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Autore: Teddy_bear    19/11/2015    4 recensioni
Violet/Tate/nuovo personaggio.
1994.
Tate Langdon ha diciassette anni, i capelli biondi ed ascolta la musica di Kurt Cobain.
Autumn Miller ha sedici anni, i capelli castani e prova ad ascoltare le parole di Tate Langdon.
2010.
Tate Langdon ha diciotto anni, i capelli biondi e non ascolta Kurt Cobain da un bel po'.
Autumn Miller ha diciassette anni, i capelli castani ed ogni giorno cerca di ricordarsi la voce di Tate Langdon.
O anche una storia dove non si sa se soffrire di più per l'amore che Tate prova per Violet, o per l'amore che Autumn ha sempre provato per Tate.
“Da quando hai iniziato ad odiare di più il mondo, Tate?”
“Da quando non riesco più ad osservare l'autunno, dottor Harmon”.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tate Langdon, Un po' tutti, Violet Harmon, Violet Harmon
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 1}

 

Gli scatoloni sono troppi, ce ne sono di varie dimensioni: alcuni sono modesti, più piccoli e leggeri, altri sono grandi, scomodi, pesanti. Violet questo lo sa bene.

Gira attorno alla sua nuova casa, porta tre scatoloni uno sopra l'altro, contengono le cose a cui lei tiene di più, e non vuole permettere a nessuno di toccarle: il suo computer, il suo mp3, il suo celluare, i suoi romanzi russi, il suo diario segreto, i suoi dischi ed il suo quadretto con il teschio disegnato da lei stessa quando frequentava le scuole medie.

Apre la porta di quella che chiama già camera sua, e li butta su letto, incapace di trasportarli ancora per molto. I traslocatori poi penseranno al resto.

Fa un respiro di sollievo, dopo inizia a riporre i suoi oggetti nei vari mobili appositi. Si sente stanca, e pensa che questo trasloco non risolverà le cose tra i suoi genitori, ma perlomeno la casa le piace. Pensa che abbia un'anima.

 

Tate la osserva da dietro la porta, sta camminando avanti ed indietro e canticchia una canzone che lui non conosce; Violet è molto graziosa, ha i capelli castano chiaro, gli occhi color del miele. L'aria malinconica che lei possiede non gli è indifferente, gli ricorda quasi qualcuno. Poi sente gli occhi pizzicare, non capisce il perché, e se ne va.

Inizia a sentirsi troppo l'autunno in quella stanza.

 

***

 

1994 – gennaio

“Quindi è questa la tua stanza, giusto?” Autumn gli chiede, guardandosi attorno, la esplora con lo sguardo.

“Esatto. Molto allegra, lo so.” il biondo ridacchia mentre le risponde, è sarcastico, autoironico. Ma è camera sua, e gli piace coì com'è.

“Molto bella, più che altro.”

Ed a quanto pare non è l'unico a cui piaccia.

 

***

 

“Tate... Tate, mi stai ascoltando?”

La voce del dottor Harmon lo risveglia, non capisce bene del tutto dove si trova, finché non fa mente locale. Si sente un po' stordito, questi frammenti di ricordi che gli vengono qua e là lo riempiono di brividi lungo la colonna vertebrale, sente le viscere del suo stomaco attorcigliarsi, ha come dei conati, eppure non sente il bisogno di vomitare. Le mani gli tremano, e vede tutto appannato; decide di guardare in alto per qualche secondo, poi si ristabilizza, e respira profondamente. Guarda Ben, ed annuisce, iniziando poi a parlare.

“Queste fantasie sono iniziate circa due anni fa, tutte nello stesso modo.” proferisce, mastica un po' di parole, lascia una cantilena sulle ultime lettere, e prende pause di qualche secondo tra un vocabolo e l'altro.

