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Autore: Rose Du Rembrandt    18/11/2015    1 recensioni
" Nihal ne approfittò per tornare su di lei - Neanche io El, non sapevo da che parte cominciare, avevo paura di sbagliare tutto … Sai - aggiunse esitante e grattandosi la nuca barazzata, quello non gliel'aveva detto - questa, per me … è stata la prima volta che ho fatto l'amore con qualcuno … in assoluto - Eleusi scattò e la spinse indietro piano, sul materasso in effetti c'erano delle macchie rosse, non ci aveva fatto caso ma adesso continuava a spostare lo sguardo fra il sangue alla turchese e viceversa "
Tutti rammentiamo della bellissima scena in cui Nihal decide di riprendere la via della spada tornando da Ido, ma, se non fosse partita? Se l'amore, segretamente sbocciato dentro di lei le avrebbe fatto compiere un gesto avventato?
E se Eleusi ricambiasse i suoi sentimenti? Come sarebbe la loro prima notte insieme?
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Eleusi, Nihal
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nihal respirò piano quel dolce profumo che sentiva invadere le sue narici, un'essenza di montagna, di mare, di terra e fuoco, fuoco. Una fiamma ardente che ancora ai agitava dentro la sua anima dopo una notte così speciale, una notte unica, di autentica felicità, di pace, di amore.
Si girò appena si di un fianco e, reggendosi la testa con il palmo della mano sinistra, si perse nel viso disteso di Eleusi che alzava e abbassava piano il delicato petto, sintomo di un dolce respirare, prova di una grande calma interiore.
Con dita tremanti la Mezzelfo osò accarezzare una candida guancia, seguendo i dolci lineamenti del suo volto e sfiorandogli quelle piccole labbra, così calde e morbide, capaci di fargli perdere ragione e raziocinio, tanto che alla fine aveva avuto il coraggio di poggiarsi sopra la bocca, anche in quel momento di rabbia, di tristezza e abbandono. Ora in parte si malediceva di quello che aveva fatto, poiché sapeva che non sarebbe più partita, mai più. Che andassero al diavolo guerra e sangue, cos'era la sua ambizione di vendetta di fronte si gesti che le avevano portate a quell'esatto istante? Eppure aveva anche paura.
Nella sua vita, tutto ciò che aveva amato, apprezzato e sognato, le era stato crudelmente strappato via: prima Livon, ucciso davanti ai suoi occhi, poi Fen, abbattuto per mezzo di una maledetta catapulta, Soana, che era partita per chissà dove in cerca di risposte e … Sennar.
Pensando al mago e amico scomparso sentì lo stomaco contrarsi e un nodo otturarle la gola, si guardò le mani, le stesse che avevano preso Eleusi, che si erano insinuate dentro il suo corpo, nella sua intimidità. Quelle stesse mani avevano ferito l'unica persone che fosse sempre rimasta al suo fianco senza mentirle o ingannarla, già. Perfino Livon e Soana le avevano sempre mentito.
Iniziò a piangere in silenzio, nella notte, semi coperta da quelle calde coltri divise con la sua amante, che cosa stava facendo adesso? Stava accusando suo padre e sua madre di averle taciuto una verità terribile? Di averle fatto vivere, anche se per poco, una vita come molte altre? Certo che ce ne voleva di coraggio per partorire simili pensieri, dimenticando quanto amore aveva ricevuto dai due fratelli.
" Sono davvero orribile " si disse passandosi le mani sulle braccia nude e chinando il capo in avanti, una cascata di capelli blu le oscurarono la vista ma non ci fece caso, concentrandosi invece sulle lacrime amare che scivolavano sul suo prosperoso seno fino a macchiare il tessuto di lino che strinse con rabbia, sorridendo tristemente. Anche adesso dopo l'amore, dopo quell'amplesso così caldo e potente, dopo innumerevoli baci, gemiti e parole sussurrate mentre si stringevano donandosi a vicenda un grande piacere che non veniva dalla sola carne, veniva assalita dalla tristezza da sempre insita nel profondo del suo animo e anche se ora sapeva cosa quelle voci sussurravano, la sua mente ne era ancora oscurata. Difficile descrivere cosa provava in quei momenti di disperazione, forse era come in leggero pezzo di legno che, legato a pesanti macigni attraverso spesse catene, affondava in un abisso buio e freddo.
Singhiozzò più forte.
Eleusi aprì un occhio a quel suono così carico di tristezza e cercò con la sguardo la Mezzelfo, vedendola subito dopo seduta davanti a lei, di spalle, leggermente chinata in avanti, stava piangendo. Presa coscienza di ciò si mise anch'essa a sedere e, a sorpresa, la cinse gentilmente con le braccia, poggiando il petto alla sua schiena facendola sussultare.
Sorpresa le prese le mani fra le sue, senza variare la sua posizione, continuando a piangere.
