atteggiamento d'ostentata indifferenza verso di lui e anche verso gli altri. Non si faceva capire.. eppure, magari era solo una sua impressione, a volte gli pareva di vedere nei suoi occhi lilla una tristezza e una sofferente solitudine.
Di certo Erina si notava, perché era innegabilmente una bella ragazza: elegante, lunghi capelli biondi e lisci, un bel fisico.. ma sicuramente, supponendo, anche lei doveva avere le sue fragilità sebbene cercasse di mascherarle con la sua freddezza. -Soma.. ci sei?- lo richiamò alla realtà Megumi.
-Sì, scusami!!- ridacchiò, -bene! È anche questa è fatta!-
Detto questo, diede le spalle agli altri ed uscì dalla cucina di pratica.
Megumi lo inseguì immediamente.
-cosa fai quest'estate?- domandò curiosa.
-non lo so ancora. Forse vado da qualche parte con mio padre.- rispose evasivo.
-allora che ne dici se noi..- le parole di Megumi furono interrotte dallo squillo del cellulare di Souma, che sospirò.
-tempismo perfetto! Pronto papà!-
-ehi! Quante sfide hai fatto nei giorni che non ci siamo sentiti?- chiese subito, Joichiro, dall'altra parte della linea.
-un sacco! È ho sempre vinto!-
-non montarti troppo la testa, ragazzino.- lo riprese il padre.
Intanto Megumi ascoltava da una parte la conversazione.
-dunque, a cosa devo questa chiamata? Non mi hai chiamato per caso, vero?-
-esatto.- confermò, -ho ricevuto una chiamata dal preside e quest'estate ci ha invitato alla sua villa a Hokkaido perché sembra ci sia un ricevimento importante e un bacchetto di lusso. Ovviamente, i giorni di permanenza lì saranno lunghi visto che Senzaemon ci passa tutto l'estate. Ci ha chiesto di lavorare per lui.
Chiaramente sai che non sono tipo da fermarmi per lungo tempo in un determinato posto, per cui il più lo farai tu.-
-ehi, ehi.. vecchio! Aspetta un minuto! Mi stai dicendo che affiderai tutto il lavoro a me?-
-esattamente ragazzino!-
Soma poté immaginarsi un ghigno sadico provenire da suo padre anche senza vederlo di persona.
-su, su.. ti sarà utile anche per fare più esperienza! Stiamo parlando del preside e non di uno qualunque.
E poi ci sarà anche sua nipote.- puntualizzò.
Souma collegò subito, dopo quelle parole, Erina: la situazione sarebbe stata dunque interessante.
Avrebbe avuto modo di conoscere meglio Nakiri e di farle amare, in due mesi di vacanze estive, i piatti preparati da lui. Era un'occasione irrinunciabile. Gli occhi iniziarono ad infuocarsi, emozionati per la sfida che lo attendeva, e intrigato dalla suddetta ragazza e dal suo mistero. Non poteva perdere una tale opportunità.
-va bene, vecchio, accetto la sfida.- dichiarò deciso.
-bravo figliolo, conto su di te. Non deludermi!-
Con questo riattaccò prima di Souma.
Quando la telefonata fu conclusa, Soma si ricordò che prima della chiamata Megumi stava cercando di dirgli qualcosa.
-scusa Megumi, cosa stavi dicendo prima?-
Megumi, che aveva ascoltato il resto della chiacchierata tra padre e figlio in un angolino, cercò di ricambiare il sorriso senza far notare la sua delusione. -no niente, non era nulla di importante. Immagino che ora sai cosa farai quest'estate.-
-già. Non posso perdere un'occasione come questa. Non vedo l'ora di mettermi all'opera!- esultò eccitato, mentre una forte adrenalina si impadroniva di lui.
-adesso devo fare una cosa, Megumi. Ci vediamo al dormitorio Stella stasera!-
La salutò con un cenno e si allontanò dandole le spalle.
Sarebbe andato a cercare Nakiri per annunciarle il loro prossimo confronto.


 
 
