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Autore: Horse_    15/11/2015    8 recensioni
[Storia alternativa a "Una vita senza di te significa non vivere per niente"]
E se fosse stato diverso? E se Ian non fosse fuggito quella notte? Cosa sarebbe successo se Nina fosse riuscita a dirgli di essere incinta, di aspettare suo figlio?
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First Month:
Quando scopre di essere incinta il mondo le crolla addosso. Continua a ripetersi che non può essere possibile, che non può essere toccato a lei, che quel bastoncino bianco stia mentendo, ma, dopo aver provato altre tre volte, sa che quella è la verità. Candice la guarda… Non sa nemmeno lei come la stia guardando, Nina sa solo che si sente sicura con la sua migliore amica affianco. Sicura fino ad un certo punto, perché tutta questa sicurezza sparisce quando… Quando si rende conto di essere effettivamente incinta. Avrebbe avuto un bambino. [...]
Cosa poteva fare? Un bambino, una piccola creatura da crescere, per lei è troppo. Non è in grado nemmeno di occuparsi di se stessa, figuriamoci di un bambino, un suo bambino. E’ ancora così immatura, è ancora una bambina, e si sarebbe immaginata tutto questo più avanti, con qualcun altro. Suo figlio sarebbe cresciuto nel caos più totale perché la sua vita lo era.
[Storia senza pretese]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Otto settimane.

Quando scopre di essere incinta il mondo le crolla addosso. Continua a ripetersi che non può essere possibile, che non può essere toccato a lei, che quel bastoncino bianco stia mentendo, ma, dopo aver provato altre tre volte, sa che quella è la verità. Candice la guarda… Non sa nemmeno lei come la stia guardando, Nina sa solo che si sente sicura con la sua migliore amica affianco. Sicura fino ad un certo punto, perché tutta questa sicurezza sparisce quando… Quando si rende conto di essere effettivamente incinta. Avrebbe avuto un bambino. Da piccola aveva sempre immaginato la sua vita, un lavoro, una casa, un uomo da amare e dei bambini. Una casa ce l’aveva, il lavoro pure (era quello dei suoi sogni, adorava fare l’attrice), l’uomo da amare c’era, ma non era più suo. Quando si era messa insieme a Ian aveva capito che quello sarebbe stato l’uomo della sua vita, ma era ancora troppo giovane e un po’ la sua vita voleva godersela, c’era tempo. C’era tempo per fare ogni cosa, c’era tempo per il matrimonio e per i bambini, ma, evidentemente, Ian non era stato del suo stesso avviso e si erano lasciati. Poi, però, avevano cominciato ad andare a letto assieme perché… Perché era impossibile per loro stare distanti; poi lui si era messo con Nikki (una delle sue migliore amiche, cosa che, evidentemente, non era più) e avevano deciso di darci un taglio, ma erano ricaduti sullo stesso errore ancora e ancora e ancora. Sembrava andasse tutto bene, era veramente felice Nina. Felice in una maniera contorta, ma lo era, aveva ancora lui, poi, però, tutto era cambiato. Ian aveva chiesto a Nikki di sposarlo perché troppo pentito per quello che stava facendo, che entrambi stavano facendo con l’andare continuamente a letto insieme, e aveva detto a Nina di finirla lì, che lui non poteva continuare così.

“Amo Nikki, Nina, non posso… Non possiamo andare avanti così.”  le aveva detto e Nina si era vista il mondo crollare addosso, credeva che si fosse ancora qualcosa da recuperare, ma evidentemente si sbagliava.

Avrebbe voluto ribattere, ma non l’aveva fatto. Ian, da quel momento, aveva innalzato un muro con lei e non si era fatto vedere -o comunque quando la vedeva cambiava strada, letteralmente. Sul set le cose erano diventate ancora più gelide e… Non ce la faceva più. Il cast si era rotto, spezzato. C’è chi stava dalla sua parte e chi da quella di Ian e Nina continuava a non capire: perché se loro due dovevano stare divisi anche la loro famiglia, perché lo era, si era divisa? Sembrava di essere all’interno di una guerra con due schieramenti. Quando si erano lasciati era stato brutto, gelido, ma il cast era rimasto unito per entrambi… Ora, invece, da quando si è introdotta Nikki, tutto si è frantumato. Ovviamente c’era anche chi stava nel mezzo, Paul per esempio. Paul era l’unico di cui Nina si fidava, insieme a Candice. Gli altri erano altalenanti.

Ora, però, non avrebbe fatto altro che attirarsi le ire addosso di tutti. Dio, era incinta e quel bambino era di Ian, lo stesso Ian che avrebbe dovuto sposarsi tra cinque mesi con un’altra donna, una donna che non era lei.

