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Autore: Lady Warrior    27/11/2015    1 recensioni
Questa storia narra le vicende di Jill Shepard, dalla sua prima missione sulla Normandy alla sconfitta di Saren Arterius e la Sovereign mediante una narrazione introspettiva. Mi sono soffermata sui sentimenti e le emozioni della nostra Shepard in modo particolare. Il tutto è accompagnato, ad ogni inizio di capitolo, dalla canzone "Starlight" dei Muse.
Dal prologo:
"Shepard osservò le stelle brillare. Le sembravano così piccole ai suoi occhi da bambina, ma adesso era adulta e aveva scoperto che quel cielo stellato non era così bello, affascinante e liberatorio come aveva sempre pensato. Aveva promesso una volta al suo migliore amico che sarebbe diventata una marine e gli avrebbe portato della luce stellare, e se non la avesse trovata la avrebbe cercata per tutta la vita."
Genere: Introspettivo, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell'autrice: Questo capitolo era nato unito a quello che seguirà, da qui la frase "parte 1" nel titolo del capitolo. Ho deciso di spezzarlo in due perchè altrimenti era troppo lungo. Come vedrete questa prima parte non presenterà nulla di nuovo (sostanzialmente nemmeno la seconda parte, vi anticipo), e descrive interamente il video iniziale del videogioco. Come noterete i dialoghi sono proprio quelli del gioco, o perlomeno molto simili. 




Capitolo 1: Eden Prime parte 1
 
 
 
Hold you in my arms
I just wanted to hold
You in my arms
(Starlight, Muse)
 
 
 
 
 
Nel 2148 degli esploratori scoprirono le rovine di un’antica civiltà spaziale su Marte. Nei decenni successivi, questi misteriosi manufatti rivelarono delle nuove, straordinarie tecnologie che consentivano di raggiungere i sistemi più remoti della galassia. Tutto ciò era reso possibile da una forza che controllava l’intera struttura spazio-temporale.
Per gli Umani fu la più grande scoperta della loro storia.
Le altre civiltà della galassia la chiamano Mass Effect.
 
 
 
