Serie TV > The Dukes of Hazzard
Segui la storia  |       
Autore: Gia August    01/03/2009    3 recensioni
Quando il confine tra illusione e realtà viene superato, il desiderio di un amore diviene ossessione e pone le vite di Bo e Luke in pericolo. Laura Dawson per possederne uno, deve impedire all'altro di mettersi tra lei e l'oggetto dei suoi desideri.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bo Duke, Luke Duke
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Thia mia adorata!  Avevo una paura folle di averti sfiancato con i miei tempi biblici di aggiornamento e che tu ti fossi stufata di aspettarmi. Che gioia rivederti da queste parti! Ringrazio infinitamente anche le mie splendide commentatrici Marzia, Lu e Juliet, è una gioia immensa per me leggere le vostre recensioni ad ogni capitolo!

 

Capitolo diciotto: leggendo tra le righe

 

Bo stava calpestando pesantemente il pavimento della cucina quando girò per l’ennesima volta intorno al tavolo al quale erano seduti lo zio e Daisy. Era per lui impossibile contenere la propria frustrazione e la propria ansia. Sapeva dov’era Luke (magari non esattamente, ma ci andava molto vicino). Sapeva che Laura lo teneva chiuso da qualche parte. E il fatto Luke non fosse in grado di fuggire da lei era terrificante. Non voleva neanche immaginare cosa potesse avergli fatto.

Quando compì un altro giro attorno al tavolo, la pazienza di Jesse raggiunse il limite massimo di sopportazione. Esclamò esasperato: “Bo, siediti! Mi stai facendo girare la testa!”

Bo lentamente si arrestò: “scusa zio Jesse.” Disse sedendosi di peso su una vecchia sedia.

Jesse si allungò sul tavolo e gli afferrò una mano: “lo so che sei preoccupato, figlio mio. Lo siamo anche io e Daisy, ma fare un buco nel pavimento non è di nessun aiuto. Dobbiamo capire cosa possiamo fare. Abbiamo bisogno di un piano.

Daisy sospirò: “di solito è di Luke il compito di escogitare piani.”

“E’ vero.” Convenne Jesse. “ma adesso tocca a noi se vogliamo ritrovarlo. E’ il nostro turno.”

“Ma, zio Jesse.” Lo interruppe Bo: “cosa faremo? Laura sa dov’è. Non ho dubbi al riguardo eppure in quella casa non c’è. Abbiamo cercato ovunque.”

“Beh, non abbiamo guardato proprio dappertutto…” Jesse si arrestò quando udì il rombo di un motore in avvicinamento.

Bo saltò dalla sedia e corse verso la finestra seguito da Jesse e Daisy. Il disappunto soffocò immediatamente la loro tenue speranza quando videro Miss Tizdale in sella alla sua moto.

Jesse circondò le spalle dei nipoti sperando di non far capire loro quanto lui stesso fosse rimasto deluso che non si fosse trattato di Luke. Disse sommessamente: “andiamo a vedere perché Emma è qui. Magari ha qualche notizia.”

A quelle parole Bo si diresse verso la porta e uscì sotto il portico insieme a Jesse e Daisy. Scesero in fretta le scale fino ad incontrare Miss Tizdale.

“Buongiorno Emma.” Esordì Jesse insolitamente sottotono. Non era dell’umore adatto per intrattenere inutili convenevoli.

“Buongiorno Jesse, Daisy, Bo.” Ad Emma non sfuggì l’espressione cupa disegnata su ciascun membro dei Dukes. Arrivò immediatamente al punto: “Jesse ho sentito dire che sei in pensiero per Luke, che è scomparso.”

Emma rimpianse immediatamente la sua infelice frase quando vide il dolore contrarre il volto dei suoi interlocutori. Guardò Jesse negli occhi e gli afferrò una mano: “mi dispiace. Ho sentito che non vedete Luke da un paio di giorni e che non sapete dove sia.”

“E’ così.” Concordò Jesse annuendo per far capire ad Emma quanto apprezzasse il suo interessamento. “Non è da Luke sparire senza farci sapere dov’è andato.”

