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Autore: Happy_Pumpkin    28/02/2009    7 recensioni
Una storia di due ragazzi che, dopo anni, si reincontrano ritrovando quei sentimenti che non erano mai riusciti a dimenticare.
Ma ciascuno di loro ha la sua famiglia, la sua vita, i suoi affetti...
Fino a che punto saranno disposti a rinunciare a tutto questo per amore?
Genere: Generale, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dedico questo piccolo racconto a delle persone speciali, davvero speciali, che purtroppo non conosco personalmente ma, almeno un po', sento di averle vicino con i loro commenti. E ne sono felice.
E' bello, ragazze, ritrovarvi anche in questa fanfiction sentendovi "parlare".
Grazie di tutto.

Hiko_Chan

Ladynena

Ryanforever

Sasusakuxxx










Atto III

Lady of the flowers



She wears her tears on her blouse

confused and racked with self-doubt
she stole the keys to my house
and then she locked herself out

Lady of the flowers - Placebo





La stanza d'albergo era spaziosa, con la finestra ampia che dava su una delle strade centrali della grande metropoli.
Naruto, le braccia incrociate dietro la testa affondate nel soffice cuscino, osservava pensoso il ventilatore sopra di lui restare immobile.
Per qualche tempo contò e ricontò le pale, perdendosi poi in altri pensieri più o meno importanti, infine voltò la testa verso il compagno che, dandogli le spalle, dormiva. Stette a fissarlo e senza una ragione precisa immaginò quella schiena stretta tra le braccia di Sakura: sarebbe dovuta andare così, a dire il vero, e invece notte dopo notte Sasuke era in un albergo a dare il suo corpo ad un altro uomo.
Un uomo che amava.
“Smettila di guardarmi, Naruto.” la sua voce, secca, nell'oscurità lo fece sussultare.
“Allora eri sveglio.” commentò grattandosi distrattamente una guancia.
Sasuke rimase immobile, non rispondendo. Finché, tra le coperte e i cuscini, non emerse la sua voce:
“Ho intenzione di lasciare Sakura.”
Quelle parole furono per l'Uzumaki come una doccia fredda: completamente inaspettate e incredibilmente dolorose. Sakura, Sakura che voleva passare a sua vita accanto a Sasuke e, nonostante il passare dei giorni, aveva aspettato che lui si decidesse ad amarla come avrebbe meritato.
Naruto scattò a sedere esclamando con la sua solita irruenza:
“Stai scherzando, vero?”
A quel punto l'amante si voltò, in un frusciare quasi fastidioso di lenzuola, e confermò impassibile:
“Non sto scherzando. Tra noi è finita, punto.”
“Prova a lasciarla e giuro che ti rifilo un pugno su quel tuo faccino arrogante.” sibilò Naruto assottigliando gli occhi guardando l'interlocutore con aria minacciosa.
Quest'ultimo incollerito esclamò:
“Ma perché vuoi a ogni costo cercare di salvare tutti?! Non ti rendi conto che portando avanti la nostra relazione qualcosa dev'essere sacrificato?”
C'era accusa in quelle parole. E Naruto l'aveva colta in pieno tra le righe della rabbia del compagno; perché lui non aveva il coraggio di troncare un rapporto ormai sterile con la moglie.
Eppure credeva veramente alla possibilità di poter evitare di far soffrire Hinata; si copriva gli occhi di fronte all'evidenza che lei aveva già intuito molto - ignorando i singulti sommessi, soffocati da una mano, che di tanto in tanto le scappavano quando rientrava a casa.
Piangeva ed entrambi, per non perdersi, sapevano il perché. Ma come poteva andare da lei e dirle che era tutto finto?
“Se magari noi due ci vedessimo di meno...” accennò Naruto incrociando le gambe.
Sasuke però lo interruppe, prendendolo per una spalla e costringendolo a voltarsi verso di lui:
“Questo è il tuo sacrificio? Ma se è proprio per la nostra relazione che stiamo abbandonando tutto il resto...”
Lo lasciò reggendosi le fronte con una mano, la schiena appena incurvata in avanti, e non parlò chiudendosi in uno dei suoi rigidi silenzi.
Naruto appoggiò le mani al materasso; si reclinò con la schiena e tornò a guardare il soffitto, sentendosi frustrato perché Sasuke aveva ragione su tutta la linea: il loro rapporto non aveva alternative, per essere alimentato bisognava sacrificare le altre relazioni.
Perché lui non aveva nessun diritto di far soffrire ancora Hinata, lasciandola in un limbo di incertezza e agonia - agonia, visto che non sapeva se mai il giorno dopo Naruto sarebbe tornato a casa da lei.
“Se tu mi ami e non vuoi che tua moglie soffra devi fare ciò che è giusto.” disse Sasuke tornando a guardare davanti a sé.
“Sei sicuro che sia davvero come dici tu?” chiese Naruto quasi con aria di sfida, alzando appena un sopracciglio.
Sasuke girò il busto, fissandolo, per poi rispondere con voce incolore ma scandendo le parole quasi per marchiarle a fuoco nella mente del partner:
“Quando sono a letto con lei faccio finta di avere un orgasmo. Quando la abbraccio immagino come sarebbe abbracciare il tuo corpo. Quando guardo i suoi occhi mi chiedo come sarebbero se fossero azzurri. Quando mi parla immagino quale delle tue battute riuscirebbe a strapparmi un sorriso - fece una pausa per poi aggiungere – ora, dimmelo tu. Ti sembra corretto questo nei suoi confronti?”
Naruto si morse un dito con nervosismo, sentendo lo stomaco rivoltarsi. Decisamente, tra i due Sasuke era quello più realista, mentre lui da stupido sognatore qual era tentava di aggrapparsi alle sue piccole illusioni domestiche.
No, certo che non era corretto. Così come non era giusto che lui fingesse di amare Hinata con una passione che non aveva.
“Non lo è.” ammise infine, detestando con tutto sé stesso dar ragione a Sasuke.
Questi rimase immobile. Finché lentamente non si portò più vicino a Naruto, facendo scivolare un braccio sulla sua vita per poi baciarlo sul collo con quella studiata lentezza che gli era propria.
Il ragazzo sospirò, accennando ad un sorriso, sentendo la voce di Sasuke chiedergli più roca:
“Pensi che sia sbagliato portare avanti la nostra relazione? Noi, due uomini?”
“Non penso che sia questione di giusto o sbagliato. Si tratta solo di scelta, una scelta che nessuno ha il diritto di giudicare.” commentò Naruto rimanendo con le gambe incrociate.
Il giovane Uchiha accennò ad un sorriso: “Da quando formuli pensieri logici?”
Il compagno si limitò a fargli una smorfia borbottando, perché non poteva evitare di controbattere qualsiasi cosa dicesse Sasuke, rifiutando che avesse lui l'ultima parola: erano sempre stati competitivi e anche a distanza di anni le cose non erano cambiate.
Anzi, amandosi, come non era stato possibile fare in passato perché erano tutti e due troppo immaturi, avevano sentito con più forza il loro legame, compresi i lati positivi e quelli negativi. Alla fine provavano le stesse sensazioni di una coppia normale, la stessa eccitazione, la stessa gelosia, addirittura la stessa difficoltà a lasciarsi per tornare a lavoro.
Cosa c'era di sbagliato in tutto questo?