- Siamo in prossimità del portale di Acturus Prime- annunciò la voce di Joker.Shepard sospirò e si avviò verso la cabina di pilotaggio, mentre la Normandy si accingeva a oltrepassare il portale e Shepard si preparava ad un attacco di nausea: era curioso come un soldato dell’Alleanza, che presto sarebbe divenuto Spettro e comandante di una nave sperimentale da guerra provasse nausea all’attraversamento di un portale. Era il suo punto debole: era riuscita da sola a difendere Elysium, e quel pianeta non sarebbe più esistito senza di lei, eppure soffriva di nausea da attraversamento di portale. Lo trovava buffo. Osservò gli altri suoi colleghi. Con la coda dell’occhio vide il caporale Jenkins. Lo conosceva poco, ma aveva sentito dire che era un ottimo soldato. Si chiese perché dovessero recarsi su Eden Prime, di certo Anderson le stava nascondendo qualcosa. E poi la presenza di quello Spettro a bordo della Normandy pareva sospetta a tutti.
- Sequenza di trasmissione avviata- disse Joker. 
Era quasi arrivata alla cabina di pilotaggio.
- Connesso. Calcolo massa in transito a destinazione. Il portale è attivo. Acquisizione sensore di avvicinamento. Prepararsi al transito. Via libera, avvicinamento in corso.- 
Ecco, prepararsi alla nausea.
- Attraversamento portale in 3,2,1…D’un tratto lo stomaco di Shepard ebbe uno scossone, e la donna si coprì istintivamente la bocca. fortunatamente il passaggio dei portali era molto veloce, e quindi quasi indolore. Era davanti alla cabina di pilotaggio. Entrò.
- Propulsori, ok. Navigazione, ok. Pozzi di emissione interna attivati. Tutti i sistemi sono in linea. Deviazione: millecinquecento chilometri.
Davanti a lei si trovavano un Joker che stava riferendo a un Turian i dati e a suo fianco il tenente Kaidan Alenko. Shepard posò lo sguardo su di lui. Lo conosceva poco, come tutti i membri dell’equipaggio, del resto. Non era mai stata molto socievole. Tuttavia c’era qualcosa in quell’uomo che la attraeva, e non solo i muscoli e la corporatura.
- Un margine accettabile. Il tuo capitano sarà soddisfatto- disse il Turian con aria di sufficienza.
I Turian erano la specie della galassia più potente in guerra: i loro incrociatori facevano invidia a qualunque nave dell’Alleanza, persino alla Normandy, che era stata creata in collaborazione con questa specie. Fino a poco tempo addietro, nessuno si sarebbe mai immaginato che un Turian salisse su una nave umana con intenzioni non belligeranti, o che addirittura costruissero una nave insieme: la guerra del primo contatto aveva lasciato un segno indelebile nell’umanità, e molte persone vedevano negli alieni, soprattutto nei Turian, un nemico da cui guardarsi le spalle o comunque un qualcosa da cui stare lontani. Alcuni umani pensavano addirittura che la loro specie fosse la migliore della galassia e che l’umanità dovesse conquistare la supremazia intergalattica, perciò si erano riuniti in un’associazione terroristica che prendeva il nome di Cerberus. Shepard, tuttavia, sapeva che non era così, e che non tutti gli alieni erano ostili. Inoltre, la causa prima della guerra erano stati gli umani, che avevano irresponsabilmente attivato tutti i portali galattici, così una volta una flotta Turian scoprì gli umani che tentavano di attivare un portale galattico e non indugiarono nell’aprire il fuoco: avvenne così la guerra del primo contatto, terminata solo grazie alla diplomazia. Tuttavia, i Turian non hanno mai visto gli umani di buon occhio da allora, e viceversa.
Shepard osservò il Turian andarsene.
- Quel tizio non mi piace- commentò Joker, dopo che l’alieno se ne era andato.
Kaidan lo guardò con un sorrisetto.
- Nihlus ti ha fatto un complimento, perché lo detesti?- chiese il tenente Alenko.
- Ho appena attraversato mezza galassia e colpito un bersaglio grosso come uno spillo: un margine altro che accettabile, è straordinario!
Shepard si posizionò dietro Joker e si guardò intorno.
- E poi gli Spettri portano solo guai-, continuò, - Non mi piace averlo a bordo. Sarò anche paranoico.
- Lo sei, infatti. Questo progetto è stato finanziato anche dal Consiglio. Hanno il diritto di mandare qualcuno a controllare il loro investimento-, rispose Alenko, con la sua voce calda e pacata.
- Questa è la versione ufficiale. Ma solo un idiota ci crederebbe-, ribatté Joker.
In effetti, il pilota della Normandy aveva ragione. Certo, il Turian poteva anche controllare lo stato della nave, ma perché inviarli su Eden Prime? Quale era il reale motivo?
- Di solito non inviano degli Spettri per un semplice viaggio inaugurale-, disse Shepard.
- Il Capitano ci sta nascondendo qualcosa, me lo sento-, disse Joker, rivolgendo una rapida occhiata al tenente Alenko.
- Joker, rapporto-La voce di Anderson si fece sentire forte e chiara e con una nota infastidita.