“E’ un bravo ragazzo.” Rispose Emma. “Lo so bene che non vi provocherebbe mai dei dispiaceri di proposito. E’ per questo che sono corsa immediatamente qui quando ho visto questa lettera. Pensavo avreste voluto leggerla subito visto che  è da parte di Luke.”

“Luke ci ha scritto una lettera?” Domandò Daisy. “Dov’è, Miss Tizdale?”

“Ce l’ho qui con me, cara.” Rispose Emma frugando nella sua sacca.

Bo gliela strappò letteralmente dalle mani tanto era impaziente. Esaminò attentamente la busta: “è la scrittura di Luke, non c’è dubbio.” Affermò porgendo la lettera allo zio. La sua ansia fu presto rimpiazzata dalla paura. E se Luke se ne fosse andato di propria iniziativa? E se Luke lo avesse lasciato? E se non fosse mai più voluto tornare a casa?

Jesse non ebbe difficoltà a leggere i pensieri del nipote. La verità è che aveva i suoi stessi timori. Per Jesse, Bo era sempre stato un libro aperto. E come con un libro, riusciva ad indovinare la storia all’interno già dalla copertina. Sul suo volto, leggeva tutta la sua paura.

“Dammela, figliolo.” Disse Jesse allungando il braccio. Non mancò di notare il tremore nelle mani di Bo mentre gli porgeva la lettera. Nonostante fosse in apprensione per quel che avrebbero potuto trovarvi all’interno, Bo era sollevato che lo zio avesse preso il controllo.

Jesse si rigirò la busta tra le mani: “è vero, la scrittura è di Luke. Sembra sia stata spedita oggi da Hazzard.”

“E’ stata ritirata oggi.” Spiegò Miss Tizdale. “Ma potrebbe essere stata imbucata sabato pomeriggio o domenica. Non ritiriamo la posta nel weekend.”

Jesse annuì: “perciò Luke potrebbe averla spedita in un momento qualsiasi tra sabato e questa mattina.”

“Esatto.” Rimarcò Miss Tizdale. Quando realizzò la difficoltà che la famiglia stava avendo con quella lettera, ebbe il buon senso di scusarsi e andarsene nonostante la sua curiosità e apprensione.

“Sarà meglio che vada. Devo aprire l’ufficio postale alle nove in punto. Se c’è qualcosa che posso fare per voi, per favore fatemelo sapere.

Jesse annuì e ringraziò: “grazie Emma. Apprezzo molto che tu ci abbia consegnato di persona la lettera.”

“Spero Luke stia bene.”

“Sono sicuro di si.” Rispose Jesse. “Io, Daisy e Bo ce ne accerteremo presto.”

Emma sorrise mentre fece partire la sua moto. Salutò i Dukes e andò via, pregando affinché tutto si risolvesse per il meglio.

Tenendo gli occhi incollati sulla busta, Bo e Daisy si avvicinarono allo zio. Nessuno di loro aveva immaginato di poter ricevere una lettera da Luke. Quel piccolo e bianco involucro conteneva tutte le loro paure e i loro dubbi. Erano stati tutti talmente preoccupati per Luke, che nessuno aveva preso seriamente in considerazione l’ipotesi si fosse allontanato di sua spontanea iniziativa.

“Non vuoi aprirla, zio Jesse?” Domandò Daisy prendendolo sotto braccio.

“La apro, la apro.” Rispose Jesse più alterato di quanto non fosse in realtà. “Decisamente proviene da Luke. Riconoscerei la sua scrittura ovunque. Abbiamo ricevuto un mucchio di sue lettere quando era in Vietnam.”

Bo si avvicinò ulteriormente per dare e avere maggior supporto: “cosa pensi ci abbia scritto?”

“Non lo so, Bo. E credo non lo sapremo finché non la leggeremo.”

Jesse si mise a sedere sugli scalini del portico e cautamente iniziò ad aprire la busta. Bo e Daisy si posizionarono velocemente al suo fianco. Jesse si adagiò l’involucro sulle gambe e spiegò il foglio. Considerò di leggere la lettera da solo prima di condividerla con i nipoti, ma alla fine decise che non avrebbe avuto senso. Erano entrambi grandi abbastanza per sapere la verità qualunque essa fosse e, comunque, non avrebbe potuto nascondergliela a lungo. Dovevano sapere. Ne avevano il diritto. Avrebbero affrontato insieme qualunque cosa Luke avesse scritto loro.

