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Autore: sarasuskind    23/11/2015    0 recensioni
sei tutte le canzoni del mondo
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Musica inesauribile, come quelle canzoni che non hanno una fine, ma lentamente sfumano nell’oscurità, il volume viene abbassato, ma non finiscono. Nessuno potrà sapere se esse termineranno mai. Tu non sei mai stato solo una canzone d’amore per me, eri una canzone dolce. Eri tutte le canzoni del mondo. Eri la leggerezza del jazz, la sua raffinatezza, il suo elegante tempismo, graduale e mai scontato, il ricordo di un uomo solo con un ombrello alla mano su un ponte nella densa nebbia. Eri la voce di un baritono, chiara, limpida, grave ma assai acuta, un’intera vita nell’ambire a quella voce soave e divina. Eri la velocità di una canzone rap, le indicibile rime, i temi attuali e pesanti, le parole simmetricamente incastrate, quasi fossero un paio di labbra nell’atto del bacio. Eri le canzoni di paese, i bambini riuniti a cantare quelle strofe che mai più scorderanno, quell’amore che può essere scaturito solo dalla musica. Eri ovviamente una canzone di Bryan Adams, l’amore così ben descritto, così perfettamente cantato, e così unicamente trasmesso. Eri la dance della febbre del sabato sera, le luci accese e colorate sulla pista da ballo, energica, scattante e sexy. Eri la voce profonda di Adele, quella voce che fa piangere per la sua bellezza, quella voce che avvolge lo spazio e ferma il tempo, lo divide in secondi interminabili. Eri “nuvole bianche” di Einaudi, quella musica crescente, che appena interrotta e non conclusa, si fa odiare, ma ti obbliga a riavvolgere il nastro e a riascoltarla. Eri il padre della musica, eri blues, le tue corde vocali erano le sue figlie, quella scioltezza, quel ritmo azzeccato in ogni dove e in ogni quando, inimitabile, un vecchio con un pianoforte scassato e la voce infinita. Eri la musica new-age, quel tipo di musica che ti fa avvertire un senso di immortalità, di impossibilità nel morire, quella musica ti attraversa lo sterno e ti prende per mano, ti rassicura e elide le tue paure con la sua calma folgorante. Eri la vibrazione di un basso, esattamente il basso di Sid Vicious, quella vibrazione che scuota l’anima e la svuota da quella sensazione di vuoto, ti fa tremare le mani, la voce, gli occhi. Eri il colpo di bacchette sul tamburo della batteria, forte, preciso, a tempo, colpo al cuore, nuova adrenalina in circolo. E infine eri tutto ciò che c’è di bello al mondo, eri un assolo di chitarra elettrica, quel suono che ti fa desiderare di poter vivere per sempre, quel suono malizioso, intelligente, perfetto, eco irresistibile, un assolo di una Gibson, potente e ponderante, di cui non ne avrò mai abbastanza. Tu sei stato questo tipo di musica, non appartenevi a nessun genere preciso, li comprendevi tutti. Eri tu la mia musica.
   
 
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