*°*°*°*

Ormai erano le sei quando Sasuke era rientrato a casa, ripetendo i soliti rituali che andavano avanti da mesi - da quando aveva passato la sua prima notte assieme a Naruto. Sakura lo aspettava a letto senza ormai più chiedere nulla, limitandosi a sguardi carichi di biasimo; eppure non rinunciava a mostrarsi comunque gentile con lui, come per cercare di comprenderlo: quanto a coppia erano parecchio confusi sul da farsi.
Quando entrò nell'ampio e raffinato soggiorno, Sasuke avvertì il forte odore di lavanda, grazie ai fiori secchi simili a granelli sistemati nella ciotola di porcellana - la ciotola che lui non poteva più usare per posare le chiavi.
“Se continui a metterle lì dentro prima o poi righi lo smalto.” aveva notato sorridente Sakura; in realtà le sue parole sputavano veleno.
E da quel giorno lei aveva deciso di destinare il contenitore ad altri usi: il suo monito per far capire a Sasuke che sapeva, tutto, e non lo accettava. Ma quella sera le cose erano destinate ad andare diversamente.
Sakura, i capelli legati nello stesso modo professionale che aveva quando si occupava dei pazienti, era infatti in piedi presso il salotto ad aspettare il proprio fidanzato, gli occhi
indagatoriche puntati su di lui e il volto carico di tensione.
“Dobbiamo parlare, Sasuke.” disse con tono neutro.
Questi rimase impassibile; si tolse la giacca e, dopo un attimo esitazione, lasciò le chiavi della macchina sul tavolo.
“Sono d'accordo.” aveva detto lui incrociando le braccia e, con il volto cupo, si fermò davanti alla ragazza - la quale in compenso non aveva ceduto di un passo.
I suoi occhi verdi, ampi e sinceri, erano scintillanti di orgoglio. Sasuke lo aveva sempre pensato: dietro le maniere composte e i sorrisetti leziosi la sua ragazza era una guerriera.
“Per me è molto difficile parlarti in questo modo.” aveva ammesso Sakura, abbassando un istante lo sguardo come per trovare la forza di andare avanti. Perché lei amava il compagno con tutta sé stessa.
Visto che Sasuke non accennò a voler parlare continuò, questa volta senza distogliere gli occhi dal fidanzato che, invece, non aveva mutato espressione:
“Ho capito da un pezzo ormai che tu hai una relazione. Lo so, tu sai di amore, amore vero, quando rientri a casa. Un amore che io probabilmente da te non potrò mai aspettarmi.”
“Dove vuoi arrivare a parare dicendo tutto questo?” chiese Sasuke senza negare.
Il cuore di Sakura perse un battito: un'altra pugnalata così diretta da rischiare di ucciderla.
Ma, ferma nelle sue intenzioni, continuò:
“Che cosa hai intenzione di fare? Di noi, del nostro rapporto...”
L'aveva detto.
Oltre quegli occhi d'ossidiana, Sasuke si sentiva un mostro e allo stesso tempo un incompreso; era così semplice confessare tutto a Sakura e dirle che amava Naruto - lo stesso Naruto che un tempo era suo amico d'infanzia?
Per lui avrebbe sacrificato ciò che in quegli anni avevano cercato di creare, spezzato le illusioni e rovinato le fondamenta della loro casa.
Si limitò a dire, lasciando che lo sguardo sfuggisse lontano, in un punto remoto del muro:
“Lasciamoci. E' meglio per tutti e due.”
Sakura era rimasta immobile, le mani contratte al punto da sentire le unghie conficcarsi nella pelle e il labbro che tremava incerto; scosse la testa, non accettando in alcun modo quelle parole.
Senza emettere un sibilo si scagliò contro Sasuke; cercò di colpire quel petto che tanto amava, che nell'intimità aveva accarezzato con passione, con i pugni ben chiusi, sperando davvero con tutto il cuore di fargli male, di costringerlo a restare.
“Non puoi, Sasuke, non puoi andartene.” aveva quasi sussurrato, non smettendo di colpirlo con una disperazione che sembrava darle ancora più forza.
