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Autore: Amor31    27/11/2015    5 recensioni
Solo trentatré secondi separano la nascita di Gioia e Tristezza.
Trentatré secondi che cambiano la vita di entrambe.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luce riflessa

 

Trentatré secondi.
Gioia aveva detto proprio quel numero, corrispondente ai secondi esatti che erano trascorsi dalla sua nascita a quella della secondogenita, Tristezza. Un numero di per sé insignificante, ma che aveva avuto un grande impatto sulla vita della seconda, innata emozione umana.
Tristezza era la numero due, da sempre. Eppure, nonostante questo dovesse conferirle una posizione di prestigio all'interno del cervello della piccola Riley, perfino il surriscaldato Rabbia, l'acida Disgusto e il codardo Paura erano tenuti maggiormente in considerazione. Cosa aveva fatto per meritarsi il rifiuto delle altre emozioni? Soprattutto, perché Gioia ce l'aveva tanto con lei? Insomma, perché veniva sempre messa da parte?
Tristezza era timida, impacciata, costantemente pronta alla resa quando Gioia le imponeva le sue scelte. Riley era caduta e si era sbucciata un ginocchio? Tristezza l'avrebbe aiutata a superare il dolore con un sano pianto. Ma no, ecco arrivare Gioia e inserire il ricordo della bella corsa che la bambina aveva intrapreso nel parcogiochi.
A volte quel metodo aveva funzionato e Tristezza, di fronte al trionfo della sorella maggiore, aveva chinato la testa, tornandosene nel suo angolino a guardare il successo di Gioia e ad ascoltare il suono delle risate di Riley. In quei momenti si era sentita meno che inutile: perché era nata, se nessuno aveva bisogno di lei? Cosa ci faceva ancora lì, se era più d'impiccio che d'aiuto?
Per più di dieci anni Tristezza aveva provato a convivere con quel dannato senso di inferiorità. Ne era stanca anche lei, ma cosa poteva fare? Le altre emozioni non l'avrebbero mai ascoltata, anzi; in alcuni casi aveva provato a parlare con Gioia nella vana speranza che riuscisse ad aiutarla a risolvere il suo problema, ma tutto quello che l'altra era stata in grado di dirle si risolveva in un semplice "Non preoccuparti, pensa positivo! Stai tranquilla, andrà tutto bene!". Sì, certo; Tristezza riteneva che, se la sorella avesse sperimentato anche per un solo giorno tutto ciò che lei si portava dentro fin dalla nascita, probabilmente non avrebbe più sminuito il senso d'oppressione che la turbava.
Cosa dire, poi, della gestione dei ricordi? Gioia guardava fieramente gli scaffali contenenti le esperienze di Riley e si congratulava con se stessa nel notare che la maggior parte di esse erano gialle, il colore della felicità, appunto. Tollerava a malapena la presenza dei ricordi rossi legati a Rabbia e di quelli viola appartenenti a Paura, mentre riteneva utili quelli creati da Disgusto. Ma quando il suo sguardo si spostava sui rari ricordi blu, aveva come un fremito. Tristezza ne era ben consapevole e ciò non faceva altro che ferirla. Lei, che nutriva una profonda stima nei confronti della sorella maggiore, in grado di mettere sempre di buon umore tutti quanti, non era degnata della minima considerazione, anzi; era sicura che Gioia sarebbe stata ancor più felice se fosse scomparsa una volta per tutte dalla mente di Riley.
Agli occhi di Tristezza, Gioia irradiava una luce accecante, ma bellissima. Una luce che sarebbe stata capace di spazzare via anche le tempeste peggiori. La stessa luce emanavano i ricordi a lei legati e Tristezza, più di una volta, ebbe l'idea di toccarne uno con un semplice scopo: essere avvolta, anche solo per un istante, dall'aura dorata che rendeva grandiosa sua sorella. Era curiosa di sapere cosa avrebbe provato: magari il suo stato d'animo sarebbe cambiato e finalmente sarebbe diventata meravigliosa come Gioia; magari anche Rabbia, Paura e Disgusto l'avrebbero accettata e non più scansata al pari di una lebbrosa. O, più semplicemente, sarebbe rimasta se stessa, ma con un grande fuoco a riscaldarle il cuore.
Tristezza era tutto questo: un vortice di insicurezza, debolezza, timidezza e tanta, tanta curiosità. Pensava di poter diventare bella attraverso la luce riflessa di sua sorella, ma non sapeva ancora quanto potesse essere preziosa la sua migliore capacità: saper ascoltare gli altri.
Il giorno in cui se ne sarebbe resa conto, avrebbe incominciato a brillare di luce propria.

   
 
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