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Autore: Elpis Aldebaran    01/03/2009    3 recensioni
[Sequel di "De Umana Insania". Per tutti coloro che l'hanno letta e un po' amata.]
Avevamo lasciato i nostri protagonisti con un articolo di giornale che annunciava il suicidio di Itachi in prigione. Tutti pensavano che quella brutta storia fosse finita, ma quella stessa notte quando l’ultimo Uchiha scelse la morte, qualcosa è cambiato, qualcuno è tornato in libertà, gira per la Londra di fine anni ’50 ed è alla ricerca di qualcosa che soddisfi le pretese del suo Dio.
Qualcuno che cerca vendetta.
Genere: Thriller, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hidan, Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'De Umana Insania' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Blue Eyes

 

(De Umana Insania – Capitolo della Vendetta -)

 

 

 

 

 

A Giulia,

perchè gliel'ho promesso

e per qualche assurdo motivo

 che solo lei conosce,

legge quello che scrivo.

E le piace anche.

Questa ragazza mi da una soddisfazione

incredibile.

Grazie per i complimenti,

grazie di apprezzare i miei lavori,

grazie di tutto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Prologo – Tears of Consciounsess

 

 

 

 

 

“[…] Itachi Uchiha è stato trovato morto nella sua cella, l’ora del decesso

Probabilmente risale per le ore 23.00.

La guardia ha rivelato che non ci sono stati strani rumori, che tutto era come ogni sera.

Pare che l’omicida si sia procurato dei profondi tagli in tutto il corpo e si sia lasciato morire dissanguato.

Una morte lenta e dolorosa che […]”  *

 

“[…] accanto alla cella di Uchiha Itachi era rinchiuso il famigerato Hidan (27 anni, condannato all’ergastolo per omicidio e organizzazione clandestina illecita).

Secondo le autorità quest’ultimo è scomparso la notte stessa del suicidio,

non lasciando alcuna traccia.

Una fuga da manuale.

 La polizia è già sulle sue tracce.

Hidan era stato rinchiuso per diversi reati, tra i più efferrati […]”

 

Londra, The Sun, 15 di Gennaio, 1959.

 

 

 

Ino Yamanaka lesse più volte quell’articolo di giornale di una settimana, poiché le lacrime che le riempivano gli occhi le impedivano di scorrere agevolmente il testo. Tremava tutta, in preda alle convulsioni, dalle spalle strette e magre alle gambe leggermente piegate che facevano fatica a sorreggerla. Riuscì con grande sforzo a recuperare una sedia di legno e a buttarcisi sopra. Si portò una mano al petto e scoprì che il cuore le martellava in modo furioso; poteva sentire il battito irregolare che le rimbombava nelle orecchie, assordandola.

Fu come se qualcosa si sbloccasse dentro di lei. Poggiò la fronte sul legno duro del tavolo e le lunghe braccia si distesero su di esso; le mani accartocciavano i fogli di giornale dalle foto in bianco e nero, tutte riguardanti un uomo alto dai lunghi capelli biondi, quasi platinati.

Finalmente, riuscì ad urlare. La voce acuta e disperata invadeva il suo appartamento vuoto e buio, le lacrime cadevano come un fiume, bagnandole il viso sciupato e la maglietta che indossava; i singhiozzi le mozzarono il fiato. Per un momento, le sembrò di essere in apnea, di non poter respirare, di affogare nelle sue stesse lacrime.

Forse, se fosse stato così, quella morte sarebbe stata migliore rispetto a ciò che l’attendeva.

Desiderava ardentemente poter tornare indietro e far finta di niente quando ne aveva avuto l’occasione, almeno il suo assassino l’avrebbe presa e uccisa ignara di tutto e di sorpresa. Invece aveva capito, e non c’era sensazione peggiore che essere impotente, sapendo che un uomo sarebbe venuto a prenderti per ucciderti per vendetta, e tu puoi solo aspettare la morte e sperare che sia veloce e indolore, pur sapendo che non sarà affatto così.

Avrebbe voluto morire in quel momento, se fosse servito ad alleviare il suo dolore.

Sentì la porta d’ingresso del suo appartamento fare uno scatto e aprirsi con un lento cigolio, l’aria fredda esterna che entrava e le faceva rabbrividire i piedi nudi, come un brutto presagio.

“Shi-shikamaru?”

Chiamò flebilmente, con un ultimo briciolo di speranza.

Non ricevette risposta, solo dei passi pesanti che attraversavano il corridoio d’ingresso e si avvicinavano a lei, scandendo un angosciante conto alla rovescia. Ino si alzò in piedi di scatto, gesto dettato più dall’istinto di sopravvivenza che da altro. Con una mossa fulminea, riuscì ad afferrare un coltello da cucina nel momento esatto in cui Hidan faceva la sua apparizione.

Alto e imponente, il viso sottile e dai tratti decisi, gli occhi dal taglio allungato e il sorriso sadico: uguale all’ultima volta che lo aveva visto, uguale alle foto dei giornali che ancora occupavano il tavolo.

