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Autore: BishamonYG    22/11/2015    7 recensioni
|| Era così vicino, sembrava un sogno, un sogno fin troppo reale, se avessi allungato la mano avrei potuto sfiorarlo, colui che avevo sempre immaginato di incontrare adesso si trovava lì, a un passo da me. ||
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Avete mai immaginato di incontrare il vostro idolo? Ammettete che avete fatto i peggiori filmini mentali! Sgamate!
Questa è più o meno la rappresentazione di ciò che immagino ogni notte quando non riesco a dormire, contornata da un po' di ironia che mi rappresenta, have fun!
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ultimo aggiornameto 11/09/2015.
*Si getta sotto un ponte *

Okay, avete tutto il diritto di strapparmi gli occhi, uccidermi, mandarmi al rogo, farmi assassinare, o qualsiasi cosa vi passi per la testa di fare, sono fin troppo consapevole del mio fare schifo, non mi aspetto che tutti tornino a recensire come una volta, ma spero comunque di farmi perdonare pian piano.
Sorry, adesso vi lascio al proseguimento della storia.

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Quella mattina mi alzai ancor prima che suonasse la sveglia, di solito accade così quando vai a dormire con la consapevolezza di dover fare qualcosa di importante l'indomani.
Aprii gli occhi, fissai il soffitto riflettendo un attimo su cosa dovevo fare quel giorno, poi, dopo minuti di intensa riflessione scattai come una molla sul materasso, afferrai il cellulare: “6.30”, tolsi la sveglia ormai inutile e mi fiondai in bagno concedendomi a una doccia più lunga del dovuto, alle 7.30 ero fuori, asciugata, vestita e... e vestita, che pretendete?
Presi uno zaino infilandoci portafogli, bottiglietta d'acqua e una felpa per l'evenienza, chissà se Robert mi avesse portato sul monte Everest dovevo essere pronta!
Neanche il tempo di prendere un caffè suonarono alla porta, mi catapultai ad aprirla, roba che avevo alzato una corrente d'aria capace di abbattere un elefante in Africa.
“Vedo che mi attendevi con ansia!”
“Sei così pimpante anche di prima mattina?”
“Solo se necessario! Vieni, ho preso un'auto utilitaria per passare inosservati.”
“Cos'è? L'ultima Audi uscita? L'A4?”
“No! Devo ancora prenderla quella ora che ci penso...”
Nel frattempo eravamo arrivati al cancello di casa e...
“Robert...”
“Sì, cara?”
“Cosa. Diavolo. E'. Quella. Cosa.”
“Cosa ha che non va?”
Una Nissan Cube GIALLA. -

Potevo comprendere splo la Nissan Cube, okay.
MA GIALLA?

Vi invito a osservare sulla rete tale auto, se volete aggiungete al nome dell'auto il nome R. Downey, poi ditemi.

“È...”
“Stupenda? Fantastica? Magnifica? Uhm... Favolosa?”
“OBBROBBRIOSA.”
“Devi sul serio rivedere i tuoi gusti...”
Fece una faccia colpita, come se fossi stata io ad avere un'auto dalla forma di un cubo.
Dopo diverse proteste fui costretta a salire su quella cosa, una volta dentro cercai di sprofondare nel sedile. E ci sarei riuscita se magari i sedili non fossero stati in pietra.

“Posso sapere almeno dove siamo diretti con questo dado ambulante?”
“Solo se smetti di offendere la mia piccola.”
“Okay, hai una stupenda auto, con colori assolutamente NON sgargianti, e soprattutto NON ECCENTRICA.”
“Insisto sul tuo dubbio gusto estetico.”
“Hai intenzione di dirmi verso quale universo ci stiamo spostando?”
“Siccome sono un uomo molto geniale-
“Magari senza sparare banane.”
“Okay, siccome sono un uomo molto-
“Ho detto senza sparare banane.”
“SICCOME SONO UN UOMO.”
“Già meglio.”
“Da quand'è che sei così eloquente?”
“Divento ossessivamente rompipalle quando circolo su attrezzi osceni.”
“Ho intenzione di farti girare i luoghi più belli di Los Angeles dato che hai deciso di passare le vacanze a fare conoscenza con dei dottori, e ho intenzione di farlo con quest'auto.”
Ignorai con molta difficoltà metà della frase, per evitare di lanciargli un Koala.
“ANDREMO ALLA WALK OF FAME?”
“Perché andarci se non c'è la mia stella?”
“Ma...”
“Ti ci porterò solo perché ne ho già una.”
Lo guardai con due occhi a palla che minacciavano di fuggire dalle orbite.
“No piccola, sto parlando di Betty.”
“Ah. Betty."
“L'auto.”
“Robert, se non parti la tua Betty si moltiplcherà in centinaia di lattine di Pepsi scaduta.”