Sasuke non si mosse, limitandosi a sollevare leggermente il mento per schivare un pugno, finché non prese Sakura per i polsi quasi dolcemente, così da bloccarla per poi dirle secco:
“Finiscila ora - fece una pausa per poi aggiungere con amore - Sakura.”
Lei rimase a fissarlo, tenendo le braccia ancora sollevate nella presa salda delle mani di Sasuke, mostrando uno sguardo sconvolto. Aprì la bocca ma rimase in silenzio.
Poi abbassò la testa; i capelli le andarono davanti agli occhi perché la coda non aveva retto ai suoi movimenti convulsi. Improvvisamente la sua voce arrochita si levò da oltre la coltre rosa:
“Sasuke io... sono incinta. Aspetto un bambino, tuo figlio.”
Sasuke, per la prima volta nella sua vita, rimase completamente disorientato: si era sentito crollare il mondo addosso, come se qualcosa di molto crudele gli si fosse avventato contro, spezzandogli entrambe le gambe per lasciarlo steso a terra del tutto impotente.
Lasciò la presa, così che le braccia di entrambi ricaddero mollemente lungo i fianchi.
Un bambino.
Un bambino che stava crescendo, maturando, sviluppandosi, nel ventre di una donna che non amava - almeno, non quanto amava Naruto.
Si portò una mano alla bocca, chinando la testa così che i capelli scuri gli coprirono gli occhi. Sakura non si mosse, non smettendo di guardare il pavimento con le labbra contratte; finché non alzò lo sguardo dicendo con determinazione:
“Voglio che nostro figlio cresca meritandosi un padre e non uno sconosciuto che non è mai a casa. Un padre che lo ami.”
Sasuke sollevò il volto, guardandola in modo penetrante e indagatorio:
“Sei sicura di essere disposta a questo? A... volere me?”
“Cos'altro dovrei fare? Arrendermi a lasciarti andare? No, non sono il tipo.”
Aveva concluso con fierezza nonostante la voce facesse fatica ad uscire.
Sasuke si passò una mano tra i capelli; sentì un sudore freddo scorrergli lungo la schiena e avvertì quella sensazione di prigionia che detestava: era braccato, con le spalle al muro, solo che questa volta non poteva fuggire né combattere. Merda, era di suo figlio che si stava parlando.
Suo figlio al quale non aveva mai pensato e che neppure aveva mai desiderato; però c'era, grande meno di un'unghia, senza ancora un cuore, ma c'era. E già stava tentando di tenere uniti sua madre e suo padre per evitare che lo lasciassero solo.
Sentì un senso di nausea che lo costrinse ad appoggiare una mano alla parete, tenendo la testa abbassata e i capelli scuri che andavano a nascondere lo sconvolgimento che in realtà Sasuke stava provando. Non rabbia, bensì confusione perché ad un passo dal lanciarsi a tutta velocità in un strada senza ritorno loro, la sua famiglia, lo avevano fatto tornare indietro.
Sakura gli disse, tenendosi un braccio con l'altra mano, carica stranamente di un amore sofferto:
“Io ti amo ancora Sasuke. Perché forse sono stupida o solo un'illusa, come tu meglio credi. Ti amo anche se questa notte non eri con me quando ho fatto il test e...”
Sasuke lentamente alzò gli occhi, guardando Sakura, per poi invitarla a continuare:
“E?”
L'espressione di Sakura cambiò diventando più accusatrice:
“E ho telefonato ad Hinata. Anche lei, come me, era sola.”
Le labbra del ragazzo si schiusero ma non uscì parola; era rimasto prosciugato da tutto quello che era accaduto e da quello che la propria fidanzata provava.
Immaginò, dall'altro capo del telefono, Hinata alzarsi dal letto vuoto e rispondere, ricevendo la notizia che Sakura era incinta: una presa in giro del destino visto che lei, moglie di Naruto, guardava il proprio ventre arido con sofferenza.
Lui e Naruto.
Sakura e Hinata che, nelle tenebre della notte, sapevano ciò che gli uomini da loro amati stavano facendo. Soffrivano sentendo le loro rispettive voci distorte dal telefono.

