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Autore: Tinkerbell92    29/11/2015    4 recensioni
Con il sangue ha inizio e con il sangue ha termine.
Ogni trent'anni circa, la creatura si risveglia dal lungo letargo, avvolgendo la città di Derry con un'oscura cappa di morte e terrore.
Sappiamo cosa accadde nell'ultimo trentennio di vita di It, in quel lasso di tempo compreso tra l'autunno del 1957 e la primavera del 1985.
Ma quali terribili vicende segnarono la vita dei giovani di Derry durante il ciclo precedente?
Siamo nel 1930, il tasso di criminalità ed il numero di suicidi sono in vertiginoso aumento a causa della pesante crisi economica conosciuta come Grande Depressione. In un clima tanto disastroso, It sembra poter agire quasi liberamente, senza destare eccessivi sospetti. Ma anche per un essere quasi invincibile delle piccole sviste possono creare scomodissime situazioni.
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Crimson Shadows



- Derry, Settembre 1957 -


George Denbrough varcò la soglia della propria stanza, le piccole labbra dischiuse in un gran sorriso. Afferrò l’album di fotografie che aveva lasciato sul letto prima di uscire, lo posò sul pavimento della cameretta e si inginocchiò, passando con delicatezza quasi religiosa le minuscole dita sulla scritta dorata della copertina.   
“Le Mie Fotografie”.    
Poco più in basso, lui e la mamma avevano attaccato un foglietto con dello scotch, sul quale veniva rivendicata l’identità del proprietario dell’album: George Elmer Denbrough, 6 anni.
Si lasciò sfuggire un altro sorrisetto, mentre cominciava a girare lentamente le pagine, osservando per l’ennesima volta le vecchie fotografie regalate da amici e parenti: non si stancava mai di rimirare quella raccolta di cui si sentiva tanto fiero.
Chissà, magari da grande sarebbe diventato un fotografo o un critico d’arte, magari avrebbe raggiunto la fama internazionale e l’avrebbero contattato per qualche intervista. Si era già immaginato qualche volta una scena simile, nella quale una distinta versione adulta di sé stesso sedeva su una comoda poltroncina, mentre l’intervistatore (che nella sua mente somigliava a Richie Tozier, il ragazzino matto che ogni tanto frequentava suo fratello Bill) gli domandava da dove fosse nata la sua passione per la fotografia. A quel punto, il Georgie adulto tirava fuori dal nulla l’ormai vecchio album, un po’ ingrigito ma comunque tenuto con grande cura, e cominciava a sfogliarlo sotto gli occhi ammirati dell’intervistatore.  
Non appena si ritrovò dinnanzi ad una pagina ancora vuota, Georgie avanzò carponi verso il proprio zainetto, prendendo dello scotch, quindi estrasse con attenzione una vecchia fotografia in bianco e nero, riposta all’interno di un quaderno perché non si spiegazzasse.
Osservò l’immagine per qualche secondo: un ragazzo alto e robusto, con i capelli corti e la mascella squadrata, era leggermente chinato in avanti per sostenere la ragazza dalla chioma scura caricata sulla sua schiena. Entrambi ridevano, lo sguardo fisso verso l’obbiettivo.
Attaccò la foto nella parte superiore della pagina, facendo attenzione a non rovinarla. Mentre si soffermava nuovamente sui dettagli del volto grazioso della ragazza, tre piccoli colpi allo stipite della porta lo fecero scuotere bruscamente, riportandolo alla realtà.
- C-che stai facendo, G-Georgie?
Bill, suo fratello maggiore, era affetto da una pesante balbuzie sin dall’età di tre anni, da quando un’auto l’aveva accidentalmente investito. Era un ragazzino piuttosto alto per la sua età, magro come un grissino, con le braccia ricoperte di lentiggini ed una folta chioma biondo rame che ogni tanto gli scivolava davanti agli occhi azzurri.
George si scostò leggermente a destra, in modo da permettere al fratello di prendere posto accanto a sé: - Stavo attaccando una nuova foto.
- U-una nuova foto? – Bill gli scompigliò scherzosamente i capelli castani – E c-chi hai as-assillato questa v-volta?
- Non ho assillato nessuno! – protestò il bambino – Chiedi alla mamma! Me l’ha regalata la signora con la collana viola che abbiamo incontrato al parco!
- La s-signora c-con l-la c-collana viola? – ripeté il maggiore, aggrottando la fronte.
Georgie annuì convinto: - E’ la mamma di un ragazzo che viene a scuola con te. Non sorride mai e indossa sempre una collana con una pietra viola.
- Oh! – s’illuminò Bill – D-dev’essere l-la s-signora Criss.
- Sì, lei.
Il ragazzino più grande osservò la fotografia con fare pensieroso: - E p-perché t-ti ha r-regalato qu-questa foto?
Georgie diede un’alzata di spalle: - Ha detto che voleva sbarazzarsene da tanto tempo, ma non riusciva a buttarla via perché l’aveva scattata una persona a cui voleva bene. Mentre parlava con la mamma ha saputo del mio album e quindi me l’ha regalata.
- C-capito.
Bill si grattò la nuca con aria confusa: - P-perché v-voleva sb-sb… oh, insomma, p-perché v-voleva buttarla? – sputacchiò, cercando invano di nascondere la frustrazione che l’assaliva ogni qualvolta dovesse trovare sinonimi alle parole che non riusciva a pronunciare senza incartarsi.
I volti dei due ragazzi della foto gli ricordavano qualcosa, ma sebbene si sforzasse non riusciva a trovare un collegamento con persone conosciute in passato.
- Prima ha detto semplicemente che era roba vecchia – spiegò Georgie – Ma visto che la mamma pensava volesse darmela soltanto per farmi contento, ha aggiunto che le faceva venire in mente brutti ricordi. Un’amicizia perduta, mi sembra.
Bill osservò a lungo l’immagine, riflettendo. Era senza dubbio una foto molto vecchia, scattata venti o trent’anni prima.
- T-ti ha d-detto d-di che anno è?
Il minore annuì con forza, facendo ballare i morbidi ricci castani sulla piccola testa: - Estate 1930.