- Abbiamo appena attraversato il portale, Capitano. Il sistema di occultamento è attivato. Sembra tutto ok.
- Bene. Ora trova una boa ricetrasmittente e collegaci alla rete. Voglio che il comando dell’Alleanza riceva un rapporto prima che arriviamo su eden Prime.- disse la voce di Anderson.
- Agli ordini, Capitano. Meglio che si tenga forte, signore, credo che Nihlus la stia venendo a trovare.
- È già qui, tenente. Dì al comandante Shepard di venire alla sala comunicazioni per un de-briefing. Subito!- ordinò la voce stavolta evidentemente adirata del Capitano Anderson.
Quando chiuse la linea di comunicazione, Joker chiuse gli occhi e scosse la testa.
- Hai sentito, Comandante?
- Sembrava arrabbiato. Forse la missione non procede secondo i piani.
- Il Capitano ha sempre quel tono mentre parla con me.
- Chissà perché…-, considerò Kaidan con un sospiro alzando gli occhi al cielo.
Shepard uscì dalla cabina. Sapeva esattamente dove si trovava la sala. Tuttavia, prima di procedere, si guardò intorno e notò come tutto l’equipaggio fosse sia preoccupato che in fermento per la presenza dello Spettro Turian. Era una novità avere un membro di quel popolo a bordo, ed era addirittura uno Spettro, e di quelli più onorati e premiati! Probabilmente a nessuno pareva plausibile la versione che Anderson aveva propinato. In effetti, non lo era. Shepard si avviò a passo svelto in direzione della sala comunicazioni con il presentimento che lì avrebbe appreso qualcosa di più.
Si avvicinò alla Mappa Galattica. Come sempre, il navigatore Pressley stava lavorando nei paraggi.
- Complimenti Comandante- esordì, accingendosi a rivolgerle il saluto militare, – il viaggio è stato molto tranquillo. Stai andando a parlare col Capitano?
- Stavo giusto andando a fargli rapporto
- Con tutto il rispetto, signora, spero che vi dirà qual è il vero motivo della missione.
- Pensi che i pezzi grossi dell’Alleanza ci stiano nascondendo qualcosa?
- Se non dobbiamo far altro che collaudare il sistema di occultamento, perché c’è il Capitano Anderson al comando? E poi quel Nihlus… gli Spettri sono agenti speciali. Il meglio del meglio-, disse calcando con cura le ultime quattro parole, -Perché inviare uno Spettro, uno Spettro Turian, a un viaggio inaugurale? Non ha senso.In effetti, non lo aveva. Evidentemente, l’unico a essersi bevuto quella scusa era stato il tenente Alenko. Sapeva che il navigatore Pressley detestava i Turian, perché suo nonno aveva combattuto durante la guerra del primo contatto e aveva perciò perso molti amici, ma come tutti non comprendeva che da allora erano trascorsi almeno trenta anni e che Nihlus non c’entrava nulla con tutto ciò. Purtroppo il rancore tra Turian e umani continuava e non si era ancora spento del tutto. Sulla presenza di Nihlus, però, aveva ragione: gli Spettri dovevano badare a missioni molto più importanti e complesse del semplice collaudo di una nave.
Shepard si allontanò. Poco più in là la dottoressa Chawkas e il caporale Jenkins stavano discutendo anche loro sulla missione e sulla strana presenza a bordo di uno Spettro Turian.
Tutti loro avevano ragione, ma perché Anderson avrebbe dovuto nascondere loro qualcosa? Erano l’equipaggio della nave, avevano il diritto di conoscere i dettagli delle missioni e sapere a cosa andavano incontro. D’altronde, però, la presenza di uno Spettro era sospetta. Che forse stessero andando incontro a qualcosa di grosso, a qualcosa a cui nessuno aveva pensato? Che la loro missione fosse talmente importante da essere nascosta ai più? Shepard provò un attimo di disagio. Se la missione fosse fallita, ne era sicura, la colpa sarebbe stata sua. Come sapeva bene, gli Spettri dovevano proteggere la galassia a qualsiasi costo e con qualunque mezzo, perciò erano al di sopra di ogni legge. Se Nihlus era lì, ciò significava che ciò che dovevano compiere riguardava il futuro e la sicurezza della galassia intera, ne era sempre più certa.
Si trovava davanti alla porta della sala comunicazioni: una volta aperta avrebbe scoperto tutto. Chiuse gli occhi, contò fino a tre, poi emise un lungo sospiro e la aprì. Nihlus era davanti a lei, voltato di spalle. Non appena la sentì entrare si voltò e prese la parola.
- Comandante Shepard-, disse con voce quasi allegra, - Speravo che arrivassi qui per prima.  Ora possiamo parlare tranquillamenteSubito quelle prime parole fecero capire a Shepard che tutto l’equipaggio aveva ragione. Nihlus e l’Alleanza stavano nascondendo qualcosa.
- Di cosa?- chiese Shepard, notando troppo tardi che Anderson non era presente.Comprese così che il Capitano voleva che lei parlasse con Nihlus, lo Spettro Turian.
- Sono interessato a Eden Prime, il pianeta verso cui siamo diretti. Ho sentito che è molto bello.
- Dicono che sia un autentico paradiso-, rispose Shepard, confusa.