*°*°*°*

Quella mattinata era festa, Naruto si era potuto quindi concedere il lusso di dormire un po' di più nonostante fosse logorato dalla tensione. Quando oltrepassò il soggiorno ed entrò in cucina, vide Hinata intenta a sistemare una serie di fiori in un vaso - fiori che, a giudicare dai gambi, erano stati accuratamente recisi e disposti.
La guardò appoggiando la testa allo stipite della porta, ammirando i suoi lunghi capelli scuri raccolti su di una spalla, la maglia ampia che andava a nascondere le curve morbide e sensuali, le mani delicate che tagliavano gli ultimi gambi.
La sua signora dei fiori.
Che ogni mattina gli faceva trovare un vaso colmo di rose, narcisi, calle... fiori che andavano a seconda della stagione, del tempo, dell'umore.
Ma c'erano. Sempre.
“Buongiorno Hinata!” salutò sorridente.
Lei si voltò sorridendo a sua volta:
“Buongiorno, Naruto.”
Questi sentì il proprio stomaco gorgogliare e, accennando ad una risata timida, Hinata prontamente gli porse un piatto colmo di biscotti e un bicchiere di latte freddo, proprio come lui amava.
“Oh.. grazie!” esclamò sorpreso.
Poi si sedette al tavolo, inzuppando i biscotti e tenendo una guancia appoggiata alla mano; Hinata gli dava le spalle, silenziosa, avvolta dal profumo di fiori. Ma, tra un colpo di forbici e l'altro, l'avvertì sospirare - con delicatezza, forse per paura di disturbare.
Naruto aveva ancora in testa le parole di Sasuke e l'irrevocabile decisione: la sua spada di Damocle.
“Cosa c'è Hinata?”
Avrebbe voluto che gli parlasse perché lui non riusciva, con la sua irruenza e il suo istinto, a tenere tutto dentro.
Lei cercò di prendere coraggio, sforzandosi di non far tremare la voce, infine accennando un debole sorriso disse:
“Stanotte mi ha telefonato Sakura...”
Naruto lasciò cadere il biscotto che aveva in mano, il quale si andò a fiondare nel latte schizzando sul tavolo pulito, mentre lui era rimasto con la bocca ancora spalancata.
La giovane si voltò, intrecciandosi nervosamente le mani e lasciando che lo sguardo sfuggente rifiutasse di posarsi sul marito:
“Beh... ecco, lei... mi ha detto di essere incinta. Era... davvero felice.”
Sakura non aveva Sasuke con cui condividere la sua felicità, lui glielo aveva portato via. E Hinata... come doveva essersi sentita? Naruto a sua volta non era lì per consolare lei.
Il ragazzo balbettò qualcosa, imbarazzato e sofferente, trovandosi senza quelle parole che altre volte tanto spontaneamente uscivano dalla sua bocca. La sua compagna, le gambe che non le reggevano, continuò:
“Lo... lo so che ami Sasuke – non c'era accusa nella sua voce ma quasi dolcezza – e io non voglio che tu d-debba sentirti obbligato nei miei confronti. Non... non voglio compassione.”
Aveva detto quelle parole in un soffio e Naruto, per una volta silenzioso, era rimasto ad ascoltarla.
“Non è compassione la mia.” ammise con serietà.
Non era nemmeno per il senso di colpa: agiva cercando di proteggerla, anche se sapeva benissimo che Hinata era forte, nonostante la timidezza e i modi schivi.
E lei sapeva tutto. Come aveva potuto essere così stupido da illudersi che non avesse notato nulla? Ora, con dolore, lo aveva invitato a non pensare a lei, perché aveva capito ogni cosa di quel sentimento impossibile da gestire che era l'amore.
Poi, come una stoccata finale, arrivarono le parole di Hinata più sofferte; quasi rigettò il dolore che, non solo in quei mesi ma addirittura in quegli anni, aveva provato:
“Mi dispiace Naruto. Io... sono un fallimento. Non sono stata nemmeno in grado di avere un bambino: sono vuota, vuota ed inutile.”
Pianse, indossando le sue lacrime sulla propria camicetta. Confusa e tormentata dai suoi stessi dubbi.
Naruto era scattato in piedi esclamando:
“Non dire assurdità! Tu sei la donna migliore che...”
Ma prima che potesse parlare ancora lei corse via oltre il soggiorno; spalancò la porta di casa e la chiuse dietro di sé, sotto gli occhi sconvolti di Naruto. Questi fece per aprire la porta ma si arrestò, con la mano posata sulla maniglia, perché avvertì la presenza di Hinata dall'altra parte: aveva preso le chiavi di casa e si era chiusa fuori.
A piangere, lasciando Naruto dentro ad ascoltarla oltre quel muro di legno.
Questi scivolò appoggiando la schiena alla porta, la testa rivolta verso il soffitto; infine dire ad alta voce, sperando che la sentisse:
“Non sei tu a doverti scusare! Mi fai arrabbiare quando dici queste cose e ti svilisci... – fece una pausa prendendo aria – Perdonami: è vero, sono proprio uno stupido.”

