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Autore: Nocturnia    24/11/2015    5 recensioni
"Tutto questo non ha senso."
Tra le lacrime, la rabbia; sotto le unghie metallo e sangue.
"Smettila. Lui non tornerà."
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman, Richard Grayson, Selina Kyle aka Catwoman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Senza maschera
Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.



"I cry in silence.

I miss you in silence.
I love you in silence.
You can't handle my noise."
- Aashiquidreams -




Senza maschera




"Tutto questo non ha senso."
Tra le lacrime, la rabbia; sotto le unghie metallo e sangue.
"Smettila. Lui non tornerà."
Un pugno che infrange il costato del robot; una forza dettata solo dalla disperazione.
"È morto, Edward; morto."
Vetro spezzato, meccanismi divelti; un cuore morto. (tuo, suo, loro; non ha importanza)
"Ti prego, Edward."
Un taglio sul fianco, uno squarcio aperto sulla coscia.
"Fermati."
L'ultima preghiera; l'accorata richiesta di chi non ha più nulla da perdere.
"Poni fine a questa follia."
(Alla mia, alla tua; recidi questi fili e facciamola finita.)
"Ti prego."
Selina inspira, espira; crolla sull'impiantito.
I robot di Nigma la fissano, apatici; estensioni di un uomo che non crede più in nulla.
Nemmeno in se stesso.


5 ore prima

"È di Nigma."
"Lo so."
"Lo sta sfidando."
Un suono secco, derisorio; una risata che gronda tra i denti serrati.
"È morto." e la voce non trema "È morto e nessuno può farci niente."
Selina fissa Grayson e la sua giovinezza strappata; il suo dolore, il suo rimpianto.
"Vuole attirarlo allo scoperto."
Nightwing irrigidisce la mandibola, rafforza la presa sulla balaustra.
"Odio tutto questo." mormora, e a Selina è quasi parso di sentirlo arrendersi "Odio che se ne sia andato, odio dover prendere il suo posto."
Si volta, regalandole solo lo spettro di un uomo che non c'è più.
"Non posso farlo, Selina."
Silenzio.
"Non so come farlo."
Selina si protende verso di lui, gli sfiora gli zigomi in una carezza rassicurante - comprensiva.
"Lo farò io."
Dick apre la bocca, fa per dire qualcosa (un'obiezione, un'alternativa) ma è ormai troppo tardi.

Lo è sempre stato.

Selina gli sorride, lo lascia andare.
Gotham alza la testa e sussurra il suo nome.


#0

Nigma è l'apoteosi del disfacimento.
Occhi ossessionati, labbra stirate sui denti, mani nervose - spaccate intorno alle nocche.
"Stai mentendo."
Selina sbatte le palpebre un paio di volte, ne approfitta per riprendere fiato.
"No." dice, e piega le dita della mano sinistra, cercando di riacquistare sensibilità "È la verità."
I robot di Nigma barcollano, imitano il loro creatore.
Edward la studia per qualche secondo, cercando nel suo volto la risposta (la causa di ogni male, la mela avvelenata, l'origine di un uomo incapace di mentire - di vivere)
Uno dei robot avanza, si flette sulle ginocchia. (attacco)
Selina capisce che la tregua è finita ed estrae la frusta.


4 ore prima

Gotham è sempre in guerra.
Gotham non conosce la pace - non la vuole.
I suoi cittadini si sono abituati a vivere tra le sue mure pericolanti, a non temere più alcun male (all'incertezza che diventa futuro, al dolore che diventa abitudine)
I cittadini di Gotham sono dei sopravvissuti, carne e sangue e muscoli che hanno visto l'inferno e l'hanno accettato - l'hanno chiamato casa.
"Andrai?"
"Sì."
"Perché?"
"Glielo devo."
"Si fanno tante cose stupide per amore, Selina."
"Lo so."
Harley sorride, mostra i denti.
Selina chiude gli occhi e oltrepassa la notte.


#1

"Non hai mai capito niente, Edward."
Un robot la colpisce al fianco, ritagli di grafite e sangue.
"Sei il più grande genio della nostra epoca eppure non hai mai capito un fottuto niente."
Pelle slabbrata, gambe incerte.
"Non eri da solo."
Selina risponde al secondo attacco, gocciola tra le dita serrate a pugno.
"Non eri considerato di meno."
Un passo, un salto; la Gatta evita l'ultimo robot, si lancia oltre la barricata.
"Noi c'eravamo, Eddie."
Altri indovinelli, altre domande senza risposta.
"Ci siamo sempre stati."
Lo schermo alla sua sinistra giace inerte, privo di respiro.
Il cuore di Nigma un pugno di rimpianti e rimorsi.


