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Autore: Grinpow    29/11/2015    4 recensioni
Nessuna fanciulla, per quanto straordinaria può conoscere il proprio destino.
Non può prevedere che parte avrà nella grande storia che sta per essere narrata, come tutti deve vivere per imparare.
E così sarà per la giovane maga che sta arrivando alle porte di Camelot.
Una ragazza che nel tempo darà vita ad una leggenda.
Il suo nome….
Merlina.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Ringrazziamenti :

 

 

danycappellodipaglia Spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento.

Chibisaru Sono contenta che ti sia piaciuto.

anubis347 Non sai quanto.

 

 

Ovviamente i personaggi non sono miei ma degli aventi dirito ovvero la bbc, io non traggo nessun guadagno da tutto ciò solo un gran divertimento.

 

 

 

 

 

MERLINA

 

 

Cap 4 Lancilotto

 

 

 

 

In una terra di miti, ed in un’era di magia, il destino di un grande regno si poggia sulle spalle di una ragazza.

Il suo nome….

Merlina.

 

 

 

 

Per la prima volta da quando era arrivata a Camelot Merlina era libera dai doveri del essere la serva del principe Arthur, ma la sua non era certo una vacanza, no certo che no.

Ora era nei boschi a raccogliere funghi ed erbe per Gaius, ma non c’è dubbio che fosse meglio del dover svolgere mansioni per quel principino arrogante, anche se doveva ammetterlo Arthur non era più quel babbeo insopportabile di un tempo. O certo ogni tanto aveva ancora degli atteggiamenti assurdi da principino viziato ma non erano più così frequenti come i primi tempi.

Per quel occasione poi la ragazza aveva felicemente abbandonato i suoi soliti abiti per qualcosa di inusuale e molto più comodo. Un abito che le aveva cucito Gwen per le occasioni future in cui avrebbe sicuramente dovuto accompagnare il principe a caccia, per ora non era mai accaduto che il regal asino le ordinasse di accompagnarlo in quelle occasioni ma non si sa mai.

Merlina però era infinitamente grata all’amica di quel regalo con i suoi soliti vestiti di sicuro sarebbe inciampata ad ogni passo, invece con questa calzamaglia scura e casacca allacciata alla vita si muoveva proprio bene e poi poteva agganciare alla cintura tanti sacchetti in cui infilare le erbe in vece di metterle tutte alla rinfusa nel cesto per poi doverle smistare alla luce di una candela.

Improvvisamente i suoi pensieri vennero interrotti da un rumore strano che proveniva da dietro di lei e con suo immenso stupore girandosi vide una creatura simile ad un leone con la testa di aquila e due grosse ali che arrivava correndo verso di lei.

Senza starci troppo a pensare scappo via. Non aveva mica intenzione di diventare la cena di quella cosa, ma mentre correva inciampò in una radice e cadde rovinosamente a terra facendo rotolare via il cestino con i pochi funghi che aveva raccolto.

Già chiudeva gli occhi preparandosi mentalmente e venir uccisa quando fu costretta riaprirli per un grido molto forte.

Aperti gli occhi si ritrovò davanti un ragazzo dalla carnagione olivastra e i capelli scuri che approfittando del fatto che la bestia stava leggermente indietreggiando la prese per un braccio e sollevatala da terra la portò via.

Ebbero giusto il tempo di nascondersi dietro un ramo per poi vedere la creatura che prendeva il volo allontanandosi passando proprio sopra le loro teste.

“Se ne andato.” disse Merlina riprendendo fiato poi aggiunse porgendogli la mano “Mi hai salvato la vita, io sono Merlina.”

“Lancillotto” rispose il suo salvatore stingendole la mano per poi svenire.

 

 

 

“La ferita è superficiale, la febbre passerà e domani mattina di sicuro si sveglierà.” disse Gaius tamponando la ferita del giovane che Merlina aveva condotto praticamente portandoselo dietro a mo di sacco di patate dalla foresta.

Merlina si senti subito più tranquilla, quel giovane le aveva salvato la vita le sarebbe dispiaciuto se fosse morto.

 

 

 

Così come aveva previsto Gaius il giorno dopo Lancillotto stava meglio.

“E' da quando ero piccolo che sognavo di venire qui. E’ l’ambizione della mia vita diventare un cavaliere di Camelot.” disse Lancillotto guardando fuori dalla finestra.