 

«Nina, hey, ti prego, dimmi qualcosa, qualsiasi cosa.»
 

Ma Nina non sa veramente cosa dire, vorrebbe solo sparire, il più lontano possibile. Vorrebbe teletrasportarsi in qualche isola Caraibica e non tornare mai più. Cosa poteva fare? Un bambino, una piccola creatura da crescere, per lei è troppo. Non è in grado nemmeno di occuparsi di se stessa, figuriamoci di un bambino, un suo bambino. E’ ancora così immatura, è ancora una bambina, e si sarebbe immaginata tutto questo più avanti, con qualcun altro. Suo figlio sarebbe cresciuto nel caos più totale perché la sua vita lo era. 

La sua mente inizia ad elaborare tutte le possibili soluzioni a questo problema e ce ne sono veramente tante.

Due la colpiscono in maniera particolare. 

Aborto.

Adozione.

Ma così come la colpiscono velocemente, altrettanto velocemente le scaccia dalla sua mente. Non è in grado di prendersi cura di un bambino, ma non avrebbe mai potuto ucciderlo, non doveva pagare per un suo errore. Non reputava errore il bambino, reputava errore essere andata a letto con Ian. Nemmeno l’adozione era un opzione plausibile perché non ce l’avrebbe mai fatta. Portare in grembo un bambino per nove mesi e poi abbandonarlo sarebbe stato troppo struggente, non ne era in grado.

Aveva paura però, tantissima paura. 

 

«Nina, mi sto preoccupando, ti prego.>> la implora Candice.

«Che cosa dovrei dirti?» sbotta la bulgara alzandosi di scatto in piedi sotto lo sguardo attonito di Candice. «Tutto questo è un incubo, solo un brutto incubo…»

«Andrà tutto bene, vedrai, andrà tutto bene.»

«No, niente andrà bene.»

 

Si lascia andare così, mentre calde lacrime iniziano a bagnarle il volto.

 

 




















 

                                                     * * *






















 

Candice è riuscita a rassicurarla, ma la paura è ancora costante. Ha paura di ogni cosa, di qualsiasi cosa.

Ha paura di Ian, di come possa prenderla.

Ha paura degli altri, del loro giudizio.

Ha paura della sua famiglia, di quello che potranno pensare di lei.

Ha paura, lei stessa ha paura. Non sa come si fa la madre, ha paura di non riuscire a crescere suo figlio nel modo giusto. Ha soltanto ventisei anni, eppure diventerà già madre. Ci sono donne che diventano madri ancor più giovani di lei, ma lei non si sente pronta, eppure dovrà conviverci.

 

«Come farò a dirglielo?»

 

Per prima cosa dovrà dirlo a Ian, è ovvio. Questa è la sua più grande paura, non sa nemmeno da dove iniziare, non sa cosa fare.

 

«Non posso rovinargli la vita così.» continua ancora.

«Non è questione di rovinare vite, Nina, ci siete dentro insieme.» puntualizza Candice accarezzando il braccio scoperto dell’amica. «Ci siete dentro insieme e lui ha diritto di saperlo, i bambini si fanno in due.»

«Lui ha un matrimonio programmato, Can! Si sta per sposare e io sono incinta

 

Un brivido le percorre la pelle, ma decide di ignorarlo. Sono passate tre ore da quando ha scoperto di essere incinta e si sta… Abituando all’idea, si. Nina sa per certo che le ci vorrà del tempo, ma piano piano si sta abituando. 

Quello che la preoccupa ora è fare i conti con la realtà, una realtà che le farà tanto male.

 

«Tu sei incinta, è vero, ma per metà. E’ dentro anche lui a tutto questo, che gli piaccia o no. Il padre è tanto importante quanto la madre, si prenderà le sue responsabilità.»

 

E Nina vuole veramente credere a Candice, cerca di convincersi che la sua amica abbia ragione, ma sa che non è così. Ian ha sempre reagito male alle notizie sconvolgenti e questa lo è. Sarà la notizia più sconvolgente della sua vita.

 

«Quello che ti consiglio è prenderti una settimana di pausa, o almeno qualche giorno. Ti farà bene, vi farà bene.»

«Non posso prendermi una settimana di pausa, Candice, dobbiamo girare e-»

«Non ti sto dicendo di smettere per sempre, credo che tu abbia bisogno di raccogliere un po’ le idee e di decidere sul da farsi. Potremo andare da qualche parte insieme, mi sembra un’ottima idea, che ne dici?»