3 ore prima

Il ricordo consuma.
Gotham non offre speranze, ma solo misere memorie sulle quali costruire un futuro scarno e disperato.
Selina si arrampica sui residui del Manor, scivola su pavimenti sui quali ha ballato, si è infuriata, ha riso.

Sui quali ha mormorato il suo nome e ha cercato la sua bocca.

"Non lo trovi ironico, Bruce?" chiede al vento "Io, Catwoman; l'eroe improvvisato di cui Gotham ha bisogno."
Si toglie la maschera (un atto di cordoglio) la stropiccia tra le mani intorpidite.
"Eddie si è fissato con questa assurda idea che tu non sia morto; che ti stia solo nascondendo in qualche buco sperduto in mezzo all'oceano, Bloody Mary e pacchiane collane di fiori a farti compagnia."
Selina sospira, china il capo.
"Gliel'ho detto che non è possibile, che tu sei davvero morto. Che io lo saprei, che tu..." deglutisce, ingoiando un grumo di lacrime e dolore "che tu mi avresti portato con te se fossi stato ancora vivo."
Storna lo sguardo, lo regala a tutto ciò che resta del suo cuore (della sua anima)
"Che se fosse stata una farsa me l'avresti detto, che non mi avresti mai lasciata da sola a fronteggiare tutto questo. Che io, almeno io, sarei stata inclusa nel tuo ridicolo giochetto di potere. Che..."
La voce si spezza, Selina cade.
"Me l'avevi promesso."
Tra le dita cenere e polvere; nel cuore solo rovine e macerie.
"Perché, Bruce? Perché dovevi morire?"

Perché dovevi lasciarmi da sola?

"Perché non hai potuto portarmi con te?"

Ovunque andassi; qualunque fosse il finale.

Selina muore mille volte e nessuna.


#2

Il dolore è una sensazione totalizzante.
Il dolore dà mentre toglie - il dolore schiaccia e spreme e dilata e infuria senza requie, senza pietà.
Non c'è ragione al dolore; non c'è catena che possa trattenerlo.
Gratta dagli angoli della nostra mente, brucia ogni ricordo felice, ogni speranza.
È il dolore il sentimento sovrano, perché viviamo per evitarlo, moriamo per lo stesso motivo.

"Ho risolto i tuoi indovinelli."
Il rintocco di una pendola; l'odore acre e stantio della follia.
"Ho collezionato i tuoi trofei."
Camere oscure, istantanee di pazzia.
"Ho superato le tue trappole, i tuoi soldati."
Un uomo piegato, accartocciato nella sua stessa mente.
"Sono qui, Eddie."
Una contrazione involontaria della mano; vene esposte - gonfie -  sotto la pelle.
"Sono qui."

Il dolore è l'unica cosa che a volte dia sostanza ai nostri corpi stanchi.


2 ore prima.

Gotham si riprenderà.
Gotham si rialzerà.
Sotto la pelle, acciaio; nel cuore, veleno.
Selina ascolta la notte, i suoi rumori.
Ascolta le parole di chi non ha mai avuto voce, le suppliche di chi non conosce le regole.

Vivi o muori; nel mezzo, la follia di una città folle.

Ascolta i ricordi, tutto ciò per cui ha combattuto (lui) tutto ciò per cui ha resistito (lui) tutto ciò per cui sarebbe morta (lui)

"Quando avrai finito, contatta Barbara con questo." le dice Grayson, offrendole un auricolare.
"È criptato; non dovresti avere problemi."
Selina distende la mano, annuisce.
"Non devi farlo per forza."
Gotham inspira, rantola; si dimena sotto secoli di cemento e terra e sangue.
"Lo so."
"Bruce voleva proteggerci."
Un suono, aspro. Derisorio.
"Voleva proteggere tutti."
Gotham arriccia le labbra, emette un suono basso, vibrante: ruggisce.
"Bruce voleva morire." lo contraddice Selina, dandogli le spalle "Bruce voleva proteggere Gotham e basta."
Nightwing apre la bocca, la richiude; si allunga verso di lei, cercandole gli occhi, e...

Perché è questo che io faccio, alla fine; afferro le persone prima che cadano.

Ma non puoi salvare chi è già caduto, Richard Grayson.