*°*°*°*

Questa volta Naruto era arrivato per primo davanti alle scale della biblioteca ed era rimasto con le gambe incrociate mollemente appoggiate sui gradini, facendole ondeggiare di tanto in tanto per nervosismo. Vide arrivare Sasuke con le mani infilate dentro le tasche del giaccone e si alzò in piedi quasi di scatto.
Aveva notato il volto sciupato del compagno, gli occhi bui, i capelli ancora più scompigliati del solito: doveva aver davvero sofferto, tenendosi tutto dentro come al solito.
“So già quello che stai per dirmi.” lo aveva anticipato bruscamente.
Naruto distrattamente calciò un sassolino per poi affondare il collo tra le spalle alzate e dire:
“Sarai padre, Sasuke.”
“Lo so, maledizione, lo so!” esclamò guardando imbronciato un gradino.
Naruto osservò un istante il cielo stellato, quel meraviglioso cielo notturno che li aveva coperti nel loro amore, proteggendoli stendendo un manto notturno sulle loro fughe.
Infine disse con rammarico:
“Non è andata come ci aspettavamo.”
“Nonostante ci amassimo.”
“Nonostante ci amassimo.” ripeté a sua volta, sofferente.
E con un breve sorriso prese tra le mani la testa di Sasuke, affondando le dita tra i capelli sottili, per poi baciarlo appoggiando castamente le labbra.
L'Uchiha era rimasto immobile, gli occhi pieni di dolore per l'inevitabile, finché non appoggiò una mano su quella dell'amante.
“Dobbiamo separarci.” disse infine, sentendo quelle parole suonare stranamente innaturali.
“E' la cosa giusta; anche se fa strano sentire parlare me di fare la cosa giusta...” scherzò Naruto ridendo. Come al solito cercava di sdrammatizzare con il suo fare solare.
“A questo punto sarà difficile rivederci.” concluse Sasuke.
Abbassarono entrambi lo sguardo.
Per chi alla fine era la cosa giusta? Non per loro, probabilmente era solo la cosa migliore ma... per gli altri.
“Non pensare di sbarazzarti di me! - esclamò Naruto con un sorriso sicuro di sé – Saprò sempre come stai, in un modo o nell'altro...”
“Ti credi così migliore di me? Io entrerò a conoscenza tutto, non mi sfuggirà niente.”
“Vedremo...” disse con aria di sfida il ragazzo dai capelli biondi.
Quelle parole si dispersero nell'aria, cariche del loro dolore.
Naruto e Sasuke non riuscirono ad abbracciarsi, a sfiorarsi ancora, perché altrimenti sarebbe stato impossibile dividersi. Dovevano andare avanti con razionalità e buon senso: se avessero ascoltato l'istinto probabilmente sarebbero finiti a letto e avrebbero portato avanti le loro esistenze come fino a pochi giorni fa.
Quella sera la notte non vide più due amanti baciarsi bensì due persone solitarie allontanarsi, sole, nelle rispettive macchine: entrambi rientrando nelle loro case, riavvicinandosi alla propria moglie, accudendo il negozio, il figlio, i frammenti di quella vita che avrebbero rischiato di perdere per sempre.
Sasuke, una volta all'anno, per Natale riceveva un regalo destinato a sua figlia - proveniente da un mittente che continuava a fingersi sconosciuto.
I due amanti di un tempo passato, quando potevano, si guardavano da lontano: portando a scuola il figlio, andando a lavoro, incrociandosi per sbaglio nel traffico.
Sakura avrebbe imparato ad accettare un uomo forse più triste e solitario ma non riusciva a trattenere un sorriso ogni volta che vedeva il padre avvicinarsi alla figlia, silenzioso, per coccolarla magari anche solo con un semplice gesto sui capelli scuri come i suoi.
In fondo anche Sasuke sapeva amare. E, sì, amava persino lei, finalmente come moglie.