Era lì e l’avrebbe uccisa.

“Buonasera.”

Salutò, educato, avanzando di un passo e chinando la testa leggermente.

Ino cercò di appiattirsi contro il muro opposto; il coltello in aria stretto nella mano che tremava inverosimilmente. In quel momento, doveva sembrare molto patetica.

“Sembra che mi stessi aspettando.”

Continuò Hidan, incurante della situazione, come se si fosse presentato a casa di un vecchio amico. Prese con una mano la sedia su cui prima stava seduta la giovane ragazza e si accomodò, accavallando elegantemente le gambe; si tolse i guanti in pelle facendo mostra delle dita lunghe e affusolate, buttando un’occhiata ai giornali davanti a , leggendoli con falso interesse.

“Vedo che hai studiato, mia piccola Ino. Non vedi l’ora di morire, vero?”

Chiese con voce suadente, guardandola con occhi quasi maliziosi.

Ino Yamanaka pregò tutti i santi che conosceva di farla morire di crepacuore in quel momento.

Non resse oltre la pressione, lasciò andare il coltello e scivolò lentamente a terra in modo scomposto. I singhiozzi aumentavano sempre di più.

“Oh, non fare così, honey. Se il tuo fidanzato farà il bravo, non sentirai alcun dolore quando consacrerò il tuo corpo al potente dio Jashin.”

“Lui no-“ cercò di dire Ino, respirando profondamente  nella speranza di riprendere un po’ di controllo sulle proprie azioni. “Lui, Shikamaru non non è il mio... fidanzato.”

Hidan le sorrise, come un padre rivolto alla propria bambina, scatenando una serie infinita di brividi sulla schiena della giovane, che si irrigidì non appena vide l’uomo alzarsi dalla sedia e chinarsi su di lei, faccia a faccia.

“Dici, tesoro?”

Domandò, portandosi una mano nell’interno giacca ed estraendo una foto sgualcita. Gliela mise sotto il naso e Ino riconobbe subito i due protagonisti di quello scatto.

“Siete tu e Nara tre giorni fa, dico bene? Siete appena usciti da casa sua dopo una bella nottata, immaginoaffermò ridendo sguaiatamente, come a prenderla in giro.

Ino chiuse gli occhi, vergognandosi e sentendosi stranamente nuda davanti a quel fatto, sputato come un pettegolezzo. Magari avrebbe potuto essere così, se non fosse stato pronunciato da un pazzo religioso con precedenti penali.

“Peccato che tu sia così bella Ino. Evidentemente ti sei scelta l’uomo sbagliato e adesso paghi le conseguenze dei suoi errori. È vero che non si può avere tutto dalla vita, non trovi?”

Ino non rispose mai e forse non capì nemmeno l’ultima parte della frase, perché Hidan aveva già alzato una mano e l’aveva colpita con forza alla testa, facendole perdere i sensi.

 

 

Continua...

 

 

* tratto da “De Umana Insania”

- Il giornale “The Sun” esiste realmente ed è uno dei più venduti del Regno Unito.

 

 

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Invece era successo quello che nemmeno l’obiettività di Sakura era riuscita a prevedere.

Ino si era svegliata una mattina, una come tante, e si era riflessa allo specchio, come sempre. Aveva visto i suoi occhi azzurri, troppo chiari, e aveva pensato che le sarebbe piaciuto qualche volta svegliarsi al mattino e perdersi in degli occhi scuri, magari marroni e densi, calorosi come un pezzo di cioccolata fondente.

Aveva subito pensato a Shikamaru Nara ed era andata in crisi esistenziale.

 

 

 

Note di Lee (che deve andare a studiare e non c’ha voglia,

ma è uno sporco lavoro e qualcuno –lei- deve pur farlo):

Ho poco tempo, quindi perdonate queste poche righe sciatte e frettolose. Questa fanfic ha partecipato a una sfida sullo ShikaIno Official Fan Forum (Gesù, ma un nome più corto?) controla Elwerien.

Ho perso, ma mi importa il giusto in quanto io amo questa fic con tutto il mio cuore <3

L’ho scritta esattamente in sei ore e ventisette minuti (i minuti sono tirati a caso, ma le ore no ù_ù) e ci è voluta una settimana per betarla (si ringrazia Rekichan dal profondo del cuore, la faccio lavorare ad orari assurdi).

Spero che possa piacere come piace a me e soddisfare chi aveva letto De Umana Insania: nessuno si immaginava un continuo, e nemmeno io.

Gli aggiornamenti saranno settimanali, ogni domenica sera; ammesso e non concesso che l’autrice riesca a sopravvivere durante la settimana.

Fuggo, nella vana speranza che qualcuno si fermi e decida di fare l'atto caritatevole di recensire.

 

 

 

Besos,

 

Lee

 

 

 

Naruto © Masashi Kishimoto

Blue Eyes © Coco Lee

   
 
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