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Autore: Gaia_dc    29/11/2015    0 recensioni
Sono trascorsi due anni da quel fatidico giorno e niente è più come prima. All'NCIS si respira un clima di tradimenti e stranezze si fanno sempre più insistenti, fino a quando qualcuno non farà finalmente ritorno a casa con delle risposte. Tony è l'unico a sapere della sua presenza ed insieme porranno fine a tutto questo a tutto questo scompiglio arrivando a conclusioni del tutto inaspettate. Intanto l'eccessiva discrezione di Tony, il suo atteggiamento lunatico, viaggi in tutto il mondo, sentimenti creduti ormai persi che riaffiorano, la complicità di una coppia che ha fatto sognare tutta la grande famiglia, spingeranno Gibbs, McGee, Abby, Ducky e Palmer a indagare e pedinare l'agente Dinozzo... Che sia effettivamente accaduto l'impossibile? Solo una persona sarà capace di ridare vita a quella che un tempo era la miglior squadra investigativa di sempre.
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Ed eccomi qui con una nuova fanfiction, contenta dell'esito della precedente "I Will Be Your Ninja". Spero vi piaccia.
Buona lettura.
Gaia
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Salirono sull’elicottero che li avrebbe riportati a DC. A bordo vi erano anche dei paramedici che avrebbero controllato lo stato clinico dei due agenti feriti e di Ziva le cui condizioni non erano certo migliorate. Le avevano fasciato il ventre con una garza, che in pochi secondi aveva assunto un colore rosso scuro. Era seduta su un lato del veicolo insieme a Tony, che la stringeva a sé mentre si teneva ad una rete. Di fronte erano seduti McGee ed Abby, e Gibbs si era isolato sul retro.
Tony: “Allora com’è che ci avete trovati?” chiese mentre sistemava il braccio che manteneva Ziva vicino a sé.
Abby: “Abbastanza da capire che voi…”
McGee: “Si insomma che voi due…” tentò di spiegarsi invano “E voi perché non ci avete detto nulla riguardo Ziva?” chiese notando lo sguardo che Tony gli aveva lanciato.
Gibbs: “Dov’è diretto adesso Ari?” si intromise nella conversazione, facendo tirare un sospiro di sollievo ai due ragazzi che non se la sentivano di raccontare tutto in quel momento.
Tony: “Capo… Ari non era da solo… E Vance non era l’unico a fargli compagnia” rispose esitante, lasciando un velo di stupore sul volto del capo.
Gibbs: “Chi altro c’era?” nessuno rispose “Ziva?” la chiamò, notando il suo sguardo assente.
Ziva: “Si?”
Gibbs: “Chi altro c’era nel magazzino?” chiese insistente.
Tony: “Capo non credo che sia una buona…”
Ziva: “Rivkin! E mia sorella Tali!” disse dopo aver constatato che era il caso di parlare, e che avrebbe avuto tempo per le spiegazioni.
Gibbs rimase turbato, tanto che sulle prime, era convinto che Ziva avesse avuto delle allucinazioni.
Abby: “Tua sorella? Ma non era morta?”
McGee le diede una gomitata. Anche lui non poteva credere alle sue orecchie, ma sapeva che girare il coltello nella piaga, non l’avrebbe aiutata.
Quando raggiunsero l’aeroporto, si accorsero che la garza di Ziva era imbevuta di sangue, e che probabilmente un’emorragia era già in corso. Durante il viaggio era così presa dai suoi pensieri che non si era resa conto della pericolosità della situazione.
Stava pensando che tutta la sua famiglia aveva voluto farle pagare la morte della madre sin da subito, che ha trascorso una vita nella menzogna, ma che non era sola, perché c’era un piccolo gruppo di agenti che è stato sempre disposto a tutto per lei.
Quando Tony cercò di aiutarla ad alzarsi, avvertì un dolorosa fitta alla pancia. Si accorse subito che la ferita si era allargata, e stava degenerando. Con occhi spaventati guardò il ragazzo, che senza perdere altro tempo, si tolse la giacca, cercando di tamponare il sangue, mentre i medici arrivavano con una barella. LA portarono nell’ambulanza, e con lei salì anche Gibbs, che durante tutto il tragitto le tenne la mano e le lanciava sguardi paterni, che le davano sicurezza e tranquillità. Quando raggiunsero l’ospedale, i medici capirono subito la gravità della cosa, e si fecero largo tra i corridoi della clinica.
Ziva si tolse la mascherina che le avevano messo
Ziva: “Gibbs… Ho paura” fu l’unica cosa che riuscì a dire. Aveva rischiato più volte la morte, ma non aveva mai fatto un simile intervento.
Gibbs: “Tranquilla, andrà tutto bene”.
Le porte della sala operatoria si chiusero, e Gibbs fece in tempo a fermare il medico che avrebbe eseguito l’intervento.
Gibbs: “Lì dentro c’è un mio agente, si chiama Ziva David… Salvatele la vita!”
Medico: “Faremo il possibile”
Gibbs: “Forse non sono stato sufficientemente chiaro… MIA FIGLIA DEVE VIVERE!”
Disse strattonandogli il braccio.
 
