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Autore: Chocolat95    29/11/2015    2 recensioni
“Aldebaran… cosa vuoi…?” chiese solo, massaggiandosi una tempia.
Quello lo guardò interdetto per qualche secondo poi disse:
“Sempre gioioso e festante eh? – chiese con tono divertito - sai che giorno è oggi?”
“Il 24 dicembre…”
“E sai che giorno è domani?
“Il 25?” chiese sarcastico Aspros
“E il 25 è Natale, zuccone!”
A quell’ultima parola Sisifo ebbe un impercettibile tremito, per quanto fossero amici di lunga data, Aspros era sempre stato il più razionale e autoritario tra loro tanto che a volte lo metteva in soggezione ma evidentemente non era così per il gigante se poteva permettersi di appellarlo in quel modo senza temere conseguenze.
“E con ciò…?” continuò imperterrito
“Con ciò, sono qui per invitarti al pranzo di Natale a casa mia, come tutti gli anni del resto”
“E come tutti gli anni rifiuto. Del resto, io odio il Natale”
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capitolo EXTRA - Christmas Carrot
^^
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gemini Aspros, Gold Saints, Personaggi Lost Canvas, Sisifo di Sagitter, Taurus Hasgard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La neve cadeva lieve quel giorno di Dicembre  e il cielo grigio copriva la città come una candida coperta.
Il giovane aprì con una certa fretta e non curanza l’antico portone del palazzo, lasciandosi alle spalle un’insegna d’ottone che da tempo non veniva lucidata e sulla quale si intravedeva la scritta “fratelli Gemini assicurazioni”
Aprì la porta del suo ufficio mentre una voce gentile lo salutava
“Oh, buon giorno Aspros, ben arrivato”
Dal canto suo gli rispose con una smorfia “Torna a lavorare…”
Sisifo non se la prese per quel tono brusco, ci era abituato e prendendo un ultimo plico tornò al suo tavolo.
Aspros aprì quello che era stato lasciato sulla sua scrivania e cominciò a sfogliare le carte a metà tra l’annoiato e l’irritato.

Passarono parecchio tempo in silenzio, ognuno badando al suo lavoro quando la porta si aprì improvvisamente.
“Ma cosa…” il giovane direttore non fece nemmeno in tempo a chiedersi cosa mai stesse succedendo che un individuo assai alto e robusto comparve sulla soglia.
“Ciao ragazzi!” Li salutò calorosamente l’omone.
“Aldebaran!” rispose di rimando Sisifo alzandosi ad accoglierlo, ben contento di vederlo.
Lo stesso non si poteva dire dell’altro che lo guardò sollevando un sopracciglio.
“Aldebaran… cosa vuoi…?” chiese solo, massaggiandosi una tempia.
Quello lo guardò interdetto per qualche secondo poi disse:
 “Sempre gioioso e festante eh? – chiese con tono divertito - sai che giorno è oggi?”
“Il 24 dicembre…”
“E sai che giorno è domani?
“Il 25?” chiese sarcastico Aspros
“E il 25 è Natale, zuccone!”
A quell’ultima parola Sisifo ebbe un impercettibile tremito, per quanto fossero amici di lunga data, Aspros era sempre stato il più razionale e autoritario tra loro tanto che a volte lo metteva in soggezione ma evidentemente non era così per il gigante se poteva permettersi di appellarlo in quel modo senza temere conseguenze.
“E con ciò…?” continuò imperterrito
“Con ciò, sono qui per invitarti al pranzo di Natale a casa mia, come tutti gli anni del resto”
“E come tutti gli anni rifiuto. Del resto, io odio il Natale”

Quell’ultima frase fece calare un attimo il silenzio e la mente di tutti e tre corse rapida ad un  ricordo, quello che spiegava  perché  avesse risposto con tale astio. L’aria si fece  tesa e pesante per qualche momento poi Aldebaran riprese a parlare:
“Beh, sì lo so però se cambi idea,  sappi che la porta è sempre aperta. E anche tu Sisifo – aggiunse rivolto all’altro amico – se vuoi venire col bambino, mi fate tanto piacere”
“Certamente, se se la sentirà molto volentieri” rispose quello con un leggero sorriso
“Bene allora intanto, vi lascio questa – disse tirando fuori dalla grande busta che aveva con sè una corona di rami intrecciati e ficcandola in mano ad Aspros – mi auguro di vedervi domani!”