- Così soffro anch'io - le sussurrò ad un orecchio Eleusi per poi baciarle il collo e poggiare la testa alla sua spalla, liberando delle lacrime che rigarono la pelle cosparsa di cicatrici e ferite di Nihal, che però ancora non si mosse, pietrificata dal turbine di emozioni che continuavano a rigirarsi dentro la sua anima, senza sosta, in un'eterna tempesta di pensieri e contraddizioni che la falciavano dalla nascita.
- Non ho nessuno. Ho perso tutti - Eleusi ascoltò quelle parole senza sentirle, il loro significato si perse nel tempo, lasciandola con un opprimente sensazione al cuore. Quasi senza volerlo strinse la presa, graffiandole i palmi - Io sono con te Nihal, e anche Jona. Siamo noi la tua famiglia adesso. Non dimenticarlo, te ne prego - e chiuse adagio gli occhi, facendosi cullare dal suono del suo battito cardiaco, dal respiro di lei, dalle sue mani che ora le accarezzavano le candide braccia fino alle spalle e poi di nuovo verso le lunghe dita, in una lenta tortura che la fece sospirare, contrarre i muscoli dell'inguine e abbandonarsi sulla sua schiena.
Ora sorridendo la blu si voltò sino a incrociare il suo ribollente sguardo, e la baciò come tante volte aveva fatto in quella notte, mordendogli le labbra, leccandole lentamente, raggiungendo poi la sua lingua in un frenetico ritmo che le faceva invadere da un gran calore che come lava colava dentro di loro
Travolta da quella forza Eleusi si distese sulla schiena e allargò le gambe in modo da permettere alla Mezzelfo di insinuarsi con il busto tra le sue cosce fino a ritrovarsi nuovamente incollata alle sue labbra, flettendo le gambe e passando le morbide dita sul suo corpo segnato da sofferenze e interminabili allenamenti, soffermandosi sulle sue curve e sul ventre scolpito. Fremendo Nihal inarcò la schiena, avvicinando la sua femminilità a quella di lei per poi muovere il bacino, godendo di quel peccaminoso contatto che le fece inumidire l'interno coscia. Quasi urlò sentendo il corpo della compagna rispondere prontamente alla provocazione e con un sorriso malizioso portò la mano destra tra le loro gambe, accarezandogli la carne viva, spingendo un poco a fondo e tornando indietro, spostandosi verso il solco dei suoi seni, accarezzandolo con la bocca arida per l'eccitazione crescente, sebbene avessero già giaciuto insieme, sebbene avessero già saggiato il sapore delle loro carni frementi e accaldate, non era ancora il momento di fermarsi e di dormire, dovevano sancire il loro legame.
Eleusi si pietrificò sentendo un tocco particolarmente audacie che la penetrava in profondità, esplorando la sua intima natura di amante, di corpo di pace, donatore di vita e di profondo amore. Sorrise e ritrasse piano piano la mano, per godersi l'espressione estasiata della compagna che si contorse sotto di lei, graffiandola sui fianchi, sussurrando il suo nome. - Aspetta - disse all'improvviso la Mezzelfo prendendogli il volto fra le mani e guardandola negli occhi puri e lucidi, dovette asciugarsi delle lacrime che però caddero sulle guance di Eleusi che gli accarezzò il viso, portando una mano verso la sua nuca per attirarla a se e baciarla, stavolta dolcemente; non voleva che il loro fosse uno di quei rapporti d'amore che trova però il suo compimento nel mero atto sessuale, e questo lo pensava anche Nihal, che sorrise, prima di di riprendere il movimento con tutto il corpo, mordendosi le labbra e gemendo sentendo i loro seni così a contatto.
Con destrezza scostò una coscia tra le lunghe gambe della mora e la mosse piano insieme al bacino e non riuscì a trattenere un gemito più forte degli altri che si tradusse in un continuo caldo colare lungo il suo inguine, non avrebbero resistito ancora a lungo, ma la cosa le eccitava. - Nigel - gemette la ragazza all'improvviso cercando con il tatto la nudità della guerriera che, prendendogli il polso fra le dita, guidò il suo braccio verso ciò che bramava e serrò le palpebre quando sentì una timida carezza nella zona inguinale. Con più decisione e forza spostò il bacino in avanti, andando incontro alla mano di Eleusi ed invitandola ad entrare in lei - non aver paura - le disse ad un orecchio mordendolo appena spingendo la mano oltre la soglia del suo fiore rimasto inviolato fino a quel momento, difatti aveva sentito la sua virtù venire meno e la presa dell'amante divenne più salda, tanto che la turchese si contorse, lasciandosi sfuggire un urletto che soffocò mordendo teneramente dei lembi di pelle della ragazza che sgranò gli occhi e strinse fra i pugni le lenzuola, ormai pregne della loro passione e del loro desiderio.