“Come? Parlamene.” Lo psichiatra è disponibile, ha lo stesso taglio degli occhi di Violet, sebbene il colore dei due è diverso. Tate l'ha notato subito, è un buon osservatore.

“Mi preparo per la nobile guerra: sono calmo, conosco il segreto, so cosa sta per succedere e nessuno può fermarmi, neanche me stesso.”

 

***

 

1994 – aprile

 

Le voci per i corridoi sono soltanto dei mormorii, Tate ora li sente di più, sono amplificati: vede negli occhi delle persone tutti i loro sentimenti, tutte le loro emozioni, pura empatia, direbbe chiunque. Ma l'empatia provoca in te le stesse sensazioni altrui, Tate quelle sensazioni le percepisce, ma non le sente. Il piacere sadico gli scorre nelle vene quando preme il grilletto per la prima volta, nota come Andrew Meyers si accascia a terra, sente il cuore di quel ragazzo smettere di battere, come se fosse qualcosa di primordiale, di sovrannaturale.

“Me l'hai portata via.” sussurra a quel corpo ormai privo di vita. Poco dopo sente urla, grida, e rumori di gente che corre.

Non ve la caverete così facilmente, pensa. E poi, ancora, agisce.

E si sente libero e sempre più vicino a lei.

 

***

 

“Uccidi chi ti ha fatto qualcosa? Vuoi punirli?” Ben gli domanda ancora, questa volta scrive.

“Uccido chi mi piace. C'è chi mi prega di non esser ucciso ma non mi fa pena, non provo niente. Noi viviamo in un mondo schifoso. E' un mondo schifoso e assolutamente inutile. Ed ad essere sincero mi sembra di aiutarli visto che li tolgo dalla merda, dal piscio e dal vomito che riempiono le strade. Li aiuto ad andare in un posto pulito, ordinato.”

Lo psichiatra si inumidisce le labbra, cerca di non rendere visibile il suo evidente stato sconvolto, continua a scrivere e basta, come se niente fosse. Poi sente il ragazzo biondo continuare.

“C'è qualcosa in tutto quel sangue... che mi risucchia. Gli indiani credevano che il sangue contenesse gli spiriti cattivi ed una volta al mese celebravano il rito di tagliarsi apposta per farli uscire. Io la trovo una pratica saggia, molto saggia, mi piace.”

E mentre Tate proferisce queste parole, Violet, poco distante da loro, si fa il primo taglio sul braccio, che corrisponde ad ogni lettera del giovane: tre goccioline cadono sul bordo del lavandino.

 

***

 

1994 – marzo

 

“Tate, hey! Leggi qua!” Autumn gli passa il libro sulle usanze, sui riti e sulle credenze delle vecchie tribù indigene ed indiane, il ragazzo ci mette poco per leggere le righe che la ragazza gli indica, sgrana gli occhi, poi assume un'espressione incuriosita e perplessa allo stesso tempo.

“E' un modo per dirmi che sei affascinata da questa usanza, e che quindi ti autolesioni per i loro stessi motivi? Per scacciare gli spiriti cattivi, fogliolina?” le domanda, ridacchiando un pochino, per poi spostarle una ciocca di capelli castano chiaro dietro l'orecchio.

“No!” esclama, per poi mettersi a ridere “Io lo faccio perché mi sento io una persona cattiva, e perché fondamentalmente mi odio, lo sai. Solo che la trovo saggia come cosa.”

“Saggia, mh?” le chiede, poi passano pochi secondi, lui ci riflette bene, per poi affermare “In effetti hai ragione.”

 

***

 

“Crede che io sia matto?”

“No, hai molta fantasia e credo che tu abbia paura... non so ancora precisamente di cosa, del rifiuto forse.”

“Il mondo è un posto schifoso. E' uno schifoso maledetto film dell'orrore. C'è così tanto dolore, lo sa? Così tanto...”

Tate va avanti, e Violet si traccia la seconda riga profonda sul suo braccio sinistro, la sua espressione non cambia, sembra priva di qualsiasi male fisico.