Poi volgendosi verso Merlina disse “So cosa stai pensando. che forse pretendo troppo, dopo tutto io chi sono? Possono scegliere i migliori uomini del paese.”

“Lancillotto” lo richiamo Merlina.

“Si” rispose il giovane allontanandosi dalla finestra.

“Vedrai che ti adoreranno.” rispose Merlina.

“Tu dici?” chiese dubbioso il giovane.

“Certo. Ti ho visto combattere potresti battere Arthur in persona.” rispose Merlina.

“Non credo proprio.” disse Lancillotto ridacchiando divertito.

“Sai che ti dico, andrò subito a parlargli di te.” disse Merlina alzandosi dalla sedia dove era seduta.

“Tu conosci il principe Arthur?” chiese stupito Lancillotto.

“Certo.” rispose divertita Merlina uscendo dalla sua stanza.

 

 

 

“Grimon è il terzo a fallire in un mese, come faccio a difendere Camelot se non ho uomini validi?” si lamentava il principe con Merlinamentre tornava alle sue stanze dopo aver abbattuto in pochi secondi un altro aspirante cavaliere.

“Credo di potervi essere d’aiuto.” disse Merlina sorridendo.

“Certo non c’è dubbio che tu sia più valida degli ultimi aspiranti cavalieri che ho testato, ma sei una donna e per giunta una serva.” rispose divertito Arthur.

“Non parlavo di me. Ma di un giovane che ho incontrato nella foresta qualche giorno fa.” disse Merlina.

“Se il tuo amico è di nobili natali allora portalo al campo di addestramento e vedremo quanto vale.” rispose Arthur allontanandosi dopo aver lasciato alla sua serva la spada da lucidare.

“Grazie” disse Merlina incamminandosi nella direzione opposta.

 

 

 

“Allora ci hai parlato?” chiese Lancillotto appena vide la ragazza rientrare nelle camere di Gaius.

“Si, e ha detto che vuole conoscerti.” rispose Merlina.

“Grazie tante Merlina” disse Lancillotto abbracciandola di slancio per poi ritirarsi imbarazzato con un timido “Scusa.”

“Non c’è problema.” rispose Merlina ridendo nervosamente.

“A proposito, così per curiosità, non è che sei un nobiluomo?” chiese Merlina temendo la risposta.

“Nobiluomo, no sono figlio di contadini, ma perché me lo chiedi?” disse Lancillotto non capendo il discorso dell’amica.

“Il primo codice di Camelot dice che solo chi è nobile può diventare cavaliere.” rispose Gaius entrando nel discorso.

Il volto di Lancillotto si scuri.

“Ma questo non è giusto.” disse indispettita Merlina.

“Giusto o ingiusto le cose stanno così. Mi dispiace Lancillotto.” disse il medico uscendo dalla stanza.

Merlina era davvero triste per l’amico, aveva fatto tanta strada per niente.

“Perché vuoi diventare cavaliere?” gli chiese a bruciapelo.

“Quando ero piccolo il mio villaggio vene attaccato dai predoni delle terre del nord. Vennero tutti massacrati senza pietà. Solo io mi salvai, allora mi ripromisi di diventare forte e non permettere più che simili atrocità si compiano. Per questo voglio diventare cavaliere di Camelot, ma ormai è tutto inutile.” rispose Lancillotto con grande tristezza.

“Hai la mia parola, farò qualunque cosa per aiutarti a realizzare il tuo sogno.” disse Merlina cercando di tirarlo su, aveva già un idea su come fare, anche se era rischioso e di sicuro Gaius non avrebbe approvato, anzi l’avrebbe certamente fulminata con lo sguardo se avesse anche solo sospettato delle sue intenzioni, ma cosa altro poteva fare doveva assolutamente aiutarlo gli doveva la vita e in qualche modo doveva ringraziarlo ne andava del suo onore.

 

 

 

La mattina successiva di buon ora Merlina sgusciò dall’abitazione del medico di corte, per fortuna sia lui che Lancillotto stavano dormendo, non gli fu difficile raggiungere la biblioteca reale ormai si sapeva muovere bene all’interno del castello riuscì ad entrarvi evitando per poco Geoffry di Monmatre il genealogista di corte, ora il problema era trovare quello che gli necessitava.