#3

Chissà cos'altro nascondi in quel tuo bastone gli aveva detto una volta - una vita fa.
Selina fissa la lama di Nigma sfiorarle la carotide, blandire una pulsazione regolare e stanca - un desiderio inascoltato e nascosto.
"Vuoi uccidermi, Eddie?"
"Non chiamarmi così." sibila Nigma, occhi lucidi, viso disfatto.
Selina abbassa le spalle, depone le armi.
"Fallo."
Edward avanza, preme.
"Fallo e basta, Eddie."
Incertezza, confusione; incredulità.
"Sei venuta fino a qui per cercare la morte, Selina? Non ti facevo così romantica."
Selina abbozza un sorriso, piega il mento verso sinistra.
"Forse non mi conosci poi così bene."
Edward puzza di sudore e disperazione; digrigna i denti come un animale rabbioso.
"Impossibile."
La lama incide, disegna sbavature di sangue e sporcizia lungo il collo.
Selina amplia il sorriso, lo guarda con quei suoi orribili occhi morti.
"È finita, Edward."
Nigma s'irrigidisce, tende la spina dorsale come la corda di un arco.
"È morto, e nessuno di noi può farci niente."
La stretta attorno all'impugnatura del bastone si rafforza, il lezzo dell'adrenalina una corrente acida giù per la gola.
"È ora di lasciarlo andare."

Lui, noi, Gotham, tutto.

Nigma geme - libera un urlo che non ha nulla di umano.
Selina chiude gli occhi e continua a sorridere.


1 ora prima.
 
"Mi dispiace per la tua perdita."
È il primo che glielo dice; sarà anche l'ultimo.
"Sono stati giorni difficili."
Il tetto del commissariato è umido sotto i suoi stivali, il suo simbolo spezzato - mutilato.
"Ce ne aspettano anche di peggiori."
Selina spoglia l'orizzonte, viso scoperto, occhi vitrei.
Gordon la fissa in tralice, lascia che il fumo gli inondi i polmoni - la memoria.
C'è qualcosa di sbagliato in Selina Kyle quella sera.
C'è qualcosa di orrendamente fuori posto - una parola che danza sulla punta della lingua, nei confini delle mente.
Senza maschera Selina è una donna bellissima e affranta; una statua pallida e bagnata dalla prima pioggia di novembre.
"Sei pronta?" le chiede, e Selina rimane immobile - una curva morbida contro le asperità di Gotham.
"Sì." e l'ultimo pezzo fa click - lo stesso rumore del cane armato di una pistola.
La maschera di Catwoman giace morente ai suoi piedi, sgualcita.

Inutile.

In una città di teatranti è come perdere la propria pelle.


#4

"Cosa farai?"
"Non lo so."
"Cosa dirai a Gordon?"
"Che mi sei scappato."
"Non ci crederà."
"Io non sono Batman."
Nigma arriccia leggermente un angolo delle labbra, contrae i muscoli della guancia.
"Non cerchi la tua vendetta?"
"No."
Nigma incrocia le braccia al petto (ossuto, ridicolmente gracile) la fissa con la stessa morbosità di un indovinello senza risposta.
"Non può essere davvero tutto per lui."
"Hai messo a ferro e fuoco una città per lui, Eddie; tu più di tutti dovresti capirlo."
Nigma apre la bocca, la richiude.
Alcuni enigmi non possiedono alcuna soluzione.


30 minuti prima.

Gotham è un organismo vivo.
Come i batteri sotto una crosta, si riproduce, si replica, prolifica.
Germoglia dalle tragedie, si nutre della perdita.
Gotham è un corpo che si strascina da secoli, un ammasso convulso di esistenze e storie che l'hanno resa quello che è; un mostro tentacolare e inarrestabile.
Selina guarda la città soffocare nel suo stesso putridume, contorcersi come un pesce in agonia.
La guarda e la rinnega, studiando il primo indovinello.

Quando un cuore non è un cuore?

Selina si chiede quanto a fondo la disperazione possa trascinare.


#5

A volte il dolore è semplicemente troppo.
C'è una nota malinconica nell'aria, un assolo struggente e drammatico.
Gotham volteggia in punta di piedi, distende nastri rossi e neri - una regina, una primadonna dal trucco sfatto e il rossetto sbavato.
Cantano le sue miserie, bisbigliano sotto la pelle e nel cuore.
Si muove con la grazia di una ballerina, risorge con la forza di una maledizione.
Gotham è (immortale, incancellabile, immutabile) senza sconti, senza pietà.
Selina affronta l'alba, abbandona tutto ciò che le è rimasto sulle rovine del Manor. (un borsone, un gatto, troppi rimpianti)
Saprai cosa farne scrive, e Grayson sorride a quelle parole.
"Se ne è andata?"
Dick fissa l'orizzonte, alle spalle le macerie nerastre di una villa che aveva chiamato casa.
Tim accetta il suo abbraccio come unica risposta.