Jesse si schiarì la gola e lesse a voce alta.

 

Zio Jesse, Bo, Daisy,

ho bisogno di vivere la mia vita da solo, senza la vostra continua interferenza. Zio Jesse non ho bisogno che tu mi dica sempre cosa fare o che tu mi punisca quando non ti ascolto. Sono un uomo e non ho più bisogno di te. Non puoi più controllarmi.

 

Quelle parole, dure da leggere, misero Jesse in soggezione. Era davvero troppo controllato? Era vero che aveva spesso avuto un atteggiamento autoritario con i ragazzi, ma ormai erano cresciuti e quei tempi erano passati. Luke lo sapeva, vero?

Dopo una breve pausa, riprese la lettura.

 

Sono andato ad Atlanta. Non venite a cercarmi, specialmente tu, Bo. Sai che non potresti mai trovarmi neanche se fossi in bella vista. Perciò non lo fare. Non tornerò. Sono stanco di averti sempre dietro ovunque io vada. Non mi serve una dannata ombra che mi segua. Ne ho abbastanza sia di te che di Daisy. Non sopporto più che mi controlliate e poi riferiate tutto a zio Jesse.

 

Bo inghiottì quelle parole come un boccone amaro. Era vero che spendeva gran parte del suo tempo con Luke, ma avevano ognuno la propria individualità. Non lo seguiva sempre dappertutto. Forse lo faceva quando era piccolo, ma non credeva di stargli ancora alle costole come in passato. Luke era davvero stanco di averlo continuamente tra i piedi?

Avvertendo un nodo salito a serrargli la gola, Jesse tossì e continuò.

 

Voglio stare da solo. Non vi permetterò di abusare ancora di me. Ho bisogno di qualcuno che mi completi. Non tornerò mai indietro.

Potreste non credermi, ma questa è la verità ed è sempre stato così. A volte la verità ce l’abbiamo proprio sotto al naso, ma non riusciamo a vederla.

Luke

 

Anche se aveva terminato la lettura, Jesse continuò a guardare la lettera come se sperasse che le parole del nipote sarebbero potute cambiare. Seduti silenziosamente al suo fianco, Bo e Daisy cercavano di capire come mai Luke avesse riservato loro delle parole così dure.

“Non vi permetterò di abusare ancora di me.” Ripeté Jesse prima di lasciarsi cadere la lettera sul grembo. Il suo spirito e la sua voce roca tornarono improvvisamente: “che Laura sia dannata. Ha costretto Luke a scrivere questa roba.”

Tornato alla realtà Bo chiese: “ne sei sicuro, zio?”

“Si, certo.” Rispose Jesse con convinzione. “Queste non sono le parole di Luke. E’ sempre stato onesto con me. Avrei saputo se si fosse sentito trattato come ha scritto.”

“E allora perché ci ha mandato questa lettera?” Intervenne Daisy.

“A questa domanda posso rispondere io.” Si intromise Bo ristabilito completamente dallo shock. “Laura lo ha costretto. Non sono certo di sapere come abbia fatto, ma lo ha fatto. Forse gli ha dato altre pillole oppure lo ha minacciato in qualche modo.”

“O forse ha minacciato noi.” Offrì Daisy. “Lo conoscete Luke. Farebbe qualsiasi cosa per proteggerci. Avrà minacciato di far male a uno di noi.”

“Penso tu abbia ragione, tesoro.” Disse Jesse circondale le spalle con un braccio. Jesse lesse ancora la lettera: “questi possono non essere i sentimenti di Luke, ma rileggendo attentamente, penso siano sue le parole.”

“Come puoi dire una cosa del genere?” Protestò Bo difendendo apertamente il cugino. Saltò in piedi incapace di trattenere ulteriormente la propria irritazione: “Luke non direbbe mai cose così terribili sul nostro conto.”

“Siediti, Bo.” Ordinò Jesse. Quando Bo non si mosse perché in contrasto con l’opinione dello zio, Jesse ripeté più dolcemente: “mettiti seduto e calmati. Arrabbiarsi così non aiuterà Luke. Non ho detto che intendesse realmente ciò che ha scritto, ma conoscendo quel ragazzo, scommetto la fattoria che ha voluto farci capire dov’è. Dobbiamo soltanto leggere tra le righe e scoprire il suo messaggio.”