*°*°*°*

Naruto era rimasto solo al ristorante, mentre Hinata si era allontanata per comprare alcuni ingredienti - Hinata in quegli anni gli aveva chiesto se non volesse andare da Sasuke;per lei sarebbe andato bene, lo avrebbe capito.
Lui aveva rifiutato, non c'era più un Sasuke da cui andare.
Il giovane aveva la testa china sul bancone; era intento a lavorare la pasta per il ramen quando una ragazzina entrò nel negozio, avanzando a passo determinato.
“Scusa?” aveva chiesto per attirare l'attenzione.
Il ragazzp rimase basito: davanti a sé aveva una bambina tale e quale a Sasuke, la pelle diafana e i lunghi capelli scuri ma gli occhi... verdi e brillanti, appartenevano a Sakura. Dovette sforzarsi a reagire per trasformare lo stupore in qualcosa di più concreto, ad esempio un dialogo che potesse risultare almeno minimamente coerente.
“Dimmi.” aveva risposto allegro.
“Sai indicarmi dove posso trovare un negozio di cravatte?”
Naruto la guardò perplesso, osservando scherzoso:
“Non hai l'aria di una che porta le cravatte...”
La bambina incrociò le braccia, offesa dell'equivoco:
“Guarda che non è per me!”
“Ah sì?” fece, fingendosi sorpreso.
“E' per mio padre. Oggi è il suo compleanno e stasera quando torna voglio fargli una super sorpresa.”
Naruto sentì un tuffo al cuore. Da qualche parte, nella città, Sasuke avrebbe festeggiato il giorno del suo compleanno – con la ritrosia che gli apparteneva – assieme alla propria famiglia.
E lui non ci sarebbe stato,come tutti gli altri anni.
Allora si sporse in avanti; invitò la ragazzina a tendergli l'orecchio, per poi bisbigliare con aria complice:
“Non comprargli una cravatta. Piuttosto, regalagli un portachiavi da tavolo, chessò... simile ad una ciotola: credo che sua moglie lo abbia privato della propria.”
Ridacchiò, mentre la bambina era rimasta con gli occhi sgranati per poi chiedergli bisbigliando:
“Tu credi?”
“Certo!” ammise lui trionfante.
“Ma come fai sa sapere quello di cui ha bisogno?” chiese con un accenno di sospetto e tanta meraviglia.
Naruto sospirò, vedendo dove ora c'era la bambina l'immagine di Sasuke che, anni fa, lo aveva ritrovato: lì, su quel bancone, splendente nella sua bellezza orgogliosa.
Poi confessò: “Ero il suo migliore amico, tempo fa. Chissà, forse lo sono ancora.”
“Davvero? E perché non vi vedete mai?” chiese con onestà disarmante.
“Perché non siamo più bambini.”
E non potevano tornare indietro per riscrivere la propria storia.
La ragazzina, non capendo ciò che implicava quella frase, alzò le spalle per poi sorridere e correre via impaziente di comprare il regalo per il padre. Sulla soglia del negozio, salutò all'ultimo con un cenno della mano, quasi gridando:
“Arrivederci, signore del ramen!”
E scomparve.
Naruto sorrise, grattandosi distrattamente il naso: notò compiaciuto che quell'appellativo su di lui suonava proprio bene. Improvvisamente si dette un buffetto sulla fronte; che stupido, non sapeva come si chiamasse la bambina.
Non la bambina... la figlia di Sasuke, il suo migliore amico e il suo amante.
Scorse su uno dei tavoli alcuni dei fiori che aveva comprato Hinata - Hinata che non poteva avere bambini da chiamare e a cui donare il proprio amore; Hinata che era sterile e aveva iniziato a farsene una ragione, andando avanti con determinazione.
“Hana...” mormorò.
Un fiore cresciuto sul terreno del tradimento eppure anche dell'amore.
Un amore colpevole, quello tra lui e Sasuke, ma che negli anni a venire non avrebbe mai negato né rimpianto.

