Tim entrò nella stanza, chinandosi sul corpo della bambina che avevo appena ucciso.

Io rimasi immobile, anche se era mio amico non potevo mostrarmi in rapporti amichevoli con lui, non il quella stanza, non in quella casa, che ci aveva allontanati così tanto.

-RISPONDI!

Alzò il viso e mi guardò attraverso la maschera che era stato costretto ad indossare, mentre io abbassai lo sguardo su di lui.

-Lo sai perchè. Dovresti rassegnarti anche tu.

Abbassò nuovamente lo sguardo sul cadavere di quella bambina, che doveva avere circa 9 anni.

Era piccola, ancora lontana dal giorno della sua morte, e io, proprio io, l'avevo uccisa.

Probabilmente aveva una famiglia e degli amici, e aveva il diritto di vivere la sua vita.

M anche io ne avevo il diritto.
Sle nder mi aveva rovinato la vita, mi aveva alontanato dalle persone a me care, e ora anche da Tim. Mi dispiaceva, ma io non sono come lui, lui è forte, ed è riuscito a resistere, io invece no.
Mi vergognavo di me stesso, ma non riuscivo più a sopportarlo. Mi avrebbe fatto impazzire del tutto.
Tim non aveva ancora capito che non mi ero arreso, e che volevo solamente che lui fosse mio amico, proprio come un tempo.
Se non potevamo esserlo come persone normali, lo saremmo potuti essere come proxy.