Appena la porta si chiuse il gemello sbuffando buttò malamente la corona su una sedia e tornò alla sua scrivania.
Sisifo non disse nulla per quel comportamento, gli dispiaceva solo vederlo così però lo capiva bene, perciò in silenzio come suo solito, riprese il lavoro.

Le ore scorrevano lente, tanto da sembrare più lunghe del normale, quel giorno di quasi festa era molto tranquillo, tranne  una volta che Aspros  si crucciò assai quando l’assistente gli inoltrò la mail inviata da un cliente che questionava sulle ultime consulenze.
“La gente per i soldi si inventa di tutto!” sbottò nel silenzio dell’ufficio
“Beh magari possiamo fissargli un appuntamento per dopo le feste, l’anno nuovo gli porterà il buon umore” azzardò Sisifo
“Quanto sei ingenuo, quel tipo di persone con l’anno nuovo penseranno a come fregare ulteriormente il prossimo!” e alquanto irritato prese ad esaminare le carte di quel particolare caso mugugnando improperi tra sé e sé.


Finalmente la giornata giunse al termine anche se il buio era calato da un pezzo, Sisifo riordinò la propria scrivania e dopo essersi infilato la giacca fece per  imbucare la porta, ma si fermò un attimo con una mano già sulla maniglia:
“Allora, se non domani al pranzo, ci vediamo tra qualche giorno – disse con un sorriso, poi buttò un occhio alla corona lasciata da Aldebaran – comunque è molto bella, se vuoi la appendo qua fuori”
“Per carità! – esclamò l’altro – anzi, prenditela pure, io non me ne faccio niente, tuo nipote la apprezzerà sicuramente più di me. E comunque al tuo ritorno recuperiamo  tutto il tempo di lavoro perso per questa inutile festa, sappilo” e con un gesto annoiato della mano lo congedò dopo essersi alzato e avergliela quasi tirata addosso.
L’amico se ne andò salutandolo come sempre con un sorriso, ma trattenendosi dall’ augurargli buon Natale, chiudendosi semplicemente la porta alle spalle.
“Stupido Sisifo, e stupido Aldebaran… e ancor più stupido Natale…!”

Rimase lì ancora un po’ sebbene l’ora di chiusura fosse passata da un pezzo perché se quell’idiota se ne andava e chiedeva pure dei giorni di ferie, toccava a lui portare avanti il lavoro e non perdere tempo, questo pensava tra sé, ma ad un certo punto, sentendo l a stanchezza salire, decise di smettere pure lui, avrebbe ripreso il giorno dopo.

Quando uscì dall’ufficio, la neve cadeva fitta a differenza della mattina e il bianco manto brillava alla luce dei lampioni. Raggiunse casa sua abbastanza velocemente ed entrando in cucina trovò un biglietto sul tavolo

“Immagino tu abbia lavorato fino a tardi come al solito, e che non abbia avuto tempo di prendere alcunché, quindi ti ho lasciato qualcosa da mangiare nel frigo per stasera, e anche per i prossimi giorni visto che è festa. E a questo proposito, rilassati anche un po’ ok?”

Non dovette neppure leggere chi lo aveva lasciato, tanto lo sapeva. Era sempre il solito Sisifo, da che gli aveva dato le chiavi di casa sua, faceva spesso quei numeri.
Andò a vedere cosa gli aveva portato questa volta, e sebbene volesse sembrare scocciato, il suo stomaco non potè che apprezzare quel gesto.
Aspros non voleva essere compatito e in realtà nessuno dei  suoi amici lo faceva, ma detestava dipendere dall’aiuto di  qualcun altro.

Rimuginando queste cose tra sé, finì velocemente la cena,  dopodiché si diresse in camera, ma passando in corridoio si fermò un attimo davanti allo specchio, per un attimo gli era sembrato che il suo riflesso fosse cambiato, ma evidentemente  era colpa della poca luce e della sua stanchezza che gli giocavano strani scherzi.
“Devi proprio farti una dormita” si disse

Finì di prepararsi per la notte e si era appena seduto sul letto quando un rumore di passi accompagnato da uno strascicare metallico cominciò a risuonare fuori dalla porta. Cominciò a salirgli una sgradevole sensazione di sconcerto ma cercò di darsi un contegno  e provò a convincersi che magari era quelli al piano di sopra che avevano scelto un pessimo momento per  spostare i mobili, ma quel suono era così vicino…

Per un attimo ci fu silenzio, poi accadde tutto velocemente; la porta fu attraversata da strane corde trasparenti  subito seguite da una figura completamente avvolta da esse che portava anche una maschera a coprire il volto, e appena varcata la soglia, sollevò lo sguardo verso di lui levandosela e rivelando la sua identità.
E in quel momento Aspros si trovò davanti al suo riflesso.

