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Autore: TakyRiida    02/03/2009    1 recensioni
2021, il mondo è cambiato, ora per le strade di Seattle girano i transgenici, e la gente ha paura. E la vita di persone normali si intreccia con le loro. E questa è la storia di una di quelle persone.
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alec
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutte,
questa non è la mia prima fanfic a capitoli, ma la prima che sembra avvicinarsi a un possibile finale.
Solitamente infatti pubblico solo One-Shot.
Ma questa, dopo che un amico fidato mi ha detto che secondo lui è decente, mi sono decisa a pubblicarla, sperando che pure a voi piaccia.

Inizialmente non pensavo di pubblicarla, la stavo scrivendo solo per me e per una mia amica, anche se lei non conosce per niente dark angel -___-''

Va bhe...

Piccola spiegazione prima di copiarvi la storia
Inizialmente è ambientata durante la seconda serie, almeno, io ho cercato di basarmi cronologicamente riguardando le prime puntate.
Diciamo che se dobbiamo basarci sulle puntate siamo dopo la puntata del "vampiro" (quella del transgenico col sangue ubber)
E prima che scoppia il casino con White, per via del figlio (se avete domande vi dico il numero preciso della puntata e il titolo O_O)

Ho cercato di imitare lo stesso carattere dei personaggi della serie.

L'ho segnata come cross-over perchè i personaggi che si intrecciano con la storia di dark angel, fanno parte di un vecchio gdr a cui partecipavo(che purtroppo non esiste più), e per i pg utilizzati non di mia creazione ho avuto l'autorizzazione per l'utilizzo dai player.

 

E prima di lasciarvi alla lettura del primo capitolo:
dedico questa storiella ad Ice, sperando mi perdoni per non averle dato una particina in una mia vecchia One-Shot ambientata nel suo gdr.

NdA
-...- parlato
"..." pensiero
-*...*- telefono
*...* voce elettronica (televisore, radio, segreteria)

NB: Inizialmente la storia sarà divisa in due emisferi del mondo, il fuso orario non credo sia preciso al secondo, e ovviamente quando cambia la locazione cambierebbe la lingua in cui parlano.
Metto il rating giallo, non per determinate scene, ma per un linguaggio scurrile in determinati punti.

Buona lettura

Taky

ps: se a qualcuno viene in mente un titolo migliore.. accetto volentieri i suggerimenti O__O

 

Capitolo 01

21 Gennaio 2021 Giappone, città sconosciuta, ore 21.15

In una notte buia e tempestosa, una moto nera si fermò davanti ad un cancello. Il pilota, posati i piedi a terra, alzò la visiera del casco e girò la testa ad osservare l'edificio.
Una vecchia villetta, in stile giapponese, fuori dalla porta un cartello “Orfanotrofio - La torre di fiamma”.
-Sono a casa..- mormorò il guidatore, spense la moto, scese e tolse la chiave. Avviandosi poi alla porta e bussando.
Quando il proprietario, Kenji Kawamura, andò ad aprire, il motociclista si tolse il casco nero, mostrando così al vecchio la sua identità. Kenji, mentre la fissava rimase a bocca aperta, spostò lo sguardo dagli occhi viola della giovane ragazza, hai suoi capelli neri come il carbone, legati in una treccia.
-Ice...- mormorò spostandosi poi per farla entrare -Entra! Oh Hiei sarà così felice di vederti! E anche Kou!- sul volto del vecchio si formò un sorriso mentre chiudeva la porta dietro la giovane -Dove sei stata tutto questo tempo? Devi raccontarci tutto!-
Ice, sorridendo, si tolse i guanti da moto mettendoli dentro al casco -Vedo che qui non è cambiato niente..- mormorò mentre entravano nel salotto, la televisione accesa e un ragazzo poco più grande di Ice era seduto mentre sorseggiava un bicchierino di sakè, accanto a lui un bambino di una decina di anni, faceva i compiti. Entrambi, quando sentirono la voce della ragazza alzarono lo sguardo, ed ebbero la stessa identica reazione di Kenji.

La serata passò tranquillamente nonostante i fulmini all'esterno. La ragazza raccontò di tutti i posti che aveva visitato alle persono che le erano da che lei aveva memoria, rimaste vicino. Infatti nonostante Ice non fosse orfana, era cresciuta in quella villetta assieme ad Hiei, di soli due anni più grande, cresciuta ed iniziata alle arti marziali da Kenji, il direttore di quell'orfanotrofio.