Passo in rassegna i libri cercando di non far rumore e tenendo continuamente d’occhio la porta era necessario che nessuno si rendesse conto che era stata lì, anche perché non avrebbe saputo come giustificare la sua presenza. Continuò la sua perlustrazione fino a quando non trovò ciò che cercava il librone dove erano segnalati tutti i nobili fedeli ad Uther nomi stemmi e quant’altro.

Girò e rigirò le pagine finche non né trovò una che faceva al caso suo.

Un nobile che aveva una schiera di figli infinita. “Nessuno noterà un figlio in più.” penso la ragazza tirando fuori un foglio intonso che si era portata dietro dalle stanze di Gaius.

“Echiuis bisan ranitarin ionan.” pronunciata la formula sul foglio bianco comparve l’attestato di nobiltà di Lancillotto quindicesimo figlio di Lord Eldred di Northumbria.

Fatto ciò che doveva usci piano dalla stanza per tornare dal amico.

 

 

 

Tornata ai quartieri di Gaius Merlina mostrò con orgoglio il foglio al amico.

“Che cos’è?” chiese Lancillotto.

“Questa è la prova della tua nobiltà.” rispose Merlina.

“Non capisco?” chiese Lancillotto.

“Vuol dire che ora sei il quindicesimo figlio di Lord Eldred di Northumbria” disse Merlina srotolando il foglio.

“Merlina non voglio imbrogliare nessuno.” disse Lancillotto.

“Lance, non stai imbrogliando nessuno. Stai solo aggirando delle leggi stupide.” rispose Merlina.

“No.” disse Lancillotto.

“Senza non potresti nemmeno presentarti ad Arthur. Ma se vai alla sfida allora potrai mostrare quanto vali e il fatto che non sei nobile passera in secondo piano. Sarai valutato per quello che vali.” disse Merlian.

“Va bene. Ci proverò anche se l’idea di mentire non mi piace.” disse Lancillotto.

Stabilito questo, cera da procurarsi gli abbiti, l’armatura e le armi per il nuovo cavaliere di Camelot, i due quindi si diressero alla città bassa da Gwen, che avrebbe potuto provvedere egregiamente a tutto.

 

 

 

“E’ molto gentile da parte tua…” disse Lancillotto.

“Gwen” si presentò Gwenmentre prendeva le misure del ragazzo.

“Gwen?”chiese Lancillotto.

“E' il diminutivo di Gwenifer” rispose Gwen fermandosi un attimo.

“Allora grazie Gwenifer” disse Lancillotto.

“Non ringraziare me, ringrazia Merlina. Lei è molto generosa con te:” disse Gwen sorridendo.

“E' un bene che tu abbia questa occasione, servono uomini come te” disse Gwen mentre continuava a prendere le misure.

“Ti servo?” chiese Lancillotto stupito.

“No, non a me. Cioè non a me me a Camelot.ci servono cavalieri, non solo al principe ma anche alle persone comuni.”rispose Gwen imbarazzata.

“Non sono ancora un cavaliere Lady Gwenifer” disse Lancillotto.

“E io non sono una Lady. Sono solo Gwen.” rispose la ragazza.

“Scusa” disse Lancillotto imbarazzato più che mai.

“Bene ora abbiamo finito. Sarà pronto in poco tempo” disse Gwen.

Ringraziandola Lancillotto e Merlina la lasciarono per andare a preparare il resto.

 

 

 

“vVeni pure avanti Lancillotto quindicesimo figlio di Lord Eldred di Northumbria.” disse Arthur

Lancillotto si fece avanti bardato di tutto punto.

“Fammi vedere di che cosa sei capace” disse il principe mentre tutto in torno i cavalieri osservavano con interesse.

Lancilloto non ci pensò su due volte e subito parti all’attacco.

Il principe parò il colpo e parti a sua volta all’attacco, ma il giovane parò a sua volta e contrattacco.

Il novellino dimostrava di avere stoffa da vendere ma il principe non era da meno.

Andarono avanti per un tempo che sembrò infinito ma alla fine con un colpo ben assestato Lancillotto riuscì quasi a far capitolare il principe che al ultimo riuscì a evitarlo.

“Complimenti Lancillotto, non mi hai battuto ma hai resistito per più di una clessidra, quindi da oggi farai parte di questa elite.” disse Arthur andandosene lasciandolo felice ma sbigottito.

 

 

 

“Le ali di un aquila e il corpo di un leone.” disse Gaius mentre cercava nel suo libro la creatura che aveva attaccato Merlina qualche giorno prima. E che a quanto pare aveva già costretto alla fuga verso Camelot molta gente dai villaggi vicini.