Quando Tony arrivò, insieme ad Abby e McGee, raggiunse subito Gibbs che era seduto in sala d’attesa, con le mani fra i capelli.
Tony: “Capo… Come sta?”
Gibbs: “È entrata da poco in sala operatoria…”
Tony: “Penso sia il caso che resti qui ad aspettare che esca… Non voglio che quando si risvegli, sia da sola”
Gibbs: “Ci sono già io! Tu vai in infermeria, e fatti mettere dei punti su quel taglio” disse toccandosi la tempia.
Tony: “Non ce n’è alcun bisogno, capo, sto bene”
Gibbs: “DiNozzo! Non è un suggerimento… È un ordine!”
Tony si allontanò, ma arrivato sulla soglia della porta si girò per ribattere
Tony: “Ma capo…”
Gibbs: “Niente ma!”
Arreso raggiunse l’infermeria.
 
Era agitata. Non sapeva cosa le sarebbe spettato. Cosa le avrebbero fatto. Ma sapeva che era necessario, e non riusciva più a sopportare quei dolori.
Il medico le disse di contare fino a dieci, finché l’anestesia non avesse fatto effetto. Ziva, angosciata, iniziò, mentre un infermiere le stava per infilare l’ago con la morfina nella vena.
Medico: “Fermi!”
Tutti si immobilizzarono, ed anche la ragazza era si preoccupò.
Medico: “Ziva… Hai paura?”
Si, ne aveva tanta, ma non l’avrebbe certo detto ad un perfetto sconosciuto!
Ziva: “No”
Medico: “Rilassati. Vedrai che sarà una passeggiata. Chiudi gli occhi, e non pensare a quello che faremo noi, pensa all’inizio di un evento bellissimo. Mi raccomando, solo l’inizio, così quando ti risveglierai, penserai alla fine”
Il medico aveva capito il carattere della sua paziente, e sapeva come prenderla.
Ziva chiuse gli occhi e come le era stato detto, tornò con la mente a circa tre anni prima. Ad un ballo, a Berlino. Tony che la invitava a ballare. Le aveva fatto notare che avevano messo la loro canzone. L’aveva chiamata guanciotte dolci. E finalmente si addormentò serena. Il finale sarebbe stato ancora più bello.
 
Gibbs, Ducky, Abby e McGee erano seduti tutti in sala d’attesa.
Ducky: “Mi chiedo come sia possibile che Rivkin, Ari e Tali siano ancora vivi… Sono morti d’avanti ai nostri occhi…”
Tony: “Anche Eli era coinvolto in tutto questo… Ed era in contatto con un fabbricante di maschere. Quello che poi abbiamo arrestato qualche anno fa”
L’infermiera le aveva messo dei punti, ma non era nulla di grave. Si sedette accanto al capo.
Abby: “Ma perché fare tutto questo? Perché essere così meschini? E perché uscire allo scoperto dopo così tanti anni?”
Tony: “Perché la sua famiglia non sono certo loro! Loro sono solo dei folli, assetati di vendetta”
McGee: “MA vendetta per cosa?”
Gibbs: “Sarà lei a raccontarcelo! Dottore?”
Il medico comparì da dietro la porta.
Medico: “L’intervento è riuscito, ma Ziva non ha ancora ripreso conoscenza. Durante le analisi, abbiamo trovato anche una frattura di vecchia data al braccio destro, e delle contusioni alla gamba. Abbiamo ritenuto opportuno risolvere ogni problema in un unico intervento. Siete pregati perciò di rimanere a guardarla da dietro il vetro, se necessario”
Tony: “Io torno all’NCIS. Voglio trovarli”
Gibbs: “Tu resti qui, e aspetti che si svegli! Ed accertati che non la dimettano prima che sia pronta”
Tony: “D’accordo capo” rispose intuendo la preoccupazione di Gibbs.
Conoscevano il carattere di Ziva, e non sarebbe rimasta a lungo stesa in quel letto a non fare nulla… Ma era stanca, provata, e non al massimo delle forze. Doveva rimanere lì.
 
