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Autore: Eli_99    17/11/2015    2 recensioni
Ci ho messo un anno per capire che una storia per poter con-siderarsi tale deve essere ricca di emozioni e i personaggi non devono solo essere stupide comparse ma ognuno di loro deve possedere una storia, un dettaglio che ti faccia ricordare di loro.
Grazie per questo anno fantastico che abbiamo trascorso insieme a “Sorry, I’m not perfect”.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dolcetta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Sorri I'm not perfect'
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Un anno di noi
 
 
Ciao ha tutti, molti di voi si chiederanno cosa ci faccio qui quando devo ancora aggiornare e finire di revisionare “Sorry, I’m not perfect” me è da qui che volevo partire.
Esattamente un anno fa prendevo in mano il computer e scrivevo il primo capitolo di questa fanfiction, all’epoca nella mia mente non avevo ancora le idee molto chiare; il mio unico obbiettivo era sfogarmi, ritagliare qualche ora da dedicare a quello che mi piace davvero fare. Con il passare del tempo ho visto ragazze appassionarsi sempre di più a questa storia, grazie a “Sorry, I’m not perfect” ho conosciuto persone fantastiche e il mio modo di vedere le cose è cambiato totalmente.
Ma di questo vi parlerò più avanti quando questa storia sarà arrivata alla fine; ora voglio raccontarvi di come io sia cambiata insieme hai miei personaggi; voglio che anche voi conosciate una parte di loro.
All’inizio Isabel doveva essere il mio opposto, quello che io avevo sempre desiderato essere ma non ho mai avuto il coraggio di cambiare, ma con il passare dei mesi e dei capitoli scritti mi sono accorta  che lei stava diventando un personaggio che non riuscivo a gestire; più volte sono stata sul punto di arrendermi ma voi mi avete dato un motivo per continuare, tenere duro nonostante la scarsa ispirazione, i brutti momenti e il poco tempo non era giusto che eliminassi questa storia ne per voi ne per me. Così ho iniziato a riflettere, riordinare le idee, capendo che io volevo raccontare anche qualcosa di mio; volevo fare mia questa fanfiction! Ho aperto gli occhi iniziando a osservare la realtà che mi circondava, qui Isabel ha iniziato a cambiare; lei non era la ragazza forte e determinata di cui avevo sempre scritto ma come ogni essere umano è dannatamente fragile, piena di dubbi e insicurezze.
Ci ho messo un anno per capire che una storia per poter considerarsi tale deve essere ricca di emozioni e i personaggi non devono solo essere stupide comparse ma ognuno di loro deve possedere una storia, un dettaglio che ti faccia ricordare di loro. Mi sono affezionata ad ogni singolo personaggio presente in questa fanfiction, senza rendermene conto ho proiettato su di loro le persone che vorrei avere accanto nella mia vita e spero che anche voi, con il passare del tempo li amerete come sto facendo io.
Tutto questo papiro per dirvi che non vi voglio deludere, e se l’ho fatto vi chiedo scusa, non era mia intenzione; ma io non voglio mollare, voglio darvi la possibilità di conoscere ed amare questa storia come sto facendo io, ora voglio solo mostrarvi una parte nascosta di Isabel quello che non avete potuto ancora vedere.
Vi lascio alla lettura, grazie per questo anno fantastico che abbiamo trascorso insieme a “Sorry, I’m not perfect”
 