***

Angolo dell’Autrice: Alla fine sono approdata anche in questo fandom. Ho letto It per la prima volta verso maggio e da allora sono entrata in fissa (e sì, immagino Bill con i capelli biondo rame e non rossi, pardon). Comunque, tutti coloro che seguono le mie storie non devono temere: la settimana prossima mi laureo, quindi non ho avuto tempo per scrivere in questi mesi, ma più o meno da metà Dicembre dovrei riprendere ad aggiornare.
Sono intanto riuscita a scrivere il prologo di questa storia, anche se il primo capitolo arriverà più avanti, essendo questa un’interattiva.
Come al solito, ribadisco che le interattive NON SONO VIETATE (le amministratrici hanno scritto un regolamento apposta) e che no, non significano “non ho voglia di inventare personaggi, lo facciano altri per me”.
Nella comunità facebook di cui faccio parte da anni siamo abituati a “scambiarci” i personaggi, visto che ci piace anche vederli muovere da una mente diversa dalla nostra.
Come ho spiegato nella presentazione, la storia sarà ambientata 27 anni prima degli eventi che accadono nel libro, quindi sarà incentrata sull’operato di It durante il ciclo precedente a quello del 1957-1958. Ho scelto di ambientare il prologo nel “futuro” per due motivi: primo perché mi piaceva l’idea di fare un riferimento alla storia originale (ed ero curiosa di scoprire come fosse scrivere dal punto di vista di Georgie e Bill), secondo perché la serie Doctor Who mi ha contagiata e amo le vicende che partono con enormi punti interrogativi per poi spiegare la situazione tramite un lungo flashback.
E per ora gli interrogativi sono questi: chi sono i ragazzi della foto? Che legame avevano con la signora Criss, alias la madre di Vic? (della quale, ebbene sì, scopriremo l’identità attraverso il flashback).
Ma soprattutto, quali oscure vicende si celano dietro ai dolorosi ricordi di un’amicizia perduta?
Grazie a chiunque vorrà leggere questa storia.
Tinkerbell92
  
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