-Dov'è Takami?- domandò la ragazza dopo aver raccontato tutti i suoi trascorsi dopo aver lasciato La Torre di Fiamma qualche anno prima.
-Ha rinnegato il nome della famiglia Yabe- rispose Hiei abbassando lo sguardo sulla tazza -Ora.. dopo anni di lotte, tuo zio ha finalmente la sua erede-
-E Shoko? Come l'ha presa?- domandò Ice dopo aver ingoiato del sakè.
-Lei e Takami hanno litigato, ora non si parlano più. Ho provato a chiedere il motivo a Tak.. ma non mi ha detto niente. Con Shoko non ci ho mai parlato, la vedevo solo quando accompagnava Taky al dojo insieme a Seka e Xion- gli rispose lui con un'alzata di spalle.
Ice si passò una mano tra i capelli, spostando così la frangetta -Ho capito..- chiuse gli occhi sospirando -Quindi.. ora sarà in Inghilterra, nella villa di suo padre.-
-Non intendi ripartire di gia vero?- le chiese il piccolo Kou -Sei via da anni! E qui sei mancata a tutti! Hiei può mandare un'e-mail a Takami, e dirle di venire qui! Ma tu non andare via!- il bambino si avvicinò alla ragazza stringendole il braccio.
Ice si limitò solamente a sorridere posandogli la mano sulla testa.

28 Febbraio 2021 Giappone, città sconosciuta, ore 19.30

Ice si trovava nel dojo, assieme a Kenji, avevano appena finito l'allenamento gionaliero. Avevano appena riposto le spade, quando entrò Hiei.
-Mi sono perso l'allenamento?- domandò guardando Ice.
-Sei solo il solito Hentai- rispose lei prendendo una salvietta pulita e passandosela sul volto -Che volevi Hiei? Sei venuto qui solo per darmi fastidio o..?-
-Direi la seconda. Sono riuscito a rintracciare Alexander Black- il ragazzo incrociò le braccia al petto appoggiandosi alla parete.
-E quindi?- gli occhi di Ice lampeggiarono di rabbia -Continua forza! Che ti ha detto lo zio?-
-Che non ha idea di dove sia Takami, l'ultima volta che ha avuto suo notizie, è stato grazie a, pensa un po', tuo padre- ghignò osservando la reazione della ragazza -Era in Canada, ma non è riuscito a catturarla per riportarla a casa Black. Ora sto aspettando una risposta da una mia conoscenza in america, che ci aiuterà, o forse è meglio dire, ti aiuterà a trovare la tua adorata cuginetta.-
-Fantastico. Hai altro da dirmi?- la salvietta venne buttata a terra malamente, e la ragazza tirò un calcio alla parete in legno, rompendo un'asse.
-Yuki è qui, e ti sta aspettando per uscire.- Hiei si staccò dalla parete e uscì dal dojo, tornando verso la casa.

Due ore più tardi Ice fermò la moto davanti al locale, la ragazza seduta dietro di lei scese, e poggiò le mani ai fianchi -Allora? Hai quella faccia da che siamo uscite, e ancora non mi hai detto niente.- piegò leggermente la testa, scrutando l'amica con i suoi occhi verdi.
-Che faccia ho, Yuki?- rispose Ice mentre scendeva dalla moto e si toglieva la giacca di pelle nera -La mia solita. O intendi forse dire che sono diventata ancora più bella di come ero prima?-
Yuki, rise passandosi una mano tra i capelli verdi, come gli occhi -La faccia di una persona incavolata nera. Non vorrai mica farti vedere così da Zack?-
-Lo sai benissimo che tra me e Zack non c'è più nulla.. da anni ormai.- le due ragazze si incamminarono verso il locale -E' per via di Takami. Non si trova da nessuna parte.-
-Ah. Potevi dirmelo prima. Io so dov'è.- Yuki si fermò a pochi metri dall'entrata.
-E NON POTEVI DIRMELO PRIMA?- urlò l'altra.