Dopo circa ventordici minuti spesi a discutere su quanto quella macchina somigliasse a un limone partimmo. E io ancora non sapevo dove cacchio stavamo andando.
Dopo altri ventordici minuti imboccavamo una strada che usciva dalla città e un cartello indicava l'entrata verso il “Monte Lee”.
Molti capiranno subito dove eravamo diretti, io invece so di Geografia quanto Captain America sa di tecnologia.

“Dai tuoi sguardi deduco che tu non abbia ancora capito dove siamo diretti!”
“E' grave?”
“Ti direi che non lo è, ma non mi piacciono le bugie!”
Lo sapevo che in aereo dovevo leggere quei Deplìant che mia madre aveva preso chissà dove.
“È comunque un bene, la sorpresa sarà più grande e il tuo amore verso di me crescerà a dismisura.”
“Non accetti proprio il fatto che non sia caduta ai tuoi piedi al nostro incontro?”
“In realtà eri già ai miei piedi!”
“Mi stavi sommergendo di sabbia!”
“Chi era quello che dormiva su una spiaggia?”
“Era... Cioè... SENTI.”
Mi lanciò un'occhiata eloquiente e in quel momento lo odiai a morte, ma amavo comunque ogni smorfia che il suo viso formava...
-Tu hai dei problemi.-
Torna a lavorare.

“Stiamo per arrivare, reggiti forte quando mi salterai addosso urlando: “Ti amo Rob!"”
Imitò una voce da gallina senza piume.
“1. Non ho quella voce. 2. Non ti salterò addosso. 3. Sono tre ore ch- ODDIO.
IO TI AMO.”
Un'altra occhiata peggiore di quella di prima, ma me ne fregai altamente e mi gettai fuori dall'auto quasi volando.
Hollywood Sign.

Sarà ridicolo ma sogno di calpestare quel luogo da sempre, manco fosse la luna.
Mi affiancai all'enorme scritta allargando le braccia verso la città.
-Ti ci manca solo Jack ad abbracciarti da dietro.-
Non rovinerai questo momento.
Mi voltai verso Robert che nel frattempo mi aveva raggiunta, feci un sorriso a 45 denti e gli saltai praticamente addosso, tutto ciò sotto le occhiate di una decina di turisti.

“Bè?”
Alzò le sopracciglia come a sottolineare quanto avesse fatto colpo con questa sorpresa. Ma me ne fregai altamente.
“È... È stupendo!”
“Cosa dicevamo sul fatto che mi ami?”
“Che sei un fottutissimo egocentrico.”
“Un fottutissimo egocentrico che ami?”
Lo ignorai bellatamente e finalmente lo liberai da quell'atroce stretta che gli stavo riservando da diversi minuti, andai a sedermi sotto la lettera “H”, anche se il terreno era praticamente solo terra.
Pochi secondi dopo mi raggiunse anche lui.
“Hai appena lasciato Robert Downey senza risposta!”
“Oh, il tuo ego ne risentirà!”
“Non se mi rispondi.” Il suo sguardo si fece serio e io persi un colpo. Anzi ne persi venti. In realtà mi chiedo se il mio cuore sta battendo ancora adesso...
“Ahm... Bè... Tu, Io... Cioè, tu sei, sì cioè.... Okay, forse è c-
“Anata wa shashin o toru koto ga dekimasu ka?” [N.D.A. non traducete da Translate Google che vi da l'astrogoto.]
“EH?”
Salvata da una Giapponese all'angolo. Grazie donna.
“Of course!”
“Sai il cinese?!”
“No Rob, ma sta cercando di cavarmi un occhio con quella macchina fotografica.”
“Ma al diavolo lei e la fotografia!”
La seguii come fuggendo dal diavolo e cercai di perdere più tempo possibile costringendola poi a scattarmi diverse foto con il mio cellulare.
“Setto no otoko?”
Indicò me e Robert con il mio cellulare. Ci misi un po' (trenta minuti) a capire che intendeva, presi Robert per un braccio dicendogli di fare una foto, dopo circa venti scatti ne uscirono un paio decenti, salutammo la tizia (Rob non la degnò di uno sguardo) e ci dirigemmo all'auto.