 
Elisa
 
 
Quando tornai a casa non c’era nessuno, i miei genitori erano ancora in quella maledetta stanza; ormai erano sei settimane che non succedeva niente.
Ogni mattina mi alzavo con la speranza di sentirlo ridere mentre Cecil gli intimava di non prenderla in giro, ma ogni mattino dovevo farmi forza e andare in quella fotuttissima stanza d’ospedale per vederlo immobile, disteso sul lettino bianco sempre più pallido e freddo.
Ogni giorno più lontano da me.
Iniziai ad urlare, calde lacrime scorrevano sul mio viso mentre immagini di noi due mi invadevano la mente. Iniziai a correre finche non trovai la porta che stavo cercando; entrata mi gettai sul suo letto mentre ispirando il suo profumo cercavo di calmarmi.
Non c’era più mi aveva lasciata sola, ero sola; d’ora in avanti non ci sarebbe più stato nessuno a proteggermi dagli altri, nessuno con cui scherzare; nessuno che mi capiva senza il bisogno di parole.
Era solo colpa mia, mia e del mio stupidissimo bisogno di sentirmi importante, accettata dagli altri, se lui ora non era qui vicino a me.
Con la gola secca e gli occhi gonfi caddi in un sonno senza sogni.
–La colpa non è tua è solo delle persone.
Le persone non ti piacciono, ti hanno sempre resa insicura. Le persone ti spaventano, ti fanno prendere gli attacchi di panico. Ti rendono nervosa, ti fanno vergognare di esistere.
So che a volte vuoi mettere fine a tutto; fermando questa sofferenza, ma ora devi lottare, combattere per tutti e due.
Hai voglia di scappare e di iniziare a vivere…vivere su serio. Trovare persone che faranno con te, le cose che hai sempre voluto fare.
Rimanere fuori tutta la notte, correre per le strade ridendo a squarcia gola e ricordarlo per sempre.
ESSERE ADOLESCENTE ALMENO PER UNA VOLTA.
Ma adesso ti sembra di essere sola.
Non sei sicura di essere depressa, nel senso triste, ma non sei nemmeno sicura di essere felice; non riesci a ridere o scherzare e la notte scoppi in lacrime.
Ti senti SOLA e piangi.
Lacrime versate per niente pensi tu, ma piangere ti fa bene non tenerti tutto dentro sfogati, anche se non sono più li con te, tu piangi urla ma non rimanere indifferente.
Davanti alle persone ti comporti come se non succedesse nulla, come se andasse tutto bene ma dentro stai morendo di dolore.
La tua bocca sorride ma i tuoi occhi sono tristi, perché?
“Perché non ne parli con qualcuno?”
Vuoi tenere questo dolore solo per te, perché sai che se parlerai con qualcuno sarà disposto a prenderti per pazza, ma sai anche che non puoi continuare così.
Scendere dal letto per andare a scuola e sorridere fino a quando torni da me e corri nella mia camera a piangerti addosso; sai anche se è strano ti sento, sento quanto stai male e mi si strazia il cuore non poter fare niente.
Anche se ti sembra inutile parla con mamma e papà, urlaglielo che non stai bene. Che non sei mai stata la figlia che pensano di avere, che sei depressa, che ti tagli e odi ogni parte di te.
Ma non lo fai.
Lo sappiamo entrambi sei sempre stata cocciuta, non mostri mai le tue debolezze agli altri, perché fargli vedere le tue cicatrici di guerra.
Quella guerra che c’è fra TE, LA TUA MENTALITA’, LO SPECCHIO E LA SOCIETA’.
Se solo potessi esserti ancora accanto anche solo per un momento ti urlerai che devi riprenderti, perché anche se adesso non lo capisci io ci sono, e ci sarò sempre; non ti lascerò mai sola.
Sarò sempre pronto a strapparti un sorriso e a proteggerti da tutto e da tutti; adesso è ora che tu vada e viva la tua vita senza pensare a me.
Perché non è mai stata colpa tua, ricordi “Io vivo per vederti sorridere” .–
Mi svegliai di colpo, con lo sguardo cercai subito due occhi color zaffiro che però non trovai, mi ero immaginata tutto; lui non si sarebbe mai svegliato e io sarei rimasta sola.
Mi alzai ma passando davanti allo specchio iniziai a piangere; tirai pugni contro il vetro cercando di deformare l’immagine riflessa al suo interno; senza forze mi accasciai a terra prendendomi la testa tra le mani.
Dovevo allontanarmi, non potevo rimanere un minuto di più in quella stanza, lontano da quella casa i ricordi avrebbero fatto meno male; senza pensare presi il telefono componendo velocemente il numero di mia zia; era ora di accettare il suo aiuto, da sola non potevo risolvere tutti i miei problemi.

 
  
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