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Autore: Val__    02/12/2015    1 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
[...]Dopo quelli che a lui sembravano uno o due suoni di sveglia, ma che in realtà erano stati sette, si era deciso a dare almeno un occhio all'orario, alzandosi di scatto il secondo dopo ed urlando qualche imprecazione.[...]
[...]Non trovando i pantaloni della divisa arraffò i primi jeans in vista pentendosene immediatamente < CAZZOQUELLISTRETTINOOO! > urlò disperato mentre rotolando sul pavimento, cercò di tirarli su in zero-due secondi per poi correre con foga verso le chiavi del motore.[...]
[...]Quella mattina si stava rivelando la più funesta di tutte ed il meglio ancora doveva arrivare.
Non seppe bene come riuscì a nascondersi dietro l'estintore finché il passaggio non si fu liberato dal temibile orco per poi correre il più rapidamente possibile... verso la sua classe? No. Contro Sam Carson. Casualmente passato di lì nel momento sbagliato. Casualmente così alto e ben fatto da non spostarsi nemmeno quando Kenzi gli rimbalzò contro. Casualmente così attraente e perfetto da far pensare a Kenzi che le vertigini che seguirono il suo non altrettanto perfetto atterraggio sul marmoreo pavimento non fossero dovute al duro colpo.[...]
[Prima Classificata al contest "Slash is Love, Yaoi is Life"]
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Lo sventurato paio di jeans
Capitolo 4: dei jeans fortunati



< Vuoi uccidermi? > ripeté intimorito Kenzi.
< Mi stai evitando... perché mi stai evitando? > si impose serio Sam ancora tenendo stretto il suo polso.
< Non mi hai risposto >.
< Nemmeno tu... >.
Una delle cose di Carson che più metteva in difficoltà Kenzi quando parlava con lui era il modo in cui lo fissava. Dritto negli occhi. Persino in quel caso, in cui era decisamente intimidito dal suo modo di porsi, non riusciva a distogliere lo sguardo. Quegli occhi nocciola, sottili e giudicanti erano una specie di calamita e rischiavano di fargli dimenticare la situazione in cui si trovava per quanto erano intensi.
Dopo un lasso di tempo indefinito però, Kenzi sì liberò della strana ipnosi e realizzò che effettivamente uno dei due doveva cominciare a dare spiegazioni e Sam non ne sembrava intenzionato.
< Tu sai il codice morse > non era una domanda, più una costatazione e per il momento era quanto di più sensato il suo cervello riuscisse a formulare.
Sam lo guardò confuso, evidentemente la risposta che il cervello sconquassato di Kenzi aveva messo insieme non era sufficiente.
< Io... il tuo sedere... > no, no, no... sempre peggio.

FORZA NEURONI! NON TRADITEMI PROPRIO ORA!
Pensò imbarazzatissimo.
Ugh... mi servirà una buca dove sotterrarmi dopo questa conversazione.

< Pensavo che dopo il commento sul tuo sedere volessi un pochetto farmi fuori... > riusci a dire tutto d'un fiato.
La presa attorno al polso di Kenzi si allentò, lasciandolo finalmente libero, mentre la sua faccia si aprì alla rivelazione.
< Oh... MA! NO! > esclamò confuso.
< Cioè, già me n'ero accorto che mi fissavi il sedere, siamo nella stessa classe dalle medie... non era una novità per me... a proposito, grazie per il complimento > sorrise maligno Sam, appoggiando una mano al muro alle spalle di Kenzi.

Oddio dov'è una buca quando ti serve! Pensò ancora Kenzi, arrossendo più di quanto non avesse mai fatto e coprendosi la faccia con entrambe le mani < scusa... >.
Sam rise piano e togliendo entrambe le mani dal viso rosso per la vergogna dell'essere un tale caso disperato si avvicinò, fermandosi a pochi centimetri da lui. < Posso? > chiese con fare innocente. Come se ci fosse una minima possibilità di ricevere un rifiuto. < Devo pure rispondere? > domandò in tono di rimprovero Kenzi che aveva deciso di non superare la soglia di imbarazzo massima per quella giornata.

Mancavano solo pochissimi centimetri e già la testa di Kenzi stava andando per conto suo, pensando a tutto ed a nulla contemporaneamente.
Mancava così poco! Eppure il momento in cui avrebbe finalmente baciato Sam Carson sembrava non arrivare mai... anzi, non è che sembrava non arrivare, non arrivò proprio.

< 'Ddio ragazza, perché ti sei dovuta sbronzare così?! >.
La voce di Ross proveniva da dietro l'angolo infondo al corridoio e si fece sempre più vicina finché lui e Roan non apparvero davanti a loro, supportando una ragazza dal colorito verdognolo presumibilmente verso il bagno.
< Kenzi! Non mi ero neanche accorto che eri sparito... >.
< Già... sei una pessima guardia del corpo > borbottò lui, scocciato per l'interruzione.
< WOW. Che le succede? > si inserì Sam.
< Artur l'ha lasciata... si è consolata con la vodka... > spiegò lapidario come al solito il Gagio.
Di sicuro la fanciulla si era sbronzata di brutto, ed il suo colorito peggiorava ogni secondo di più. Persino la sua espressione era terribile ed all'improvviso, probabilmente stanca della sosta che i suoi due aiutanti avevano fatto per dare spiegazione, si liberò dal sostegno di entrambi, fece due passi a malapena per poi non riuscire più a trattenersi si lanciò a peso morto verso Kenzi, che riuscì a prevenire la sua caduta, non riuscendo però ad schivare ciò che la ragazza rigettò proprio sui suoi jeans stretti.

Dei jeans fortunati... senza dubbio...
Pensò avvertendo anche lui una certa nausea.

  
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