La ragazza era sicura che la creatura che da qualche tempo seminava il panico nella valle fosse la stessa dalla quale l’aveva salvata Lancillotto.

“Se quello che mi hai detto è giusto dovrebbe essere un grifone.” disse Gaius indicando l’immagine della creatura sul suo libro.

“Si è proprio questa” disse Merlina.

“E' un bel problema.” disse Gaius preoccupato.

“Perché?” chiese Merlina con fare circospetto, aveva già una mezza idea su quello che Gaius stava per dirle, anche se sperava di sbagliarsi..

“Il grifone è una creatura nata dalla magia.” disse Gaius togliendosi gli occhiali e poggiandoli sul tavolo sospirando poi riprese dicendo “Può essere abbattuto solo da un arma potenziata dalla magia.”.

“oh” disse Merlina vedendo confermati i suoi sospetti, sarebbe stata una bella gatta da pelare

Avrebbe dovuto agire con molta attenzione la possibilità di essere scoperta era molto alta.

 

 

 

Quella stessa sera Lancillotto venne nominato cavaliere e poco dopo iniziarono i festeggiamenti.

Per gran parte della serata Uther osservo attentamente il giovane. C’era qualcosa che non gli tornava così decise che il giorno dopo avrebbe consultato il genealogista, giusto per togliersi ogni dubbio.

A metà dei festeggiamenti Lancillotto seduto su una panca con il principe bevevo e discorreva allegramente con lui.

“Arrivano guai.” disse Arthur vedendo la sua sorellastra che discorreva poco lontano da loro con Gwen e Merlina.

Sperando con tutto il cuore che Morgana non venisse da loro.

Lancillotto fissava languidamente il gruppo di donne e la cosa lo infastidiva non poco.

In tutto il tempo che aveva visto in giro Lancillotto per Camelot era sempre insieme alla sua serva e la cosa non gli piaceva per niente. La sua testa gli diceva che il tutto era dovuto al fatto che un nobile non dovesse intrattenersi con i servi soprattutto quelli degli altri nobili, ma il suo cuore gli diceva che il motivo era un altro così si decise a chiedergli “Tu credi che sia bella?”

“Si, sire. Molto” rispose Lancillotto puntando lo sguardo su Gwen.

“Già, anch’io.” rispose il principe seccato convinto che si riferisse a Merlina, non gli aveva minimamente sfiorato l’idea che parlasse di qualcun’alto, nemmeno che parlasse di Morgana. Quello era decisamente fuori questione. Morgana era un essere detestabile e la sua serva Gwen, mi pare, era decisamente scialba. Aveva il fascino di un carciofo essiccato.

Dall’ altro lato della sala Morgana disse “Merlina tu non me la racconti giusta. Sono ore che non fai che fissare quei due. Avanti dicci quale dei due a colpito il tuo cuore.”

“Arthur o Lancillotto?” chiese divertita Gwen.

“Ma che dite. Lancillotto è un amico e il principe è troppo asino per i miei gusti.” disse Merlina arrossendo imbarazzata in parte delle parole del drago che le erano tornate in mente e per essersi fatta beccare a fissare languidamente il suo signore.

No decisamente Arthur non era il suo tipo anche se il Grande Drago aveva detto che erano destinati l’uno all’altra, non avrebbe mai potuto vedersi al suo fianco come Regina, lei era solo una serva per di più una maga un mix che Uther Pendragon non avrebbe mai potuto accettare, e poi il principe non avrebbe mai potuto provare interesse per lei figurarsi amore, quindi l’unica cosa che poteva fare era stargli vicina come serva proteggerlo con la sua magia e mettere a tacere il suo cuore.

“E poi Lancilloto non ha occhi che per Gwen.” aggiunse cercando di alleggerire la tensione del suo cuore sforzandosi di sfoggiare un’espressione divertita rivolta alla sua amica, almeno per lei le cose sembravano procedere bene, Lancillotto era una brava persona ed era sicura che amasse Gwen e che fosse ricambiato.

“Lo credo anch’io.” disse Morgana, sorridendo alla sua serva che arrossi paurosamente e non riuscì più a dire una sola parola, era bello il rapporto che cera tra loro due, si vedeva che si conoscevano da molto tempo e che si comprendevano.

.

 

 

 

Il giorno dopo mentre Merlina svolgeva le sue solite mansioni senti per caso una conversazione.

