Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: lupetto    02/12/2015    0 recensioni
Seguito de 'La Casa', narra le storie di un gruppo di amici alle prese con strane Abilità. I personaggi sono diversi ragazzi facenti parte del gruppo 'Percy Jackson, il capolavoro di R. Riordan'.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
VI
 
La sera calò lungo la Casa come un manto materno, che trapuntato di stelle vegliava sul capo dei ragazzi. Dopo l’episodio verificatosi nel pomeriggio l’ostilità si fece sentire pesantemente, tanto che il gruppo si divise in due parti: da un lato i vecchi ospiti della Casa, dall’altro i nuovi ospiti. Alberto venne cacciato dalla villa e, con una coperta scolorita si rintanò nel Patio, dove le folate di vento non potevano investirlo. A differenza degli altri ragazzi Yuri affrontò la cosa in modo più razionale e non diede sfogo ai sentimenti: il tempo di conoscenza con Edoardo fu relativamente poco, ma ciò non nascose che in un certo senso vi si era affezionato. Ma aveva già visto tante di quelle morti che ebbe bisogno di pochi minuti per tornare, un po’ malinconico, con i piedi per terra.
Dopo che l’unanimità decise di tener fuori Alberto, ognuno se ne andò in camera propria, eccezion fatta per Samanta, che in cucina assieme a Yuri preparavano qualcosa di caldo da portare al loro amico.
« Non è colpa sua, Sam. Penso che abbia agito qualcun altro lasciando a lui il lavoro sporco… pensa che nel vecchio gruppo mi diede un pugno per aver fatto soffrire un suo caro amico: insomma, quello che intendo dire è… »
« …che Alberto è un pezzo di pane e non farebbe del male a una mosca. Si, lo penso anche io, in fin dei conti il suo comportamento è ingiustificabile ma agli occhi degli altri appare solo una parola: assassino. Stasera pensavo di istruirti un po’ su quello che so, in modo da districare questa matassa scarlatta. Svelto, prima che qualcuno ci senta… non voglio far scendere altri fulmini dal cielo stasera. »
Yuri annuì e, messo tutto in un cesto di vimini, si coprirono ben bene ed uscirono silenziosamente dalla Casa, inoltrandosi nel buio. Kaa, sinuoso, apparve al fianco del ragazzo, strisciando tra l’erba agile.
« Come fai a conoscere tante cose? » domandò Yuri a Samanta lungo il tragitto. Ella rispose: « In parte percepisco, in parte lo studio. Un po’ come riesci tu a percepire il pulsare delle piante, capisci cosa intendo? »
« Si, capisco. Da dov’è che vieni? Si insomma, dov’è che abitavi prima di abitare qui? »
« In un piccolo paesino della Toscana. Tu? »
« In una città marittima lungo la costa del Mar Adriatico. Distanti, eh? »
Samanta annuì e ben presto salirono le piccole scale del Patio, trovando un ragazzo che tremava avvolto in una coperta. Yuri poggiò il cesto al suo fianco e Alberto si svegliò, guardandoli con stupore.
« Cosa ci fate qui? »
« Abbiamo pensato di portarti qualcosa da mangiare, hai saltato la cena. » rispose Yuri tirando fuori il termos con tè bollente, due sandwiches e un pugno di biscotti. Il ragazzo si aprì in un sorriso e prese a mangiare, bevendo lentamente dal bricco. Samanta gli appoggiò una seconda coperta sulla schiena e si sedettero al suo fianco. Alberto spazzolò tutto in pochi minuti e, alla fine, li abbracciò calorosamente per ringraziarli.
« Cosa succede Al? » domandò poi Yuri accarezzando Kaa.