28 Febbraio 2021 America, Seattle, ore 10.30 circa

Takami intanto, dall'altra parte del globo, starnutì. Scosse la testa e si portò una mano in fronte.
-No, non scotto, non mi sto ammalando.- mormorò socchiudendo gli occhi, tornando a fissare la sua immagine nello specchio del bagno. Messo il dentifricio sullo spazzolino, iniziò a lavarsi i denti.
Si era appena alzata dal letto, fortunatamente era riuscita a trovare lavoro in un pub, quindi la mattina poteva dormire fino a tardi.
Una volta lavati i denti, trattenne i capelli con una mano e sputò nel lavandino, bevve un sorso d'acqua dal bicchiere risciaquandosi la bocca, e sputò nuovamente.
Finite le operazioni in bagno tornò nell'altra stanza, e posò lo sguardo sul letto in disordine.
-Che notte gente.- mormorò mentre lo sguardo le cadde su un oggetto abbandonato vicino al letto -Ma questo non è mio.- lo prese e lo osservò. Era un portafoglio da uomo in pelle nera. Lo aprì e trovò un mucchio di banconote e un tesserino della JemPony -Alec.. l'ha dimenticato qui.- sorridendo appoggiò il portafoglio al letto e andò a vestirsi.
Non aveva bisogno di rubargli i soldi, nonostante la crisi economica che c'era in quella parte di mondo. Se era in condizioni disperate, poteva benissimo andare a prelevare con la carta di credito che le aveva lasciato suo padre, anche se ciò avrebbe significato cambiare nuovamente città e lavoro.

Due ore dopo, era fuori dall'edificio della JemPony. Alzò gli occhi ambrati al cielo.
-Cosa mi tocca fare per un ragazzo, bugiardo oltretutto.- mormorò per poi entrare.
All'interno era malandato come all'esterno, appena entrati c'era una rampa, sulla sinistra diverse biciclette appese, e sulla destra un bancone. Dietro un uomo sulla trentina distribuiva pacchi urlando dietro ai suoi dipendenti. Al che la ragazza si avvicinò al bancone.
-Salve.- mormorò guardando l'uomo -Sono...-
-Senti ragazzina.- l'uomo la fermò prima che potesse dire un'altra parola -Qui stiamo lavorando, e mi bastano gia gli scansafatiche che ho qui intorno, senza il bisogno che anche tu ti metta tra i piedi. Cos'è che vuoi? Un lavoro? Non ne abbiamo.-
Takami rise, si appoggiò al bancone e spostò con la mano sinistra una ciocca di capelli arancioni.
-Veramente, credo di avere una cosa che appartiene a uno dei suoi fattorini, signore.- piegò la testa di lato ampliando il sorriso -Dove posso trovare Alec?-
L'uomo la guardò, prima gli occhi, a mandorla e di un particolare colore ambrato, poi i capelli arancioni tendenti al rosso, e infine lo sguardo finì nella scollatura della maglietta. Tornò a guardare la cartellina che aveva in mano.
-Prova agli armadietti, quell'idiota non riesce a trovare il suo tesserino.- borbottò lui voltandosi.
-Grazie.- la ragazza sorrise ancora staccandosi dal bancone e girandosi verso gli armadietti, che una volta dovevano essere di un bel rosso acceso, e ora scoloriti e in alcuni punti era pure saltata via la vernice. Camminando lentamente si avvicinò.
-Sei sicuro di non averlo lasciato a casa? O qualcuno potrebbe averti rubato il portafogli.- la voce apparteneva a un ragazzo in fondo vicino alla finestra, parlava con una persona nascosta alla sua vista dietro agli armadietti. Non era troppo alto, molto magro e capelli biondi, al collo portava una macchina fotografica e uno zainetto a tracolla pendeva sulla sua schiena -Ehi, amico, calmati. Norman ti adora, te ne procurerà un altro entro domani.-
-Si, tranquillo fratello.- a parlare era stato un altro ragazzo di colore, che si era appena avvicinato al primo -Sketchy ha ragione. E i tuoi pacchi oggi li portiamo noi.-
Takami si fermò un attimo ad ascoltare i ragazzi che parlavano. Non era sicura che la figura nascosta dagli armadietti fosse Alec.
-Ehi, cerchi qualcuno bambola?- stavolta una voce femminile dietro le sue spalle. Si girò e si trovò davanti due ragazze. Quella che aveva parlato era allincirca alta come lei, di colore, con i capelli marroni, ricci e gonfi. Al suo fianco, una brunetta con gli occhi scuri, capelli lunghi e dritti. Alla giacca di entrambe le ragazze era appuntato lo stesso tesserino che aveva trovato nel portafoglio quella mattina.
-Si, sto cercando il proprietario di questo.- dalla tasca tirò fuori il portafoglio in pelle -Lo ha dimenticato a casa mia. Ho guardato i documenti e mi hanno portato qua.-
La conversazione che aveva iniziato con le due ragazze attirò l'attenzione dei tre ragazzi, che si voltarono a guardarla.
-Che culo ragazzi...- esclamò il ragazzo con la macchina fotografica, fissando il fondoschiena della rossa.
-Non ditemi che gli uomini qui da voi sono tutti idioti?- esclamò Takami girandosi, e trovandosi così faccia a faccia con Alec -Tò guarda.- sorrise al ragazzo biondo ancora seduto che la guardava con la bocca spalancata.
-Tak, cosa..?- le domandò posando poi lo sguardo sul suo portafoglio. -Quello è mio!-
-Si, lo hai dimenticato da me.- lo poggiò sulla panca vicino alla sua gamba, e tornò a guardare le due ragazze -E' stato un piacere parlare con voi.- detto questo si allontanò, tornando verso l'uscita.
-E quella bomba dove l'hai trovata fratello?- fu l'ultima cosa che riuscii a sentire prima di uscire dalla JemPony.