Era stato bello cadere insieme.


“Auguri di buon compleanno, Sasuke.”








Sproloqui di una zucca



Sigh, sob... fiction finita. Sarei da picchiare perché sin da quando avevo postato il primo capitolo l'avevo già conclusa, eccetto qualche piccola revisione, ma ho voluto aspettare un po'... certo questa volta, tra una cosa e l'altra, non ho più avuto tempo per aggiornare l'ultima parte e così ho accumulato un ritardo cosmico nel pubblicare.
Cosa dire, spero che non vi abbia deluso... magari vi aspettavate altro. Io l'ho molto vissuta, mi sono sentita pienamente coinvolta in questi quattro personaggi.
Perché tutti, a modo loro, si amano.
Lady of the flowers è per me una canzone geniale e ho usato direttamente le parole per descrivere parte del racconto... mi fa venire i brividi ogni volta che la ascolto.

ryanforever: Oddio, aggiungessi qualcos'altro a questo commento lo rovinerei! Hai colto quello che volevo riuscire a trasmettere con questa fiction e sono felice che tu abbia notato la differenza nel rapporto tra Hinata e Naruto e quello tra Sakura e Sasuke... essendo personaggi diversi si comportano reagendo in modo diverso (sì, Naruto è davvero ottuso per quanto riguarda i sentimenti! XD)
Grazie per aver commentato (non preoccuparti della lunghezza del commento: per me più scrivi meglio è! XD) e seguito questa storia, grazie per tutte le bellissime osservazioni che ne hai tratto! Bacioni!

ladynena: Ohibò quel geniaccio è niente popòdimeno (ehm... si scrive così? °_°) che mia sorella la quale è appena fuggita dal manicomio... pare che l'abbiano rintracciata per il colli torinesi a caccia di specie poco studiate note come i rgzi blxxmi. Però, bisogna ammetterlo, mi ha regalato ore di divertimento.
Ma ora passiamo alle questioni serie: io ho adorato descrivere il rapporto tra Sasuke e Sakura. Perché tutti e due, a modo loro, sono complicati nel loro modo di esprimersi: Sakura sembra gentile e disponibile ma alla fine dimostra di essere pronta a lottare, Sasuke sembra freddo e distante ma alla fine ci tiene a lei.
In qualsiasi modo sia finita Sasuke e Naruto, concordo in pieno, non avranno mai rimpianti per ciò che c'é stato tra di loro... non lo rinnegheranno mai.
Grazie per i tuoi complimenti, spero che questo finale non deluda le tue aspettative! Un bacione!

sasusakuxxx: Grazie! In questo momento, credimi, lo griderei. Perché sei il genere di lettrice che tutti vorrebbero avere: affronti un testo senza troppi pregiudizi, cercando soprattutto una storia in quanto tale. Avvicinarti comunque allo yaoi, mettendo momentaneamente da parte i preconcetti inevitabili che si creano attorno a questo genere, per leggere una mia storia è qualcosa che merita tutto il mio rispetto e i miei ringraziamenti.
Sono quindi contenta che tu abbia apprezzato Sakura, il modo in cui l'ho trattata, anche se inevitabilmente il suo rapporto con Sasuke è più incrinato rispetto a quanto in realtà potrebbe essere. Rapporto che però non degenererà mai nell'indifferenza.
Per quanto riguarda il legame tra Sasuke e Naruto... beh, è splendido che tu sia riuscito ad apprezzarlo, a piacerti, soprattutto l'idea della competitività che, sempre e comunque, rimarrà tra i due. Addirittura il bacio è riuscito a trasmetterti qualcosa? ** Pensavo che non rendesse abbastanza bene perché io preferisco, più che la classica descrizione trita e ritrita di giochi di lingue e tutto il resto, un'idea più sfumata facendo leva soprattutto sulle sensazioni.
Ti ringrazio anche per aver recensito Solitudine, pur parlando di Itachi e Sasuke, ma di questo vorrei scriverti più approfonditamente via mail. Un grandissimo abbraccio carissima!!