“Ma si ti dico di si, quel giovane nominato ieri sera cavaliere in realtà è un contadino, il re lo affatto arrestare stamane mentre era agli allenamenti.” disse una serva molto giovane.

“O mio dio” rispose l’altra.

“Avresti dovuto vedere la faccia del principe.” continuò la più giovane.

Merlina lasciò perdere quello che stava facendo e andò alle segrete, sapeva bene dove Uther avesse potuto incarcerare il giovane.

 

 

 

“Non so che dire Lancillotto se non che mi dispiace.” disse Merlina amareggiata.

“Non è tua la colpa.” disse Lancillotto accostandosi alle sbarre.

“Invece si, ti ho fatto mentire.” disse Merlina inginocchiandosi vicino alle sbarre.

“Merlina, tu mi hai fornito i documenti ma alla fine sono io che ho scelto di mentire. La colpa è mia e la pena la devo scontare io.” disse Lancillotto cercando di farle capire che non ce l’aveva con lei.

“Vorrei poter fare qualcosa per te.” disse mestamente Merlina.

“Una cosa la puoi fare. Puoi smettere di incolparti e farmi un bel sorriso,okay.” disse Lancillotto.

“Non sarà facile ma ci proverò.” disse Merlina abbozzando un sorriso.

Improvvisamente le campane d’allarme suonarono.

“Che starà succedendo?” chiese Lancillotto.

“Temo che sia la creatura con qui hai combattuto nella foresta quando ci siamo conosciuti,” rispose Merlina avviandosi.

“Aspetta Merlina non andare è pericoloso.” a richiamò Lancillotto ma ormai se ne era andata.

 

 

 

Gli abitanti di Camelot correvano a destra e sinistra cercando un qualche riparo mentre il principe e i cavalieri si preparavano ad affrontare la creatura.

Si disposero a cerchio come avevano provato mille volte in quei giorni proprio in vista di una possibile comparsa della creatura, per poter meglio difendere Camelot e avere forse la meglio su quel mostro mangia uomini.

Nella piazza ormai erano rimasti solo loro.

“Difeeeesa.”gridò il principe e tutti compreso lui s’inginocchiarono parandosi con lo scudo e tenendo salde nelle mani delle lunghe lance sempre pronti a sfoderare la spada in caso di necessita.

La bestia rimase sospesa sopra le loro teste per un po’ prima di planare in picchiata su di loro.

L’animale atterro poco lontano da loro e iniziò ad avvicinarsi a loro lentamente, mentre i cavalieri si riorganizzavano.

“Caaarica.” gridò Arthur.

Il principe e i cavalieri caricarono la bestia, alcuni la colpirono ma le loro lance si spezzarono senza ferirla.

Arthur cercò di colpirla con un bastone a cui era stato dato fuoco ma l’unico risultato che ottenne fu di mettere in fuga la creatura.

 

 

 

 

“Questa volta siamo stati fortunati, dobbiamo liberarci al più presto di quella bestiaccia.” disse il re entrando nella sala del consiglio seguito a ruota dal principe.

“Sire vi posso parlare?” chiese Gaius giungendo insieme a Merlina.

“Parla Gaius.” disse il re girandosi verso di lui.

“Ho fatto una ricerca su quella creatura e ritengo che sia un Grifone.” rispose il vecchio avvicinandosi al re.

“Un Grifone, che animale sarebbe?” chiese il re.

“E' una creatura magica.” rispose il medico preparandosi alla sfuriata del re.

“Ancora la magia. Arthur devi abbatterla assolutamente.” gridò il re rivolgendosi al principe.

“Credo che non sarà così facile vostra maestà.” disse Gaius.

“Che vuoi dire?” chiese il re seccato.

“Il Grifone può essere ucciso solo con la magia.” rispose Gaius.

“No, Arthur la abbatterà sicuramente.” rispose il re per poi rivolgersi al figlio “Quando potrete mettervi sulle sue tracce?”

“Tra un ora, forse due.” rispose Arthur.

“Bene, uccidetela.” rispose il re andandosene.

 

 

 

Merlina rientrò insieme al suo mentore nelle sue stanze e chiese “Voi conoscete qualche incantesimo che faccia al caso nostro?”

“Si, non avrai intenzione di affrontare il Grifone?” chiese preoccupato Gaius.