“Tu qui…”
Il tono sembrava rigido come al solito ma in realtà tradiva una nota di inquietudine nel rivedere
“…Defteros?!”
Non poteva credere ai suoi occhi, rimase fermo immobile, senza sapere bene cosa fare, finchè non fu l’altro a parlare
“Perché quella faccia fratellino?” Chiese con una nota di lieve scherno
Aspros era rimasto un po’ imbambolato ma nell’udire la risata del gemello si riprese subito:
“Che domande! Dovresti essere-“
“Morto. E lo sono fratello mio… lo sono da due anni…”
“Già… - e come tutte le volte che si accennava a quel discorso, il suo volto si fece scuro e il tono duro – e io-“
“Hai tante colpe, ma non questa. E’ stato un incidente e basta,  smetti di angustiarti.”
“Ma cosa vuoi saperne tu di quel che provo io da quando te ne sei andato?!” si ritrovò a gridargli quasi contro
“Oh fidati che ne so di cose…”  lo strano tono con cui pronunciò tali parole fece assumere al fratello un’espressione interdetta
“Essendo diventato uno spirito, ho acquisito facoltà che prima da umano non avevo… e tra queste c’è il poter conoscere il futuro delle persone…”
“Perché dovrei voler conoscere il mio futuro? Cosa  vuoi dirmi?”
 “Che sono qui per avvisarti!”
Aspros accolse la notizia con un certo disappunto, da cosa doveva metterlo in guardia sua fratello? Cosa c’era di così importante che uno spirito dovesse scomodarsi a tornare sulla terra per dirgli?
“Avrai sicuramente notato le catene che mi imprigionano, ebbene queste me le porto dietro da che sono morto, ma me le sono fabbricate ben prima, mentre ero ancora in vita… ogni singolo anello rappresenta le bugie e i sotterfugi con cui ho ingannato la gente per il mio tornaconto personale, anzi per il nostro, dato che ho sempre agito con te… e sappi che per questo anche tu rischi la mia stessa pena… e addirittura di più se non ti penti e cambi…”
Non servirono altre parole, Aspros aveva ben inteso a cosa si riferisse, volle tuttavia fare una domanda:
“E la maschera invece…?”
“ Questa è perché ho sempre ignorato la mia coscienza quando mi diceva di rinunciare a mentire e far sempre come dicevi tu… perché in quel modo negavo me stesso-“
“Allora vedi che ho colpa!? Forse non ti ho ucciso ma in qualche modo ho contribuito alla tua condanna!!”
“Questo non è vero.”
“Ma come!? Hai appena detto-“
“Era sbagliato ma è stata una mia scelta. Sempre. Perché eri la mia sola famiglia, perché ti volevo bene. E per lo stesso motivo ora sono qui; per provare a far sì che almeno tu possa salvarti.”
“Ma che stai-“
“Ascoltami bene. Durante le prossime notti riceverai la visita di tre spiriti. Fa’ quello che ti dicono e forse così potrei vedere il prossimo Natale… non m’è dato dirti altro, il resto dipenderà da te…”

E detto ciò, si avvicinò alla finestra cominciando a svanire alla luce spettrale di quella notte.
Aspros non lo fermò, anzi appena se ne fu andato, batté le palpebre un paio di volte, si guardò un po’ in giro e si portò una mano alla testa passandola poi sugli occhi
“Ma che diavolo mi sono appena immaginato…?! Adesso ho anche le visioni di mio fratello… odio sempre di più questo giorno…!”





Angolo dell'autrice:
Eccomi!  sono tornata ^^   *cri-cri, cri-cri... non fregava a nessuno vero...? ^^' * comunque
Mi sono presa un mesetto di pausa dalla scrittura per, oltre che concentrarmi una buona volta sullo studio, buttare giù questa storia. E' un sacco di tempo che ce l'avevo in testa e ci tenevo particolarmente a pubblicarla in vista del Natale! *.*
Perciò dico subito che i vari capitolo potrebbero avere qualche imperfezione e contraddizione ma verranno sistemate appena possibile ^^'
Intanto grazie mille a chiunque sia arrivato fin qui :-)

  
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