- Ti amo - affermò all'improvviso la Mezzelfo fermandosi e lasciandosi andare sul suo corpo, aderendo alla sua nudità e rimanendo così, ferma. L'aveva detto, l'aveva detto. Per tutta quella notte quelle parole avevano premuto sulla sua coscienza desiderose di uscire, di essere scandite dalle sue labbra sensuali, bramavo di entrare nella mente di quella fanciulla che si era concessa a lei e questo faceva capire a Nihal quanto grande fosse il sentimento che provava nei suoi confronti. Una realtà senza eguali, che andava oltre il tempo e lo spazio, aprendo vie e strade per mondi ancestrali dimenticati dagli stessi dei che li avevano creati millenni ordinò.
- Ti amo anch'io - rispose la mora con un filo di voce tirandosi indietro e poggiandosi alla spalliera del letto, coperta da in velo di sudore. Nihal non gli diede il tempo di aggiungere altro che si avventò sulla sua bocca, sedendosi a cavalcioni sui suoi fianchi e stringendola a se, ricominciando quella lenta e sapiente tortura intorno al suo fiore, penetrandola e guardandola con occhi di fuoco e respiro spezzato per le carezze ricambiate che la facevano fremere, vibrare, gli si appannò la vista ma non si fermò mai, continuando a fare l'amore con quella ragazza dal cuore gentile e l'animo puro, dalla mente anche ingenua a volte. E questo la faceva ridere, anche nei momenti più tristi, se lei parlava, partiva una risata liberatoria e tutto passava, più o meno.
Senza accorgersene si ritrovò sotto la mora che la fissava con le gote arrossate, neanche lei aveva capito cosa era successo, solo, aveva seguito l'istinto che aveva agito da molla, facendola scattare in avanti. Con uno sguardo ancor più malizioso la Mezzelfo richiuse gli occhi e ricominciò a baciarla, parola sua, non si sarebbe mai saziata di quel sapore inebriante.
Eleusi invece non sapeva più che fare, rimase incantata con il cuore che batteva a mille, si sentiva stupida ora, si era imbarcata in un'impresa che, se ne rendeva conto, andava oltre le sue capacità. La prima volta consumata poche ore prima era stata come un torrente in piena, non capiva niente, e dopo quel primo piacere si era ritrovata nuda sotto la Mezzelfo che non si spostava dalla sua bocca, la mani destra che le stringeva piano il seno e la sinistra impegnata a viaggiare su tutto il suo corpo, solleticandole la colonna vertebrale, provocandogli intensi brividi che la facevano gemere piano, ma adesso sapeva che Nihal si aspettava qualcosa da lei, una passionale risposta che le facesse arrivare spossate all'alba in modo da svegliarsi strette l'una tra le braccia dell'altra. Semplicemente, vedeva i suoi gesti come … monotoni? Inadatti ad una tale notte, eppure la fine era ancora lontana, e lei, lei ….
- Eleusi? - la ragazza alzò lo sguardo e incontrò i profondi occhi viola della Mezzelfo che la scrutava dal basso, stringendola per i fianchi, sorreggendola - Qualcosa ti turba? - chiese preoccupata accarezzandogli una guancia e tirandosi su, puntellandosi sui gomiti per essere alla sua altezza - cosa è successo - insistette prendendogli il mento tra il pollice l'indice - Ecco, io, credo di non esserne più capace - Nihal la fissò sbalordita per alcuni istanti, giusto per comprendere quanto il suo angelo aveva appena detto.
Poi scoppiò a riderme.
Eleusi dovette ritrarsi per non finire per terra visto che le risate incontrollate la facevano dimenare e scalciare e dalle lacrime capì che rideva sul serio e la fissò imbambolata, quanti anni aveva esattamente, un secondo prima la baciava come posseduta e un secondo dopo si rotolava sul letto dalle risate - No, Aspetta, scusa - riuscì a dire fra le risate, iniziarono a fargli male le guance ma non riusciva a controllarsi e quando recuperò un poco di lucidità riuscì a rispondere asciugandosi le lacrime con il dorso della mano sinistra e tornò a guardarla negli occhi, senza smettere però di sorridere e bastò quello a rilassare Eleusi che si coprì il volto con le mani - Che figura - esclamò buttandosi all'indietro e scoppiando anche lei a ridere, oddio, che cosa aveva detto, poteva anche risparmiarsela quell'uscita. Nihal ne approfittò per tornare su di lei - Neanche io El, non sapevo da che parte cominciare, avevo paura di sbagliare tutto … Sai - aggiunse esitante e grattandosi la nuca barazzata, quello non gliel'aveva detto - questa, per me … è stata la prima volta che ho fatto l'amore con qualcuno … in assoluto - Eleusi scattò e la spinse indietro piano, sul materasso in effetti c'erano delle macchie rosse, non ci aveva fatto caso ma adesso continuava a spostare lo sguardo fra il sangue alla turchese e viceversa, spalancò la bocca e si osservò le dita - Che cosa ho fatto? Che cosa HO FATTO? - Nihal l'abbracciò e la baciò ancora, avvicinando ulteriormente i loro corpi, bramando quel calore contagioso che la portava ad amare e ad essere amata - Cosa hai fatto? Mi hai amato El, mi ami, e io amo te. Tu. Hai. Preso. La. Mia. Virtù, e sai perché? Perché volevo che fossi tu - e gli puntò un indice diritto al petto - Tu, mi hai fatto trovare me stessa - Commossa da quelle parole la mora sbatté più volte le palpebre, gli occhi già umidi, ma di cosa si preoccupava? Doveva solo essere grata a Nihal per quella notte che stavano vivendo assieme. Quello era amore vero, che veniva tanto decantato in fiabe e canzoni e poemi e se lei era le gentil donzella, una casta rosa in una verde prateria, Nihal era il suo forte cavaliere. Si, andava benissimo così.