“Fottuta cinese.”
“A me è sembrata simpatica!”
“Con dieci persone presenti proprio da me doveva venire?”
“Non eri tu quello a cui piaceva attirare le donne?”

Ripartimmo per non so dove, io che me la ridevo, Robert che malediceva i Giapponesi e i Cinesi del mondo, senza neanche distinguerli.
Stesimo in silenzio durante metà del viaggio, così presi il jack per collegare il cellulare alla radio, non appena attaccai partì una canzone totalmente a caso, che mi chiedo cosa diavolo ci faceva in quella playlist.
Feci per cambiarla ma mi fermò, dicendomi di rimetterla.
“Mi piace l'attacco.”
“È una canzone italiana!”
“Come si chiama?”
“The Biggest Show after the Big Bang.”

Jovanotti insieme agli AC/DC, i Guns n' Roses, i Led Zeppelin... COME.
“Traducimela.”
Feci ripartire la canzone, lui ascoltava come se da essa dipendesse la sua stessa vita.
“Il più grande spettacolo dopo il Big Bang,
Siamo noi, io e te,
Che abbiamo fatto a pugni, io e te,
Fino a volerci bene, io e te,
Che andiamo alla deriva, io e te,
Nella corrente.
Io e te.
Che attraversiamo il fuoco con un ghiacciolo in mano, che siamo due puntini ma visti da lontano, che ci aspettiamo il meglio come ogni primavera, io e te.”

Più che cantare sembrava recitassi la divina commedia.

“Il più grande spettacolo dopo il Big Bang,
Siamo noi, io e te.

Ho preso la chitarra senza saper suonare,
è bello vivere anche se si sta male,
volevo dirtelo, perché ce l'ho nel cuore,
son sicurissimo... Amore.”

Accostò la macchina a sinistra di colpo, mi osservò come se stesse cercando il significato della vita sulla mia faccia, io come risposta lo guardavo cercando di capire cosa diavolo stesse pensando.
Schiuse le labbra come per dire qualcosa, si fermò, le richiuse, poi mi baciò.
E altro che bacio casto e puro.
Iniziò dandomi un piccolo bacio a stampo, poi riprese, stavolta lasciai che le nostre lingue si esplorassero a vicenda, fu carico di passione, ci staccammo solo quando i polmoni chiesero pietà.
“Robert...”
Mi sorrise.
“No...”

 

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Ne approfitto per fare gli auguri a Mark che oggi fa il compleanno!


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Ok quel "No" vi avrà uccise tutte, o almeno gran parte di voi, MA.
No, niente ma, resusciterete, sappiatelo!
Ringrazio coloro che hanno recensito... Due mesi fa (?), e soprattutto colei che lo ha fatto pochi giorni fa facendomi ricordare che sono un'idiota lasciandovi appese tutte: Iron Arrow 2003 ;
Ensamma_Vargen ; Kane0042 ; Darkemily ; AntoLisa84 ; Lacugina . (Il pc durante questo lasso di tempo ha subito diverse malefatte, ora è un morto vivente, quindi pardon ma non riesco a taggare, porco daino.)

Recensite se vi va, non vi minaccio più perché neanche me lo merito (?).
Alla prossima!
 
 
 
   
 
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