“Avete detto che può essere ucciso solo con la magia, quindi mi pare ovvio che lo affronterò.” disse Merlina sedendosi.

“No, lascia che sia Arthur a farlo.” disse Gaius.

“Ma senza magia sarà ucciso.” disse Merlina preoccupata.

Ormai poteva ammetterlo almeno con se stessa voleva bene al principe non voleva che gli accadesse qualcosa di male. Destino o non destino lo avrebbe aiutato.

“Potresti lanciare un incantesimo sulla sua spada e lasciare che sia lui ad ucciderlo.” disse Gaius sapendo bene che Merlina non lo avrebbe ascoltato.

“Si può fare. Insegnatemi l’incantesimo.” disse Merlina.

 

 

 

Il principe entrò nella cella di Lancillotto, il giovane appena lo vide si alzò pronto a sentire qualunque cosa avesse da dire.

“Dovevo capirlo. Come si può essere così stupidi. Non parli come un cavaliere, non ti comporti come un cavaliere.” disse Arthur furioso.

“Mi dispiace.” rispose Lancillotto abbassando lo sguardo non avendo il coraggio di guardarlo in faccia.

“Anche a me. Perché tu combatti come un cavaliere. Ora più che in altri momenti Camelot ha bisogno…” disse Arthur fermandosi prima di finire ciò che voleva dire.

“La creatura ha attaccato di nuovo?” chiese Lancillotto incredulo alzando lo sguardo.

“Si, l’ho colpita ma non è servito a niente.” disse Arthur con un filo di voce.

Ammettere i suoi insuccessi era qualcosa di così snervante per il principe, ma d'altronde così stavano le cose.

“Anch’io l’ho colpita qualche giorno fa nella foresta, quando ho conosciuto Merlina. Credevo di averla ferita a morte.” disse Lancillotto non capacitandosi del fatto che la bestia fosse sopravvissuta.

“Gaius è convinto che si possa uccidere solo con la magia.” disse Arthur pensieroso.

“Voi ci credete?” chiese Lancillotto.

“Non conta cosa credo io. Mio padre mi ha ordinato di abbatterla ed è quello che ho intenzione di fare.” rispose Arthur.

“Ma se quello che ha detto Gaius fosse vero la vostra sarebbe una battaglia persa in partenza.” disse Lancillotto.

Arthur non rispose alla sua affermazione. Sapeva bene che era una missione suicida ma non poteva rifiutarsi di svolgerla ne sarebbe andato del suo onore.

“Fuori di qui c’è un cavallo sellato per te. Lo userai per lasciare Camelot.” disse perentorio Arthur.

“Non potete chiedermi di andare via come un vigliacco.” disse Lancillotto adirato.

Il suo onore di uomo gli impediva di fare una cosa tanto codarda.

“Dovrai farlo anche perché mio padre non sa niente di tutto questo ed è meglio che ne sia al oscuro. Fosse per lui saresti già stato giustiziato. Ora va prima che cambi idea.” disse il principe.

Lancillotto non se lo fece ripetere due volte e usci dalla cella recandosi da Merlina.

 

 

 

“Lancillotto che ci fa qui?” chiese Merlina vedendolo comparire alla porta delle stanze di Gaius.

“Il principe mi ha liberato e ha mi detto di andarmene, ma io non voglio fuggire come un vigliacco.” disse Lancillotto.

“Lo so amico mio.” disse Merlina sorridendo.

“Non so cosa fare.” disse Lancillotto.

“Tanto per cominciare direi di andare da Gwen per farci dare un armatura e un’arma.” disse Merlina.

“Non avrai mica intenzione di venire con me?” chiese Lancillotto.

“Di certo non ti ci faccio andare da solo.” disse Merlina.

“Sei sicura? Sarà molto pericoloso.” disse Lancillotto deciso a farla desistere.

“Non lo sai pericolo è il mio secondo nome.” disse Merlina decisa più che mai ad andare soprattutto ora che sapeva come fermare il Grifone. Sperava solo che quando se lo fosse trovato davanti l’incantesimo avrebbe fatto effetto.

 

 

 

“Gwen aprici per favore.”chiamò Merlina a gran voce.

Gwen venne subito a d aprire e disse “Merlina Lancillotto cosa ci fate qui a quest’ora?”

“Non c’è tempo per le spiegazioni servono un armatura e un arma per Lancillotto subito” disse Merlina.

“Di cosa si tratta?” chiese confusa Gwen.