30 minuti dopo

Si salutano come due vecchi amici.
Si salutano a un crocevia di memorie e pioggia - ai piedi di una città che li ha visti rivali e alleati e forse persino riluttanti amici.
Eddie guarda Selina e la rivede come la prima volta che l'ha incontrata, occhi verdissimi e unghie affilate. (e un costume viola che calzava come una seconda pelle)
Si infila le mani nelle tasche, china il capo.
Il profilo di Selina sfiora la notte, taglia il silenzio.
"Gordon sta arrivando."
Eddie annuisce, alza il viso a un cielo privo di stelle.
"Hai due minuti prima che decida di contattare Nightwing."
"Ti devo un favore." le dice solo, e Selina sorride.
"Lo so."
Le sirene della polizia riempiono il vuoto lasciato dalle loro parole.


****


#2 mesi dopo - Spagna

Eddie rigira il cucchiaino nel caffè, ride quasi all'inaspettato ricordo del tè alla ketamina di Jervis.
Erano altri tempi si dice Era una vita fa.
La cameriera gli porta lo scontrino, ammicca nella sua direzione.
Eddie lo fissa in tralice da dietro gli occhiali scuri (bel culo, bei fianchi. Seno un po' piccolo) le sorride.
"È troppo giovane."
"Se ha l'età per bere allora non è troppo giovane."
Una risata; un suono disarmonico, improvviso.

Vero.

"Non ti facevo un tipo da sole e mare."
Nigma abbozza nella sua direzione, accenna un movimento disinteressato con la mano.
"Non ti facevo un tipo da saluti."
Selina si scrolla nelle spalle, accavalla le gambe.
"Sono venuta a riscuotere quel favore, Eddie."
Nigma si porta il caffè alle labbra, le regala un'occhiata obliqua.
"Cosa ti serve, Selina?"
"Non sei forse il miglior detective al mondo, Eddie?"
Edward percorre il bordo del tavolino con l'indice, china il capo.

Comprende.

Due settimane dopo il necrologio di Catwoman sarà su tutte le prime pagine dei giornali.


#2 settimane dopo - Gotham

Gordon scivola con gli occhi sulla notizia, il corpo di Selina una macchia bianca e nera tra le righe di Vicky Vale.
Otto colpi, hanno detto.
Tutti fatali, hanno confermato.
La ladra più famosa al mondo braccata dalla malavita russa - uccisa come un cane, abbandonata tra i vicoli di Mosca come spazzatura.  
Catwoman è morta, sconfitta dalla sua stessa ambizione.
Gordon passa e ripassa il pollice sulla foto fino a quando non si tinge d'inchiostro, tra le labbra una sigaretta spenta.
"Lei ci crede, commissario?"
La nuova recluta lo guarda, ansioso.

Trepidante.

Gordon si sistema gli occhiali sul naso, arrotola il giornale sotto il braccio.
"Sì." dice poi "Ci credo."
Il simbolo del pipistrello (spezzato, frantumato) sembra quasi sorridergli - beffardo.


Seven devils are around you,
seven devils in your house.
See, I wad dead when I woke up this morning
and I will be dead before the day is done.

A volte ci si allontana per un po'.
A volte c'è bisogno di abbandonare quella che abbiamo chiamato casa e scoprirne di altre - di nuove.
A volte bisogna solo morire per poter vivere, lasciar cadere ogni pretesa ed essere, senza se e senza ma.

Strapparsi la maschera e riscoprire la propria pelle.

Gotham riposa quieta, sonnecchia sull'argine dell'abisso.
Blandisce i suoi nuovi protettori, sgretola loro sogni e speranze.
Li accudisce come una madre amorevole; li punisce come un genitore severo - integerrimo.
Non possiedono le sue dita ruvide (mille battaglie, mille sconfitte) e neppure la sua magnifica disperazione, ma una madre sa - e tanto basta.
Non le regalano la cupa bellezza di un'infanzia strappata, la languida malinconia di una femminilità abusata, ma (fino a quel momento) è andata bene così.
Gotham dilata le narici, annusa l'aria.

Presto.

La notte sussurra, i fantasmi bisbigliano.
"Ti siamo mancati?"

Sì.

Gotham snuda i denti, emette un suono vibrante, di petto.

Sempre.

"Anche tu."

La terra si espande sotto i loro piedi, un boato che assomiglia a un respiro.

Torna alla vita.

Nel cielo, un simbolo incapace di morire davvero.






The pain I feel now is the happiness I had before.
This is the deal.
- C. S. Lewis -




Note dell'autrice: il paragrafo finale apre con una strofa della canzone "Seven Devils" dei Florence + The Machine.
Questa storia si colloca dopo il finale di "Batman; Arkham Knight" .

   
 
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