Hiko_Chan: Che bello, sei riuscita a rivere internet! Me felice! Grazie davvero per quanto scrivi sulle mie storie... sai, non avendo pareri esterni prima di pubblicarle, non so mai quanto possa effettivamente piacere o prendere ciò che scrivo.
Anche tu hai rivalutato Sakura con Shippuden... già, secondo me ha messo in luce aspetti del suo carattere con con la prima serie erano troppo abbozzati o comunque soffocati dai suoi comportamenti più infantili. Concordo, penso che molte altre come noi siano giunte alle nostre stesse conclusioni XD
La scena in cui Sasuke torna a casa e lei lo abbraccia da detro e lui guarda la sua mano l'ho trovata veramente molto suggestiva, quasi che in quelle due righe fosse descritto tutto lo spirito della storia: no, non hai sbagliato nulla. Mi piace descrivere i gesti delle persone, gli sguardi, le espressioni... perché sono ciò che meglio rappresenta una sensazione.
Hai pienamente ragione: si sfiorano, lui cercando di fuggire, lei trattenendolo. Eppure non c'é violenza, rabbia, costrizione... solo amore.
Questo è il loro rapporto e questa, sì, è anche la storia perché tutti cercano di tenere saldi i loro legami con la tristezza e l'amore di quel gesto.
Grazie per quello che pensi sul rapporto tra Sasuke e Naruto, per quello che hai provato leggendo i loro tormenti, i loro dubbi, e grazie anche per aver apprezzato la mia scelta riguardo la presenza di Sakura e Hinata.
Passando ai Placebo... beh, fossi una maestra e avessi un tuo vecchio diario delle elementari sotto mano, ti darei un bell'Eccellente *questo si chiama delirio di onnipotenza. E fa male. * Ascoltare il capitolo con la canzone in sottofondo da' qualcosa in più, di coinvolgente, specie se piace la canzone stessa! Anch'io adoro Meds e Without You I'm Nothing (accidenti, già il titolo mi sconvolge per la potenza di ciò che esprime)... il video di Pure Morning nel quale Brian cammina sui muri a piedi nudi è... non ho parole... molti loro clips sono semplicemente geniali!
Non mi parlare di Placebo dal vivo. Non me ne parlare ti prego. Ho una ferita ancora sanguinante, nel mio cuoricino maltrattato, dopo anni di distanza... più precisamente da quando non sono riuscita ad andarli a vedere a Collegno (Provincia di Torino) e, dolore dei dolori, il bello era che stavano a circa un quarto d'ora da casa mia! Io, ammalata e col naso otturato, mi sono piazzata sul balcone con coperta e, trasportata dal vento, la loro sublime musica giungeva sino a me.
Che sfiga.
Felice comunque che ti sia piaciuto l'aneddoto dei cereali XD Dovremmo creare una maglietta con scritto "Tu compari proprio come i careali!" XD
Bene per ora mi fermo qui altrimenti scriverei pagine su pagine... grazie di tutti i tuoi splendidi commenti! Mi fanno davvero felice!** Un grande bacio!

Grazie a voi lettori, sperando sempre in ulteriori commenti così da farmi un'idea delle vostre opinioni. Spero davvero, nonostante non sia ancora riuscito a farlo con la fiction precedente, di potervi rispondere via mail.

Grazie a chi ha inserito la storia tra i preferiti:
1 - Animenight89 [Contatta]
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15 - _Zexion_
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Concludo dicendo due cose che potrebbero interessarvi o meno però approfitto comunque dell'invitante spazio di quest'angolino:

Fra poco dovrei postare una fiction yaoi originale incentrata nel mondo della musica: Imperfection. La storia, solo a linee generali, poi verrà ripresa per adattarla ai personaggi di Naruto diventando quindi la mia futura long fiction.

Ho indetto un concorso nel fandom di Naruto, intitolato Rock Is My Inspiration (poteva essere diversamente? XD). Se vi interessa questo è il link
Noterete che ho inserito proprio Lady of The Flowers... che dire, sono un caso senza speranza!

Ps: She wears her tears on her blouse si dovrebbe tradurre come Si asciuga le lacrime sulla sua camicetta ma io ho preferito tradurre letteralmente perché da' un impatto maggiore. E' struggente l'idea di indossare le proprie lacrime...

Grazie a tutti! Un bacione e alla prossima!


   
 
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