****


Erina era appena uscita dall'aula degli Elité e, come al solito, passeggiava per il corridoio della lussuosa scuola con solitaria eleganza, nel mentre i ragazzi e le ragazze in mezzo ad esso la fissavano ammirati e incantati vedendo i suoi lunghi capelli biondi ondeggiare con grazia supina dietro le sue delicate spalle. Schiena rigida e composta, passo armonioso, sguardo penetrante, iridi luminose e insidiose. Ovviamente era bellissima.
Poco prima che le iniziasse la lezione, suo nonno l'aveva chiamata nel suo studio all'ultimo piano per annunciarle la sua idea estiva. Inizialmente era rimasta sorpresa dalla sua proposta, poiché nel programma da egli organizzato era presente anche “quell'idiota” di Soma Yukihira, ma quando le aveva detto che ci sarebbe stato Joichiro_l'uomo che lei ammirava più di chiunque altro_tutto il disprezzo nei confronti di quello strambo ragazzo, era svanito per lasciare spazio ai vecchi ricordi che aveva di quell'uomo. I suoi ricordi più preziosi e gli unici allegri che lei ricordava, il periodo più bello della sua vita.
Da allora non aveva più visto Joichiro e non sapeva niente di lui. L'idea di rivederlo aveva acceso in lei la sopportazione di qualsiasi altra disgrazia, anche della presenza di Yukihira nella villa di suo nonno. Ancora, quindi, non si spiegava perché suo nonno fosse così fissato con quel ragazzo, non aveva nulla da invidiare a parte un'immensa stupidità e un talento per lei inesistente, solamente un'incredibile fortuna nelle sfide e nella preparazione dei piatti.
O almeno era quello che Erina voleva credere per non voler ammettere la verità.
Yukihira era così sfacciato e arrogante che, ogni volta che lo incontrava, avrebbe voluto ucciderlo seduta stante.
Due erano le qualità che poteva concedergli: un bellissimo sorriso e una perseveranza senza paragoni in quello che faceva. Una determinazione che forse, con assoluto disappunto, invidiava. Come se non bastesse, incrociò il fastidioso “tarlo” dei suoi pensieri in mezzo al corridoio.. che? Cosa? Stava salutando davvero lei?
Fu costretta a fermarsi e senza pensarci due volte lo trascinò per un braccio in un'aula vuota: non poteva farsi vedere con lui, un misero principiante, dai suoi compagni d'Elité.
-yo! Nakiri! Come stai?- si strinse in un sorriso divertito che la fece imbestialire.
-imbecille! Che diavolo ci fai nell'ala d'Elité? Non hai i diritti per stare qui!-
Come le succedeva sempre, in presenza di quel ragazzo, iniziava ad agitarsi inspiegabilmente e veniva assalita da un'insicurezza profonda ed insopportabile.
-calmati Nakiri.- si fece improvvisamente serio, -sono solo venuto a dirti una cosa.-
Allora Erina, imbarazzata, lasciò la manica della maglietta di Yukihira ancora stretta nella suo mano.
-sbrigati! Cosa vuoi dirmi? Se vuoi dirmi che passeremo purtroppo l'estate insieme, lo so già, hai sprecato solo fiato a venire qui.- borbottò distogliendo lo sguardo dai suoi occhi di quel castano dorato che la mettevano a disagio per quanto fossero fiduciosi e risoluti, e la fissavano con estrema gentilizza. Ora che ci pensava, Yukihira era l'unico che non sembrava spaventato da lei o la considerava come se fosse una “Dea in terra”. Era l'unico, assieme alla sua migliore amica, a vederla come una ragazza normale e non come la bellissima ed altezzosa Erina Nakiri, nipote del preside.
Non era abituata ad essere trattata normalmente da qualcuno, tutti la vedevano come la perfezione fatta in persona e lei di conseguenza agiva in maniera tale da confermare ciò e non deludere le aspettative. Però, quando si trattava di interagire con Souma, lui che la considerava una qualunque compagna di scuola. Lui che sembrava esplorarla e trapassarla da parte a parte come se volesse distruggere la sua maschera gelida e inflessibile con la sua naturale gentilezza, oppure che la salutava in mezzo al corridoio come una comune e confidente amica.
Il suo comportamento confidenziale e quasi dolce, la mandava totalmente in confusione e finiva per farla sentire impreparata ogni volta che lo incontrava e ci discuteva.
-ah! Quindi già lo sapevi!- rispose alla sua affermazione. -in ogni caso.. non ero venuto a dirti solo questo, Nakiri..- aggiunse -..preparati! Quest'estate ti farò dire “delizioso” quando assaggerai i piatti preparati da me per il banchetto!-
Erina avvampò furiosamente, scandalizzandosi lei stessa per l'eccessiva reazione che aveva avuto di fronte a quelle semplici parole. La maniera con cui l'aveva dette era stata destabilizzante: erano un misto tra una dichiarata sfida e una dichiarazione d'amore. Era ridicolo da parte sua fare pensieri così sdolcinati, poiché non si era mai sentita in quel modo.
E poi, soprattutto, non era da lei prendere una dichiarazione ufficiale di “guarra” similmente ad una dichiarazione d'amore.
Probabilmente era impazzita e chi l'aveva resa così vulnerabile e imbarazzante era quel ragazzo.
Gliela avrebbe fatta pagare al momento dovuto. Cercò di riassumere la sua solita compostezza:
-cucinerò anch'io al bachetto, lo sai? Non assaggerò mai più i tuoi piatti così mediocri!- ribatté:
-probabilmente non riuscirai mai a farmeli piacere.
I tuoi cibi semplici e casalinghi, fatti con dei miseri avanzi, non stuzzicano affatto il mio palato.-
Sapeva di star mentendo ma non l'avrebbe mai dichiarato davanti a Yukihira.
-riuscirò a farteli amare Nakiri!- continuò Soma alzando il pollice soddisfatto e fiducioso, intanto che la guardava allontanarsi di spalle ed uscire dall'aula deserta.
-ci vediamo Yukihira. Vattene di qui.- asserì solo, lei.
Si scambiarono entrambi uno sguardo intenso che valeva più di mille parole e non definiva una semplice sfida.
Il cuore le batteva a mille, ma Erina non comprendeva ancora la vera motivazione.
Chissà in cosa si sarebbe trasformata quell'estate?
  
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