Un sorriso attraversò il volto di Bo. Certamente lo zio aveva ragione. Luke aveva escogitato il modo di far sapere loro dove si trovava. Imbarazzato per aver dubitato dello zio, Bo tornò a sedere: “mi dispiace.”

Jesse tagliò corto su quelle che trovava inutili scuse. Gli diede una pacca su un ginocchio: “so quanto sei preoccupato e che non pensavi quello che hai detto, ma Luke l’ha fatto. Non letteralmente, ma ha voluto dirci comunque qualcosa. Non possiamo abbandonarlo ora.”

“Nossignore. Certo che non lo faremo.” Convenne Bo.

Jesse riprese in mano la lettera. “Va bene, vediamo di capirci qualcosa. Luke ci ha detto di essere andato ad Atlanta e non vuole che lo cerchiamo. Ha detto che non potresti mai trovarlo, Bo neanche se fosse in bella vista. Penso abbia tentato di dirci che non è affatto ad Atlanta, ma qui ad Hazzard.”

“Sono d’accordo, zio Jesse. Non c’è possibilità che Luke si sia allontanato da Hazzard.”

“La parte in cui dice di non volere un’ombra che lo segue, mi fa pensare molto alla spettrale casa di Laura.” Propose Daisy. “Non è qualcosa che Luke direbbe.”

“Ottimo, tesoro.” Annuì Jesse. “Ci sta dicendo che si trova in un posto buio pieno di ombre. E sono d’accordo che ci stia parlando della casa di Laura.”

“Ve lo dico io, Luke è nascosto lì dentro.” Affermò risoluto Bo. “Lo ha sequestrato lei. Ne sono certo. Penso sia quello che ha voluto comunicarci quando scrive che ha bisogno di qualcuno che lo completi. Avete presente il cuore spezzato, vero? Laura è l’altra metà. E’ di lei che sta parlando. Sta provando a dirci che è con lei.” La frustrazione di Bo crebbe alla fine della frase.

“Dobbiamo stare calmi, Bo. Credo tu abbia ragione. Stava cercando di dirci che è con Laura. Vediamo se ci ha lasciato qualche altro messaggio.”

“Dice che a volte la verità ce l’abbiamo proprio sotto al naso, ma non riusciamo a vederla.” Disse Bo. “Proprio sotto ai nostri nasi…”

Qualcosa si riaffacciò nella memoria di Bo. Si sforzò perché non riusciva a capire cosa fosse. Dopo qualche istante, finalmente disse eccitato: “zio Jesse, mi ricordo di aver sentito molte storie su quella vecchia casa quando ero piccolo. Ho sempre pensato che fosse infestata dai fantasmi.”

“Ma adesso sai che non è vero.”

“Si lo so, zio Jesse. Ma ne ho sentite davvero tante. Ho sentito che ci sono stanze segrete e passaggi nascosti risalenti alla Guerra Civile. Pensi qualcuna di queste storie possa essere vera?”

“Forse.” Rispose speranzoso Jesse. “Queste pseudo leggende circolano da quando io stesso ero un bambino. Non so se siano vere oppure no, ma di sicuro so che c’è un rifugio antiatomico da qualche parte in quella proprietà. Me lo disse Edward Dawson in persona.”

“Un rifugio antiatomico?” Domandò Daisy. “Perché mai si sono presi la briga di costruirlo?”

“Vedi tesoro, negli anni cinquanta eravamo nel bel mezzo della Guerra Fredda. In molti temevano un attacco nucleare da parte dell’Unione Sovietica. Quelli che avevano più paura, avevano costruito rifugi antiatomici per salvare la propria famiglia in caso di necessità.”

“Non riesco ad immaginare persone così timorose qui ad Hazzard.” Considerò Daisy.

“Per quel che ne so io, i Dawsons sono stati gli unici a prendere un simile provvedimento nonostante non ci fossero reali minacce.”

Non credo noi Dukes avremmo potuto fare qualcosa del genere.” Intervenne Bo.

“Anche se avremmo potuto, non lo avremmo mai fatto.” Rispose Jesse.