“Voglio aiutare il principe a fermare la creatura” disse Lancillotto.

“Va bene”disse Gwen.

Le due ragazze prepararono Lancillotto e due cavalli uno per il ragazzo uno per Merlina stessa.

“Vi prego fate attenzione tutti e due.” Disse Gwen preoccupata.

“Tranquilla Gwen torneremo tutti e due interi.” disse scherzando Merlina.

 

 

 

Quando Merlina e Lancillotto giunsero trovarono i cavalieri e il principe a terra alcuni erano morti altri solo svenuti.

“Arthur” gridò Merlina preoccupatissima correndogli incontro, ed inginocchiandosi hai suoi piedi.

“Come sta?” gli chiese Lancillotto, tenendo gli occhi ben aperti per cogliere ogni movimento sospetto che potesse palesare la presenza del Grifone.

“E' vivo.” rispose Merlina una volta controllate le sue condizioni, Per fortuna stava bene.

Se gli fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato, penso lasciando che una lacrima scivolasse dai suoi occhi celata dal buio che li circondava, carezzando la testa del suo principe con tocchi leggeri come per sincerarsi che fosse davvero li vivo, che non fosse solo un sogno.

D’improvviso un rumore richiamò la loro attenzione. La bestia era li vicino.

Lancillotto Sali nuovamente a cavallo e si preparò ad attaccare non appena la creatura fosse uscita allo scoperto, intanto Merlina si preparò a lanciare l’incantesimo non appena il cavaliere fosse partito alla carica e fosse stato abbastanza lontano da non sentire le sue parole.

Lancillotto si avvicinava sempre più alla creatura che lo sovrastava sbattendo le ali e lanciando un grido terrificante nel mentre Merlina ripeteva come una litania l’incantesimo. “Bregdan anguierd ghefeluec. Bregdan anguierd ghefeluec.. Bregdan anguierd ghefeluec. Bregdan anguierd ghefeluec.”

La lancia di Lancillotto venne pervasa dalla magia e con un solo colpo il cavaliere riuscì ad abbattere la creatura.

Merlina esultò con il cuore colmo di gioia ma appena notò che il principe stava per svegliarsi corse via lasciando per una volta con grande gioia che qualcun altro si prendesse il merito.

 

 

 

“Ce l’hai fatta figlio mio?” chiese il re vedendo il principe entrare nella sala del trono.

“Non io padre, lui.” rispose il principe indicando il giovane.

“Cosa ci fa fuori dalle prigioni?” chiese il re adirato.

“L’ho fatto uscire io.” disse Arthur.

“Esci.” Gridò il re.

Lancillotto usci senza dire una parola.

“Cosa succede?” chiese Merlina arrivando in quel momento dopo essere andata a dare la bella notizia a Gaius.

“Decidono il mio destino.” rispose Lancillotto.

Dai rumori che provenivano dalla sala il re e il principe stavano sicuramente discutendo animatamente.

“Vista la situazione forse un perdono…” disse il re concordando che in fondo Lancillotto aveva salvato la vita del erede al trono.

“No, padre. Devi ricollocare Lancillotto al giusto posto. Quello di cavaliere di Camelot.” Gridò il principe.

“Arthur la legge è uguale per tutti. Non cambierò il primo codice di Camelot per un tuo capriccio.” gridò a sua volta il re.

“Ma il codice è sbagliato.” gridò a sua volta il principe.

Fuori dalla sala del trono Merlina disse “Ti rifaranno cavaliere, deve essere così. Hai ucciso il Grifone.”

“Ma non ho ucciso io il Grifone.” disse Lancillotto.

“Che dici? Certo che lo hai ucciso tu..” disse Merlina cercando di convincerlo.

“Merlina, ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me.” disse Lancillotto.

“Cosa vuoi dire?” chiese Merlina non capendo.

“Ti ho sentita. Hai usato la magia per fare in modo che potessi abbattere il Grifone.” disse Lancillotto.

“Io non…” disse Merlina non sapendo poi come continuare.

“Non ti preoccupare il tuo segreto è al sicuro con me. So che il re non ama la magia. Non ti tradirò.” disse Lancillotto.

Sentendo che i due reali continuavano discutere Lancillotto rientrò in sala.

“Che cosa c’è?” chiese il re.

“Voglio parlare.” disse Lancillotto.

“Parla, ti ascolto.” disse il re.

“Perdonatemi sire. Sono venuto solo a dirvi addio.” disse Lancillotto.