 

***

 

“Stai sbagliando, se vuoi ucciderti devi tagliare in verticale: non si chiuderanno più.” Tate è sulla soglia della porta del bagno, la osserva, è stupito, i suoi ricordi sono sempre più sbiaditi, sembrano disegnati con pennarelli scarichi.

“Come sei entrato qui?” Violet è sconcertata, si volta in fretta, ma non ha paura.

“Se vuoi davvero ucciderti, ti consiglio di chiudere a chiave la porta.” il biondo fa un sorriso inquietante, dice queste parole in modo cantilenico, poi ci pensa lui a chiudere la porta del bagno.

E, non sa perché, ma sente il profumo dell'autunno.

 

***

 

1994 – aprile

 

“Autumn, indovina chi ti ha portato Ghost da vedere stasera?”

La casa della ragazza in questione era grande, spaziosa, solitaria. Talvolta i genitori di lei non vi erano quasi mai presenti, troppo occupati a pensare alle loro faccende lavorative e burocratiche.

Ma, quella sera, oltre che ad essere grande, spaziosa e solitaria, quella casa era anche silenziosa. Troppo.

“Autumn?”

Il biondo entra, tranquillamente, la chiave che i genitori di Autumn nascondono sotto al vaso di terracotta è scontata, banale, prevedibile.

“Autumn? Fogliolina?”

Tate la richiama, sale le scale, sente i piedi bagnarsi, un leggero vapore gli annebbia la vista.

Il bagno è a pochi passi da lui, da sotto la porta l'acqua tinta di rosso continua ad uscire, si espande, diffonde, non si ferma. Il cuore di Tate, invece, sì.

Quando spalanca d'impulso la porta, le lacrime iniziando a fare il proprio percorso, si getta nella vasca, le braccia di Autumn piene di segni concisi ed evidenti. Verticali, questa volta. Da loro esce sangue, tanto, troppo.

“No! No! No!”

Tate grida, la stringe a sé, forte.

“Non lasciarmi, non lasciarmi, resta con me.”

Le bacia la fronte, è fredda, così come il resto del suo corpo. L'acqua, invece, è ancora a temperatura ambiente.

“Non puoi morire proprio adesso che mi hai appena salvato la vita.”

Autumn non respira più e, quando ne prende davvero conoscenza, anche Tate smette di farlo.

 

***

 

“Questa l'ho fatta quando avevo all'incirca... dieci anni, dopo che mio padre se n'è andato.” Tate mostra a Violet la cicatrice bianca ben visibile sul polso, fa una smorfia.

“La settimana scorsa, primo giorno di scuola: fa schifo.” Violet fa la medesima cosa, i suoi segni sono più recenti, molto più recenti, più visibili, contornati da un rosso acceso.

“E' la Westfield, giusto? Mi hanno espluso da lì.”

“Odio questa città! Odio quella scuola! Odio tutti e tutto! Perlomeno dove abitavo prima si vedevano le nuvole, che mi piacciono molto.” Violet dice, si sfoga.

“Adoro le foglie che cadono.” Tate ribatte, sorridendo di poco.

 

Tate adora le foglie che cadono o, forse, Tate adora l'autunno.


Angolo autrice:
ed ecco qua il primo vero e proprio capitolo dove si intuiscono un po' di cosine in più.
Lo vorrei precisare subito: Autumn era innamorata persa di Tate, e Tate non si sentiva in grado di ricambiare, okay? 
Perciò, forse dovreste aspettarvi davvero qualcosa di un po' doloroso nei prossimi capitoli a venire. Magari, o magari no u.u chi lo sa!
Cosa ve ne pare di Autumn? E dei pensieri confusi di Tate? Del capitolo in generale?
Aspetto con tanta curiosità le vostre recensioni che mi onora sempre ricevere.
Bacioni x.

 

   
 
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