Tony rimase davanti a quel vetro, da solo, per un tempo che gli pare interminabile, finché, assicuratosi che nessuno lo stesse guardando, entrò. Le si sedette accanto. Notò come in due anni non fosse cambiata affatto.
Tony: “Li troveremo”
Disse mentre le accarezzava i capelli, non accorgendosi che proprio in quel momento aveva riaperto i suoi occhi.
Ziva: “Cosa ti ha fatto Michael in quella stanza, prima che mi riprendessi dall’effetto del sonnifero?” Chiese con un filo di voce mentre gli carezzava il viso sui punti”
Tony: “Niente che al momento ti possa interessare.”
Ziva: “Adesso saranno a Tel-Aviv. Ne sono certa…”
Tony: “Li raggiungeremo quando ti sarai rimessa”
Ziva: “Sarà troppo tardi… Adesso che ci credono fuori uso, non aspetteranno altro tempo ad attaccare l’NCIS. E se l’NCIS cade, scoppierà la terza guerra mondiale… Loro sono terroristi… Ho imparato a riconoscerli!”
Effettivamente, aveva avuto diverse esperienze con i terroristi, e l’ultima volta, Saleem era riuscito a cambiarla, a far uscire il suo lato più fragile, la sua insicurezza…
Si tolse la flebo e si alzò in piedi. Reduce di un intervento, aveva la forza di stare in piedi. Quello che la spingeva ad andare avanti, era salvare la sua famiglia, come loro stavano facendo con lei. Non le importava dei punti che aveva alla pancia, o delle fratture che, continuando così, non si sarebbero mai rimarginate. Si stava togliendo i tutori, quando Tony la afferrò per un braccio, e la tirò a sé, facendole quasi perdere l’equilibrio.
Tony: “Ziva che stai facendo? Ti sei appena svegliata da un’operazione rischiosa… Anzi, tre in una! Ti togli flebo e tutori come se nulla fosse, e adesso hai intenzione di partire per Tel-Aviv?!”
Ziva: “Non è più qualcosa che riguarda me, ma la mia famiglia! L’NCIS!” rispose avvicinandosi al volto di Tony, e guardandolo con occhi vispi, pieni di una luce che prima non avevano: era la voglia di salvare la sua famiglia, la forza di volontà, che da sempre aleggiava in lei, che prendeva il sopravvento… E lui non sarebbe riuscito a fermarla.
Tony: “Forza andiamo ad avvisare Gibbs”
Ziva: “Quindi sei con me?”
Tony: “E da quando James Bond lascia da sola la sua Bond girl?”
Ziva era felice di poter contare sempre su Tony, che intanto aveva già afferrato la pistola, pronto a fuggire da quella camera senza farsi notare.
Ziva: “Tony… Mi devo cambiare… Questo non mi copre il fondoschiena!” fece indicando il camice
Tony: “Non che la cosa mi crei problemi…” rispose mentre lei gli tirò un leggero pugno sul petto.
Continuava  a fissarla.
Ziva: “Tony…
Tony: “Si?”
Ziva: “Ti dispiace?”
Tony: “E dai Ziva… Ti ho visto…” colpo di tosse “E non solo visto” continuò “Nuda non più di due sere fa” poi si guardò intorno ed intimorito aggiunse “Ma ci sono graffette sul comodino… Ti aspetto fuori” rispose facendo sbocciare un sorriso sul suo volto.









-Nota: Ciao a tutti. Ecco il nuovo capitolo. Mi spiace dirvi che ci stiamo avviando alla conclusione di questa storia, che spero vi stia piacendo. Ziva è sana e salva, ed ha ripreso la sua forza, il suo vigore, che mi sembra aveva perso sin dalla prima cena con Tony... Allora come andrà a finire? Cosa farà una volta arrivata a Tel-Aviv? per saperlo... Dovrete continuare a leggere. In più vorrei ringraziare due perone speciali: Gaia, che oltre ad avere il mio stesso nome, ha i miei stessi ideali, che mi sopporta sempre e che commenta volta per volta ogni capitolo; e Francesca, alias Francy_Ncis che mi ha aiutato nella stesura del capitolo precedente, e che mi sostiene in ogni occasione... Sai a che mi riferisco... Detto questo, buona lettura a tutti voi.
Baci. Gaia.
   
 
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