- Sì, un paradiso, sereno, tranquillo, sicuro-, disse il Turian, mal celando una nota ironica nella voce, - Eden Prime è diventato una specie di simbolo per la vostra gente, vero?
Shepard annuì.
- La prova che gli umani non sanno solo fondare colonie in tutta la galassia, ma anche proteggerle.
Shepard guardò il Turian con espressione interrogativa. Era sempre più confusa. Perché stava dicendo ciò? Dove voleva andare a parare? Che stesse accadendo qualcosa su Eden Prime, qualcosa in grado di mettere in serio pericolo la colonia?
- Ma quanto è sicuro, in realtà?- chiese Nihlus.
Ecco che il dubbio insinuatosi in Shepard divenne realtà.
- Sai qualcosa, per caso?- chiese il comandante.
- Voi umani siete ancora inesperti, Shepard. La galassia può essere un luogo molto pericoloso-, esordì lo Spettro, parlando a Shepard come un padre quando raccomanda al figlio di fare il bravo e non sottovalutare le situazioni, - l’Alleanza è davvero pronta per questo?
Per questo cosa? Shepard voleva chiederglielo, quando arrivò Anderson.
- Credo sia ora di spiegare al Comandante cosa stia succedendo- disse, con aria grave.
- Questa missione è molto più di un semplice viaggio di collaudo- spiegò lo Spettro.
- Non so perché, ma me lo immaginavo- rispose ironicamente Shepard.
- Stiamo effettuando una missione di recupero segreta su Eden Prime, ecco perché il sistema di occultamento doveva essere operativo- spiegò Anderson.
- Perché non ha voluto dirmelo, Capitano?- chiese Shepard, irritata. In fondo, lei era il secondo in comando.
- Ordini dall’alto, Comandante. Erano informazioni da divulgare solo in caso di emergenza. Una squadra di ricerca su Eden Prime  ha trovato una specie di sonda durante uno scavo. È un manufatto Prothean.
Shepard sapeva cosa fossero i Prothean: erano una razza antica estintasi per motivi sconosciuti, grazie alla quale l’umanità e anche altre razze avevano fatto importanti scoperte, che le avevano aiutate a progredire tecnologicamente e militarmente. I manufatti che l’Alleanza aveva trovato su Marte e che hanno causato la scoperta dei portali erano stati creati dai Prothean.
- Dobbiamo portare al sonda sulla Cittadella per analizzarla e studiarla in modo approfondito- spiegò Anderson.
- Capirai che non sono in gioco solo gli interessi umani, comandante-, disse Nihlus, - questa scoperta potrebbe sconvolgere tutti gli equilibri dello spazio del Consiglio.
- Un membro dell’equipaggio in più non fa mai male- disse Shepard, rivolta al Turian.
- Non sono qui solo per la sonda, Shepard-, rivelò lo Spettro.
- Nihlus vuole vederti in azione, Comandante. È qui per valutarti.
- Valutarmi? Perché?
- L’Alleanza ha insistito molto per questa occasione. Vuole ritagliarsi un ruolo di maggior peso nella scacchiera interstellare, avere più influenza sul consiglio della Cittadella.  Gli Spettri rappresentano l’autorità e il potere della Cittadella. Se accettassero un umano tra i loro ranghi, per l’Alleanza sarebbe un grande riconoscimento.
- Durante l’assalto hai respinto un nemico completamente da solo, dimostrando non solo il tuo coraggio, ma anche un’abilità straordinaria. Ecco perché ti ho proposto come possibile candidato per il ruolo di Spettro.
- La Terra ne ha bisogno, Shepard. Contiamo su di te- disse Anderson.
- Devo valutare personalmente le tue capacità, comandante. Eden Prime sarà la prima missione che eseguiremo insieme.- disse Nihlus.
- Tu sarai al comando della squadra terrestre. Recupera la sonda e riportala a bordo il prima possibile.  Nihlus ti accompagnerà per osservare la missione.
- Capitano, abbiamo un problema!-  annunciò Joker.
- Cosa c’è, Joker?
- Trasmissione da Eden Prime, signore, meglio che venga subito a vedere.
- Sullo schermo- disse Anderson.
Quello che videro fu una Eden Prime sotto attacco: proiettili vagavano in ogni direzione uccidendo soldati. Un vero e proprio scenario di guerra. Ma quello che colpì Shepard fu un particolare: una nave dagli strani tentacoli che si profilava all’orizzonte, alla quale gli altri non parevano aver prestato molta attenzione.
- Non rilevo nulla. Alcuna comunicazione. Niente di niente- disse Joker, a trasmissione interrotta.
- Indietro e ferma a trentotto e cinque- ordinò Anderson.
Il video si fermò all’immagine che rappresentava la nave tentacolata. Allora anche Anderson l’aveva notata. A guardarla meglio, pareva una mano.
- Rapporto- disse Anderson.
- Diciassette minuti, Capitano. Nessun’altra nave dell’Alleanza nell’area.
Shepard osservò Nihlus: dall’espressione pareva che avesse già visto quella nave.
- Portaci dentro, Joker. Presto- disse Anderson – Questa missione si è complicata più del previsto-
- Una piccola squadra d’assalto si muoverebbe rapidamente senza dare nell’occhio.  Solo così recupereremo la sonda.- disse Nihlus, prima di andarsene. Pareva turbato.
- Prendi la tua roba e vieni nella stiva-, ordinò Anderson, - Dì a Jenkins e Alenko di prepararsi. Tocca a voi. 