Stava camminando tranquilla per strada, la mano destra dentro la tasca del cappotto, la sinistra teneva in mano il cellulare e leggeva i messaggi arrivati.
Non faceva caso alle persone che camminavano intorno a lei, finche una voce non attirò la sua attenzione. -Ehi! Tak! Aspetta!-
Si fermò, ruotando la testa guardando così alle sue spalle: Alec, in bicicletta che cercava di raggiungerla.
-Ciao.- gli sorrise una volta che lui era vicino, rincominciando poi a camminare.
-Senti..- l'aveva affiancata con la bici, e continuava a pedalare lentamente, rimanendo al suo passo -riguardo a ieri sera. Ti avrei chiamato oggi, solo che dovevo correre al lavoro.-
-Alec.- la rossa si fermò fissando il ragazzo, il sorriso non sparì dalle sue labbra -Lo capisco davvero. Ci siamo divertiti e basta. Per te non è niente di più, e io non sono la persona che insegue i ragazzi che la usano per una notte. Anche se devo dire che è la prima volta che mi succede. Ma va bene davvero.- gli posò una mano sulla spalla -Non devi farti problemi, solo perchè mi sono accorta che sei scappato via appena mi sono addormentata, e che ho scoperto che mi avevi dato un nome falso, e che per tua sfortuna hai dimenticato il portafoglio facendoti fare la figura dell'idiota.- rise e scosse la testa, rincominciando a camminare.
-No, davvero, senti mi dispiace. Voglio farmi perdonare, hai ragione sono stato un idiota!- lui continuava a seguirla -Cosa fai stasera? Ti porto fuori, e offro io.-
-Stasera lavoro. E non devi fare qualcosa perchè ti senti obbligato.- si girò a guardarlo e appena lui aprì la bocca per controbattere lei lo fermò -Senti. Stasera inizio a lavorare al crash, un'altra sera se vieni ti offro io qualcosa da bere, oggi no c'è una festa e ci sarà un casino che neanche oso immaginare. Un'altra sera ok?- il cellulare che aveva in mano incominciò a squillare -Ora devo andare, e tu devi tornare al lavoro. Ciao eh.-
Rispose al cellulare mentre Alec annuiva e si fermava, lo vide girare la bici e tornare indietro.
-Ciao Yuki, ma li da te non è notte?- domandò al telefono.
-*Si, lo è, ma senti. Ice è tornata e ti sta cercando. Dove sei ora?*-
-Ice?- si fermò, guardò in alto e vide avvicinarsi uno di quei dannati robot volanti della polizia, subito si girò abbassando la testa in modo che i capelli sciolti le coprissero il volto -Sono al sicuro, per ora. Mi faccio viva io ok? Devo andare. Ciao.- chiuse la telefonata mettendo via il telefono e incamminadosi verso casa.
“Ci mancava solo che quella stupida di Darkness si mettesse a cercarmi.” pensò la rossa morderndosi il labbro inferiorie, mentre si avvicinava al confine del perimetro, dove la pattuglia della polizia controllava chi si spostava nelle varie zone della città.

Fine capitolo 01

  
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