E ricominciarono a fare l'amore, instancabili, i loro sospiri sulle labbra, i tocchi sempre più forti della Mezzelfo, le sue continue carezze su tutto il corpo, non avevano prezzo. E anche lei riprese a toccarla, entrando nella sua femminilità, raggiungendo la sua lingue, baciandogli i prosperosi seni, mordendosi le labbra sentendo i denti della turchese mordere avidamente i suoi, forse, si disse, quella notte non avrebbe mai visto una fine, e lei poteva solo essere felice. Restare li, al caldo, in un perenne amplesso che si protrae nell'infinito, ora come ora le pareva una visione celestiale.
Ma la fine giunse, quando ormai erano sudate, spossate, sazie di baci e carezze, con il frutto del piacere che si allargava sul letto e le labbra secche per i baci senza età, allora, l'una dentro l'altra, strette in un passionale abbraccio, vennero, e fu come un'esplosione di luci e campane e fiamme. Ne furono violentemente attraversate, s'irrigidirono nel medesimo istante, poi, oramai senza forze, Nihal liberò la compagna dal suo peso e si coricò al suo fianco, tirando verso di loro le coperte e coprendo i loro corpi nudi ancora tremanti e segnati da graffi e morsi.
Eleusi ora teneva la testa poggiata sulla spalla sinistra di Nihal e descriveva ampi cerchi concentrici sul suo petto con le dita della mano, incapace di rinunciare al contatto con quella pelle, incapace di resistere alla tentazione di avvicinare la sua natura alla coscia, muovendosi piano, la Mezzelfo la guardò con infinita dolcezza e si girò verso di lei, prendendogli delicatamente la testa e spostandola sul suo seno, vicino al cuore, cingendole il fianco sinistro con una gamba e chiudendo gli occhi con lei e, mentre fuori iniziava a nevicare, mentre la spada nella legnaia si ricopriva di polvere, Nihal pensò che non finalmente, non ne avrebbe mai più avuto bisogno, non finché restava con la sua sposa. Si, gliel'avrebbe chiesto il giorno dopo e lei sarebbe diventata sua moglie e Jona suo figlio. Il sol pensare ad una tale esistenza la riempiva di gioia e quindi si addormentò, sussurrando un ultimo - Ti amo, amore mio - .
Ma, purtroppo si sa, le speranze dei giusti, sono destinate ad andare in frantumi.







Angolo dell'autrice: Va bene, va bene, non c'è bisogno di condannarmi al rogo, ora vi spiegherò tutto. Tre giorni fa ho riletto il primo libro de " Le cronache del Mondo Emerso " e, arrivata alla fine, ho pensato che, non poteva finire così. Leggendo i capitoli ambientati nel villaggio di Eleusi, non so come, non sono riuscita a non immaginarmi una NihalxEleusi, cioè, è matematico. Vederle insieme mo sembra la cosa più naturale del mondo. E quindi, eccomi qua, con questa One - Shot che potrebbe però essere l'inizio di una piccola Long, ma questo sarete voi a dirmelo, anche perché di storie su questa coppia non ne ho viste e mi piacerebbe sapere se a voi piace, quindi, recensire o criticate, solo, siate buoni va bene? Chi mi conosce da tempo lo sa che questa è la prima volta che scrivo una One Shot del genere e che di solito nelle descrizioni dell'amore non entrò così nel dettaglio salvo in rarissimi casi, per me è un genere del tutto nuovo.
Per chi mi conosce invece, sa che io non volevo aggiornare per riposarmi un pò, ma quest'idea non l'ho proprio trattenuta. Invece le altre storie riprenderanno da lunedì.
XD Alla Prossima
   
 
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