 

Nina la guarda titubante, ma non dice nulla. Non scuote nemmeno la testa o annuisce, rimane immobile.

Sarebbe tutto troppo sospetto, tutto questo è troppo sospetto. Ha bisogno di staccare un po’ la spina, però. Ne sente veramente il bisogno. E’ da un anno che corre avanti e indietro, a destra e a sinistra, senza mai fermarsi e una pausa le farebbe comodo. Si tratterebbe di scappare per un po’, almeno per qualche giorno, cercando di non affrontare la realtà.

Ha bisogno di qualche giorno di tranquillità perché sa che prima o poi dovrà affrontare tutto questo, dovrà farlo. 

Andrà con Candice, lo farà, e quando tornerà, quando avrà preso coraggio, dirà a Ian della gravidanza, e anche ai suoi genitori. 

Per ora ha solo bisogno di un po’ di tranquillità, per se stessa e per il bambino che porta in grembo.

O bambina.

 

«Credo che staccare la spina, per almeno un po’, mi farà bene.» annuisce la giovane ragazza sospirando.

«Potremo andare su una SPA, per fare qualcosa di tranquillo.» le suggerisce Candice e Nina annuisce massaggiandosi le tempie. «Quando pensi di andare dal ginecologo? Si, insomma, per vedere come procede.»

«Ho bisogno di un po’ di tempo per metabolizzare tutto questo. Quando mi renderò effettivamente conto di quello che mi sta succedendo lo farò, promesso. Lo devo al bambino e me lo devo.»

 

Candice annuisce solamente e prende in mano il suo cellulare. 

Dopo due ore hanno finalmente deciso quale sarà la loro meta, la meta della loro mini-vacanza, Boston. La bionda se n’è andata con la promessa di ritrovarsi il giorno dopo e Nina, dopo aver gettato il bastoncino (quel piccolo pezzo di plastica che le ha cambiato per sempre la vita), si sdraia a letto, esausta. Lynx sale sul letto, sotto lo sguardo amorevole di Nina, e le si avvicina piano, alla ricerca di attenzioni. La guarda per qualche istante, poi mette le zampe anteriori sopra la pancia della ragazza e quest’ultima la caccia via. Avrebbe potuto fare del male al bambino. Non sa molto sulla gravidanza, non sa praticamente nulla, non si è mai informata. Sa soltanto che il bambino è protetto da una sorta di sacco, ma non vuole comunque correre rischi, non può. La maglietta le si è leggermente sollevata e Nina si perde ad osservare la pelle candida che le ricopre la pancia. Istintivamente, senza nemmeno pensarci, la mano destra si appoggia sopra il suo ventre e un piccolo sorriso, a metà tra l’eccitato e il malinconico, le compare sul volto. Lì dentro c’è suo figlio, il suo bambino.

Avrebbe fatto di tutto per essere una brava madre, avrebbe cresciuto suo figlio, con Ian o senza Ian. 



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E' da un po' sinceramente che ci stavo pensando e colpita un po' dalla noia, un po' dall'ispirazione, ho deciso di buttarla giù. Sostanzialmente volevo creare una vera e propria storia, ma alla fine ho optato per una serie di momenti che racconteranno un andamento alternativo di quella che è la storia principale.
Racconterò la "storia" per mesi, fino alla nascita dei bambini (ovviamente saranno sempre due!) e poi il periodo che seguirà la nascita, ovviamente selezionerò alcuni momenti che riterrò la pena scrivere. Non ci sarà quindi la famosa sera, quella in cui Ian lascia andare Nina, ma Ian verrà a conoscenza di diventare padre e beh... Volevo creare qualcosa di alternativo.
Spero che tutto ciò abbia successo, io l'idea di continuare ce l'ho, spero solo che sia apprezzata ^^
Avrei voluto metterlo ieri, ma, ahimè, non era giornata, non dopo tutto quello che è successo con la strage di Parigi. Penso che ieri non sia stata giornata per nessuno, vedere -e sentire- tutto quello che è successo ci fa solo riflettere e capire in che mondo di schifo siamo. Ormai la Francia è diventata un bersaglio a causa della sua integrazione culturale (non è assolutamente da fargliene una colpa, è bello integrare uomini e donne di tutte le culture, perchè siamo tutti uguali), e, purtroppo, da quanto è stato detto, il prossimo obiettivo è Roma. Spero solo non accada nulla di grave, lo spero con tutto il cuore. Siamo uguali, in fatto di essere uomini e donne, ma non simili perchè, sinceramente, dopo tutto quello che è successo, mi verogno di appartenere alla razza umana.
#PrayforParis.

  
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