“Perché no?” Chiese Daisy.

“Non sarebbe stato giusto chiudere tutti i nostri amici e vicini fuori, mentre noi eravamo dentro al sicuro. E poi, se davvero ci fosse stato un attacco atomico, non credo sarebbe rimasto molto una volta usciti fuori. Noi Dukes affrontiamo quello che viene aiutando il nostro prossimo, non lo guardiamo morire mentre noi ci salviamo.”

“Hai ragione, zio Jesse.” Disse Daisy.

La mente di Bo stava analizzando le informazioni appena ricevute: “è certo che i Dawson abbiano costruito un rifugio del genere?”

“Si, Bo.” Rispose Jesse. “Fu proprio Edward Dawson a confidarmelo. Voleva tenere tutta la sua famiglia chiusa al sicuro ed è poi quel che ha fatto utilizzando la sua grande casa.”

“Quindi sarà ancora nella loro proprietà. Sarebbe un posto perfetto per nasconderci qualcuno. Scommetto che è proprio lì che Laura ha chiuso Luke.”

Jesse sorrise: “ottimo spunto, Bo. Hai senz’altro ragione.”

“Dobbiamo solo scoprire dove si trova esattamente.” Continuò Bo eccitato.

Anche il volto di Daisy si illuminò quando realizzò ci fosse la concreta possibilità di scovare Luke: “ma da dove inizieremo a cercare?”

“Non lo so.” Rispose Bo. “Ma butterò giù quella casa se sarà necessario.”

“Con calma.” Lo ammonì Jesse. “Non faremo niente del genere.”

“Ma, zio Jesse…”

“Niente ma, Bo. Non lo faremo perché c’è un modo migliore. Nessuno può svegliarsi la mattina e decidere di costruire un rifugio antiatomico senza farsi dare i dovuti permessi. C’è la probabilità che il tutto sia stato registrato e sia conservato al Comune. Si tratta di documenti pubblici a cui possiamo accedere. Sapremo così esattamente dove i Dawson hanno costruito il rifugio.”

Bo e Daisy strinsero lo zio in un abbraccio. Non sapevano dove fosse finito Luke, ma almeno avevano un piano e un punto di partenza. Non avevano nessuna intenzione di mollare fintanto non lo avessero trovato.

Daisy osservò lo zio riporre la lettera di Luke nella busta. Si accorse che aveva gli occhi lucidi.

“Stai bene, zio?” Gli chiese dolcemente. “Lo sai che Luke non pensa quello che ha scritto.”

Jesse si ricompose in fretta: “si lo so, tesoro. Sono solo stato colto di sorpresa e per un momento mi sono chiesto se davvero Luke potesse provare ciò che ha scritto…”

“Luke non scriverebbe mai niente del genere.” Lo interruppe Bo. “Ha solo cercato il modo migliore per lasciarci dei messaggi. Scommetto qualunque cosa che Laura ci ha minacciati e Luke si è trovato con le spalle al muro.” Bo si arrestò un attimo per poi continuare: “lui ti ama, zio Jesse. Non ha niente da rimproverarti.”

“Si Bo, lo so. Ma ti ringrazio lo stesso per avermelo detto. Quando ho letto le sue parole…”

“Anch’io, zio Jesse.” Disse Bo. “Mi hanno terrorizzato, ma poi ho capito che Luke stava cercando di dirci qualcosa.”

Daisy sorrise: “e c’è riuscito. Adesso dobbiamo solo trovarlo e riportarcelo a casa.”

“La prima fermata sarà al Comune. Dobbiamo trovare la documentazione che ci permetta di localizzare il rifugio.” Disse Jesse.

Bo aveva già iniziato ad aiutare lo zio ad entrare nel Generale Lee. Lo fece passare attraverso il finestrino: “sono troppo vecchio.” Borbottò Jesse col fiatone.

Daisy imitò lo zio mentre Bo scivolò sul cofano e raggiunse in fretta il posto di guida. Senza aspettare che si fossero messi tutti comodi, Bo schiacciò con forza il pedale del gas e si immise sulla strada per Hazzard lasciandosi dietro una densa nuvola di polvere.

 

To be continued…

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Dukes of Hazzard / Vai alla pagina dell'autore: Gia August