« Non è stata colpa mia. Io ero… una specie di spettatore, osservavo incapace di agire. Prima di scendere in cortile una voce sinistra mi ordinava di uccidere chi trovammo al nostro arrivo qui, nella Casa. Io, all’inizio, mi sono ribellato ma poi… ho ucciso Edoardo. E beh… ». Gli occhi del ragazzo si riempirono di lacrime e s’arrossarono. Samanta tirò fuori un fazzoletto e glielo porse mentre Yuri annuiva, dispiaciuto per tutta quella situazione. « Cosa ricordi della voce? Sapresti descriverla? »
« Femminile, languida, prepotente… »
« Che possa essere la Signora? » chiese Samanta a Yuri, ma quest’ultimo rispose alzando le spalle. « Il suo scopo è farci sopravvivere, non decimarci fra di noi. »
« Prima lezione da imparare, non fidarti di ciò che vogliono farti intendere Yuri. » commentò la ragazza giocando con una ciocca di capelli. Il ragazzo annuì e sospirò, abbracciando spontaneamente Alberto, che contraccambiò l’abbraccio. Dopo una lunga chiacchierata Yuri e Samanta si alzarono per tornare alla Casa, e il ragazzo si rintanò sotto le coperte, non tremando più.
Lungo la stradicciola per tornare, il duo continuò a parlare mentre Kaa svaniva nell’erba, magari aspettando il ragazzo acciambellato sul letto. L’aria s’era fatta più fredda, gli alberi scuri si lasciavano guidare dal vento.
« E’ strano. »
« Cosa? » chiese Yuri a Samanta.
« Come mai sia apparso prima il tuo famiglio mentre il tuo Dono fatica a mostrarsi completamente. Fino ad ora hai fatto apparire solo fiori… »
« Penso sia colpa del mio corpo. La Corruzione ha attecchito ma lo ha riconosciuto, e una delle mie teorie è che molto probabilmente devo aspettarmi ben altro dal Dominio sulla Natura. Vero, il triangolo è tornato, ma ciò non spiega l’assenza quasi totale dei miei poteri. »
« Si, lo credo anche io. Staremo a vedere come si comporta la Corruzione allora. »
« E’ l’unico modo per saper- »
La frase di Yuri restò inconclusa poiché qualcosa sibilò nell’aria e il ragazzo si piegò in due, cadendo in ginocchio sull’erba. Samanta lo afferrò in tempo prima che battesse la testa sulla ghiaia e, esattamente sul fianco sinistro, una freccia dalle piume rosse cominciò a far scorrere sangue.
La ragazza riconobbe Vittoria svanire nei boschi, l’arco stretto in pugno. Yuri provava talmente tanto dolore che non riusciva ad emettere alcun suono. Samanta lo fece distendere e, mantenendo il sangue freddo, sfilò la freccia: questa volta il ragazzo urlò, cacciando fuori tutta l’aria accumulatasi nei polmoni. Alcune luci si accesero alle finestre e poco lontano, dal Patio, uno scalpiccio di piedi si sentì arrivare.
Samanta si sfilò la cinta e la legò al bacino di Yuri, fermando l’emorragia. In quello stesso istante Kaa apparve minaccioso al fianco del ragazzo, guardandosi intorno: sapeva che Samanta non avrebbe potuto attaccare il suo padroncino, perciò furente cominciò a girare in tondo, pronto a difendere la vita di Yuri. Quest’ultimo, in lacrime, respirava lentamente.
« Lezione numero due: se vieni ferito la prima cosa da fare è bloccare l’emorragia con qualcosa di fermo. Una volta che il sangue coagula è bene chiudere la ferita, e… Scusami ma non mi viene in mente null’altro da dire. Insomma, ‘guarda quanto sono belle le stelle’ sembra una presa per il culo! »
A Yuri scappò da ridere ma provò molto più dolore, tornando a respirare lento, concentrandosi sull’ossigeno che entrava ed usciva, diffondendosi lungo tutto il corpo.
« Gr-grazie Sam… » mimò con le labbra, portandosi una mano alla fronte zuppa di sudore freddo. La ragazza accennò un sorriso e continuò a tener premuto mentre accorrevano gli altri.
« Chi è stato? » chiese Alberto mentre Diana e Giacomo, armati, guardavano atterriti la scena. Sui volti si dipingeva rabbia.
Poco dopo arrivarono Isabella e Gregorio, il quale preferì volgere lo sguardo altrove. Kaa, forse per vendetta o per assicurarsi che non facesse del male a Yuri, gli sbarrò il passo alzando la testa: lo superava di diversi centimetri, gli occhi iniettati d’ira e la le fauci pronte a scattare.