Arthur rimase scioccato dalle sue parole.

“Ho mentito ad entrambi e ho causato un conflitto tra di voi. Questi sono comportamenti che non si addicono ad un cavaliere. Devo cominciare da capo lontano da qui. Forse un giorno tornerò per dimostrare che posso servire degnamente Camelot.” disse Lancillotto.

“Lo hai già dimostrato a me.” disse il principe

“Devo ancora provarlo a me stesso. Vostra altezza. Principe Arthur.” detto questo Lancillotto usci dalla sala del trono.

 

 

 

“Credo proprio che sia ora di dirci addio.” disse Lancillotto prendendo le redini del suo cavallo.

“Non è un addio è solo un arrivederci.” disse Merlina abbracciandolo.

“Grazie di tutto Merlina.” disse Lancillotto abbracciandola a sua volta “Ti prego saluta per me Gwen””.

“Non c’è di che, e lo farò molto volentieri anche sono sicura che avrebbe voluto salutarti di persona.” disse Merlina staccandosi da lui.

“Lo so, ma preferisco cosi, almeno fino a quando non sarò un uomo degno di lei.”

Lancillotto Sali in groppa al cavallo e dopo un ultimo saluto parti al galoppo lasciandosi alle spalle Camelot, tanti amici e soprattutto il suo cuore che da allora sarebbe per sempre rimasto con Gwen, anche se questa separazione lo faceva soffrire, separarsi era necessario per entrambi.

Il principe giunse in quel momento chiamando la sua serva “Merlina.”.

“Cosa c’è vostra asinità.” rispose spazientita la ragazza, non gli lasciava nemmeno salutare un amico in pace.

“Non ti stanchi mai di tutta questa impertinenza?” chiese il principe incrociando le braccia, squadrandola da capo a piedi con aria fintamente imbronciata, doveva pur mantenere la sua immagine di principe borioso in fondo, anche se in quel momento l’unica cosa che avrebbe voluto fare era stringerla a sé, per confortarla perché per quanto cercasse di fare la forte era chiaro che soffrisse enormemente per la partenza di Lancilotto.

“No.” rispose di getto.

“E' partito.” disse Arthur pensieroso, volgendo lo sguardo verso l’orizzonte in cui era scomparso, per quanto gli costasse ammetterlo era un uomo eccezionale e sarebbe divenuto di sicuro un grande cavaliere e quel giorno sarebbe tornato a Camelot né era sicuro, doveva farlo per Merlina che lo aspettava..

“Si.” rispose Merlina sapendo benissimo a cosa alludesse il suo signore, osservo anche lei l’orizzonte per poi volgere lo sguardo verso di lui e non poté trattenere una risatina.

“Che ti prende?” chiese interdetto Arthur, decisamente le donne per lui sono e saranno sempre un mistero, pensava che Merlina fosse triste per la partenza del suo Lancillotto e invece rideva, di cosa poi proprio non lo capiva.

“Sapete, Lady Morgana è assolutamente convinta che voi foste infastidito dal fatto che Lance mi girasse in torno.” disse ridacchiando di nuovo Merlina.

“E da cosa le è venuta questa folle idea?” chiese il principe indispettito, o più che altro preoccupato, di essere stato scoperto in fatti la sorellastra diventava sempre più perspicace e la cosa non gli piaceva affatto, nessuno doveva sospettare del suo affetto per Merlina, soprattutto suo padre ho l’avrebbe fatta giustiziare pensando che lo avesse incantato.

“Dalla faccia che avete fatto la sera in cui lo avete nominato cavaliere.” disse Merlina spostando una ciocca di capelli che le era finita davanti al viso.

“Morgana a decisamente troppa fantasia.” disse Arthur con noncuranza

“Dite?” chiese, mentre una vocina nella sua testa le diceva, rassegnati Merlina non potrà mai succedere nulla tra voi due è inutile che ti illudi cosi ti infliggi un inutile sofferenza e null’altro.

“Si, decisamente troppa”. continuò a dire Arthur prima di andandosene via.

“Ehi, dove andate?” chiese Merlina.

“Nelle mie stanze a verificare che tu abbia svolto i tuoi doveri.” rispose il principe cercando di spostare la conversazione su qualche altro argomento incamminandosi.

“Ops.” disse Merlina correndogli dietro.

 

 

 

Fine 4 capitolo

 

  
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