SCENA IV
Non senti le ossa
pesanti, i brividi di freddo,
l'umidità che ti paralizza
le ginocchia?
[H. si alza, si pulisce le mani sui pantaloni.]
Il sole è sorto,
ma ti ferisce gli occhi.
La stanchezza ti appesantisce le palpebre,
rughe si disegnano ai lati della tua bocca e
sulla tua fronte.
Trascini i piedi dentro casa.
Inutile illudersi, Hans. Ti sei avvizzito,
ormai. Forse
è ora di andare a letto.
[H. si volta, spalle al pubblico.]
Sono vecchio, e ho sonno.
(ho scordato come si fa a vivere)
Sopravvivo, come posso,fra un sogno
e l'altro,
fra un grattacielo
e uno schermo colorato,
sopra una terra dura
e grigia.
Il cielo, anche lui sta perdendo i suoi colori
(diventerà grigio e metallico anche lui?)
Sono vecchio, e ho freddo.Eppure, la senti? La senti? Quella voce, quel sussurro.
Ascolta.
[H. si volta verso il pubblico, una mano a coppa attorno all'orecchio.]
Ecco.
Il battito d'ali di una libellula
la danza di un raggio di sole
la poesia di un sorriso.
Il miracolo che sei tu, e che sono io.
La fiducia nel mondo. In me, perché il mondo
sono io.
(L'Amore?)
Mi sveglierò ogni mattina, guardando il sole,benedicendomi.