« Forza, portiamolo dentro. » disse Isabella aiutando Samanta e gli altri ad alzare Yuri, che pesava quanto la piuma di un’oca. Proprio quando fecero per varcare la soglia il ragazzo chiuse gli occhi, e cadde in un sonno profondo che non regalò incubi.
Che prometteva pace.
 
Il mattino seguente Yuri era disteso sul suo letto, il fianco fasciato e lindo. Si tirò su e non sentì un minimo dolore, perciò preferì darsi da fare piuttosto che annoiarsi fra le coperte. Indossò qualcosa, si legò i capelli e scese in cucina. Nell’aria non c’era odore di colazione ma di fiori selvatici, e di linfa. Kaa apparve al suo fianco sibilando, come se volesse portarlo fuori dalla Casa. Yuri, guardandosi intorno senza vedere nessuno lo seguì, e una volta arrivato sulle sponde del lago vide il gruppo celebrare il funerale di Edoardo: c’era una barca di legno, il corpo del ragazzo adagiato sulle asse circondato da mille fiori diversi, la testa vicina al corpo come se non fosse mai stata decapitata.
« A quanto pare siamo tutti » annunciò solenne Isabella mentre il ragazzo si avvicinò a Diana e Giacomo. Martina era visibilmente diversa e in mano stringeva una chitarra. Alberto, al fianco di Isabella, aveva lo sguardo a terra contrito e mortificato. Yuri si guardò intorno notando l’assenza di Vittoria: ‘faremo i conti quando tornerà!’ pensò scuro in volto mentre prestava attenzione al discorso della Stratega.
« Siamo riuniti per dare il solenne Addio a Edoardo, uno dei più grandi compagni che io abbia mai avuto. Sempre pronto a guidare il gruppo, sempre gentile e altruista, sempre pronto persino a sacrificare la propria vita per salvare la nostra. Sicuramente non sarà facile dimenticarlo, e questo dovrebbe spronarci a non farlo: dopotutto era parte della famiglia, sia per chi lo conosce da molti anni, sia per chi lo conosce da ben poco. »
Yuri notò, durante il discorso, l’incrinarsi della voce che ad ogni parola mascherava i sentimenti di Isabella, e ci riuscì fino alla fine. Però poi, mentre si allontanava dal fianco della barca, scoppiò in un silenzioso pianto, confortata dalla materna presenza di Samanta. Inaspettatamente Alberto prese parola.
« Vorrei scusarmi per aver ucciso Edoardo. So che può turbarvi ciò che starò per dire ma… non era mia intenzione aver commesso questo. Mi hanno usato, e molto probabilmente questa ‘forza’ lo farà ancora, ancora e ancora. Lo conoscevo da poco ma aveva stoffa, e sicuramente una vita davanti. Addio. »
Concluse, allontanandosi dalla spiaggia, tornando nel patio che ormai era diventato il suo piccolo rifugio. Poi fu il turno di Greg, di Samanta, di Diana, Giacomo e Martina. Poi venne per ultimo Yuri.
« Aveva degli occhi profondi Edoardo, degli occhi in cui potevi perderti o ritrovarti. Se qualcuno mi chiedesse di descriverli non ci riuscirei a parole, tantomeno a gesti. Però posso parlarne, ma non mi sembra giusto sproloquiare riguardo al suo verde smeraldo piuttosto che parlare del suo cuore. E’ stato il primo a salvarci, il primo a darmi il benvenuto, il primo a portarmi una tazza di tè in camera. E’ stato perfetto e speciale, bello e forte come un leone, potente e libero come il vento. E non è giusto, non è affatto giusto aver perso uno dei diamanti più belli. Mancherà a tutti, nessuno escluso. Addio, Edoardo. »
Così, tutti vicini, spalla a spalla, i ragazzi lo guardarono navigare verso il centro del lago mentre Martina strimpellava la sua chitarra con una dolcezza unica, riempendo l’aria con le note di Somewhere Over The Rainbow. Greg, puntando un dito verso il cielo, emise una lancia di fuoco che trafisse le nuvole come una cometa e avvolse la barca in fiamme color tramonto.
Addio, amico.


 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: lupetto