Shepard osservò la sua tuta nera. Spettro. Sarebbe diventata uno Spettro. Era una responsabilità enorme. Perché proprio lei? Non c’erano altre persone? Non aveva avuto il tempo di chiederlo. Strinse i pugni. Era un onore. O meglio, sarebbe stato un onore per chiunque. Diventare Spettro era il sogno di qualsiasi militare. Jill Shepard, il primo Spettro umano, primo Specialista Tattico e Ricognizione umano. Doveva esserne onorata e felice. E invece non lo era. Quella sua candidatura era caduta come un fulmine a ciel sereno.
- Ecco il vero motivo della spedizione- disse Kaidan, giunto dietro di lei.
Shepard tacque.
- Comandante? Va tutto bene?
Kaidan le si affiancò e la guardò. Sapeva cosa si stava chiedendo.
- Tutto bene- mentì Shepard.
- A me non sembra.
- Mi hanno candidata come Spettro- spiegò Shepard. Non sapeva perché lo avesse detto. Di certo era un segreto, non avrebbe dovuto parlarne. Eppure voleva discuterne con qualcuno. Voleva sfogarsi.
- Cosa?
- Mi hanno candidata Spettro.
- Saresti il primo Spettro umano! È fantastico. Sarebbe…
- … il sogno di chiunque-, completò Shepard ,–Ma non il mio.-
- Sul serio?
Shepard lo guardò.
- Mi hanno candidato come Spettro. Nessuno mi ha chiesto pareri. Nessuno mi ha domandato: “Ehi, Shepard, pensavamo che saresti un ottimo Spettro. Che ne dici, ci stai?”. Bastava anche un semplice. “Sei d’accordo, Shepard?”. Se io non lo fossi? Se non volessi diventare Spettro, se volessi rimanere soltanto il Comandante Shepard?
Kaidan parve pensare.
- Anderson non avrebbe appoggiato la tua candidatura se non ti ritenesse all’altezza.
- Non si tratta di questo.
- Non solo, almeno. Hai combattuto da sola su Elysium. Nessuno avrebbe potuto farlo.
- E allora?
- Per questo ti hanno candidata. Ascoltami, Shepard. Quando ti sei unita all’Alleanza sapevi a cosa saresti andata incontro. Sapevi che qualcuno avrebbe preso decisioni per te. Sapevi che da quel momento in poi avresti dovuto dire solo “sissignore!”. È così. Ed essere uno Spettro è un grande onore, avresti un grande potere.
- Da un grande potere derivano grandi responsabilità.
- È questo che temi? La responsabilità? Su Elysium non ne avevi?
- È diverso, Alenko. Qui ne va della galassia. Se io sbaglio, se io fallirò in qualcosa… è del futuro di tutti che ne va. Non so se sono pronta. Avrebbero dovuto chiedermelo.
- Avrebbero dovuto. Ma non lo hanno fatto. Fa’ del tuo meglio, Shepard. Comprenderemo tutto alla fine, non trovi?-, chiese Kaidan, sistemando le pistole nella cintura.
- Io mi avvio, Comandante. Ci vedremo tra poco.
Shepard rimase sola. Pensò a quello che aveva detto il tenente Alenko. In fondo aveva ragione: sapeva cosa si sarebbe aspettata, quando aveva giurato fedeltà all’Alleanza. Sapeva che sarebbe potuto succedere qualcosa del genere. Si affacciò a una finestra. Non erano ancora arrivati: le stelle sfrecciavano a velocità sorprendente davanti al suo volto. Si sentiva così piccola di fronte all’universo. Si sedette col fucile d’assalto posato accanto a lei. Avrebbe voluto qualcuno di familiare accanto a lei. Ma erano tutti morti su Mindoir. Calde lacrime scivolarono sulle guance di Shepard. Perché proprio lei? Si accorse che stava piangendo al pensiero dei suoi cari che non c’erano più. Durante l’addestramento le avevano detto che non avrebbe dovuto seguire i sentimenti, che avrebbe dovuto reprimerli per fare sempre la scelta giusta. Avrebbe dovuto sempre fare ciò che è giusto. Le avevano insegnato che piangere è segno di debolezza, che non avrebbe dovuto avere pietà per nessuno, perché poi uccidere sarebbe stato difficile. Eppure lei si era distinta sul campo di battaglia, era diventata un eroe di guerra, era stimata ovunque, era il sogno di ogni bambino e di ogni persona, ma tutti la vedevano come un mito, eppure lei era un essere umano, capace di piangere e ridere, di provare felicità, tristezza e paura. Ed era quella che stava provando in quel momento. Ecco come era diventata Shepard, l’idolo dell’umanità. Se l’avessero vista…
Con una mano si asciugò le lacrime. Dette un’ultima occhiata alle stelle che illuminavano il cielo con la loro luce stellare. Erano quasi arrivati.
Indossò la tuta e si armò. Indossò il casco.
Si voltò di nuovo verso la finestra. Avrebbe voluto avere i suoi genitori e sua sorella lì, avrebbe voluti solo stringerli tra le sue braccia in quel momento così difficile. Solo quello.
   
 
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