Bianca, pallida, fredda.
Ti tengo la mano.
Bianca, pallida, fredda.
La vita che non scorre più a dare il suo tepore.
La vita che conoscevo in te.
Il tuo sorriso, la tua capacità di goderti i pasti della nonna, il sonno fino a tardi, le risate.
Bianca, pallida, fredda.
Non mi stringe, non si muove.
Chiusi gli occhi, coperti dalle ciglia lunghe.
Accanto a te un libro.
Una storia crudele, letta e riletta.
Copertina consunta, frasi segnate, dolore di carta in cui riconoscersi1.
Accanto al libro, un calice.
La mano poggiata sul lenzuolo che sa di bucato.
Bianca, pallida, fredda.
Il viso sbarbato, composto nel sonno.
Rilassato come non lo vedevo da tempo.
Gentile, con te, la morte.
La morte, bianca, pallida, fredda.
Ti è stata amica, più di me.
Venuta da un calice, un amaro calice.
Hai chiesto al Padre di allontanarlo da te?
O ne hai goduto fino in fondo, come tu sai fare?
Ti stringo la mano.
Bianca, pallida, fredda.
Guardo il liquido avanzato nel cristallo.
Rosso, caldo, invitante.
Poteri berlo, ora.
E sarei con te. Come te.
Bianca, pallida, fredda.
Stringo lo stelo nella mia mano.
Poggio sul tuo cuore fermo la mia gota.
Bianca, pallida, fredda.
Presto sarà come la tua.
Fredda.
Più pallida, più bianca.